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Autore: PathosPie    23/01/2016    0 recensioni
Un uomo con una passione smisurata a dir poco per le opere teatrali trova un libro di un'opera sconosciuta, mai sentita prima d'ora. Questo copione, tuttavia, è del tutto avvolto nel mistero più fitto, un mistero che forse era meglio non rivelare...
Genere: Generale, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ascolta" dice il Signore "tu...dovrai cercare l'autore di questa opera. L'opera che ha provocato tutto questo. Lui...dovrai incontrarlo"

"Aspetta...Cosa?" Rispondo, inutilmente, poiché un grosso bagliore acceca i miei occhi, rendendomi impossibile vedere ancora.

Mi ritrovo a casa mia, nella cucina. Strano, proprio dove avevo manifestato segni di sottomissione al tomo e tutta questa avventura aveva preso inizio. La cucina, tuttavia, aveva un'atmosfera molto più tenebrosa del solito: non vi passava un filo di luce, le finestre erano chiuse e sbarrate, ed era tutto perfettamente in ordine. Ho il cuore che mi batte all'impazzata: il mio istinto mi dice che qualcosa di orribile sta per accadere. Poi, la mia vista si oscura del tutto, per quanto avessi tenuto aperto le palpebre.

"Tu" una voce inquietante si fa sentire. Poi, la paura: un volto umano, con la faccia impaurita e spaventosa, mi comparve davanti.

Mi scappa un urlo orribile. La faccia ricomincia a proferire parole.

"Tu. Ascoltami" È costui colui che devo combattere? Colui che il Signore vuole che affronti? Mi metto in posizione difensiva, pronto al peggio.

"No. Non voglio farti del male. Ti prego, voglio solo ringraziarti" la sua voce si fa più calma. Anch'io riesco ad ascoltare con più chiarezza le sue parole, riuscendo addirittura a porgli una domanda.

"In che senso? Chi...sei tu?"

"Io? Sono...una persona qualunque. O meglio, oramai sono passato a vita migliore. Sono...la causa delle tue sofferenze" Possibile...che? "Sono l'autore di quell'opera, quella che ti ha distrutto il corpo e l'anima durante queste ultime settimane" È lui: il generatore di tale sofferenza, il fautore di quest'opera maledetta. Spinto da rabbia, mi accingo a scagliargli un pugno dritto nella sua faccia, ma, nel contempo, noto che questo spirito sia calmo e pentito di ciò che ha commesso. Così mi calmo anch'io e chiedo spiegazioni. Lui risponde, con qualche nodo alla gola.

"Quell'opera, quel dramma che ho scritto io...è la storia della mia vita. Volevo presentare la mia autobiografia come un'opera teatrale. Speravo di sfogare al  mondo intero la mia sfortuna: orfano, odiato da tutti, malato e povero. Ho persino avuto un interesse amoroso, ma sono stato rifiutato come spazzatura. Vivevo in questa casa, tormentato dalle mie angosce. La mia unica passione forte era la lettura. Leggevo, leggevo e leggevo, fino a quando decisi di imprimere anch'io la mia storia. La scrissi per cinque anni, imprimendoci ogni mia sofferenza" Costui, da quello che ho capito, ha avuto una vita simile alla mia..."Ma...non accettarono la mia autobiografia, poiché troppo complicata e, probabilmente, sarebbe stata poco apprezzata dal pubblico. Così, rimuginai per molto tempo nella rabbia e nel rancore. Così, sfigurato dall'ira, iniziai a riscrivere tutta la mia opera: ogni giorno, tagliavo un pezzo della mia pelle per riscrivere la mia opera con il sangue. Avevo anche lanciato una maledizione, quella di cui, ovviamente, sei stata vittima. Ma, dopo la mia morte, causa anemia dovuto allo sconsiderato uso di sangue, non salii in Paradiso. Un angelo passò per riferirmi che sarei potuto ascendere alla gloria eterna solo se la maledizione si sarebbe sciolta dopo l'avvenimento di essa. Era la mia penitenza. Me ne pentii per molti anni. Poi, tu..." e iniziò a lacrimare "mi hai salvato. Posso solo dirti...grazie. Per ciò che hai fatto" e sparì in una luce che poi ascese verso l'alto.

Sono felice, che, anche se all'inizio sembrava la mia fine, la mia rovina, si sia risolto tutto in meglio. Anche per quel poveretto, in cui mi rispecchio molto. Ma...bussano alla porta. Apro....è...la ragazza dell'ospedale: all'inizio è silenziosa, poi chiede.

"Vuoi...uscire un po'?"

"Volentieri"
   
 
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