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Autore: xstumpsmile    10/01/2016    0 recensioni
Si dissero tutto quella notte. Quell'unica e sola notte.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Patrick Stump
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Just One Night


 


L'insopportabile suoneria del cellulare obbligò Megan a svegliarsi dal suo solito pisolino pomeridiano. La ragazza spinse il braccio verso il comodino e ne tastò il piano, cercando con le piccole dita l'aggeggio infernale che non smetteva un secondo di suonare. Afferrò quest'ultimo e, ancora mezza addormentata, schiacciò il tasto di risposta alla chiamata.

«Emily?» bofonchiò la mora, con la voce impastata dal sonno. Con molta fatica si tirò su e appoggiò la schiena contro la testiera del letto. Un brivido freddo le percorse la spina dorsale non appena la sua pelle venne a contatto con la superficie fredda.

«Ho grandi notizie, Meg!» esclamò l'amica dall'altro capo del telefono, senza staccare gli occhi dai due pezzi di carta che teneva in mano.

«I tuoi ti hanno comprato una macchina nuova?» disse ironicamente Megan, giocherellando con una delle ciocche di capelli che le cadevano davanti agli occhi.

«No -sbuffò l'altra, non molto contenta della battuta della mora- una mia amica mi ha regalato due biglietti per il concerto di stasera nel locale vicino a casa tua, non possiamo non andarci!» continuò poi, supplicando l'amica di accompagnarla.

«Va bene, lo faccio solo per te!» brontolò infine Megan, cercando di nascondere la svogliatezza nella sua voce. Non aveva assolutamente voglia di uscire di casa, e tanto meno di togliersi il suo adorato pigiama. Attaccò la chiamata e si alzò dal letto, pronta ad aspettare quella furia della sua migliore amica.
 

***
 

«Emily, è presto!» si lamentò Megan, abbassando lo sguardo verso i vertiginosi tacchi che l'amica le aveva imposto di mettere. La mora si guardò intorno, notando solo qualche passante, e tra questi, nessuno che degnava di uno sguardo il piccolo locale dove si doveva tenere il concerto. «Sicura che sia una band abbastanza conosciuta?» domandò, lanciando ancora occhiatine qua e là. L'amica annuì, chiudendo il piccolo specchio nella quale si stava contemplando da circa dieci minuti. Tirò fuori i biglietti dalla borsa e si diresse verso l'entrata.

La sala era vuota, se non si badava agli addetti alle luci e ai tecnici, che facevano su e giù per il palco, provando i microfoni e gli amplificatori, cercando di rendere tutto perfetto.

I posti di Megan ed Emily erano in terza fila, dove si aveva una magnifica visuale del palco. Le due presero posto, e a poco a poco la sala cominciava a brulicare di gente, intenta a parlare e a consultarsi sulle ultime canzoni uscite della band.

Le luci si spesero e quattro ragazzi presero posto sul palco ognuno con il suo rispettivo strumento e microfono. Potenti note cominciarono a riempire il locale. Una luce si accese, quella del cantante, e il cuore di Megan fece una giravolta: quella chioma rossa, se la ricordava benissimo. E i ricordi degli anni passati le balenarono in mente, come un fulmine a ciel sereno.
 

***
 

Flashback

«Dai Patrick! Muoviti, se non vuoi che qualcuno glielo chieda prima di te!» disse Peter, incoraggiando per l'ennesima volta l'amico ad invitare la ragazza seduta davanti a loro, che guardava con fare malinconico le coppie ballare al centro della pista.

Il rosso sbuffò, incamminandosi in direzione della mora, che si stava tranquillamente sistemando l'abito color rosa confetto. La ragazza alzò gli occhi, notando Patrick camminare goffamente verso di lei. Arrivato, il ragazzo pensò a cosa dire prima di aprir bocca, per evitare di fare la figura dell'idiota.

«Ehm, ti andrebbe di...ballare con me?» biascicò il rosso, tendendo la mano verso Megan. La ragazza annuì, poggiando delicatamente la mano sulla sua. Quest'ultimo la condusse sulla pista da ballo, dove ormai il lento regnava. Ballarono per tanto tempo, e a ogni passo erano sempre più vicini, fino a trovarsi l'uno sulle labbra dell'altro.

Sfortunatamente era il ballo di fine anno, e come dice il nome, i due non si sarebbero più visti per tre mesi. Nessuna chiamata, nessun messaggio. A inizio scuola sembravano due perfetti sconosciuti, e così rimase la situazione per i rimanenti due anni.

Si mancavano da morire, ma nessuno dei due ebbe l'intenzione di fare il primo passo.
 

***
 

Più i minuti passavano e più Megan si rattristava, cercando di non pensare ai ricordi ormai persi nel tempo che stavano riemergendo piano piano, nota dopo nota, rimpiangendo di non avergli rivolto parola dopo il ballo.

Il concerto durò circa due ore e l'unica cosa che Megan voleva fare era tornare a casa. Un leggero picchiettio sulla spalla della mora interruppe la conversazione tra lei e Emily. Megan si voltò, trovandosi faccia a faccia con uno dei bodyguard. «La vorrebbero dietro le quinte.» disse soltanto l'omaccione. Megan lanciò uno sguardo all'amica, che le fece di sì con la testa. La ragazza seguì l'uomo, che la porto nel "backstage". Megan prese un respiro profondo e fu come avere un déjà-vu. Patrick le stava venendo incontro, non con l'andatura goffa e impacciata di sei anni prima, ma con passo lento e disinvolto.

«Da quanto tempo!» esclamò il ragazzo, rivolgendo un caldo sorriso alla vecchia amica. «Già.» disse solamente Megan, prima di essere stretta in un forte abbraccio. Passarono il tempo a conversare animatamente, parlando del lavoro di coach in una palestra nei dintorni di Megan e del piccolo tour che la band di Patrick stava svolgendo in quei giorni. Ad un certo punto il rosso si interruppe; «vieni con me.» farfugliò timidamente, tendendo la mano alla ragazza. La mora non poté rifiutare e afferrò saldamente la mano di Patrick. Quest'ultimo la trascinò fuori dal locale, e la fece salire in macchina, con la quale andarono all'hotel dove la band alloggiava. Nessuno dei due parlò durante il tragitto. Megan cercava di domandare a Patrick cosa ci stessero facendo nel suo hotel, ma lui, ad ogni parola che diceva, la zittiva mettendosi il dito davanti alle labbra, in segno di silenzio.

Il rosso tirò fuori la chiave della camera e aprì la porta, facendo entrare prima la ragazza. «Patrick, mi vuoi dire cosa ci faccia...» le parole di Megan rimasero sospese nel vuoto, ormai sostituite dalla bocca di Patrick che si era avventata sulla sua. Megan cedette e ricambiò il bacio. Il ragazzo si staccò. «Concedimi solo una notte.» soffiò, portando di nuovo l'attenzione sulla bocca della mora.

Fecero l'amore, dicendosi tutto ciò che gli anni precedenti non erano riusciti a dirsi; tutti quei "ti amo", le frasi mai dette, i sentimenti che provavano l'uno per l'altro. A lui erano mancate le sue labbra e il suo profumo, e a lei erano mancati i suoi morbidi capelli rossi e quel sorriso che lo accompagnava sempre, anche nei momenti più bui, quel sorriso che aveva desiderato rivedere da così tanto tempo. Si dissero tutto quella notte. Quell'unica e sola notte.

  
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