Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Stormwind    17/01/2016    1 recensioni
Spesso ci si arrende al "cosa sarebbe stato", vagando ciechi in inutili contraddizioni morali. Ci si sente distrutti, incapaci di muover i fili della propria vita, così come la fittizia protagonista di questa one shot. Il ricordo non deve opprimere i tasselli del presente, mai. Una lezione che ho imparato a mie spese.
Per una persona speciale
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Guarda avanti”

 

Inserita la chiave nella toppa della porta, l’esausta donna tirò un sospiro di sollievo. La fine del freddo, grigio giorno era oramai giunta e lei, rientrata ora tra le quattro familiari pareti, poteva sentirsi di nuovo libera, perlomeno sino all’alba seguente. Un panino veloce, una birra e subito a letto: quello il piano da seguire, non di certo una serata tra le più piacevoli. Scalciate le scomode scarpe, si mosse verso la cucina, solo per trasalire all’udire di un rumore sospetto. Qualcuno era entrato in casa.

Afferrata prontamente la pistola riposta sul piccolo mobile da lavoro all’ingresso, si mosse molto lentamente decisa a tentar la sorte. Era lì e d’improvviso una voce:

-Non sparare. Accendi la luce prima di commettere un errore-

Fece come richiesto. Riconobbe prontamente l’uomo seduto su di una delle rosse sedie. Le mani protese in alto a segnalar una resa, un leggero sorriso dipinto sul viso:

-Cosa ci fai qui, John?- domandò con un filo di voce, visibilmente scossa dallo spavento.

-Volevo vederti- replicò. –Ho bisogno di parlare con te-

Studiava i suoi occhi verdi, le labbra imbronciate come quelle di un bimbo che ha commesso ben più di torto. Le mani incrociate, lo sguardo supplicante. Un brivido lungo la schiena:

-Potevi parlarmi prima- ricominciò, rivolgendo lo sguardo alla finestra, troppo debole per non perdersi in quel mare. Preferiva la vista della città, quieta e addormentata.

-Lo so. Capisco come ti senti, Christine. Mi spiace- ribattè fermandosi un momento prima di aggiungere. – E che avevo paura tu tentassi di farmi cambiare idea-

Voltandosi di scatto, lo interruppe.

-Ovvio, avrei fatto il possibile per farti cambiare idea. Cristo, come hai potuto andar via! Senza neanche salutarmi…-

-Ti ho scritto una lettera- il tono caldo della sua voce non riusciva a rassicurarla, non questa volta.

-Sì, lo so. La conservo ancora- disse, stanca della tristezza di quelle ricorrenti parole, della sua smorta voce. Voleva gridargli contro, eppur non ci riusciva. – Non mi ha detto molto, devo esser onesta- respiri profondi, la testa cominciava a girare, - Senti John, domani ho da lavorare. Cosa vuoi?-

-So anche questo, è solo che volevo parlarti… mi manca parlare con te-

-Manca anche a me. Ma di chi è la colpa, eh?- parole rotte dal dolore, ferite non ancora rimarginate.

Nessuna riposta, al che provò un sincero pentimento per ciò che aveva appena detto. Guardava attentamente l’uomo seduto dinanzi a lei, i suoi occhi stampati sul suo volto, i suoi vestiti. Maniere che un detective porta con sé tutta la vita.

-Sei ridotto male- commentò brevemente.

John guardò al suo completo grigio. Nonostante il colore, riusciva a intravedere una grande macchia, proprio vicino alla tasca. La solita penna che non collaborava. Inutile passarci le mani, avrebbe completato l’opera. L’imbarazzo incurvò le sue labbra:

-Noto- disse toccandosi lievemente la fronte.

-Cosa c’è?- domandò, per quanto arrabbiata.

-Un po’ di mal di testa, niente di che. Non preoccuparti- le rispose, portando entrambe le mani pigramente lungo i fianchi.

-Mi spiace, non ho niente con cui aiutarti-

Un sorriso accompagnò la sua risposta. –So anche questo, sei sempre stata sbadata. Comunque cambiamo argomento, chi è il tuo nuovo partner?-

-Per ora lavoro ancora da sola. Il capitano è assorto nella sua personale campagna di lotta al crimine, parole e pochi fatti. Non che mi dispiaccia comunque. Io e te…- si fermò prima di cadere nel suo stesso tranello.

-Non dire che ci completiamo- sorrise, distendendo le braccia come ad indicare un abbraccio, -Che mi dici dei miei casi ancora aperti?- aggiunse curioso.

-Sono stati divisi equamente. Non ti deluderemo-

-Il caso Tompson?-

-Assegnato a me, contento?-

-Il cugino, ricordati di interrogare il cugino. Fidati, lo so- commentò divertito.

Annoiata dalla sua solita sicurezza, dall’assurdità della cosa. Christine rilanciò la discussione su altri lidi:

-Hai gettato tutto, ti sei tirato indietro. Carriera, famiglia… amici-

-Non so cosa dire. Non volevo ferirti Christine. Avevo bisogno di andare avanti. Mi serviva qualcosa di più, se avessi esitato…-

-Avrei preferito così!- gli urlò con voce pesante, rotta dall’imminente pianto.

L’uomo alzò lo sguardo, affrontando quella coltre di lacrime e dolore, senza difese: -La decisione è stata mia. Immagino le difficoltà, ma era tempo per me. Non posso riposare sino a che non andrai avanti, per questo sono qui. Per un addio-

Sentiva la gentilezza, il tentativo di confortarla, ma tutto era vano. Ma il senso di colpa era troppo, troppo da uccidere con un finto sorriso,

-Avrei dovuto starti vicino. Capire i segnali che mi stavi inviando, avrei dovuto saperlo. Potevo salvarti- calde lacrime, tra i singhiozzi e mormorii di dolore, rassegnazione.

-Ero un suicidio in prognosi dall’età di dodici anni. Non è colpa tua. Lasciami andare, liberati di questo peso. Fallo per me, Christine, torna a vivere-

 

****

La sveglia trillò imperiosa destandola dall’agitato sonno. Svogliata, portò prontamente una mano al comodino per spegnerla, poi si tirò su, inebetita e con gli occhi impastati. Era stato tutto così reale, tutto così vivido. Di fronte a lei, sulla poltrona in pelle della sua camera il suo vestito nero, quello da indossare per il funerale. Era giunto il giorno, il giorno per dire addio al suo amico di sempre.

 

 

Fine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Stormwind