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Autore: Miha    15/03/2009    1 recensioni
A volte la vita può serbare tantissime sorprese. Può toglierti tutto e poi darti la cosa più bella che potessi desiderare.
"come faccio a vivere con la consapevolezza che sei morto per me?"
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 – Fire and Ice

Capitolo 2 – Fire and Ice

 

- hai capito chi sono, Nara? – domandò il moro.

- maledizione….Uchiha! – bestemmiò il ragazzo – allora è vero che ti sei alleato con tuo fratello. Quindi dietro al rapimento della Hyuuga ci sei anche tu, Sasuke.

- esatto. Il caro Itachi ha deciso di riprendermi con se, visto che per questa missione sembro il più adatto.

- il più adatto a cosa, a farti ammazzare? – intervenne il biondino.

- Naruto…sempre il solito. Adesso punteresti l’arma contro quello che è stato il tuo migliore amico?

- per salvaguardare la nostra missione farei di tutto…anche ucciderti – rispose a tono il biondino.

- uhhhh, che minacce pesanti. Sai non ne saresti capace neanche volendo…come sai benissimo che siamo su due piani differenti.

- ma dimentichi una cosa fondamentale, Uchiha – intervenne il ragazzo con il codino.

- e cosa? – domandò curioso il moro.

- che adesso siamo tre abilità contro una.

- io…le posseggo tutte – affermò afferrando la sua 44 magnum iniziando a sparare verso il gruppo.

Kiba fu velocissimo a nascondere Hinata dietro un cassonetto poco distante, mentre Shikamaru e Naruto si ripararono dietro una piccola sporgenza del muro.

- Sasuke, che diavolo fai? Vuoi uccidere la Hyuuga?

- Naruto, la Hyuuga ci va bene viva o morta che sia! – disse sparando un altro colpo che prese di striscio il viso del biondo.

- maledizione, si mette male, Shikamaru. Che facciamo?

- datemi due minuti per pensare a qualcosa – rispose il ragazzo mentre altri due proiettili andarono a incastrarsi nel muro – ci sono! – disse poco dopo aver analizzato il luogo e la situazione -  Naruto, abbiamo un’unica chance e non possiamo sbagliare, altrimenti siamo fregati. Ascolta bene cosa dobbiamo fare – il ragazzo bisbigliò nell’orecchio del biondo e quest’ultimo annuì con un cenno del capo. Poco dopo iniziò la strategia.

- ehi Nara…hai intenzione di nasconderti come un coniglio ancora per poco? – domandò l’Uchiha.

- Sasuke… - Naruto uscì dal suo nascondiglio fronteggiando faccia a faccia il nemico – dimmi solo una cosa, e poi potrai fare ciò ce vuoi.

- ehi, ma che diavolo fai? – domandò Kiba

- taci. Ormai non possiamo fare più niente, ma una curiosità me la deve togliere.

- dimmi pure, ti ascolto. L’ultimo desiderio non si nega a nessuno – disse il moro tenendo costantemente puntata la pistola verso il suo avversario.

- perché fai questo? Hai sempre odiato tuo fratello per quello che ha fatto alla tua famiglia e alla fine ti metti a fare il suo gioco?

- vedi, Naruto, le cose cambiano. Mio fratello mi ha sguinzagliato i suoi segugi dietro e non ho avuto modo di rifarmi una vita anche se avessi voluto. Così alla fine, dopo avermi catturato e rinchiuso per due mesi in una fetida cella, pestato e denutrito, ho ceduto al suo stile. Non avevo scelta.

- invece si. Avresti potuto chiamare noi, i tuoi amici – cercò di convincerlo Naruto.

- tsk, certo. Come se fosse stato così semplice – l’Uchiha continuò a dialogare non accorgendosi che nel frattempo un ombra l’aveva raggiunto alle spalle. Quando poi udii un fruscio si voltò di scatto, puntando la pistola contro il suo nemico. Naruto nel contempo afferrò la sua revolver da dietro la cintura dei pantaloni e sparò un colpo, colpendo Sasuke alla gamba. Nel ricevere il colpo l’Uchiha premette istintivamente il grilletto colpendo l’ombra ad un braccio.

- Shikamaru! – urlò il biondino andando in contro al ragazzo che nel frattempo era riuscito con un calcio ad allontanare la pistola dalle mani della figura stesa a terra.

- vedi, Sasuke, anche se sarebbe stato difficile e avremmo dovuto affrontare mille difficoltà…se tu avessi chiesto aiuto noi ti saremmo venuti incontro a braccia aperte – affermò Shika tenendosi un braccio sanguinante.

- parli bene, tu. Come riusciresti a vivere con il rimorso di aver fatto del male ai tuoi migliori amici solo per proteggere te stesso? Io…non ce l’avrei fatta! – a quell’affermazione il ragazzo rimase stupito. Era convinto che l’Uchiha gli avesse abbandonati per l’incapacità di stare sulla retta via, invece lo aveva fatto solo per proteggere loro.

- Ehi amico, tutto bene? – disse Naruto raggiungendolo con Hinata e Kiba.

- si certo…tutto a posto. Dobbiamo portarlo dal capo.

- m..ma Shikamaru…devi prima…curare quella ferita – disse la Hyuuga.

- tranquilla Hinata-san, è solo un graffio!

- la ragazza ha ragione, Shika. E poi dobbiamo curare anche Sasuke, mica possiamo lasciarlo così – domandò il castano.

- non ho bisogno di cure, Kiba. Preferisco morire con onore.

- sempre il solito testardo, Sasuke. Ti pare che noi ti lasciamo morire? – Naruto si era abbassato per parlare con il moro, quando tutti quanti dovettero allontanarsi dal ragazzo. Colpi di pistola erano volati a pochi centimetri dai loro piedi.

- e ora chi diavolo è? – Kiba iniziò a ruggire come un cane pronto all’attacco.

- state lontani da Master Sasuke! – disse una voce.

- e voi ora chi siete? – domandò il biondo.

- seguaci dei Master Uchiha. Abbiamo il compito di proteggerli da tutto – disse una seconda voce.

- ecco i rinforzi. E come mai siete vestiti così, avete paura di farvi riconoscere? – domandò in tono canzonatorio Kiba.

- non siamo autorizzati a risponderti – a parlare era fu ragazza vestita totalmente con una tuta nera, coperta da una benda anche sulla bocca. Si riconosceva la figura femminile dalle forme ed era anche abbastanza alta e slanciata.

- Master Sasuke, ce la fa a camminare? – domandò l’altro compagno, sempre vestito di tuta nera e quindi irriconoscibile.

- lasciatemi stare e riferite a mio fratello che sono stato catturato. Non avete speranze contro loro tre.

- mi spiace Master Sasuke, ma non possiamo accettare la sua richiesta. E poi questi pivelli non sanno con chi hanno a che fare – disse la ragazza.

- ma è anche vero che voi non sapete nulla di noi – a parlare stavolta fu Shika. Rimasto dietro ai suoi compagni fino alla fine, si fece strada fino ad arrivare di fronte ai suoi nemici. Ancora tenendosi il braccio ferito continuò ad inveire contro di loro – che ne sapete se siamo pivelli??

- voi…voi non ci sconfiggerete mai. Siamo le reclute migliori del nostro Master. Vi faremo fuori! – sfidò la donna, alzando il dito contro il gruppo.

- ma… - Shika si bloccò notando un particolare del gruppo dei nemici, ma riprese subito il controllo di se stesso – vogliamo sfidarci?

- perché vuoi combattere, nonostante tu sia ridotto così male? – la donna si stava infuriando.

- perché questo è il mio destino! – il ragazzo assunse una posizione da combattimento, seguito a ruota dai suoi compagni. I nemici non si mossero di un millimetro quando d’improvviso uno di loro gettò a terra qualcosa facendo alzare una coltre di nebbia fittissima. Al dilatarsi di essa, di Sasuke e i suoi aiutanti non c’era più traccia.

- maledizione, ci hanno fregato! – inveì Kiba.

- ci siamo fatti sfuggire Sasuke…adesso che l’avevamo in pugno – il biondino iniziò a prendere a pugni il muro.

- ragazzi, oltre a proteggere Hinata, dobbiamo recuperare Sasuke – disse calmo Shika.

- e perché? Lui ci ha tradito!

- sai Kiba…prima Sasuke mi ha detto una cosa che mi ha fatto rimanere di sasso.

- e cioè?

- ha detto esattamente queste parole: “Come riusciresti a vivere con il rimorso di aver fatto del male ai tuoi migliori amici solo per proteggere te stesso?”

- ma…questo vuol dire che…

- L’ha fatto per noi, Naruto. Si è comportato da vero amico e quindi dobbiamo aiutarlo.

- d’accordo, Shika. Recupereremo Sasuke e porteremo a termine la missione assegnataci. E ora andiamo alla villa Hyuuga, così potremo curarti. Appoggiati a me, amico! – Naruto afferrò il ragazzo per il braccio e lo mise intorno al suo collo, dirigendosi così verso casa.

Il giorno successivo regnava la calma dopo la tempesta delle ore trascorse poco prima. I ragazzi come tutte le mattine si stavano recando a scuola tenendo sempre sott’occhio la Hyuuga. A pochi metri dall’entrata incontrarono le loro compagne di scuola tutte pimpanti, o almeno... due su tre.

- ehi ragazzi, buongiorno! – salutò la biondina.

- già allegra di prima mattina, Ino? – domandò il biondino.

- eh si, Naruto. Sai, l’amore è bellissimo e proprio ieri ho conosciuto un ragazzo con la quale sto uscendo. – disse la ragazza con gli occhi a cuoricino.

- ah si? E dicci, come si chiama?

- NO, NARUTO!!! – dissero all’unisono le due sorelle.

- ti prego non domandare cose di cui ti pentiresti! – disse frettolosamente Sakura.

- se gli chiedi questo farà come ieri, ovvero parlerà tuuuutto il santo giorno di lui. Ci è venuto mal di testa – disse Temari mettendosi una mano sulla faccia.

- tacete voi due, che ne volete sapere! Comunque, Naruto, si chiama Sai ed è bellissimo. E poi Tema dovresti ringraziarlo, perché grazie a lui ieri hai saltato il nostro interrogatorio su quello che è successo – all’udire quelle parole la ragazza arrossì e senza volerlo guardò verso il ragazzo con il codino di fronte a lei.

- non è successo niente…quindi pensa a te – disse la ragazza dando le spalle a tutti e recandosi in classe. Fu la prima ad entrare e quando si sedette al suo banco iniziò a pensare ad una serie di avvenimenti che avevano sconvolto la sua vita negli ultimi tempi. I suoi pensieri furono interrotti dalle sorelle che le saltarono praticamente addosso gettandola a terra – ma che diavolo fate, stupide?

- Tema, abbiamo deciso!

- deciso cosa, Ino?

- domani andiamo tutti insieme!

- tutti insieme dove, Sakura? E tutti insieme chi? – Temari iniziò a sudare freddo.

- al luna park! – dissero all’unisono tutte e due.

– verranno i ragazzi e Hinata. Ci divertiremo un mondo! – disse Sakura.

- m…ma ragazze... io domani…

- No, Tema, domani stai con noi. E’ da un po’ che tutti i sabati sparisci chissà dove, quindi senza parlare domani vieni e ti diverti con i tuoi amici! – disse Ino minacciosa.

- o…ok! Come vuoi tu – rispose Temari con un gocciolone sulla testa. Quando si stava per alzare da terra, incrociò lo sguardo del moro dietro di lei e, l’unica cosa che riuscì a fare, fu abbassare lo sguardo e prendere posto dinnanzi a lui.

Finite le lezioni ognuno si recò a casa propria attendendo il grande giorno. Shika si divise dai suoi amici per un paio d’ore con la scusa di dover fare una commissione. I ragazzi, capendo che il loro amico aveva qualcosa che non andava, decisero di non fare domande ed assecondarlo. Si recò in centro in un negozio ben preciso, comprò qualcosa e lo fece incartare in un piccolo pacchetto. Mise il pacchetto in tasca e tornò subito a casa.

Nel frattempo, Sakura ed Ino erano in camera a cercare un vestito da indossare il giorno dopo, mentre Temari si era rifugiata al piano di sotto a parlare al telefono.

- …si mi spiace ma…iniziavo a destare troppo sospetti – disse la ragazza al suo interlocutore.

- capisco. Hai fatto bene, tranquilla. E comunque il piano non cambia, domani saprai quando agire.

- d’accordo. A domani! – la ragazza chiuse la conversazione e si recò nella sua camera – m…ma che….MA CHE DIAVOLO E’ SUCCESSO??

- oh, Tema. Stavamo scegliendo il vestito per domani.

- E PERCHE’ NON TE LO CERCHI IN CAMERA TUA INO? Guarda…la mia stanza!

- la rimetti a posto dopo! Adesso agghindiamoci.

- i…io…FUORI! – urlò la ragazza cacciando fuori a calci le due sorelle.

Il mattino dopo la sveglia suono alle nove, e alle dieci tutte e tre le ragazze erano vestite e truccate, pronte ad uscire.

- che onore! Oggi sei già pronta, Ino!

- piantala Sakura! Andiamo, altrimenti tutti gli sforzi di essere puntuali saranno vanificati.

Le ragazze si avviarono verso il parco divertimenti, gli altri le attendevano lì. Sakura aveva una fascia rossa con un copri spalle nero, indossava un paio di jeans neri attillati e sneakers. Ino indossava un delizioso vestitino azzurro con delle ballerine bianche, ed infine Temari una camicia nera aperta ai primi due bottoni, una cravatta blu e un paio di jeans scuri. La particolarità di quel giorno è che la ragazza aveva lasciato i capelli sciolti lungo la schiena, il che la rendeva irriconoscibile. Durante il tragitto, poi, la bionda non fece altro che pensare a ciò che sarebbe accaduto quel giorno.

- ehi ragazze, siete arrivate! – a parlare fu Naruto, vestito di tutto punto con un paio di pantaloni bianchi larghi e una camicia nera aperta a metà petto.

- uao ragazzi... ma siete spettacolari.

- grazie Ino! – disse Kiba. Lui portava un paio di pantaloni aderenti con una maglia bianca e il giubbotto di pelle.

- anche voi siete stupende. Ma una curiosità, chi è la vostra amica? – domandò uno Shika curioso additando Temari.

- ma come chi sono, baka? Sono io! – risposte arrabbiata la ragazza.

- T…Temari? – ripetè il ragazzo continuando ad additarla tremolante – sei irriconoscibile con i capelli sciolti.

- grazie tante per lo sforzo – sbuffò lei.

- e sei anche più carina – ridacchiò lui.

- anche tu non sei male oggi – sbottò lei arrossendo. In effetti il ragazzo stava benissimo. Jeans chiari con una cintura della D&G, una maglietta bianca e il giubbino di jeans.

Il gruppo entrò al luna park iniziando ad andare sulle giostre più disparate. Dalle montagne russe, dove Hinata e Ino svennero e vomitarono per non si sa quante volte, alla casa degli spettri, dove le ragazze urlarono fino allo sfinimento. Alla fine della giornata, per commemorare il tutto, Ino propose una foto di gruppo che poi avrebbe distribuito ai suoi compagni.

- sentite, io vorrei prendere dello zucchero filato. Mi accompagni, Naruto? – propose Sakura al ragazzo.

- certo Sakura, andiamo! – prese sottobraccio la ragazza e si allontanarono.

- Kiba, Hinata, che ne dite se andiamo alla galleria degli specchi? – domandò Ino ai ragazzi.

- ehm…certo Ino. Per te va bene, Hinata?

- s..si. andiamo Kiba! – e così anche loro se ne andarono lasciando Temari e Shika da soli nel bel mezzo del parco.

- a questo punto io…vado a vedere il lago! – disse la ragazza tentando di svignarsela ma Shika l’afferrò prontamente per il polso facendola voltare verso se.

- andiamoci insieme. Devo parlarti. – sempre tenendola per il polso la trascinò fino alle sponde del fiume. Il sole stava tramontando, rilasciando sull’acqua una miriade di colori. Temari si aggrappò alla ringhiera ad osservare mentre Shika gli stava di fianco voltato.

- hai perso la scommessa, Temari! – disse lui d’un tratto.

- quale scommessa?

- dovevi baciarmi al termine della settimana. Eppure non ci sei riuscita!

- di pure che non mi sono impegnata!

- perché non ammetti che vorresti farlo?

- perché sarebbe ammettere il falso.

- sei sicura di quello che dici?

- assolutamente, Shika! – ma il ragazzo le prese la mano, attirandola a se, e appoggiò di nuovo le sue labbra a quelle di lei. Stavolta, seppur con stupore iniziale, la ragazza rispose al bacio appassionato che stava ricevendo. Quel bacio era particolare, pieno di tristezza, quasi come fosse un bacio di addio. Quando si staccarono lui continuava a tenerle dolcemente le mani intrecciate alle sue.

- ero sicuro che anche tu volessi questa cosa.

- perché rendi le cose così difficili? Noi non possiamo!

- e perché dici questo?

- Ho i miei motivi Shika….motivi seri!

- Capisco. Sai una cosa Temari? – domandò lui sollevandole la mano destra e prendendo un pacchetto dalla sua tasca. Lo aprì e ne tirò fuori un bellissimo bracciale. Gli e lo mise al polso togliendole quello che indossava precedentemente – e’ meglio se porti questo invece di quel’altro bracciale. È bellissimo, e durante le missioni pericolose potresti perderlo!

- c…cosa? – la ragazza ormai balbettava ed era terrorizzata. Quella frase poteva significare solo una cosa, e cioè che lui sapeva. Sapeva della sua doppia vita.

- non mi hanno chiamato per questa missione per niente. Ho le capacità di analisi superiori alla media e nulla sfugge al mio occhio…come non mi è sfuggito quel giorno sulla tua tuta il bracciale che indossavi. – il ragazzo l’attirò di più a se portando la sua bocca all’orecchio di lei – anche se non hai vinto la scommessa ti dico lo stesso il mio segreto, Temari….io e te…siamo rivali! – a quelle parole gli cadde il mondo addosso. Già averlo visto quel giorno la sorprese non poco, poi vederlo ferito e non poter dire e fare nulla per il ragazzo di cui si era innamorata, la fece stare uno schifo. E adesso era giunto il momento della verità, lei lavorava per gli Uchiha mentre lui lavorava per distruggerli. Acqua contro fuoco, uno scontro dalla quale uno sarebbe stato lo sconfitto e uno il vincitore.

- Shika dimmi…il tuo braccio…come sta?

- sta bene Temari…tranquilla, andrà tutto bene! Anche se siamo rivali….ti proteggerò io! – contemporaneamente alla pronuncia di quelle parole un enorme boato si sentì all’interno del luna park.

- ma che diavolo succede?

- Master Itachi….è qui!

 

FINE SECONDO CAPITOLO

 

  
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