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Autore: _Teartheheart    20/01/2016    0 recensioni
La storia parla di Joanna Clarkson, una scrittrice trentenne di New York, senza lavoro che vive ancora con i suoi genitori.
Il libro che sta scrivendo, ancora non esiste. Come il suo lavoro e la sua vita sentimentale.
Tutto ciò che vorrebbe fare, non lo fa, per via dei suoi genitori che ogni giorno le ricordano quanto sia un fallimento, mettendola a paragone con Hanna, la sua migliora amica che sta per sposarsi, che ha un lavoro e che sta per crearsi una vita tutta sua. Joanna è la testimone di nozze insieme a Sam, il fratello libertino del futuro marito di Hanna, con lui passerà tanto tempo, e in quel tempo Joanna cercherà di capire cosa vuole veramente della vita, essere sottomessa ai suoi, o finalmente spiccare il volo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5. 
 

Sono a casa dei miei, da ieri non più la mia, Sto impacchettando gli scatoloni con le mie cose, mio padre è sulla porta che mi fissa impietrito, sconvolto dalla mia decisione improvvisa. Hanna è accanto a lui, mi guarda delusa, ma non dice niente visto che anche lei mi ha mentito. 
Almeno io ho deciso tutto in un giorno, lei sapeva da mesi della sua gravidanza, ma per chissà quale ragione lo ha riferito a me solo in una cena di famiglia, un insulsa cena di famiglia. Io, che ho da sempre fatto di tutto per lei, sempre. 
«Te ne vai così? Non hai detto niente sulle tue intenzioni» dice mio padre gridando, chiudendo l'ultimo scatolo mi alzo affannosa, con i capelli che mi ricoprono completamente il viso , soffio su di essi facendoli spostare, prendo lo scatolone tra le mani, con sopra un bigliettino del mio indirizzo di casa 
«Non ti è mai importato niente, quando avrei dovuto dirtelo? Hanna è la figlia che avresti sempre voluto avere, ascolti solo lei.  Ho cercato di rendervi partecipi, ma ogni qual volta Hanna aveva una notizia più importante da dare, quindi scusami se non ho urlato per farmi ascoltare papà» mi avvicino a lui porgendogli il biglietto «Questo è il mio indirizzo, se vorrai venire, se non vuoi va bene così» 
Faccio per andarmene ma mi fermo ancora voltandomi «Pian piano ti restituirò i tuoi soldi, per avermi ospitato in casa vostra, grazie di tutto» 
«Perché fai così?» chiede Hanna, sospirando la guardo «Cosa? Prendere posizione? Vivere la mia vita? Cosa Hanna? » rimane in silenzio senza rispondere a nessuna domanda, non rimango un minuto in più così scendo le scale, mia madre è li che mi guarda con le lacrime agli occhi, le sorrido «Starò bene, c'è Hanna con voi» 
Esco di casa, forse sono stata cattiva, ma cosa m'importa? Loro lo sono stati per tutta la vita con me, mi sono lasciata sempre sopraffare e adesso, grazie a Sam, sono riuscita in qualche modo a liberarmene. 
Salgo sull'auto e prima di partire invio un messaggio a Sam: '

A: Coglione sexy
Da: Joanna


Grazie di tutto, sono riuscita a dirgliene quattro a mio padre e mia madre. 

Dopo pochi secondi mi risponde. 

Da: Coglione sexy
A: Joanna


Oh davvero? Avrei voluto esserci ahaha


Da: Joanna 
A: coglione sexy


Si, è stato esilarante, dovevi vedere le loro facce, inclusa quella di Hanna. 

Da: Coglione sexy 
A: Joanna


Sono contento per te Joanna, forse adesso sarei finalmente indipendente. 
Stai crescendo Joanna, buon per te. 


DA: Joanna 
A: Coglione sexy. 


A proposito, sai che quello di ieri sera non si ripeterà più vero? 
Dico sul serio Sam, questa cosa non può continuare. 
E poi non voglio che si trasformi in cinquanta sfumature di grigio, tu che mi aiuto con il lavoro la casa, manca solo che mi regali un porche e che mi mostri la tua stanza dei giochi. 
Non succederà mai. 


DA: Coglione sexy.
A: Joanna


Okay Joanna, guardi troppi film. 
E comunque non ho bisogno di strumenti per far vedere ad una donna chi è il dominatore. 
E comunque, l'unica stanza dei giochi che posso mostrarti  è quella dei videogame. 
Non succederà più? Sono d'accordo. 



La mia prima settimana di lavoro non è andata male, anzi. Charlie mi tratta bene, tratta tutte le sue commesse molto bene, mi piace lavorare in quel negozio, mi diverte vedere le facce delle clienti di taglia 44 che comprano una taglia 42 stringendosi dentro la stoffa, soffocando, mentre io vorrei scoppiare a ridere, perché indossare qualcosa che non sta bene?
Ma anche vedere le donne accompagnate dai mariti che ci provano con Charlie, è esilarante, è un uomo affascinante, quindi non sono stranita da questa cosa, anzi, le comprendo. 
I mariti sono li, che lanciano uno sguardo fulminante alla loro donna, a volte vorrei seguirli per vederli come iniziano a litigare. 
Nella nuova casa, mi sento molto a mio agio, certo il silenzio è assordante, sicuramente meglio della voce di mio padre - che non mi parla dal giorno che sono andata via per la cronaca - ma l'eco mi fa sentire strana. 
La cosa positiva è che mi diverto ad alzare la radio a tutto volume, ballando da sola, senza che nessuno mi dica niente. 
Sam, non ci vediamo da quel giorno, lui è fuori e tornerà proprio fra due giorni, non abbiamo parlato più di quell'episodio accaduto per la seconda volta, e a me sta bene così. 
Non voglio che queste storia vada avanti, insomma è stato bello ma non sono quel tipo di Donna. 

Sono in negozio, sistemo i vestiti nello scaffale, quelli che i clienti hanno 'gentilmente'' rovistato, lasciando a noi il lavoro di rimetterli al loro posto. 
Nel bel mezzo del lavoro, si avvicina Charlie, indossa una camicia bianca che fa risaltare il suo torace, un torace con la "T" maiuscola. 
Lo guardo lanciandogli un sorriso «Allora, Joanna» dice poggiando una mano sullo scaffale, mi guarda con gli occhi soffusi. 
Cercava di far colpo? No perché, sembrava strabico nel modo in cui cercava di socchiudere gli occhi. 
«Come ti stai trovando, qui con noi?» chiede, ancora con quegli occhi socchiusi. 

Ragazze, non era uno bello spettacolo, si era un Uomo che ti faceva venire l'acquolina, non come il Coglione sexy, certo,  ma sicuramente anche lui smuoveva le mie ovaie, da quando avevano ricomnciato ad essere attive, be ... non volevano più rinunciare ad esserlo. 
«Mi trovo bene Charlie, davvero» dissi io sincera, mi rilassava lavorare li, e sarei stata bugiardi a dire il contrario «Sono contento» 


In quel momento calò un silenzio assordante mentre io, mi allontanavo piano per continuare a lavorare, lui sospirava a fondo come se stesse facendo qualcosa di spaventoso 
«C'è qualcosa che non va Charlie?» domando io sorridendo, lui semplicemente si avvicina «Vuoi uscire con me?» domanda stavolta chiudendo gli occhi e stringendo il corpo, aspettando la mia risposta, come se sapesse che già sarebbe stata negativa. 
Ci pensai un attimo, pensai a Sam, e se, se la sarebbe presa? In fin dei conti non siamo fidanzati e abbiamo detto che ciò che è accaduto per due volte, non sarebbe dovuto più accadere. 
Dovrei proprio farlo, ne ho bisogno, ho bisogno di qualcosa di nuovo, sto cambiando, e devo cambiare anche la mia situazione sentimentale. 
Il mio status di Facebook non può rimanere al lungo con ''Impegnata in una relazione con il divano, non rompete il cazzo" . 
«Si» rispondo io poi, in tono liberatorio, lui si rilassa pian piano aprendo gli occhi uno ad uno «Si?» dice entusiasta, lo guardo «Si» confermo sorridendo. 
Così, fiero di sé, sistema la sua camicia per poi guardarmi «Venerdì sera? Passo io da te?» domanda, annuisco «Venerdì va benissimo» 
Dopo di che, va via ed io posso finalmente continuare a lavorar
e. 
   
 
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