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Autore: VioletTurner    20/01/2016    0 recensioni
E' una storia che ho inventato in base ad un personaggio di mia creazione fatta apposta per una storia d'amore con il nano Kili: Lolaehl è una dwelf...che genere di creature sono?
Sono creature rare, proprio perchè nate dall'amore tra due razze che per anni e anni si sono odiate...ma non tutti gli elfi odiano i nani o viceversa...Elrond, signore di Gran Burrone e Gil Pugniferro dei Colli Ferrosi, ad esempio, si innamorarono, e la donna di razza nanica dette alla luce questa creatura "mezzosangue" simbolo dell'amore puro e raro che la legava ad Elrond...
Lolaehl...o Lola ha sì, l'aspetto e la bellezza di un'elfo, senza barba (non come tutte le femmine di razza nanica) ed orecchie a punta ma è anche, e soprattutto, alta quanto un nano...
E' forte, dolce, solare, ma comunque con un passato tragico alle spalle. Per fortuna che la presenza della sorella maggiore Arwen, non le ha fatto mancare l'amore di una mamma, anche se, nel suo cuore, Lolaehl avrebbe da sempre voluto conoscere Gil venuta a mancarle dalla nascita...
Tutto ciò che caratterizza Lolaehl farà innamorare Kili...
(mia versione alternativa al pairing Kiliel)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fili, Kili, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 12: Salvami


Bard corse per tutte le vie della cittadina sul lago in cerca della bottega del rigattiere. Appena ne trovò la porta la aprì di scatto ed entrò, cominciando a guardarsi intorno
“Salve Bard, che cosa vi serve?” chiese l’omino barbuto seduto alla scrivania di legno vicino alla porta. “C’è un arazzo! Dov’è finito?” disse Bard mentre frugava tra i tappeti della bottega e trovò finalmente ciò che cercava. Un arazzo di colore blu con sopra dipinta la stirpe di Durin. Scorse in giù il dito fino al nome di Thorin. Venne per pochi minuti distratto dal chiacchiericcio dei cittadini fuori dal negozio. Una donna anziana parlava a dei pescatori portando del cibo in un cesto “Ho visto degli strani individui poco fa, barbe folte e occhi feroci, mai visto niente di uguale in vita mia!” commentava. “Che ci fanno dei nani qui a Esgaroth?” domandava un altro 
“Per la profezia!” rispose un pescatore che puliva e sistemava le sue reti “La profezia?”
“La profezia della gente di Durin…”
La voce si sparse e in breve ogni persona, ogni bottegaio, ogni pescatore parlava della presenza dei nani e della profezia del dì di Durin che si sarebbe avverata al più presto “Saloni immensi di tesori!” “Può mai essere vero?”. Il barcaiolo tornò a guardare il piccolo arazzo e cominciò a ripetere nella sua testa ogni parola della profezia “Il Signore delle argentee fonti, il Re delle rocce scavate…il re che sta sotto il monte, riavrà le cose a lui strappate…La campana suonerà di allegrezza quando il re sotto la montagna tornerà ma tutto si disferà con tristezza e il lago brillerà e brucerà” sussurrò “Thorin…Re sotto la Montagna…”. Balzò di scatto fuori dalla bottega per tornare a casa propria. Doveva impedire che i nani andassero alla montagna. Non poteva permettere che Smaug, una volta fuorì da lì, distruggesse anche l’intera città di Esgaroth. Salì le scale in fretta e furia e di colpò aprì l’uscio. Atreyu gli andò incontro “Bard ho tentato di tutto per fermarli ma non mi hanno dato ascolto”. Il barcaiolo rispose torvo al ragazzo “Dove sono andati?”
“All’armeria… credo!” 
“Pazzi incoscienti!” tuonò Bard.
…Nel frattempo noi eravamo già sopra Rivendell, casa mia.
Falkor atterrò sul grande piazzale prima del ponte di Rivendell e io scesi seguita da mia cugina. Era calato il crepuscolo e non c’era nessuno, nemmeno i cavalli dell’esercito guidato da mio padre, dedussi che erano andati per rintracciarci e mi sentii in colpa. “Dovevo restare a casa…” dissi in un sospiro a mia cugina “Se veramente è destino, quello di stare insieme a Kili allora lui tornerà da me”. Kitty sorrise comprensiva e mi abbracciò “Ritorneranno da noi…”. Quel momento fu interrotto dal galoppare del destriero di Tarabas che arrivava dal ponte. Entrambe ci girammo e lui frenò il destriero e scese. “C’è una stanza dove puoi riposare…” gli dissi “Grazie…” disse lui pacato “Ma credo che troverò un posto nei pressi e dormirò lì”. Portai uno sguardo al cielo e alla luna, quanto avrei desiderato Kili accanto a me in quel momento, con me, a guardarla e a scambiarci affettuose attenzioni. Era una luna piena e luminosa. Anche lo sguardo del bel mago si spostò sulla luna piena e venne scosso da un fremito “Ah!” gridò accasciandosi a terra con il volto tra le mani. “Tarabas” lo chiamai avvicinandomi “Non mi venire vicino” ringhiò cominciando a strisciare a terra e a contorcersi in maniera preoccupante. Guardai mia cugina che era spaventata quanto me “E’ un…” cominciò a dire Kitty con gli occhi spalancati “Lupo mannaro…” finii io guardando di nuovo la luna piena. "Che brutta idea...che brutta idea ...portarlo con noi è stata davvero una brutta idea" balbettava Kitty spaventata da quella visione.Le tenebre calarono su di noi avvolgendo il piazzale e la luna cominciò a brillare di una luce sinistra. Tarabas si alzò liberandosi del mantello, vidi i suoi vestiti lacerarsi e cominciò a comparire un manto peloso nero e lucido. Il mago ringhiava disperato e scosso dai dolori. Il suo corpo stava cambiando ed ecco spuntargli un paio di orecchi, il volto dette posto al muso di un feroce lupo. "Ti ricordi cosa ci disse il maestro di arti magiche?” mi chiese mia cugina sussurrando mentre il corpo del mago veniva scosso da altri dolori e brividi profondi “Se non risponde quando lo chiamiamo con il suo nome ma ulula…scappiamo…” replicai io sussurrando e la paura mi attanagliò le viscere “Non è proprio il miglior consiglio che ci poteva dare ma essendo disarmate…si…dobbiamo scappare” disse mia cugina. Finita la terribile trasformazione questo si girò verso di noi digrignando le zanne."Bel cagnolino...bel cagnolino" disse Kitty che per infondersi coraggio pensava 'Avanti...è solo un cane' ma che, comunque, nel parlare piagnucolava.Gli occhi di ghiaccio del lupo incontrarono i miei e piano piano quella bestia si avvicinò a noi. Deglutii e chiamai il suo nome “Tarabas…”.Il lupo ringhiò “Tara…bas…” fece anche mia cugina. 
Un ululato scosse l’armonia del luogo “Scappiamo!” disse Kitty che se la diede a gambe. Io rimasi ancora immobile a fissare il mio amico trasformato in lupo ululare. Il lupo stette fermo ringhiandomi contro e avvicinandosi poggiando le zampe anteriori a terra “Tu non mi potrai mai amare… hai guardato la luna insieme a me…e pensavi al tuo nano… 
negandomi il tuo amore mi hai trasformato in quello che non volevo più essere…ora devi…morire…Lolaehl…se non sarai mia non sarai di nessun’altro”. “Tarabas…tu sei mio amico…ti ho già detto che per te non posso provar altro che affetto…” dissi cercando di placare il suo animo “Zitta! Se temi per la tua vita scappa…oppure…vivrai con me nelle tenebre del Nulla”. Le mie game scattarono indietro e cominciai a correre a più non posso nascondendomi dietro una colonna “Dove sei amore…” ringhiò il lupo e sghignazzò. Dall’altra parte del portico dove mi ero nascosta c’era Kitty che tremava di paura. Il lupo emise una risata maligna e gutturale che mi fece venire i brividi “Dove se…oh!” fece il lupo per poi cadere a terra svenuto. “Lolaehl…?” 
Quella voce potevo riconoscerla benissimo…mi rivelai uscendo dal nascondiglio e la vidi. Bella con lunghi capelli rossi e vestita di verde smeraldo… “Tauriel…” dissi sorridendole. Poi vidi il lupo che rantolava a terra…una freccia lo trafiggeva da parte a parte. Appena dissi il nome dell’elfa mia cugina emise un verso come se stesse per sputare a terra. Tauriel la guardò confusa “Scusami è che il rantolio di una persona ferita mi da il voltastomaco” si giustificò Kitty.
“Perché sei qui?” chiesi all’elfa. “Pensavo di trovare Kili…di solito è qui che vengono portati i viandanti con ferite avvelenate giusto?”
“No…non è qui…” disse Kitty “Altrimenti avrei visto Fili, lui non si separa mai dal fratello”
“Perché…lo stai cercando?” chiesi io. A quella domanda Tauriel abbassò lo sguardo e arrossì appena “Allora è vero… tu provi qualcosa” dissi pacatamente.
“Non vedo come questo sia rilevante…lui non lo è…anche se…mi ha…” balbettò Tauriel
“Baciata…” finii io per lei poi guardai Tarabas. Un moto di gelosia era in me ed ero confusa ma qualcosa mi diceva che aveva mentito anche Tauriel.
Lei non rispose e quel silenzio fu una conferma per me, poi ricominciò a parlare.
“Dobbiamo cercarlo” disse Tauriel
“Si ma non ho idea di dove…” dissi ma le mie parole furono interrotte da una visione. Chiusi gli occhi e li riaprii “Ponte Lago Lungo…i nani sono lì…” dissi “Ti accompagniamo…” disse Kitty con fierezza e Tauriel annuì “Quanto ci vuole di viaggio?”
“Due giorni Lolaehl” mi disse Tauriel “Bene…andremo con Falkor”. Facemmo per avviarci poi mi fermai accanto a Tarabas, che stava morendo “Addio...questa volta per sempre” sussurrai per poi andarmene…
Intanto alcuni nani erano nell’armeria a rifornirsi e altri facevano da palo fuori. Presero spade, asce e martelli e Kili, anche se molto debole e con la gamba che gli tremava, le raccoglieva tra le braccia. “Stai bene?” chiese Thorin “Ce la faccio” rispose lui con voce roca. Si mosse appena e la gamba ferita cedette facendolo gemere e cadette dalla prima rampa di scale.I nani fuori sentirono il fragore di armi cadute sul legno e cercarono di scappare. Appena voltarono le spalle una guardia era lì a puntar loro l’arma contro.
Anche dentro le guardie acciuffarono i nani che tentarono di difendersi, ma alzarono le armi troppo tardi.
Furono condotti al cospetto del governatore davanti al suo palazzo. Un uomo corpulento accompagnato dall’inquietante consigliere Alfrid uscirono dalla porte del palazzo e guardarono arrivare il gruppo di nani arrestato dalle guardie”Che significa questo?” urlò il governatore adirato “Li abbiamo sorpresi a rubare delle armi!” disse una delle guardie strattonando Kili. “Ehy metti giù quelle zampacce!” si lamentò lui.
“Ah nemici dello stato?” chiese il governatore con un buffo ghigno stampato in faccia “Un disperato mucchio di mercenari come mai nella vita,signore!” aggiunse il consigliere con la sua voce acuta e nasale. “Frena quella lingua!” minacciò Dwalin con il suo vocione e si fece avanti “Tu non sai con chi parli…lui non è un criminale qualunque…lui è Thorin, figlio di Thrain, figlio di Thror!”. Thorin si fece avanti e la folla cominciò a mormorare “Noi siamo i nani di Erebor…siamo venuti a reclamare la nostra terra natìa” disse Thorin guardando critto in faccia il governatore che confuso e imbarazzato guardava la folla radunata attorno a loro.
“Ricordo questa città al tempo della sua grandezza…flotte di navi attraccate al porto colme di sete e gemme preziose…questa non era una città abbandonata sul lago, questo era il centro di tutto il commercio del Nord!”. La folla continuò a mormorare e alcuni annuirono aizzati dalle parole di Thorin Scudodiquercia “Io garantirei il ritorno di quei giorni, riaccenderei le grandi fornaci dei Nani…e farei fluire benessere e ricchezza di nuovo dalle Sale di Erebor!”. La folla esultò e il nano si girò di nuovo a guardare il governatore. Una voce si alzò sopra quelle del popolo “Morte!”.Era Bard che si fece avanti tra le guardie e i cittadini “Ecco che cosa ci porterai…il fuoco del drago…e rovina” disse guardando negli occhi Thorin con un misto di paura nella voce “Se risveglierai quella bestia, distruggerai tutti noi”. Scudodiquercia si rivolse di nuovo ai cittadini, poiché alcuni di loro davano ragione al barcaiolo “Potete dare ascolto a questo oppositore, ma io vi prometto una cosa: se riusciremo, tutti condivideranno le ricchezze della Montagna”. Di nuovo si alzò un chiacchiericcio tra la folla entusiasta della proposta “Avrete abbastanza oro da ricostruire Esgaroth dieci volte almeno!” urlò Thorin ai cittadini che esultarono.
“Tutti voi! Ascoltatemi! Dovete ascoltarmi!” gridò Bard alla folla cercando di calmarla “Avete dimenticato quello che è successo a Dale?Dimenticato quelli che sono morti nella tempesta di fuoco?”. Ogni cittadino si guardò con il vicino commentando l’intervento del barcaiolo.
“E per quale motivo?” continuò questo guardando Thorin “La cieca ambizione di un Re sotto la Montagna così preso dall’avidità da non riuscire a vedere oltre il proprio desiderio?”.
Thorin si voltò verso Bard stringendo gli occhi “Via via! Non dobbiamo nessuno di noi essere troppo frettolosi nel dare la colpa!” si mise nel discorso il governatore “Non dimentichiamo che è stato Girion, signore di Dale, tuo antenato, Bard…che fallì nell’uccidere la bestia!”. Il governatore scoppiò a ridere causando l’imbarazzo di Bard “E’ vero signore, tutti conosciamo la storia, freccia dopo freccia ha scoccato, ognuna ha mancato il bersaglio” aggiunse Alfrid, il consigliere. Dalla folla emerse anche Atreyu “Smettetela di insultare mio padre!” urlò il ragazzo. La folla divenne silente a quel grido e il ragazzo si mise davanti al governatore “Posso farlo io…”. La folla cominciò a ridere “Con questa! La riconoscete vero?” urlò Atreyu mostrando la Freccia Nera “Mio padre avrà fallito ma io non fallirò!”. “Sei un insolente ragazzo…come tuo padre…”disse il governatore guardando male Atreyu. “Mio padre era un grand’uomo!” ribattè il ragazzo carico di rabbia
“Tuo padre era un maiale!” lo azzittì il governatore.
Nella folla qualcuno rise qualcuno rimase zitto “Che ci fai qui? Ti avevo detto di rimanere a casa” gli chiese Bard “Non posso lasciarti combattere questa guerra di parole con il governatore da solo” gli sussurrò. Thorin stufo di quei due ormai da tempo roteò gli occhi
“E tu…” disse Bard guardando il nano “Non hai alcun diritto di entrare in quella montagna”
“Io sono l’unico ad averlo!” rispose a tono Scudodiquercia. 
A notte fonda io e Kitty ci accampammo a pochi kilometri da Esgaroth. 
Tauriel accese un fuoco e si mise di guardia. Io non riuscivo a dormire e mi misi ad osservarla. Piangeva guardando le fiamme scoppiettare su quel poco di legna che avevamo preso nelle cantine di Rivendell. Notò che la stavo osservando e si asciugò le lacrime,
poi si stese vicino al fuoco. “Siamo destinati Tauriel…ecco perché non può amarti…”
Tauriel chiuse gli occhi bloccando le altre lacrime “Lo so…ecco perché piango”disse prima di addormentarsi profondamente.
   
 
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