Capitolo 2 – Fire
and Ice
- hai
capito chi sono, Nara? – domandò il moro.
-
maledizione….Uchiha! – bestemmiò il
ragazzo – allora è vero che ti sei alleato con tuo fratello.
Quindi dietro al rapimento della Hyuuga ci sei anche
tu, Sasuke.
- esatto.
Il caro Itachi ha deciso di riprendermi con se, visto che per questa missione
sembro il più adatto.
- il
più adatto a cosa, a farti ammazzare? – intervenne il biondino.
-
Naruto…sempre il solito. Adesso punteresti l’arma contro quello che è stato il tuo migliore amico?
- per
salvaguardare la nostra missione farei di tutto…anche ucciderti –
rispose a tono il biondino.
- uhhhh, che minacce pesanti. Sai non ne saresti capace
neanche volendo…come sai benissimo che siamo su due piani differenti.
- ma
dimentichi una cosa fondamentale, Uchiha – intervenne il ragazzo con il
codino.
- e cosa?
– domandò curioso il moro.
- che
adesso siamo tre abilità contro una.
-
io…le posseggo tutte – affermò afferrando la
sua 44 magnum iniziando a sparare verso il gruppo.
Kiba fu
velocissimo a nascondere Hinata dietro un cassonetto poco distante, mentre
Shikamaru e Naruto si ripararono dietro una piccola sporgenza del muro.
- Sasuke,
che diavolo fai? Vuoi uccidere
- Naruto,
-
maledizione, si mette male, Shikamaru. Che facciamo?
- datemi
due minuti per pensare a qualcosa – rispose il ragazzo mentre altri due
proiettili andarono a incastrarsi nel muro – ci sono! – disse poco
dopo aver analizzato il luogo e la situazione - Naruto, abbiamo un’unica
chance e non possiamo sbagliare, altrimenti siamo fregati. Ascolta bene cosa
dobbiamo fare – il ragazzo bisbigliò nell’orecchio del
biondo e quest’ultimo annuì con un cenno del capo. Poco dopo
iniziò la strategia.
- ehi
Nara…hai intenzione di nasconderti come un coniglio ancora per poco? – domandò l’Uchiha.
-
Sasuke… - Naruto uscì dal suo nascondiglio fronteggiando faccia a
faccia il nemico – dimmi solo una cosa, e poi potrai fare ciò ce vuoi.
- ehi, ma
che diavolo fai? – domandò Kiba
- taci.
Ormai non possiamo fare più niente, ma una curiosità me la deve
togliere.
- dimmi
pure, ti ascolto. L’ultimo desiderio non si nega a nessuno – disse
il moro tenendo costantemente puntata la pistola verso il suo avversario.
-
perché fai questo? Hai sempre odiato tuo fratello per quello che ha
fatto alla tua famiglia e alla fine ti metti a fare il suo gioco?
- vedi, Naruto, le cose cambiano. Mio fratello mi ha
sguinzagliato i suoi segugi dietro e non ho avuto modo di rifarmi una vita anche se avessi voluto. Così alla fine, dopo
avermi catturato e rinchiuso per due mesi in una fetida cella, pestato e
denutrito, ho ceduto al suo stile. Non avevo scelta.
- invece si. Avresti potuto chiamare noi, i tuoi amici –
cercò di convincerlo Naruto.
- tsk, certo. Come se fosse stato così semplice
– l’Uchiha continuò a dialogare non accorgendosi che nel
frattempo un ombra l’aveva raggiunto alle
spalle. Quando poi udii un fruscio si voltò di scatto, puntando la
pistola contro il suo nemico. Naruto nel contempo afferrò la sua revolver da dietro la cintura dei pantaloni e
sparò un colpo, colpendo Sasuke alla gamba. Nel ricevere il colpo
l’Uchiha premette istintivamente il grilletto colpendo l’ombra ad
un braccio.
-
Shikamaru! – urlò il biondino andando in contro al ragazzo che nel
frattempo era riuscito con un calcio ad allontanare la pistola dalle mani della
figura stesa a terra.
- vedi,
Sasuke, anche se sarebbe stato difficile e avremmo dovuto affrontare mille
difficoltà…se tu avessi chiesto aiuto noi ti saremmo venuti
incontro a braccia aperte – affermò Shika tenendosi un braccio
sanguinante.
- parli bene, tu. Come riusciresti a vivere con il rimorso di aver
fatto del male ai tuoi migliori amici solo per proteggere te stesso?
Io…non ce l’avrei fatta! – a quell’affermazione il
ragazzo rimase stupito. Era convinto che l’Uchiha gli avesse abbandonati
per l’incapacità di stare sulla retta via, invece lo aveva fatto
solo per proteggere loro.
- Ehi
amico, tutto bene? – disse Naruto raggiungendolo con Hinata e Kiba.
- si
certo…tutto a posto. Dobbiamo portarlo dal capo.
- m..ma Shikamaru…devi prima…curare quella ferita
– disse
-
tranquilla Hinata-san, è solo un graffio!
- la
ragazza ha ragione, Shika. E poi dobbiamo curare anche Sasuke, mica possiamo
lasciarlo così – domandò il castano.
- non ho
bisogno di cure, Kiba. Preferisco morire con onore.
- sempre
il solito testardo, Sasuke. Ti pare che noi ti lasciamo morire? – Naruto
si era abbassato per parlare con il moro, quando tutti quanti dovettero
allontanarsi dal ragazzo. Colpi di pistola erano volati a pochi centimetri dai
loro piedi.
- e ora
chi diavolo è? – Kiba iniziò a ruggire come un cane pronto
all’attacco.
- state
lontani da Master Sasuke! – disse una voce.
- e voi
ora chi siete? – domandò il biondo.
- seguaci
dei Master Uchiha. Abbiamo il compito di proteggerli da tutto – disse una
seconda voce.
- ecco i
rinforzi. E come mai siete vestiti così, avete paura di farvi
riconoscere? – domandò in tono canzonatorio Kiba.
- non
siamo autorizzati a risponderti – a parlare era fu ragazza vestita
totalmente con una tuta nera, coperta da una benda anche sulla bocca. Si
riconosceva la figura femminile dalle forme ed era anche abbastanza alta e
slanciata.
- Master
Sasuke, ce la fa a camminare? – domandò l’altro compagno,
sempre vestito di tuta nera e quindi irriconoscibile.
-
lasciatemi stare e riferite a mio fratello che sono stato catturato. Non avete
speranze contro loro tre.
- mi
spiace Master Sasuke, ma non possiamo accettare la sua richiesta. E poi questi
pivelli non sanno con chi hanno a che fare – disse la ragazza.
- ma
è anche vero che voi non sapete nulla di noi – a parlare stavolta
fu Shika. Rimasto dietro ai suoi compagni fino alla fine, si fece strada fino
ad arrivare di fronte ai suoi nemici. Ancora tenendosi il braccio ferito
continuò ad inveire contro di loro – che ne sapete se siamo
pivelli??
-
voi…voi non ci sconfiggerete mai. Siamo le reclute migliori del nostro
Master. Vi faremo fuori! – sfidò la donna, alzando il dito contro
il gruppo.
-
ma… - Shika si bloccò notando un particolare del gruppo dei nemici, ma riprese subito il controllo di se stesso –
vogliamo sfidarci?
-
perché vuoi combattere, nonostante tu sia ridotto così male?
– la donna si stava infuriando.
-
perché questo è il mio destino! – il ragazzo assunse una
posizione da combattimento, seguito a ruota dai suoi compagni. I nemici non si
mossero di un millimetro quando d’improvviso uno di loro gettò a
terra qualcosa facendo alzare una coltre di nebbia fittissima. Al dilatarsi di
essa, di Sasuke e i suoi aiutanti non c’era più traccia.
-
maledizione, ci hanno fregato! – inveì Kiba.
- ci
siamo fatti sfuggire Sasuke…adesso che l’avevamo in pugno –
il biondino iniziò a prendere a pugni il muro.
-
ragazzi, oltre a proteggere Hinata, dobbiamo recuperare Sasuke – disse
calmo Shika.
- e
perché? Lui ci ha tradito!
- sai
Kiba…prima Sasuke mi ha detto una cosa che mi ha fatto rimanere di sasso.
- e
cioè?
- ha
detto esattamente queste parole: “Come riusciresti a vivere con il
rimorso di aver fatto del male ai tuoi migliori amici solo per proteggere te
stesso?”
-
ma…questo vuol dire che…
-
L’ha fatto per noi, Naruto. Si è comportato da vero amico e quindi
dobbiamo aiutarlo.
-
d’accordo, Shika. Recupereremo Sasuke e porteremo a termine la missione
assegnataci. E ora andiamo alla villa Hyuuga, così potremo curarti.
Appoggiati a me, amico! – Naruto afferrò il ragazzo per il braccio
e lo mise intorno al suo collo, dirigendosi così verso casa.
Il giorno
successivo regnava la calma dopo la tempesta
delle ore trascorse poco prima. I ragazzi come tutte le mattine si stavano
recando a scuola tenendo sempre sott’occhio
- ehi
ragazzi, buongiorno! – salutò la biondina.
-
già allegra di prima mattina, Ino? – domandò il biondino.
- eh si, Naruto. Sai, l’amore è bellissimo e proprio
ieri ho conosciuto un ragazzo con la quale sto
uscendo. – disse la ragazza con gli occhi a cuoricino.
- ah si?
E dicci, come si chiama?
- NO,
NARUTO!!! – dissero all’unisono le due
sorelle.
- ti
prego non domandare cose di cui ti pentiresti! – disse frettolosamente
Sakura.
- se gli
chiedi questo farà come ieri, ovvero parlerà tuuuutto
il santo giorno di lui. Ci è venuto mal di testa – disse Temari
mettendosi una mano sulla faccia.
- tacete
voi due, che ne volete sapere! Comunque, Naruto, si chiama Sai ed è
bellissimo. E poi Tema dovresti ringraziarlo, perché grazie a lui ieri
hai saltato il nostro interrogatorio su quello che è successo –
all’udire quelle parole la ragazza arrossì e senza volerlo
guardò verso il ragazzo con il codino di fronte a lei.
- non
è successo niente…quindi pensa a te – disse la ragazza dando
le spalle a tutti e recandosi in classe. Fu la prima ad entrare e quando si
sedette al suo banco iniziò a pensare ad una serie di avvenimenti che
avevano sconvolto la sua vita negli ultimi tempi. I suoi pensieri furono
interrotti dalle sorelle che le saltarono praticamente addosso gettandola a
terra – ma che diavolo fate, stupide?
- Tema,
abbiamo deciso!
- deciso cosa, Ino?
- domani andiamo tutti insieme!
- tutti insieme dove, Sakura? E tutti
insieme chi? – Temari iniziò a sudare freddo.
- al luna
park! – dissero all’unisono tutte e due.
–
verranno i ragazzi e Hinata. Ci divertiremo un mondo! – disse Sakura.
-
m…ma ragazze... io domani…
- No,
Tema, domani stai con noi. E’ da un po’
che tutti i sabati sparisci chissà dove, quindi senza parlare domani
vieni e ti diverti con i tuoi amici! – disse Ino
minacciosa.
-
o…ok! Come vuoi tu – rispose Temari con un gocciolone sulla testa.
Quando si stava per alzare da terra, incrociò lo sguardo del moro dietro
di lei e, l’unica cosa che riuscì a fare, fu abbassare lo sguardo
e prendere posto dinnanzi a lui.
Finite le
lezioni ognuno si recò a casa propria attendendo il grande giorno. Shika
si divise dai suoi amici per un paio d’ore con la scusa di dover fare una
commissione. I ragazzi, capendo che il loro amico aveva qualcosa che non andava,
decisero di non fare domande ed assecondarlo. Si recò in centro in un
negozio ben preciso, comprò qualcosa e lo fece incartare in un piccolo
pacchetto. Mise il pacchetto in tasca e tornò subito a casa.
Nel
frattempo, Sakura ed Ino erano in camera a cercare un vestito da indossare il
giorno dopo, mentre Temari si era rifugiata al piano di sotto a parlare al
telefono.
-
…si mi spiace ma…iniziavo a destare troppo sospetti – disse
la ragazza al suo interlocutore.
- capisco. Hai fatto bene, tranquilla. E comunque
il piano non cambia, domani saprai quando agire.
-
d’accordo. A domani! – la ragazza chiuse la conversazione e si
recò nella sua camera – m…ma che….MA CHE DIAVOLO
E’ SUCCESSO??
- oh,
Tema. Stavamo scegliendo il vestito per domani.
- E
PERCHE’ NON TE LO CERCHI IN CAMERA TUA INO? Guarda…la mia stanza!
- la
rimetti a posto dopo! Adesso agghindiamoci.
-
i…io…FUORI! – urlò la ragazza cacciando fuori a calci
le due sorelle.
Il
mattino dopo la sveglia suono alle nove, e alle dieci
tutte e tre le ragazze erano vestite e truccate, pronte ad uscire.
- che
onore! Oggi sei già pronta, Ino!
-
piantala Sakura! Andiamo, altrimenti tutti gli sforzi di essere puntuali
saranno vanificati.
Le
ragazze si avviarono verso il parco divertimenti, gli altri le attendevano
lì. Sakura aveva una fascia rossa con un copri
spalle nero, indossava un paio di jeans neri attillati e sneakers.
Ino indossava un delizioso vestitino azzurro con delle ballerine bianche, ed
infine Temari una camicia nera aperta ai primi due bottoni, una cravatta blu e
un paio di jeans scuri. La particolarità di quel giorno è che la
ragazza aveva lasciato i capelli sciolti lungo la schiena, il che la rendeva
irriconoscibile. Durante il tragitto, poi, la bionda non fece altro che pensare
a ciò che sarebbe accaduto quel giorno.
- ehi
ragazze, siete arrivate! – a parlare fu Naruto, vestito di tutto punto
con un paio di pantaloni bianchi larghi e una camicia nera aperta a metà
petto.
- uao ragazzi... ma siete spettacolari.
- grazie
Ino! – disse Kiba. Lui portava un paio di pantaloni aderenti con una
maglia bianca e il giubbotto di pelle.
- anche
voi siete stupende. Ma una curiosità, chi è la vostra amica?
– domandò uno Shika curioso additando Temari.
- ma come
chi sono, baka? Sono io! – risposte arrabbiata la ragazza.
-
T…Temari? – ripetè il ragazzo
continuando ad additarla tremolante – sei irriconoscibile con i capelli
sciolti.
- grazie
tante per lo sforzo – sbuffò lei.
- e sei anche più carina – ridacchiò lui.
- anche
tu non sei male oggi – sbottò lei arrossendo. In
effetti il ragazzo stava benissimo. Jeans chiari con una cintura della
D&G, una maglietta bianca e il giubbino di jeans.
Il gruppo
entrò al luna park iniziando ad andare sulle
giostre più disparate. Dalle montagne russe, dove Hinata e Ino svennero
e vomitarono per non si sa quante volte, alla casa degli spettri, dove le
ragazze urlarono fino allo sfinimento. Alla fine della giornata, per
commemorare il tutto, Ino propose una foto di gruppo che poi avrebbe
distribuito ai suoi compagni.
- sentite, io vorrei prendere dello zucchero filato. Mi accompagni, Naruto? – propose Sakura al ragazzo.
- certo
Sakura, andiamo! – prese sottobraccio la ragazza e si allontanarono.
- Kiba,
Hinata, che ne dite se andiamo alla galleria degli specchi? –
domandò Ino ai ragazzi.
-
ehm…certo Ino. Per te va bene, Hinata?
- s..si. andiamo Kiba! – e così anche loro se ne
andarono lasciando Temari e Shika da soli nel bel mezzo del parco.
- a
questo punto io…vado a vedere il lago! – disse la ragazza tentando
di svignarsela ma Shika l’afferrò prontamente per il polso
facendola voltare verso se.
-
andiamoci insieme. Devo parlarti. – sempre tenendola per il polso la
trascinò fino alle sponde del fiume. Il sole stava tramontando,
rilasciando sull’acqua una miriade di colori. Temari si aggrappò
alla ringhiera ad osservare mentre Shika gli stava di fianco voltato.
- hai
perso la scommessa, Temari! – disse lui d’un tratto.
- quale
scommessa?
- dovevi
baciarmi al termine della settimana. Eppure non ci sei riuscita!
- di pure
che non mi sono impegnata!
-
perché non ammetti che vorresti farlo?
-
perché sarebbe ammettere il falso.
- sei
sicura di quello che dici?
-
assolutamente, Shika! – ma il ragazzo le prese la mano, attirandola a se,
e appoggiò di nuovo le sue labbra a quelle di lei. Stavolta, seppur con
stupore iniziale, la ragazza rispose al bacio
appassionato che stava ricevendo. Quel bacio era particolare, pieno di
tristezza, quasi come fosse un bacio di addio. Quando si staccarono lui
continuava a tenerle dolcemente le mani intrecciate alle sue.
- ero
sicuro che anche tu volessi questa cosa.
-
perché rendi le cose così difficili? Noi non possiamo!
- e
perché dici questo?
- Ho i
miei motivi Shika….motivi seri!
-
Capisco. Sai una cosa Temari? – domandò lui sollevandole la mano
destra e prendendo un pacchetto dalla sua tasca. Lo aprì e ne
tirò fuori un bellissimo bracciale. Gli e lo mise al polso togliendole
quello che indossava precedentemente – e’ meglio se porti questo
invece di quel’altro bracciale. È bellissimo, e durante le
missioni pericolose potresti perderlo!
-
c…cosa? – la ragazza ormai balbettava ed era terrorizzata. Quella
frase poteva significare solo una cosa, e cioè che lui sapeva. Sapeva
della sua doppia vita.
- non mi
hanno chiamato per questa missione per niente. Ho le capacità di analisi
superiori alla media e nulla sfugge al mio occhio…come non mi è
sfuggito quel giorno sulla tua tuta il bracciale che indossavi. – il
ragazzo l’attirò di più a se portando la sua bocca
all’orecchio di lei – anche se non hai vinto la scommessa ti dico
lo stesso il mio segreto, Temari….io e te…siamo rivali! – a
quelle parole gli cadde il mondo addosso. Già averlo visto quel giorno
la sorprese non poco, poi vederlo ferito e non poter dire e fare nulla per il
ragazzo di cui si era innamorata, la fece stare uno schifo. E adesso era giunto
il momento della verità, lei lavorava per gli Uchiha mentre lui lavorava
per distruggerli. Acqua contro fuoco, uno scontro dalla quale
uno sarebbe stato lo sconfitto e uno il vincitore.
- Shika
dimmi…il tuo braccio…come sta?
- sta
bene Temari…tranquilla, andrà tutto bene! Anche se siamo
rivali….ti proteggerò io! – contemporaneamente alla
pronuncia di quelle parole un enorme boato si sentì all’interno
del luna park.
- ma che
diavolo succede?
- Master
Itachi….è qui!
FINE SECONDO CAPITOLO