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Autore: istrice_riservato    21/01/2016    2 recensioni
I fatti descritti in questa storia sono immaginari. Ogni riferimento a cose o persone reali è puramente casuale. I personaggi sono ispirati a persone realmente esistite.
“[...] Trattenne il fiato e tornò a far circolare aria nei suoi polmoni soltanto quando di fronte a lei apparvero tanti orologi da polso, tutti ordinatamente riposti all’interno dei vari scomparti in cui era suddiviso il velluto color marsala con cui la scatola era stata rivestita. [...]”
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ripiegò l’ultimo paio di calzini e sospirò. Nell’ultima mezz’ora si era ritrovata ad avere a che fare con così tanti panni che nemmeno quelli delle due vite successive, sommati, avrebbero raggiunto lo stesso numero. Sempre che poi esistessero altre vite oltre a quella che stava vivendo, chiaro.
La colpa di tutto era da attribuire alle sue giornate: si svegliava presto per prepararsi ed andare al lavoro in metropolitana; arrivava in ufficio e, per le infinite ore in cui restava chiusa lì, correva avanti ed indietro per cercare di accontentare tutti i clienti ed aiutare i colleghi in difficoltà, oppure restava incollata allo schermo di un computer; mangiava al volo quello che riusciva a portarsi dietro da casa e si rimetteva subito al lavoro perché il suo capo le stava sempre con il fiato sul collo; tornava a casa tardi e distrutta, con i piedi doloranti dopo tutte quelle ore stretti in quelle scomode scarpe con il tacco che si ostinava ad indossare ogni mattina. Sistemare i panni che si accumulavano in continuazione sulla cassapanca ai piedi del letto era l’ultimo dei suoi problemi. Anzi, era già tanto che trovasse il tempo materiale, così come la voglia, di buttarli in lavatrice e di stenderli ad asciugare, per non parlare di stirarli.
Si alzò in piedi ad andò ad aprire le ante della sua parte dell’armadio, poi tornò indietro fino al letto e prese buona parte dei suoi vestiti per riporli al loro posto: appese le magliette e le camicie alle grucce, sistemò i jeans in una pila ordinata, si assicurò che ogni giacca avesse la sua gonna o il suo pantalone vicino. Mentre faceva tutto questo, prese a fischiettare un motivetto sconosciuto, per cercare di non pensare a quanto poco le piacessero le faccende domestiche, soprattutto se fatte di domenica. Poi riordinò anche i vestiti di lui – da single ripeteva sempre: “Quando non sarò più sul mercato, sistemerò solo le mie cose, se lui non vuole mettere a posto le sue vorrà dire che morirà sommerso nel suo disordine”, ma poi non l’aveva mai fatto davvero.
A quel punto, mancavano solo calzini e biancheria intima di entrambi, che andavano nel cassettone in legno d’ebano accanto all’entrata della camera da letto. Così come aveva fatto con il resto, si occupò prima della sue cose. Quando, dopo aver riposto i calzini di lui nel cassetto, andò per chiuderlo, un paio si incastrò da qualche parte e glielo impedì. Lo riaprì e si chinò per controllare dove fosse l’intralcio, ci riprovò di nuovo ma il suo tentativo non andò a buon fine nemmeno in quell’occasione. Allora lo prese e lo tirò con tutta la forza che aveva, finché non lo sentì uscire dal carrello che lo sosteneva. Prese un bel respiro e lo sollevò, per portarlo con sé verso il letto. Lo appoggiò sul materasso e cominciò a svuotarlo, buttando i calzini tutti alla rinfusa per l’intera stanza.
Il cassetto era ormai vuoto quando si accorse che, in uno degli angoli posteriori, c’era una scatola di legno chiaro. Sapeva cosa contenesse e sorrise d’istinto, tirandola fuori e poggiandosela sulle gambe. Ne accarezzò il coperchio, seguendo le venature del legno, prima di far scattare la serratura a molla che la teneva chiusa. Trattenne il fiato e tornò a far circolare aria nei suoi polmoni soltanto quando di fronte a lei apparvero tanti orologi da polso, tutti ordinatamente riposti all’interno dei vari scomparti in cui era suddiviso il velluto color marsala con cui la scatola era stata rivestita. Lanciò loro un’occhiata complessiva, realizzando che alcuni dovevano essere senza alcun dubbio parecchi costosi. Diversi glieli aveva visti al polso in più di un’occasione, altri invece le erano del tutto nuovi.
Facendo estrema attenzione, ne prese uno e appoggiò la scatola affianco a sé sul materasso, assicurandosi di abbassare al minimo la probabilità di prenderci dentro e farla cadere a terra. Se fosse successa una cosa del genere, non se la sarebbe mai e poi mai perdonata e non l’avrebbe fatto nemmeno lui, considerando quanto tenesse a quel suo piccolo tesoro nascosto in fondo al cassetto dei calzini. Lo studiò, rigirandoselo tra le mani più e più volte. Accarezzò il vetro del quadrante che doveva essere fatto di cristallo, così come i dettagli erano in oro rosa, in netto contrasto il resto dell’orologio che era di colore nero. Slacciò il cinturino, se lo appoggiò sul polso e provò a chiuderlo intorno ad esso ma, anche allacciato al buco più stretto di tutti, le stava comunque largo – era da uomo, dopotutto. 
Sospirò, un po’ amareggiata, e se lo tolse di dosso per rimetterlo nella scatola insieme a tutti gli altri, quando sentì tossicchiare. Sobbalzò, colta alla sprovvista. Volse l’attenzione nella direzione da cui era arrivato il suono e trovò Liam sulla porta della stanza, con le braccia incrociate al petto. Avrebbe voluto chiedergli da quanto tempo fosse lì ma non si azzardò perché, guardandolo, non riusciva a comprendere se fosse infastidito o meno dal fatto che lei stesse ficcanasando nella sua scatola degli orologi. Poi lui le sorrise ed ogni dubbio che l’attanagliava scomparve.
« C’è una storia dietro ognuno di loro, sai? »
Lei batté le palpebre un paio di volte. Poi lo invitò a sedersi al suo fianco, poggiando una mano sul letto, e lui l’accontentò, felice di farlo.
« Che storia c’è dietro questo? » domandò, mettendogli l’orologio che non aveva ancora rimesso al suo posto tra le mani.
Liam lo guardò per un attimo, come se quello potesse ricordargli la sua storia nel tempo di un respiro, sollevò gli occhi e cominciò a raccontare. E fece lo stesso con tutti gli altri, fino a molto tempo dopo il tramonto.






 


N d A
Buongiorno a tutti quanti *saluta*
Come ogni anno, è arrivato il momento della mia prima pubblicazione dell’anno che, contro ogni previsione, è arrivata molto prima di quanto mi aspettassi proprio grazie a questa piccola OS.
Allora... Sono ben consapevole che non sia chissà cosa – non a caso mi piace definirla boiatina – , ma ci tenevo a scriverla perché 1) la sento molto mia e mi ci sento molto coinvolta e 2) perché l’ho pensata parlando in chat su Whatsapp con una bella personcina e questa bella personcina – che mi incoraggia sempre ed è sempre al mio fianco, anche se non letteralmente – sembrava tenerci molto al fatto che io la scrivessi. Inoltre colgo la palla al balzo per ringraziare questa bella personcina, che mi ha dato una mano con l’inglese e mi ha fornito un bel titolo. 
Per metterla nero su bianco ho preso spunto dalla mia “passione” per gli orologi da uomo – ad avere i soldi penso ne comprerei almeno uno e poi lo terrei in casa ed ogni tanto me lo guarderei – e dal fatto che Liam stesso, in Who we are, racconta di comprare un orologio nuovo ogni volta che raggiunge un traguardo importante. Quindi sì, dietro ad ogni suo orologio da polso c’è davvero una storia – e a me piacerebbe tanto sapere quale.
Se ci fosse qualcuno interessato, questo è l’orologio che descrivo velocemente nel testo. Ho solo elencato qualche piccola caratteristica, avendo gia in mente di inserire poi il link in queste mie note.

Grazie mille a chiunque legga questa piccola boiatina. <3





PS: Liam ha quell’orologio sul serio.


 



PPS: Glielo invidio come non mai.

   
 
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