Guardare John è come morire e rinascere allo stesso tempo.
È un cerchio che si spezza, rendendo il mondo più vasto.
Guardare John è come respirare un profumo portato dalla brezza, o udire una corda di violino sfiorata ai confini dell’udito.
Guardare John è come un fremito di felicità ricoperto di amore che scorre nelle vene della lussuria.
È la pioggia che sgocciola imperterrita nel silenzio notturno, lavando via il dolore.
È una corsa nel prato della vita, con gli occhi socchiusi rivolti verso il cielo dell’allegria.
Guardare John è per Sherlock una ragione vitale, di cui non può privarsi. Di cui non vuole privarsi.
Guardare John, per Sherlock,  è il respiro, ed il battito del cuore, ed il pensiero.
È la risoluzione di un mistero, ed il mistero dell’innamoramento profondo e platonico.
È l’essenza dell’esistenza, e l’esistenza di un sogno.
È il fremito dell’eccitazione, e l’eccitazione custodita gelosamente da uno sguardo.
Guardare John è per Sherlock  un sorriso su un volto austero, quando sono soli.
Guardare John, per Sherlock, è una lacrima su un viso scalfito dalla bellezza, quando c’è anche Mary.