Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: LatazzadiTea    12/01/2016    2 recensioni
Dal primo capitolo: L' auto si fermò nel garage sotterraneo di un grande palazzo nel centro della città, l'ascensore salì dal parcheggio direttamente al quattordicesimo piano, era uno dei locali più in del momento, un posto dove non si sarebbe mai sognata di andare prima, ne tanto meno, avrebbe potuto permetterselo. Ora era diverso, lei era una attrice affermata, anche se non famosa quanto Ayumi, e poteva permettersi di entrare in locale simile adesso, ma quel risultato non la rendeva veramente felice.
Non era certo la fama che voleva, al contrario, non essere sempre riconosciuta, le permetteva di essere ancora la Maya di sempre.
Lui le offrì il braccio e l'accompagnò al tavolo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Malgrado Masumi si fosse allontanato, Maya non gli permise di lasciarla andare, ora era lei a prendere l'iniziativa. Sapeva cosa le aveva detto, non dovevano spingersi oltre: le loro anime erano già una sola, ora ne avevano la certezza. Ma era pure certo, che aspettare di congiungersi anche fisicamente, sarebbe stata una tortura per entrambi, lui l'aveva messa in guardia, ciò nonostante sentì il bisogno di stringersi ancora a lui e di accarezzare di nuovo la sua pelle.

Masumi voleva fare le cose per bene, sapeva che ne sarebbe valsa la pena, ma le sue piccole dita, sebbene ancora inesperte, scivolarono sulla sua pelle calda e nuda con avidità, e le sue labbra poi, lasciarono una scia di ardenti baci lungo gli addominali scolpiti fin sotto la cintura dei pantaloni, facendolo fremere e costringendolo a trattenere quei piccoli gemiti di piacere che gli sfuggivano dalla gola, quasi fino a fargli perdere il senno.

La mano di lui scese fino alla coscia di lei e le afferrò la gamba, poi la sollevò, intrecciandola alla sua e aprendola a se. Erano entrambi sopraffatti da quello che provavano i loro corpi eccitati l'uno contro l'altro e Maya non riuscì a resistere all'impulso di strusciarsi contro quel fisico maschile così possente e vigoroso.

Masumi avvertì i seni di lei premere contro il suo petto, la stoffa era leggera e i piccoli capezzoli eretti e turgidi, sotto l'indumento di seta lo sfiorarono, gemendo ancora una volta.

- Hai deciso di uccidermi? - lui le prese la mano e la strinse forte nella sua, fermandola prima che fosse troppo tardi.

- Masumi scusami… scusa... mi... - Maya lo guardò stupita di se stessa.

Lei non era capace di reprimersi, il suo giovane corpo lo desiderava, chiamava ardentemente quello di lui, senza nessun imbarazzo e vergogna.

- Dovrei starti lontano, ogni minuto insieme è un rischio per te. Ma non ci riesco Maya, sono, sono un egoista. – replicò lui.

- Perché dobbiamo aspettare, non lo capisco. - protestò lei.

- Non sono ancora libero Maya, e ho bisogno di parlare con te, di dirti delle cose importanti. Ho capito che per amare veramente qualcuno, ci vogliono gli attributi! Devo avere il coraggio di abbattere tutte le barriere che mi circondano e dimenticare il passato e tutto il dolore che ho provato crescendo. Devo mettere in discussione tutto quello che mi hanno insegnato, tutto quello che credevo fosse vero e tutte le mie aspettative, per vivere fino in fondo e amarti senza paura e alla luce del sole. Tu sei l'amore della mia vita Maya, lo capisci vero? - le domandò, dopo quel lungo e intenso monologo.

SI, lei lo sapeva da tempo, lo aveva capito e ne era felice, più di quanto fosse capace di esprimere, ma aveva ancora paura. Una paura terribile a cui non sapeva come reagire. Non voleva perderlo per nessuna ragione al mondo. Era lei la ragione del suo timore, quella donna Shiori Takamiya. Quanto l'aveva invidiata, ma ora capiva il suo errore: aveva cercato di separarli, l'anello e l'abito da sposa e perfino del denaro una grande somma di denaro e le sue foto strappate, fino quell'ultimo crudele messaggio, erano opera sua.

Aveva scoperto che Masumi era il suo donatore di rose e la sua malattia, era un ennesimo stratagemma per allontanarlo da lei?

Quella donna non poteva comprendere il legame che gli univa eppure, per lei provava un grande pena, anche se la loro era un unione pianificata, lei doveva averlo amato sul serio. Come poteva biasimarla per questo, non poteva di certo.

- Certo che lo capisco, anch'io ho molte cose da risolvere, questioni che devo chiarire, ma potrò essere felice solo quando potremo stare insieme veramente, adesso lo so perché io ti amo, Masumi! - gli rispose con convinzione.

Lei lo aveva afferrato per il colletto della camicia aperta mentre gli diceva quelle cose, coi capelli mossi dalla brezza della sera che incombeva all'orizzonte e gli occhi lucidi e splendenti, forti di quella nuova consapevolezza, lo guardava in attesa che lui le dicesse qualcosa per darle la forza e il coraggio che forse ancora le mancava, ma lui si limitò a prenderle le mani e staccarla da se, allontanandola.

Masumi era lì difronte a lei che le sorrideva stupito e quasi commosso, il sorriso più dolce che avesse mai visto, pensò nella confusione più totale.

- Tu cosa? - le chiese, fingendo quasi con cattiveria, di non aver sentito.

- Ti amo! - gli ripeté, nascondendosi il viso fra le mani.

Nessuno in tutta la sua vita l'aveva stretta fra le braccia con tanta forza e nessuno mai, l'avrebbe fatto ancora; come nessuno l'avrebbe mai baciata a quel modo, con una così profonda tenerezza e una passione così ardente da farle credere che niente e nessun'altro mai, avrebbe potuto rifarlo, ne era sicura.

Ma un improvviso brontolio interruppe quel magico silenzio.

- Mio dio ancora? Scusami è il mio stomaco, fra le prove e tutti gli impegni per lo spettacolo che si avvicina, e tutto quello che sta succedendo in questi giorni mi viene fame a tutte le ore! - disse arrossendo per l'imbarazzo.

- Ma come? Ho letteralmente svaligiato un intero ristorante per te. Non sapevo bene cosa ti piacesse e così ho preso tutto... - disse cercando di trattenere le risa.

- La verità è che non ho mangiato nulla, quando sono lontana da te mi si chiude lo stomaco - ammise.

- Vorrà dire che cercherò di vederti tutte le volte che potrò o mi morirai di fame! - rispose Masumi prendendo il suo viso fra le mani, e poi aggiunse.

- Sai, è la cosa più dolce che qualcuno mi abbia mai detto -

Era anche per questo che l'amava, Maya era onesta e sincera, non c'era ombra di cattiveria in lei o di egoismo. Avrebbe rinunciato a se stessa per amore di altra persona e non sarebbe mai potuta ricorrere a inganni o sotterfugi per i propri interessi. Era così pura nei suoi intenti ed ideali, da sembrare davvero una dea al di sopra dei corrotti e meschini esseri umani, eppure Maya era vera, così viva e piena di passione e con tutte quelle tipiche debolezze che facevano parte del suo essere, insieme ad una forza unica e sorprendente dentro di lei.

Oramai si era fatto tardi e Masumi la riportò a casa, sapendo nessuno dei due avrebbe dimenticato quelle poche ore passate insieme. Il giovane presidente della Daito, quella sera arrivò in ritardo al ricevimento. La sala era gremita da attori e attrici delle più promettenti compagnie teatrali di successo e come sempre fu oggetto dell'attenzione di giovani e bellissime promesse dello spettacolo, mentre la signorina Mizuky lo osservava da lontano con sospetto. Masumi aveva sempre preso molto sul serio il suo lavoro ed era la prima volta che tardava ad un appuntamento ufficiale.

Era stato come sempre un ospite impeccabile nonostante il suo pensiero fosse costantemente rivolto altrove, sentiva ancora l'ardore di quel giovane corpo contro il suo, aveva represso con violenza se stesso ma sapeva che il giorno in cui avrebbero finalmente potuto appartenersi completamente, sarebbe stato bellissimo e travolgente.

- Non si parla d'altro, la dea scarlatta è l'argomento del giorno, devo dire che anche le sue imminenti nozze sono sulla bocca di tutti!Spezzerà tanti poveri cuori, lo sa? - esordì Mizuky.

Masumi sorrideva ammiccante agli ospiti, nonostante le punturine di quella fastidiosa zanzara.

- Ho seguito il tuo consiglio, e anche quello del mio più caro amico, non ha più motivo di darmi il tormento… - le rispose lui.

-Sarà meglio per lei, se la piccola Maya è il motivo del suo ritardo, allora non la rimprovererò per questa volta. Passi una buona serata signore! - replicò la donna accennando un mezzo sorriso.

Maya era a casa da qualche ora, ma nonostante fosse molto stanca ed assonata continuava a provare una forte agitazione. Non riusciva a dimenticare le meravigliose sensazioni che aveva provato quel pomeriggio passato con lui, e non potè fare a meno di arrossire ripensando ai baci e alle carezze che si erano scambiati. Finalmente si sentiva in pace, benché fuori da quella porta l'attendesse la tempesta, poteva farcela grazie a Masumi.

Poteva davvero riuscirci, avrebbe fatto sua la dea scarlatta e avrebbe fatto suo il suo amore, la sua tristezza, la forza e il dolore della sua anima spezzata e divisa in due, e l'avrebbe riunita alla metà perduta della sua anima, seppure nella finzione del palcoscenico. Era come un regalo per lei, come se Akoya fosse diventata reale quanto lo era il suo amore per il sig.Hayami.

- Ma che ha Maya è sempre più distratta, e poi sta ridacchiando da sola è normale? - domandò Sayaka.

- Sarà innamorata. Guardala fa una tenerezza… a proposito, chiamala la cena è pronta! - disse Rei, che a dispetto di Sayaka conosceva perfettamente il motivo di quello strano comportamento.

Il giorno seguente Kuronuma aveva dato nuove disposizioni, per via della location dovevano fare molta attenzione e mettere tutto in sicurezza per impedire agli attori e alla troupe di farsi del male in mezzo a tutte quelle rovine, mancava davvero poco allo spettacolo dimostrativo.

- Salve signorina kitajima… - la voce del vecchio signore, la richiamò all'attenzione mentre teneva il copione fra le mani.

- Salve che piacere, sono felice di vederla! - era già mezzo pomeriggio.

Scelsero una caffetteria poco lontano dove quasi tutti i membri dello staff e della troupe si ritrovavano nelle ore di pausa, naturalmente il brusio e la confusione nel locale non sembravano infastidire il vecchio signore in sua compagnia. Avevano conversato come al solito lui, come sempre era stato prodigo di complimenti e consigli, ma all'improvviso mutò di espressione e Maya ne rimase sorpresa.

- Si sente male, qualcosa non va? - domandò preoccupata.

- No no, sto bene, è solo che c'è una cosa che volevo dirle da tempo e mi chiedevo se questo fosse il posto più indicato per farlo – le rispose l'uomo.

- Le chiederei di passeggiare con me ma visto la sua situazione, se preferisce spingerò io la sua carrozzina, le va? - gli chiese Maya.

- Certo, possiamo incamminarci verso il teatro, lei deve tornare alle sue prove, giusto? -

Maya si mise a spingere la carrozzina, parlando del più e del meno e aspettando che il vecchio signore le parlasse in tutta sincerità di quell'argomento che sembrava stargli tanto a cuore , anche se si sentiva un po intimidita dai due gorilla alle sue spalle. Erano certamente le guardie del corpo del vecchio signore, aveva capito che si trattava di un uomo importante, ma non sapeva quanto.

Rimase davvero stupita, erano stata via poco tempo ma al suo ritorno, improvvisamente tutto era ricoperto di rose scarlatte: sui muri, sulle vecchie panchine della stazione abbandonata, persino sulle colonne, una mare scarlatto e scintillante ricopriva ogni cosa e la avvolgeva come in un abbraccio. Il vecchio s'alzò a fatica ma riuscì ugualmente a tenersi in piedi e un uomo si avvicinò, con grande mazzo di rose scarlatte.

Maya ammutolì all'istante, mentre lui le porgeva i fiori sorridendo.

- So che avrei dovuto pazientare e aspettare che tu vincessi la tua sfida con la signorina Himekawa ma non potevo più attendere mia cara e così, ho voluto rivelarmi! - le confessò il vecchio signore.

- Ma guarda un po che sorpresa. Il Generale Millepiedi qui. Si può sapere cosa sta architettando adesso? - kuronuma si era messo fra loro, aveva capito benissimo il suo gioco.

Nel frattempo erano arrivati tutti, quel gesto eclatante aveva attirato l'attenzione dei giornalisti presenti, lasciando tutti esterrefatti, Sakurakoji compreso.
Non riusciva a credere che il donatore di rose, l'ammiratore segreto nonché più grande fan di Maya, fosse quell'uomo. L'uomo che la ragazza tanto amava, era Eysuke Hayami?

I telefoni degli uffici alla Daito sembravano impazziti e Mizuky era corsa da Masumi in preda al panico.

- Presidente, allo Shuttle è successa una cosa terribile! - l'informò la donna, facendolo allarmare.
   
 
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