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Autore: Erica K Lovett    13/01/2016    0 recensioni
Ogni persona appartiene ad un fiore ed ogni fiore ha un significato.
Io vivo in questo mondo delicato e sommesso, sono come un piccolo insetto che osserva tutto da vicino protetto da questi incanti profumati;
Il mio cuore palpita alla vista di un vostro sorriso, di uno sguardo timoroso o di un fremito della vostra mano..
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                        Florea 



Ogni persona appartiene ad un fiore ed ogni fiore ha un significato. Io vivo in questo mondo delicato e sommesso, sono come un piccolo insetto che osserva tutto da vicino protetto da questi incanti profumati; sono estraneo ed invisibile agli occhi del mondo ma racchiudo in me le storie e le essenze degli altri. Sono ciò che provano, assaporo le loro emozioni, mi dissolvo quando la loro esistenza termina. " Quale mirabile e fiera creatura!" starete pensando... Ma io sono esattamente come voi, un essere umano, solo meno degno di esserlo poiché sono un semplice contenitore di vita altrui, io esisto attraverso voi, non sono mai stato in grado di compiere delle scelte per paura e timore dei miei sbagli..ma la gioia che mi procurate, oh, cari esseri amorosi! Il mio cuore palpita alla vista di un vostro sorriso, di uno sguardo timoroso o di un fremito della vostra mano.. Dunque come esservi sempre accanto, come mostrarvi la mia gratitudine silenziosa? Un fiore. Un semplice fiore che per voi significa amore, speranza o bellezza per me é vita. Tutti voi siete fiori, gemme preziose pronte a sbocciare, crescere e maturare. Io seguo ogni vostro passo silenziosamente, amorevolmente ma senza mai interferire nelle vostre fragili vite, perciò miei cari, lasciatevi amare, non dubitate di me, e in cambio vi donerò un sorriso inaspettato. Vivo in una enorme serra dove coltivo le splendide gemme colorate da donarvi e a contatto con loro dipingo, ballo, mi diletto nelle arti. Ma ciò che amo smodatamente é osservarvi nell'ombra e ammirare le creature complesse quali siete, a volte il vostro profumo inebriante mi spinge ad avvicinarmi per sfiorarvi ma, timoroso, mi ritraggo perché la mia vista potrebbe causarvi disgusto, ribrezzo, paura per ciò che non conoscete e da maestose creature quali siete vi tramutereste in selvaggi bruti pronti ad estirparela minaccia. Dunque amareggiato torno al mio luogo di riposo cercando di disperdere quel ricordo nei meandri delle mie membra. Perciò ho cominciato ad amare i fiori, sosia imperfetti di voi esseri mortali. Ma quelle che io definisco imperfezioni non sono parti mancanti per raggiungere la perfezione, al contrario sono le virtù essenziali degli uomini. I fiori sono essenzialmente ed intrinsecamente belli, donano diletto, sono inebrianti e procurano stupore ed é proprio ciò che voi esseri delicati suscitate in me. Ho passato la mia vita e dedicato tutto me stesso a queste delicate piantine, nutrendo persino il recondito desiderio che esse si tramutassero in esseri viventi con un cuore palpitante. Un giorno però, durante una delle mie solite passeggiate notturne, notai una piccola e paffuta creaturina che sgambettava allegramente tra i cenci che ricoprivano il suo corpicino. -Chi mai può aver abbandonato questa piccola al freddo e in questo luogo inospitale?-. Raccolsi la neonata e la portai nel mio rifugio. Dalia la chiamai poiché quella piccina era allegra e raggiante. Man mano che la piccola Dalia cresceva e maturava in mezzo al mio piccolo Eden di fiori, provavo sempre meno stupore e ammirazione verso gli umani e convogliavo il mio amore verso quella piccola stella isolata. Lei divenne adulta mentre io, inesorabilmente, mi affinavo diventando polvere. Il mio ultimo giorno su questa Terra fu molto diverso, una rivelazione oserei dire. Come al solito ero sommerso tra i miei fiori, accarezzavo i loro delicati petali, e ascoltavo ciò che mi sussurravano. La mia sedia a rotelle non mi consentiva una veloità elevata, dunque i miei spostamenti da un fiore all'atro erano piuttosto lenti. Dalia silenziosamente mi chiese – Padre voglio farvi una sorpresa, voglio condurvi in città affinché la vostra fiducia negli umani non sia perduta per sempre-. I suoi capelli rossi e i suoi occhi verdi risplendevano di fiducia. -Figlia mia ormai sono vecchio e debole, questa avventura mi era concessa quando ero in forze, ora non potrei nemmeno fuggire se gli umani cercassero di cacciarmi­. - Vi proteggerò io e credetemi non vi accadrà nulla-, il suo volere era forte ma il mio lo era ancor di più. - Va tu Dalia, vivi tu per me questa avventura-. Sapevo bene che gli umani, mossi dal timore e dalla paura, avrebbero agito d'istinto, avevo insegnato a Dalia a muoversi nell'ombra, con discrezione e quel giorno si sarebbe rivelata al mondo. - Cittadini, io sono Dalia, vivo nella piccola serra sulla collina insieme a mio padre, lui é molto vecchio e non può percorrere tutta questa strada, ma tempo fa lui credeva in voi, vi ha amato come se foste tutti figli suoi, come tanti fiori, vi ha osservati in silenzio, e ora spetta a voi dimostrargli il vostro amore in lui!-. Dalia aveva proferito quelle parole con fervore e credeva in tutto ciò, ma gli abitanti della piccola cittadina allontanano ciò che é estraneo, sono titubanti davanti al diverso e si difendono dalla paura. "Quella donna é pazza! E' una strega! Bruciatela!" il popolo aveva esordito. Inseguirono Dalia fino alla cima della collina. La ragazza giunse sino a me prima che la folla potesse cingerla- Padre avevate ragione! Quegli esseri sono mostri!-. Le lacrime sul suo viso brillavano silenziose- Mia cara, cominciai con un filo di voce, al mondo esistono persone timorose verso ciò che non conoscono e persone come me e te.. Più crescevi e più mi accorgevo che la mia felicità eri tu e ora sono fiero di poterlo constatare..Dalia tu puoi ancora cambiare le cose..-. Chiusi gli occhi e mi addormentai per sempre. Proprio in quel momento la folla sfondò le porte della serra, Dalia trattenne il respiro e chiuse gli occhi. Il popolo riunito rimase stupefatto dinanzi alla esplosione di colori e profumi e fu proprio l'amore per gli umani a trasformare gli umani stessi in ciò che io avevo sempre realmente sperato che fossero, straordinarie creature colorate.
   
 
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