La
notte di Capodanno è celebre per l'armonia con cui si inizia
l'anno
e si spera in un nuovo inizio: i brindisi, gli auguri, le
risate..
Per
Shadow non era così.
Era
andato a quella festa senza un motivo preciso, forse perché
Sonic
l'aveva praticamente costretto a partecipare, oppure perché
ci
sperava anche lui, in un nuovo inizio.
Sperava
di poter vivere una vita migliore, di essere felice e di non portarsi
più quel macigno situato alla bocca dello stomaco che non
andava
giù.
Subito
gli ricomparve in mente lei, Maria.
Non
c'era stato un giorno di quel maledetto anno in cui non l'aveva
pensata.
Pensava
a lei, le sue parole rassicuranti, il suo sorriso.. e dovette
allontanarsi per forza dalla folla.
Non
voleva essere di nuovo la pecora nera del gruppo, quindi si diresse
verso la terrazza della casa del riccio blu.
C'era
una pace lì, niente confusioni o urletti di gioia.
C'erano
solo lui, il freddo ed il suo bicchiere pieno di spumante.
Non
gli andava neanche di berlo, le bevande frizzanti non lo facevano
impazzire.
Però
l'aveva preso stesso dal grande tavolo pieno di bicchieri e
cibo.
Alzò
gli occhi al cielo e vide la luna e le stelle.
Pensò
al suo viaggio nello spazio, a quando c'era ancora la sua Maria, e vi
distolse subito lo sguardo.
Stava
inpiedi e chiuse gli occhi, lasciandosi accarezzare il viso dalla
brezza notturna.
Si
era promesso di dimenticare la ragazza dagli occhi azzurri come il
mare che l'aveva stregato, di poter finalmente voltar pagina e
ricominciare la sua vita da capo.
Ma
fino a quel momento non c'era mai riuscito.
D'un
tratto si sentì toccare la spalla da una mano calda: era
quella di
Sonic.
-Stare
da soli non è un bel modo per festeggiare l'arrivo dell'anno
nuovo-
gli disse.
"Ora
ci si mette anche questo?" pensò Shadow.
Non
gli andava di raccontare i suoi fatti personali, non in quel
momento.
-Non
ho nulla da festeggiare, se non sei d'accordo torna dentro e continua
pure la pagliacciata- rispose.
A
volte sapeva essere ostile, soprattutto con il blu, che fece il suo
solito sorrisetto.
-Ma
in realtà non c'è nulla di particolare per cui
essere così
felici.
Molti
lo sono perché possono lasciarsi un brutto periodo alle
spalle.
Altri perché sperano in qualcosa che non è mai
accaduto..- disse
Sonic.
-..
E che mai accadrà- rispose il nero, con aria rassegnata.
-Solo
dopo averci provato con tutti noi stessi possiamo dire di aver
fallito!- replicò il blu.
-Ci
sono desideri irrealizzabili-.
Shadow
voleva finire quella conversazione, non era consona al clima che
c'era in quella casa così calda e accogliente.
Sonic
per un attimo non disse nulla, ma si guardò attorno per poi
osservare ciò che era davanti a loro: un bosco.
-E
se facessimo una corsa?- propose.
-Non
sono dell'umore.- tagliò il nero.
Sonic
non capiva perché c'era tutta quella cupidigia nel volto e
nell'anima di Shadow, perché era così chiuso e
perennemente
arrabbiato.
Lo
guardò dritto negli occhi e capì che in quel
momento era
dannatamente triste.
Gli
strinse la mano e gli disse: -Io non so quale sia il tuo problema, ne
ci tengo a saperlo. So solo che ti ho invitato a questa stupida festa
perché non volevo che stessi da solo a rabbuiarti e stare
male per
una cosa passata che non tornerà mai più! Devi
alzarti e
combattere, mostra a tutti che sei Shadow the Hedgehog, che sei
sopravvissuto grazie a una persona splendida che ora non è
qui, ma
che ti pensa sempre lo stesso, e lo sai a chi mi riferisco..-.
A
quelle parole Shadow scoppiò in un pianto lungo e
silenzioso, le
lacrime gli scesero copiosamente dagli occhi che si gonfiarono.
Sonic
gliele asciugó, e il nero si calmó dopo un po'.
Rimasero
in silenzio per un po', poi il blu prese il bicchiere si Shadow, lo
alzò al cielo e disse :- A noi!- e bevve lo spumante.
Shadow
a vedere quella scena sorrise ed alzò gli occhi al cielo,
finalmente
rassicurato.