Testimoni le stelle

Lei era lì, immobile su quel terreno gelido, gli occhi chiusi e il volto ferito da dei graffi profondi. I suoi abiti erano sporchi di sangue.
Era gelida ma il suo cuore era bollente, batteva piano, quasi fermo, fragile come le ali di una farfalla.
Non ricordava nulla, solo una cosa però le affollava la mente di un miliardo di pensieri, un'immagine, fissa e nitida.
Po.

Perchè era lì?
Sul quel terreno umido, ferita e senza forze?
E dov'era Po?

Non riusciva a spiegarselo.
Non riusciva a muoversi, ad aprire gli occhi ma era cosciente.
Intorno a lei era buio, solo oscurità. 
- Po - solo questo riuscì a dire, la sua voce era debole, avrebbe voluto urlare ma dalle sue labbra uscì solo un sussurro, che nessuno avrebbe mai udito.
Poi perse i sensi.

La porta della camera di Po si aprì.
Il panda notò una figura piccola avvicinarsi a lui, illuminata solo dalla flebile luce della Luna.
Lui era lì, seduto sul suo letto a guardare il cielo dalla finestra della sua stanza. 
Le stelle sembravano criticarlo, testimoni dell'errore più grande che avesse mai commesso:

Lasciarla andare.

Le lacrime gli rigarono silenziosamente il volto.
La sua mente lo riportò a quella sera.

Aveva appena finito in cucina.
Stava tornando in camera quando qualcuno lo chiamò.
Sì voltò di scatto in direzione della voce.
Una figura scura avvolta in un mantello lo prese per un braccio e lo portò fuori dal palazzo.
Quando furono fuori la figura si tolse il cappuccio.
Tigre?! -
La ragazza prese dalla tasca del mantello una lettera - Po ascolta io... Stamattina ho ricevuto una lettera anonima e devo assolutamente scoprire da dove viene e chi me l'ha mandata, non so dove andrò e non so quando ma... Tornerò, forse tra qualche settimana, forse tra qualche mese,... forse mai.
Devo andare Po, non posso dirti altro, non dire nulla agli altri e non cercare di seguirmi o farmi cambiare idea, ormai ho deciso, non so a che cosa andrò incontro ma... Ce la farò e tornerò -
Lui la ascoltava confuso, perplesso, che cosa stava dicendo? Di che cosa stava parlando?
Prese un respiro - Che cosa stai dicendo Tigre? Senti io non so che cosa c'è scritto in quella lettera ma so che è importante per te...Tu...Io non ti lascerò partire così, non da sola, questa cosa è troppo pericolosa e io non te la lascerò fare da sola, Io vengo con te, non puoi lasciarmi qui Io... Se ti succedesse qualcosa...-
I suoi occhi color del fuoco si infrangevano con suoi color della giada, non l'avrebbe mai lasciata andare, mai.
Po ti prego non insistere non puoi venire con me, è una cosa mia, vedrai che andrà tutto bene, non...-
No Tigre, lascia che ti aiuti...-
Ormai ho deciso. Ma prima di partire devo dirti una cosa...-
No, non ti lascio partire per un viaggio da cui potresti non fare ritorno. Lascia che venga con te, Tigre, per favore, per una volta, una sola volta non fare solo di testa tua, tutti abbiamo bisogno d'aiuto e tu hai bisogno di me e...io di te -
Piangeva, il guerriero dragone piangeva. 
La pelliccia della felina alla luce della Luna si colorava d'oro mentre le sue lacrime correvano veloci sul suo viso tigrato
Ti amo Po, ma non posso farti venire,  tu mi hai già aiutato abbastanza e io non voglio che tu finisca nei guai per colpa mia, ti ho dato fin troppo peso -
Lui la guardò, non riusciva a credere che anche lei provasse i suoi stessi sentimenti, per un attimo credette di perdersi nei suoi occhi di fuoco - Ti amo anche io Tigre - 
Lei lo guardò immobile con i suoi fuochi al posto degli occhi anche se di fuoco ora c'era solo il suo cuore.
Tu non mi hai mai dato nessun peso e io non ti ho mai aiutato abbastanza, ti prego...-
No e ora basta, lasciami andare, per favore - La voce della giovane felina tremava ancora per le parole che il guerriero dragone le aveva detto prima.
Lui non seppe controbattere e come un pugnale che trafigge il cuore lasciò la sua mano.
La vide allontanarsi mentre le lacrime continuavano a scendere senza sosta, ignare del fatto che qualcuno le stesse guardando.

Perché l'aveva lasciata andare?

La porta della sua stanza si chiuse e una voce lo chiamò, riportandolo alla realtà, quella crudele realtà
Vipera? T-ti serve qualcosa? Cosa posso fare per te?- Parlava di spalle, non voleva che lo vedesse piangere
Per me niente ma per Tigre forse sì -
Un brivido gli corse lungo la schiena

Cosa sapeva di Tigre?

Rimase in silenzio, perplesso
Io...vi ho spiati -
C...cosa?! - Po sperò con tutto il cuore che non li avesse sentiti pronunciare quelle due parole, piccole ma potenti
Sì...Po dobbiamo trovarla, la conosco bene e so che si sta cacciando in qualcosa di più grande di lei,  quella lettera... -
Perché ci spiavi? - la voce gli usciva piano, avrebbe voluto essere arrabbiato ma era solo triste, non riusciva a smettere di pensare a lei e al loro discorso di quella sera
Io ho sentito delle voci e... Ho sentito tutto -
Ci fu un attimo di silenzio poi Vipera continuò
Sai bene che due maestri non possono stare insieme...-
A quelle parole il panda smise per un secondo di respirare e gli si formò un groppo in gola, non riusciva a credere che li avesse sentiti
Io... - qualcosa gli impediva di parlare, la sua voce che avrebbe voluto spiegare riusciva solo a tremare
Dobbiamo svegliare gli altri e andarla a cercare -
Po annuì.
Non dirò nulla di ciò che è successo tra voi due -
A quel punto il guerriero dragone si alzò e insieme a Vipera andò a svegliare gli altri, con il cuore e il pensiero rivolto a Tigre, aveva un brutto presentimento.

Lei era lì, in fin di vita, con una zampa stingeva forte la lettera mentre con l'altra cercava di aggrapparsi a una roccia.
Aprì leggermente gli occhi, era notte fonda, vide una grotta a pochi metri da lì e con grande fatica la raggiunse.
Si appoggiò alla parete rocciosa, aveva il respiro affannoso e una grande ferita sul braccio.
Fece qualche passo all'interno della grotta, sentiva dei rumori strani quando un lupo dagli occhi rossi la attaccò e prima che se ne potesse accorgere era già a terra svenuta.
Il lupo tirò fuori gli artigli, pronto a dare il colpo di grazia quando qualcosa o meglio qualcuno lo colpì.

Po la guardava con le lacrime agli occhi, era tutte colpa sua se era ridotta in quel modo.
Ora erano salvi, al sicuro nel Palazzo di Giada, il panda ripensò al lupo e alla grotta c'era mancato un soffio e... Non ci voleva pensare.
Come aveva potuto lasciarla andare?
In questo modo voleva proteggerla? Lasciandola partire sola per una cosa che neanche sapeva!
Era solo un incosciente.

Con la zampa le accarezzò delicatamente il viso, era bellissima.
Una lacrima, piccola ma dolce caddè sulla guancia di Tigre.
La felina si mosse appena, aprì un occhio e vide Po.
Che ci faccio al Palazzo di Giada? - domandò con un filo di voce, subito dopo sentì un dolore fitto al braccio
Po le mise un dito sulle labbra, i suoi occhi di fuoco si infrangevano nei suoi color della giada, ora ne era sicuro, non avrebbero mai smesso di incantarlo e lui non avrebbe mai più rischiato di perderli
Schh - mormorò - Non parlare, va tutto bene ora ci sono io e sei al sicuro, riposati -
Perchè piangi Po? - la sua voce era un sussurro quasi inudibile.
Lui si asciugò gli occhi e le fece una carezza. Nessuno avrebbe rotto il loro legame, nessuno. E non gliene fregava niente se due maestri non potevano stare insieme, avrebbero trovato un modo, lui l'avrebbe protetta, sempre.
La felina chiuse gli occhi e si addormentò, non avrebbe mai più provato a scappare, mai più, si sentiva al sicuro, niente e nessuno poteva farla sentire come la  faceva sentire lui, si lasciò avvolgere dalle sue carezze, finalmente amata per come era.    

Le stelle ancora una volta osservarono la scena incantate, testimoni di quell'amore indissolubile.