“Come va la serata?” Borbottò Taylor poco convinta,
davanti agli occhi di Chad. Quel ragazzo aveva una cotta per lei da quando
aveva iniziato a lavorare in quel locale dove lei era
“Bene, tante mance.” Sorrise lui mentre si avvinava verso
il bancone a grandi passi. Lei si sentì arrossire, lo stava trattando come se lui fosse più di un semplice amico per lei, forse fin troppo. Lui non era altro che un semplice dipendente del suo locale, solo un cameriere.
“E tanti numeri di telefono. Sai, non è educato filtrare
davanti a me.” Poche ore prima, Chad cercava di
baciarla perché credeva che lei ricambiasse ciò che lui prova per lei ma
evidentemente sbagliava persona. Lui la guardò con aria di sfida. Appoggiò lo
stracciò sul bancone e la guardò negli occhi. Lui stava cercando di dire
qualcosa ma lei lo interruppe con fare scontroso e da presuntuosa.
“Dobbiamo parlare.” Lui appoggiò il gomito sul bancone e
sfoggiò un sorriso beffardo.
“Abbiamo già parlato cinque minuti fa.” Taylor fece un
passo indietro, sia fisicamente che nella sua mente.
Non riusciva a iniziare quel discorso. Chad sembrò attratto da quella timidezza
che aveva quella sera Taylor
“Parla,
accetto qualsiasi cosa. Anche se questo fa male.” Taylor fece un respiro
profondo, si porto la mano alla nuca, non accennò il minimo sorriso, né alzò il
labbro a sinistra né a destra. Ciò che stava per dire era già abbastanza
doloroso per lei, figuriamoci per lui. Non poteva resistere aveva che paura che
si lasciasse strappare la vita dal dolore, e sarebbe stata solo colpa sua.
Taylor sfiorò con lo sguardo le unghie rosicchiate di Chad, in quel momento
occupate a martellare come un metronomo il bancone.
Fece un altro lungo respiro profondo e iniziò, anche se non molto convinta, a
parlare.
“Vedi, Chad. Zeke...” Lei sapeva benissimo che Zeke era uno dei migliori
amici di Chad, nonché suo appena diventato
ex-fidanzato. Chad rizzò le orecchie, si vedeva benissimo che
era moralmente e sentimentalmente distrutto. Voleva chiedere cosa fosse
successo mentre una piccola lacrima gli rigava la guancia con la stessa
velocità del Senna d’inverno. Lui era da ormai dieci
anni innamorato di Taylor, e lei stava con il suo secondo migliore amico, da
sempre. Stronzo, aveva urlato a Zeke quando l’aveva saputo. Si era sentito
tradito quando l’aveva scoperto e dopo pochi giorni era diventato suo acerrimo
nemico.
“Zeke e io ci siamo lasciati.”
Ammise Taylor dopo qualche secondo. A Chad si illuminarono
gli occhi, anche se sapeva che non aveva alcuna possibilità con lei.
Appartenevano a due mondi differenti, lei aveva quel pezzaccio di carta
chiamato “laurea” e lui era solo un povero studente con la media del sei in
qualsiasi materia pure condotta. Espulso da tre scuole all’insaputa dei suoi
genitori, che erano morti da ormai cinque anni per colpa di un fottutissimo
incidente stradale. I suoi genitori abitavano lì, solo nel suo cuore e basta.
“Sono ancora sotto shock, sono delusa, incazzata, in
questo momento, sinceramente, avrei solo voglia di morire.” Chad la guardò con
gli occhi ancora più lucidi di prima e annuì
rassegnato, l’unica cosa che avevano in comune era quella voglia di morire
incredibile, e anche l’età a dirla tutta. Ventidue lei, ventidue lui.
“Quindi... vorrei che restassimo
solo amici.” Chad inarcò le sopracciglia, prese lo zaino in spalla, non accennò
il minimo sorriso. Si alzò in piedi e si diresse verso l’uscita. Anche lui era
sia deluso che incazzato, davanti al bar lo aspettava Troy per una partita di
basket all’angolo. Ritorna sui tuoi passi, si mormorò Chad nella mente. Si girò
e fece cinque passi precisi ma piuttosto confusionari, come se stesse
barcollando. Qualche drink di troppo probabilmente, ma sapeva cosa doveva fare.
Taylor alzò lo sguardo fino ad incrociare e ripeté a
bassa voce, come se fosse un auto convincimento. “Solo amici.
Solo amici.” Chad respirò di profondamente, si
avvicinò al suo viso e