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Autore: kyonnyuchan    18/01/2016    0 recensioni
Kiriko Kirishima, una cinica, disincatata studentessa diciassettenne di Tokyo si troverà suo malgrado (e molto controvoglia) catapultata, assieme ai suoi "amici" in un mondo in completamente diverso dal suo. Un mondo di eroi, demoni, castelli, magia e spade, tale da sfidare il suo senso comune e la sua logica inattaccabile. Ce la farà a farsi strada in questo universo fantasy o ne verrà divorata?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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I never signed for an Osananajimi situation!

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Caro Diario, Mi chiamo Teghen e sono una bambina di sette anni. Sorella Diwyn è stata tanto buona con me e, siccome sono brava a leggere e scrivere, mi ha dato un pezzo di pergamena per scriverci sopra i miei pensieri. Mi ha detto che, se scrivevo piccolo piccolo, potevo riuscire a tenere un diario. Un diario è quando giorno dopo giorno scrivi quello che pensi. Io penso che sorella Diwyn è tanto buona.”

 

Caro diario, l'orfanotrofio è un posto tanto brutto e tutti noi siamo sempre tanto affamati. Però sorella Diwyn e sorella Tydfil sono gentili e ci danno da mangiare. Ci insegnano a cucire, a fare i conti e tante altre cose utili. Ogni tanto, qualcuno dei bambini più grandi va via, o viene preso a bottega da qualche artigiano della città. Spero che poi non li trattano male.”

 

Caro diario, sorella Tydfil è sempre tanto contenta dei miei progressi. Dice che se vado avanti così, posso diventare anche un'amanuense nel convento. Anche se io non sono la più brava. La più brava è una bambina di nome Remin. Remin è tanto bella, ha i capelli argentati, gli occhi azzurri e le orecchie tanto tanto a punta. Però mi sta antipatica. Mi pare che mi tratta come se non esisto. E poi non si ricorda il mio nome. Mi chiama sempre 'bambina uno'. Di recente sorella Diwyn le ha chiesto di diventare sua aiutante per insegnare. Io sarei stata contentissima se lo offriva a me. Lei invece ha sbuffato.”

 

Caro diario, ultimamente è arrivato all'orfanotrofio un bambino della nostra età. Si chiama Bledig. Ha dei modi da nobile. Ho sentito dire sorella Diwyn che è il figlio bastardo di una casata di ardalidd1 della città. L'ardalidd l'aveva tenuto fino a che non gli è nato un figlio legittimo dalla moglie. E non sapeva che farsene. Bledig è più bravo di me a leggere e scrivere. Ma mi sa che non è bravo quanto Remin.”

 

Caro diario, Bledig si è arrabbiato tantissimo oggi. E' andato da Remin e gli ha detto il suo nome. Mi sa che pensava che Remin gli diceva: “Buongiorno messere, lieta di conoscervi” o cose così. E invece Remin ha inclinato la testa, lo ha guardato per un po', poi gli ha detto: “Va bene, bambino 9, ora levati che ho da fare.” Bledig allora le ha dato uno spintone e l'ha fatta cadere per terra. Lei allora ha sibilato una parola che non ho capito, 'susurinaki2', o una roba del genere. Si vedeva che era arrabbiata tantissimo anche lei. Io capisco quando Remin è arrabbiata. Di solito ha una faccia annoiata, ma quando si arrabbia davvero sorride. E' strano ma è così. A vedere quel sorriso mi salgono i brividi di freddo lungo la schiena; fa paura persino agli adulti. Bledig però non lo sapeva e pensava che Remin si sarebbe scusata con lui. Dopotutto è un nobile. Tutti sanno che i nobili hanno la testa piena di segatura. Remin nel rialzarsi ha preso una manciata di polvere con il pugno e gliel'ha soffiata negli occhi. Lui è rimasto accecato e lei gli ha dato una ginocchiata in mezzo alle gambe. Mi sa che gli ha fatto molto, molto male. Sempre con il sorriso gli ha detto: e ora vai a fare il soprano da un'altra parte, kusottare3.” Cosa vogliono dire Soprano e Kusottare non lo so. Ma mi sa che sono insulti. Anche se Remin mi sta antipatica, mi è piaciuto tanto come ha sistemato quel Bledig.”

 

Caro diario, sorella Diwyn oggi ha preso per un orecchio Remin e l'ha costretta a scusarsi con Bledig. Remin l'ha fatto, ma secondo me era molto poco convinta. Poi ho visto che prima di andarsene ha sorriso apposta a Bledig e quello ha fatto un salto indietro dalla fifa. Mi ha fatto tanto ridere.”

 

Caro diario, Bledig da quando ha preso quella ginocchiata in mezzo alle gambe sembra diventato un'altra persona. E' più gentile e cortese con tutti gli altri. Mi ha dato anche una mano a capire alcune cose di una lezione di sorella Diwyn che mi parevano difficili. L'unica persona con cui continua a comportarsi male è Remin, anche se non capisco perché. Sembra quasi che si diverta a provocarla. Non riesce mai ad averla vinta però. L'altra mattina, per esempio, è finito appeso a testa in giù, legato per la caviglia. E' finito in una trappola di quelle che Remin ha messo vicino al suo pagliericcio. Poi Remin gli è apparsa all'improvviso alle spalle, sbucando dall'ombra e con uno di quei suoi sorrisi paurosi gli ha sussurrato qualcosa all'orecchio. Ho visto la faccia di Bledig sbiancare. Ho il sospetto che spaventarlo a morte stia diventando uno dei suoi passatempi preferiti. A vedere la scena, sorella Diwyn ha ridacchiato e poi ha detto un proverbio: “Wrth gicio a brathu mae cariad yn magu4”. Non l'ho capito bene cosa vuol dire perché è in daemita antico, mi sa.”

 

“Teghen!”

 

La bambina, impegnata graffiare con la penna il logoro pezzo di pergamena, non si accorse del richiamo, perlomeno sino a quando una mano non la toccò sulla spalla. A quel punto si riscosse e piegò la testa. I suoi grandi occhi bruni incrociarono quelli azzurri di una bambina poco più alta di lei, con capelli argentati e orecchie a punta.

 

“Re-Re-Remin...”

 

“Già. Sorella Diwyn mi ha detto che devo farti qualche lezione supplementare...”

 

“O-Ok...” Rispose la bambina, arrossendo lievemente e nascondendo il rotolo del suo diario in una tasca della sua giubba.

 

A quella reazione Kiriko si limitò ad esalare un lieve sospiro.

 

Che gli farò io mai ai marmocchi... Va bene che forse in questi ultimi mesi con lo stronzetto ho calcato un po' troppo la mano, ma non mi sembra di essere un demone incarnato pronto a succhiargli l'anima, per tutti i kami! Cioè, credo. Forse. Probabilmente. MWAHAHAHAHAH!

 

Per una volta, però, per quanto fosse vero che la sua vena sadica nei confronti di Bledig era divenuta in breve tempo famosa o, meglio, famigerata, la ragazza sbagliò nell'interpretazione dei pensieri altrui.

 

A Teghen era balenato per la mente un pensiero molto più puro, candido e positivo. Dopotutto era una bambina di sette anni abbandonata in fasce dai genitori e con seri problemi di timidezza e autostima.

 

Mi ha chiamato Teghen... E' la prima volta che Remin mi chiama per nome! Allora sono sua amica, vero?

 

L'ora che seguì, la bambina venne tartassata ripetutamente da quella che in teoria doveva essere una sua coetanea, a suon di “i tempi verbali corretti non sono un hoptional” e “possibile che sia così difficile?” Stranamente, però, per quanto fosse una maestra dura, che sembrava ci stesse mettendo tutto l'impegno possibile per farsi odiare a morte, effettivamente, Teghen con Remin le cose le capiva davvero molto meglio. Che bello sarebbe stato per lei se fosse riuscita ad esprimere la gioia e la gratitudine che provava...

 

“Ehi...Perché mi stati fissando in quel modo? Hai deciso che ti arrendi, per caso?”

 

Kiriko sperava che la risposta alla sua domanda fosse un qualche pianto disperato della bambina che aveva di fronte. Diwyn l'aveva costretta slealmente a insegnare ai marmocchi? Bene, le avrebbe fatto vedere che non era cosa per lei. Tutti i bambini sarebbero scappati via piagnucolando e lei sarebbe tornata libera come l'aria.

 

Scusa Diwyn, ma i pargoli mi stanno proprio sull'imene. Sono ontologicamente incapace di sopportarli... Anche se devo dare atto allo stronzetto che con i suoi patetici tentativi di farmela pagare mi ha permesso di sbloccare le skill di furtività e creatività a livello 2...

 

Se non che, la replica fu completamente differente:

 

“Remin... Sei tanto brava anche come maestra... Senti... Sei mia amica, vero?”

 

“Ahem... Sì... Suppongo?”

 

Oh, cazzo. La pupattola mi adora. Questa non me l'aspettavo.

 

“Grazie! Era da tanto che volevo essere tua amica... Solo che avevo sempre paura di rivolgerti la parola...”

 

Beh, la speranza era che continuassi a farlo. Tu e tutta la marmaglia.

 

“So che non sei cattiva come dicono gli altri bambini... Sei solo... Un po' strana! E poi sei fortissima! L'ha capito anche Bledig, che si diverte tanto a provocarti... Mi sa che gli piaci.”

 

All'improvviso, Kiriko fu come colpita da una folgorazione traumatica.

 

No, un momento... il rompiballe si starebbe divertendo a provocare le mie reazioni? Ma che è, un masochista? O forse... “Mi sa che gli piaci”, eh?... Non dirmi che... STO DIVENTANDO LA SUA OSANANAJIMI5?!?

Merda.

 

“Re-Remin? Tutto bene?” Chiese preoccupata Teghen, di fronte alla faccia pallida e di colpo imperlata da sudore della bambina di fronte a lei.

 

“Ahem... S-Sì, tranquilla... Ho solo avuto un incubo a occhi aperti...” Rispose Kiriko, emettendo un flebile sospiro di disperazione.

 

1Signore, marchese (dal gallese)

2“Figlio di ***” in giapponese. Dopo tutto Kiriko ha solo sette anni e per ora è stata tirata su da suore. Ci sarà tempo prima di imparare l'espressione anche in Daemita, no?

3“Stronzo” in giapponese.

4“Tra calci e morsi, cresce l'amore”. Si tratta di un antico proverbio gallese (sì, se ve lo state chiedendo, il mio daemita è preso dal gallese). Fortuna che Kiriko non l'ha sentito.

5Significa “Amico d'infanzia”. Ma nella tradizione giapponese, tanto da essere diventato un cliché dei manga a contenuto romantico, l'osananajimi è spesso la persona “destinata” a finire legata sentimentalmente al(la) protagonista, dato che è quella con cui abbiamo condiviso i momenti più felici (e con cui ci si fa il bagno insieme, per qualche oscuro motivo noto solo ai nipponici). Di solito gli osananajimi si incontrano all'asilo o alle elementari o nel parco giochi del vicinato e si parte da una condizione di forte (per quanto infantile e giocosa) inimicizia iniziale, da cui poi però deriva una sorta di attrazione(come quella di Bledig in questo caso) all'inseparabilità e, infine... All'amore. Ora capite il momento di ansia esistenziale di Kiriko.

 
   
 
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