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Autore: lapoetastra    23/01/2016    1 recensioni
Ma le sue pupille erano velate, adesso, ed avevano perso il loro caratteristico azzurro abbacinante, che tante volte, in passato, aveva fatto perdere la cognizione del tempo a Sam, il quale per tempo immemore si era immerso in quei pozzi senza fine, desiderando di non riemergervi più.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frodo, Sam
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sam gli accarezzava dolcemente i capelli bianchi, beandosi della loro morbidezza sempiterna tra le dita.
< Vi prego, Padron Frodo, non mi lasciate >, mormorò il giardiniere, quasi soffocando tra le sue stesse lacrime, che traboccavano come fiumi in piena dai suoi occhi.
Frodo non sentiva.
Rimaneva lì, disteso con le palpebre pesanti abbassate, abbandonato come fosse un bambino piccolo ed indifeso.
< Rimanete con me ancora per un po’, vi imploro. >
La litania continua e malinconica di Sam si innalzava come un canticuum di sofferenza nell’aria tersa, impregnandola di tristezza.
Frodo aprì gli occhi in un attimo, li sbarrò, come se si fosse svegliato di colpo da un incubo terrorizzante.
Ma le sue pupille erano velate, adesso, ed avevano perso il loro caratteristico azzurro abbacinante, che tante volte, in passato, aveva fatto perdere la cognizione del tempo a Sam, il quale per tempo immemore si era immerso in quei pozzi senza fine, desiderando di non riemergervi più.
<< Io… non ci riesco, Sam >, sibilò Frodo con un respiro rauco, indice della sofferenza che lo dilaniava dall’interno.
< Ce la dovete fare, invece. Ancora per un po’ >, sussurrò in risposta il giardiniere, aumentando la stretta sul corpo emaciato dell’amico, come se unicamente mediante il contatto fisico potesse infondergli un po’ di quella forza che tanto ostinatamente gli si negava.
< Rimani con me, Sam. Non te ne andare >, mormorò Frodo.
Come se ce ne fosse stato bisogno.
Sam mai e poi mai avrebbe lasciato il suo Padrone, il suo migliore amico, da solo, soprattutto in un momento come quello.
Il piccolo hobbit non rispose – non riusciva a parlare, talmente piangeva, ma in silenzio, per non preoccupare l’altro – e si stese accanto a Frodo sul morbido giaciglio, abbracciando il suo corpo scheletrico ancora più forte, con ancora maggior bisogno e necessità, come se unicamente con la sua vicinanza potesse impedire alla vita di abbandonarlo.
In quella posizione, Sam inspirò per l’ennesima volta il profumo delicato dei capelli di Frodo, che sapevano sempre di gioia, e di giovinezza, e di un tempo lontano, in cui l’unico pensiero era quello di rubare qualche ortaggio al Vecchio Tobia senza farsi scoprire.
Il respiro di Frodo era più rapido ed affannoso, ora.
Fuoriusciva dalle sue labbra secche in refoli veloci e rarefatti, che si disperdevano nell’aria insieme ai gemiti di puro dolore che Sam non riusciva più a soffocare, oramai.
< Sam >, mormorò di colpo Frodo, chiaramente, di nuovo presente a se stesso.
Fu l’ultima cosa che disse, poi giacque immobile, immobile e silenzioso.
Sam non lo lasciò andare.
Sam lo tenne ancora stretto a sé, come se stesse solo dormendo.
Sam sentì qualcosa spezzarsi dentro, all’altezza del cuore, irreversibilmente.
La notte avvolse i loro corpi abbracciati con la sua coperta di stelle.
 
Il giorno dopo, Sam e Frodo furono ritrovati così, stretti come due tasselli di un puzzle che, incastrati l’uno all’altro, davano origine allo spettacolo magico della loro amicizia senza confini.
Se ne erano andati insieme, perché neanche la morte aveva avuto la forza di separarli.
Se ne erano andati insieme, perché la morte era solo un’altra via.
Se ne erano andati insieme, perché quella via sconosciuta conduceva sicuramente ad un posto bellissimo, dove la loro eternità sarebbe trascorsa felice.
Sam e Frodo, giardiniere e padrone, gli eroi più famosi dell’intera Terra di Mezzo, erano finalmente partiti per una nuova, incredibile avventura.
 
   
 
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