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Autore: Colferdietcoke2    16/01/2016    0 recensioni
Dicevi che non te ne saresti mai andato, che saresti rimasto con me fino alla fine.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Saaaalve, questa è la prima fanfiction che pubblico e spero sinceramente vi sia piaciuta. Non fate i timidoni/e e fatemi sapere cosa ne pensate. P.s. Giuro che non era mia intenzione fare quello che ho fatto
                                                                         You & I

Dicevi che non te ne saresti mai andato, che saresti rimasto con me fino alla fine.
L'avevi giurato quel lontano giorno d'estate, quando finalmente dopo sei lunghi anni ti feci quella fatidica domanda e tu rispondesti "si". Le tue lunghe ciglia castane sbattevano lentamente, mostrando quei frammenti di cielo velato di lacrime non ancora versate. Splendevano più del solito le guance rosee spiccando contro il candore della tua pelle. Le tue dolci labbra, dopo aver scandito quelle due piccole ma allo stesso tempo grandi lettere, erano tirate in uno di quei dolci sorrisi che eri solito dedicare a me, un sorriso vero, che mostrava tutto di te e giungeva ai tuoi occhi, mi guardavi come se fossi la persona più preziosa al mondo ed il tuo dolce nasino arricciato era contornato da due piccole fossette sulle guance che accentuavano i tuoi tratti elfici. Una ciocca di capelli castani cadde davanti al tuo occhio sinistro, dita agili, di un candido bianco macchiato da inchiostro nero, la rimisero al suo posto. Sul polso sinistro portavi ancora il bracciale, quello blu, ricordi? lo avevamo scelto insieme un pomeriggio di cinque anni fa, blu come i tuoi occhi per te e, fucsia come il mio colore preferito per me. Ci fu solo il tempo di mettere quella piccola fascia argentea percorsa da una venatura blu sul tuo dito, che le prime lacrime iniziarono a scendere, segnando il loro tracciato sulla quella bianca tela spruzzata da qualche piccola lentiggine qua e la, per poi giungere alla curva della mascella e concludere il loro percorso scendendo quel collo elegante e puro. Ti fissavo incantato, eri una visione angelica, eri il mio angelo personale, avevi sconvolto la mia vita facendomi chiedere chi fossi veramente, eri stato la mia luce nell'oscurità, eri riuscito a guidarmi fino alla fine di quel tunnel oscuro e freddo. In un attimo tu eri sopra di me mi abbracciavi come se tutto dipendesse da questo, come se non volessi mai lasciarmi andare, in quel momento sarebbe anche potuta accadere la fine del mondo, ma io sarei rimasto li, tra le tue braccia, il mio posto sicuro. Posai un dolce bacio sulle tue labbra, pronunciando un "Ti Amo", per poi incominciare a lasciare dolci e febbrili baci sul tuo viso ripetendo quelle due parole più e più volte, mentre te ridacchiavi tra le lacrime, ora non più unicamente tue. Fu uno dei momenti più belli della mia vita...
 Gira voce che a volte è proprio quando le cose stanno andando nel verso giusto, che esse cominciano a precipitare.
Quelli che seguirono furono i due anni più belli che potessi desiderare, fatti di sorrisi, amore e qualche piccolo diverbio. Il matrimonio si svolse qualche mese dopo, era autunno, le foglie rosse, gialle e marroni cadevano dai rami per poi intrecciarsi in una danza guidata dal vento tutta loro, quasi intima, segreta al resto del mondo. Tu affacciato al balcone della camera dal'albergo riservata a noi, splendevi di una luce tutta tua, indossavi ancora lo smoking nero, i primi due bottoni della giacca erano slacciati e il papillion nero anch'esso slegato era appeso mollemente al collo. Osservavi le foglie cadere con uno sguardo rapito, oh quanto avrei voluto fotografare quel momento. I tuoi occhi brillavano di felicità, le tue dita accarezzavano quasi con reverenza la fede d'orata, credevo di sognare, non avrei mai immaginato di arrivare fino a qui. Era stata una giornata indimenticabile, piena di gioia. Poi le cose iniziarono a precipitare, accadde tutto così velocemente, mi chiedo come sarebbero state le cose se tutta quella giornata fosse andata diversamente. Quella mattina entrambi per qualche strano motivo eravamo nervosi e questo aveva portato ad un duro litigio, uscisti per cambiare aria con la scusa di andare a consegnare la tua ultima stesura di " The Land of Stories", mi dicesti che saresti tornato tardi, e che il tuo agente aveva programmato una riunione riguardante un possibile sequel della saga, indossasti la giacca e mi salutasti con un bacio sulla fronte, un "buona fortuna" scappo velocemente dalle mie labbra e tu guardandomi sorridesti. Ricordo la strana sensazione che provai una volta che la porta di casa venne chiusa, quel senso di vuoto che ti attanaglia l'animo, pensai che non fosse niente, che fosse solo uno scherzo della mia mente. Decisi di mettermi a cucinare uno dei tuoi piatti preferiti, la pasta al dente, perchè sapevo che ti avrebbe fatto sorride al ricordo della mia clamorosa gaff in Tour nel 2012, quando me ne uscii di tutto punto in un'intervista con un "al dente pasta!". Spesso mi dicevi quanto tu trovavi buffo la mia pronuncia italiana e mi chiedevi di cantarti l'unica canzone italiana che sapevo cantare decentemente "Tu Vuò Fa' L'Americano". La cena era in tavola e tu non eri ancora tornato, ma quella strana sensazione si, accadde tutto molto velocemente, il campanello suonò ed andai ad aprire la porta credendo di trovarti, ma non fu così. Due agenti, avevano quell'espressione, Lea aveva descritto questa stessa scena circa quattro anni fa, quando la polizia era venuta a comunicargli della morte di Cory, era lo sguardo, quello di quando qualcuno viene a comunicarti qualcosa di brutto, la testa iniziò a girarmi e la vista ad annebbiarsi, ricordo distintamente alcune parole e frasi sconnesse "mi dispiace" "omofobi" "non abbiamo fatto in tempo" " perdeva troppo sangue". Il resto è solo un ricordo confuso. Ci fu il funerale. Molti dei nostri amici vennero a farmi le condoglianze dicendomi che tutto sarebbe passato, che col tempo sarei stato meglio, quando l'unica che avrei veramente voluto sentirmi dire è quando saresti tornato a casa, quando ti avrei rivisto...                                                                                                                                                                                                                                                        Ora quando mi osservo allo specchio vedo l'ombra della persona che ero, a volte credo di morire senza di te, altre credo di non essere abbastanza forte. Sono passati due mesi e sento che la ferita è ancora fresca e che lo sarà per ancora molto tempo. Cosa faresti tu al posto mio, se una mattina ti svegliassi e scoprissi che tutto quello in cui credevi, che una parte di te se ne è andata? Quando la corsa delle onde contro il tempo  giungerà al termine, cosa accadrà? Quando la vita smetterà di sorriderti, ti lascerai portare giù con lei o combatterai?  In certi momenti bisogna avere il coraggio di reagire,molte volte invece, trovare il coraggio di sorridere alla vita anche quando lei non lo fa.
Tuo fino alla fine, D.
   
 
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