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Autore: Iliveonlyforthemanga    21/01/2016    1 recensioni
Sousuke, Haru e Nagisa si sono presi, purtroppo, l'influenza.
I loro rispettivi ragazzi credono di poter tirare un sospiro di sollievo, credendo di riuscire magari a concedersi un po' di pace, e invece nulla va come programmato...
Come si comporteranno infatti , non riuscendo a stare in pace neanche questa volta?
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sousuke si dimenò insofferente sotto il tocco impacciato di Rin, che stava cercando, senza successo, di mettergli una pezza gelida sulla fronte che scottava.
"Se non stai fermo ti scivola" gli disse per la centesima volta, bloccando con una mano il viso del proprio ragazzo per farlo stare fermo.
"Non voglio mettermela. È una cosa da bambini. I ragazzi grandi mica se la mettono" rispose l'altro gonfiando le guance, ora arrossate per via della febbre.
Rin lo guardò stupito ancora una volta dai pensieri illogici del proprio fidanzato, poi scrollò la testa rossa.
Sbuffò ancora di più e finalmente riuscì a posizionargli il pezzo di stoffa sulla fronte in modo tale che non gli desse fastidio, ma che avesse degli effetti benefici.
"E sentiamo.. I ragazzi 'grandi' allora come fanno a farsi passare la febbre?" lo scimmiottò allora, facendo delle virgolette nell'aria e assumendo un sorrisino strafottente.
Sousuke cercò di metterlo a fuoco senza riuscirci,a causa del velo di lacrime che gli riempivano gli occhi.
Strizzò le palpebre forte, poi, socchiudendo i grandi occhi verde mare, sussurrò, schiarendosi la voce "beh, i ragazzi grandi si fanno curare dai propri ragazzi stra sexy.."
Rin incrociò le braccia alla canotta che indossava e, davvero, Sousuke si chiese come non facesse a morire di freddo, e sbuffò "Damn Sou, u're impossible!"
Sousuke  neanche tentò di capire il suo inglese, si limitò a scuotere la testa nella sua direzione e a sporgere un poco in fuori le labbra, come faceva quando, da soli e particolarmente tenero, chiedeva implicitamente un bacio.
Rin  sogghignò, poi, sporgendosi sul letto per sfiorare la fronte di Sousuke con le labbra, replicò " Beh, quando starai un po' meglio, vedrò cosa posso fare..."
 
~~~~
"Haru, ti senti meglio oggi?" chiese un Makoto piuttosto in pensiero per l'amico.
Il diretto interessato fece cenno di sì con la testa, zitto.
Il castano non si meravigliò più di tanto, oramai conosceva bene l'altro, tanto da sapere che, se già normalmente parlava poco, quando aveva la febbre, inspiegabilmente, diveniva muto o parlava ancora meno del normale.
Con questi pensieri, entrò in punta di piedi nella camera dove Haru stava riposando e socchiuse le persiane, lasciando filtrare un po' di luce in stanza.
L'ammalato mugugnò infastidito, coprendosi fino alla testa con le pesanti coperte, cercando poi di sollevarsi sui gomiti.
Makoto si precipitò subito al suo fianco, sostenendolo e scostandogli i capelli dalla fronte sudata.
Dopo avergli fatto bere quasi costringendolo, come se davvero Makoto potesse fare qualcosa con la forza, un'abbondante dose di acqua, Haru si schiarì la voce e si rivolse all'amico "Grazie. Puoi andare, se vuoi.Sto meglio"
Un colpo di tosse gli troncò le parole, costringendolo a piegarsi sulle coperte e a tossire ripetutamente.
Il castano gli battè con colpi energici la schiena, e poi sospirò.
No, decisamente doveva stare ancora un po' lì, magari aiutando Haru a rimettersi un po' in forze, prima di assicurarsi che stesse davvero bene  e tornare quindi  sereno a casa propria.
Si chinò a livello del viso di Haru, che ora stava lentamente riprendendo fiato, e gli chiese, con il tono gentile  che lo caratterizzava "Ehi.. Passato?"
Haru fece cenno di sì con la mano, poi, repentinamente, lo afferrò per il bavero della camicia e lo trascinò giù, dove gli diede un bacio a fior di labbra, che ebbe modo di trasformarsi in qualcosa di più eccitante.
Entrambi sospirarono, poi si lasciarono andare alla reciproca passione.
Inutile dire che tre giorni dopo Makoto aveva la febbre e che aveva dovuto saltare gran parte degli allenamenti.
Ops.
 
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"Rei, Rei, Rei, Rei...." cantilenò un nanetto biondo quella mattina.
Il soggetto chiamato in causa emise un sospiro a metà tra la rassegnazione e lo sfinimento, voltandosi poi verso il proprietario della squillante voce.
"Dimmi, Nagisa, che c'è?"
"Ti volevo dire una cosa importante"
"Avanti, dimmela" lo spronò l'altro, che stava tentando di leggere un libro, più volte interrotto a causa di forze maggiori.
Nagisa si grattò pensieroso la testa "Non me la ricordo!" ammise candido, facendogli una linguaccia.
Rei strabuzzò gli occhi da dietro le lenti degli occhiali rossi.
Si costrinse  a stare calmo.
D'altronde, aveva a che fare con quel piccolo uragano da un sacco di tempo, e di certo non avrebbe cominciato ora a stupirsi dei suoi apparenti vuoti di memoria.
Scosse la testa, divertito.
Stava per, giustamente, riprendere a leggere il suo amato libro, quando Nagisa gli urlò, praticamente nelle orecchie "Rei, ora me la ricordo!"
Il suddetto si morse la lingua per stare zitto.
Con un sorrisino che se avesse potuto parlare avrebbe urlato un 'ora ti ammazzo se non mi dici quello che mi devi dire', gli chiese "Ebbene?"
Nagisa indicò tutto eccitato la piscina che si intravedeva dalle finestre dell'aula in cui si trovavano.
"Andiamo a fare una nuotata!"
Un sopracciglio di Rei si alzò pressoché da solo, in un tic nervoso, mentre lui chiedeva "C-Come? Fa freddo, io non ci vengo"
Nagisa gli si avvicinò lentamente, con uno sguardo da cucciolo al quale Rei semplicemente non sapeva e non poteva resistere.
"No. No. Assolutamente. Fa ancora freddo. E se ti becchi qualcosa, scordati il mio aiuto"
Affermò categorico il primo, scrollando deciso la testa blu.
Il più basso incrociò le braccia al petto e sorrise sfrontato "Bene, allora vorrà dire che ci andrò da solo.. Peccato, perché poi dopo la piscina saremmo potuti andare da qualche parte o fare qualcosa di interessante.." 
A Rei, come si suol, dire, drizzarono le orecchie, ma si impose fermamente di non cedere alla trappola bella e buona che Nagisa gli stava tendendo.
Sentì il sudore scivolargli lungo lungo la schiena, ma non demorse dal suo intento.
Alla vista del suo rifiuto così netto, il biondo si avviò fintamente sdegnato fuori dalla porta, diretto appunto in piscina, dove si tuffò con un'esclamazione di pura goduria e beatitudine.
Nuotò tranquillo, ammirando il cielo blu e senza nuvole, lasciando che l'acqua della piscina accompagnasse ogni suo movimento e gli lasciasse il cervello leggero.
Non parve accorgersi dello sguardo penetrante del suo amico, che, avvicinatosi alla finestra, ora lo stava seguendo con gli occhi in ogni sua mossa, sospirando piano contro il vetro freddo della finestra.
Alla fine Rei riuscì a scollare Nagisa dall'acqua solo alle 6:30, dopo che un vento freddo gli aveva gelato persino la punta dei piedi, convincendolo con la scusa che gli avrebbe fatto mangiare quei dolci rosa che tanto gli piacevano.
Una volta trionfalmente a casa, e ancor di grazia che ci erano arrivati, poiché il biondino non ne voleva sapere di scollarsi dalla vetrina coi dolci, Rei sospirò per l'ennesima volta in quella serata troppo lunga.
E per poco non si beccò un infarto, al vedersi comparire davanti il soggetto dei propri sospiri, vestito di un asciugamano che un tono di voce sottile chiedeva dove fossero i suoi vestiti.
Il più alto non ci vide più, e alzatosi in piedi in fretta, e quasi inciampò nei propri piedi, lo afferrò per le braccia e lo gettò sul letto, ansimante e con le gote rosse.
Nagisa inizialmente lo guardò con gli occhi spalancati, poi fece un sorrisino che la sapeva lunga e prese ad accarezzare in punta di dita le guance di Rei.
Fecero combaciare le proprie labbra come se non avessero fatto altro nella vita, con una naturalezza che in un certo senso spaventò Rei, ma vedendo come il biondino lo stava baciando, decise di spegnere il cervello e di smettere di pensare, almeno per quel momento.
"Almeno ora sta zitto" gli venne in mente, e interruppe il bacio ridendo fragorosamente.
Nagisa lo guardò storto, avendo smesso di impegnarsi in un'attività così piacevole, ma vedendo come Rei fosse tutto scosso dalla sue stesse risate e così bello, sorrise intenerito.
Fece per parlare, ma uno starnuto lo interruppe sul nascere.
E Rei, che ancora si teneva la pancia, rise ancora più forte, e davvero il  povero Nagisa ci capì ancora meno di prima.
Un altro starnuto e un altro ancora lo costrinsero a soffiarsi il naso forte, provocando, se possibile, ancora più ilarità in Rei, ora quasi caduto dal letto e con le lacrime agli occhi.
Nagisa sospirò senza farsi sentire. 
Insomma, il bacio era andato dimenticato. 
Pazienza, avevano altre occasioni per continuare.
 
'Pronto Rei..?'
'Dimmi'
'Mi è venuta la febbre'
'...'
 
Non so perché io non prosegua con le mie due long e mi metta a scrivere ste cagate.
Davvero, i don't know :/
Prendetela così com'è, con un po' di febbre deliro ancora di più di quando sono lucida (?)
Spero che nonostante tutto possa piacere anche solo un pochino..
Un abbraccione💙
   
 
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