16/01/2016
2 recensioniIl tenue bagliore delle torce, ormai quasi del tutto spente, illuminava il sentiero e le porte delle case. Case modeste, di umili fabbri e falegnami, fuori dalle mura del grande palazzo di Radein, capitale del Regno di Alynor.
Un uomo avvolto in un pesante mantello camminava per quegli stretti vicoli, continuando a guardarsi intorno per non correre il rischio di essere visto.
Ad un tratto si fermò davanti alla soglia di una casa e bussò due volte alla porta, per poi attendere che qualcuno gli aprisse. Si calò ancora più sul viso il cappuccio del mantello e sospirò a lungo, ogni volta formando delle piccole nuvole di vapore.
Alzò lo sguardo e osservò meglio quella casa: le scure tegole del tetto spiovente erano ghiacciate, mentre la neve era accumulata alle estremità di esso; la facciata un tempo bianca era divenuta grigiastra e scrostata in alcuni punti, così come il legno attorno alle finestre dalle quali proveniva una fievole luce di candele, segno che vi era qualcuno ancora sveglio a quella tarda ora.
Sentì i passi di qualcuno dall’interno della casa, sempre più vicini fino a quando si ritrovò faccia a faccia con una donna.
I lunghi capelli castani chiazzati di bianco erano raccolti dietro la nuca, il viso squadrato sembrava stanco e delle profonde occhiaie circondavano gli occhi azzurri. Indossava una camicia da notte, mentre sulle spalle era appoggiato uno scialle di lana.
Dietro di lei si intravvedeva una piccola cucina con un tavolo e poche sedie attorno. Delle ripide scale di legno portavano al piano superiore, dal quale proveniva il pianto di un neonato.
Ma la donna stringeva tra le braccia un altro bambino, avvolto in una calda coperta.
Gemelli.
-Promettimi che ti prenderai cura di lui. - disse la donna.
-Hai la mia parola. - rispose l’uomo allungando le braccia per prendere il neonato.
La donna guardò per l’ultima volta il nipote, per poi porgerlo all’uomo trattenendo una lacrima.
L’uomo scostò leggermente la coperta e vide per la prima volta il bambino. Dormiva profondamente, forse non si era nemmeno accorto che non era più tra le braccia della donna. Doveva essere nato da poche ore, dato che sul viso erano ancora presenti delle rughe per lo sforzo della nascita. Aveva le mani minuscole in confronto a quelle dell’uomo, forti e robuste, ed alcuni ciuffi castani gli coprivano la fronte.
-Sai che questa è la cosa giusta da fare Giselle, e quando sarà abbastanza grande se ne renderà conto anche lui.
-Non avevamo altra scelta Damian, la Profezia è stata chiara. Ora vai, prima che qualcuno ti veda. Addio piccolo mio e sii forte: ti attende un grande destino. - e senza neanche attendere la risposta dell’uomo, chiuse la porta.
-Adesso siamo solo noi due … - sospirò l’uomo rivolgendosi al neonato.
Era appena divenuto il padre di quel bambino.
Lo pose in una sacca a tracolla sotto il mantello, per tenerlo il più possibile al caldo, e si allontanò per sempre da quella casa.
“Tutto questo per una stupida profezia” pensò guardando la luna, che quella notte era tinta di rosso.
La Profezia, ritenuta da molti la chiave della salvezza del regno.
Da una notte rilucente di sangue
nasceranno due fratelli.
Il loro legame richiederà un prezzo
che Alynor dovrà pagare:
il Drago sarà la chiave
che il destino farà girare.
Ciò che uno considererà fratello,
per l’altro sarà eterno nemico;
due facce della stessa moneta,
il cui lancio sancirà le sorti
del mondo amico.
nasceranno due fratelli.
Il loro legame richiederà un prezzo
che Alynor dovrà pagare:
il Drago sarà la chiave
che il destino farà girare.
Ciò che uno considererà fratello,
per l’altro sarà eterno nemico;
due facce della stessa moneta,
il cui lancio sancirà le sorti
del mondo amico.