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Autore: PathosPie    23/01/2016    0 recensioni
Un giovane ragazzo vive in un mondo dove la cultura non esiste. A un certo momento della sua vita, gli sarà offerta la possibilità di cambiare tutto. Ce la farà?
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Che ridente cittadina!" io commento
"Riesci a dire solo questo?" commenta Bob, mostrandosi un po' ansioso.
Lo conforto dandogli qualche pacca "Calmati, amico"
"Come faccio a calmarmi se penso che non possiamo tornare a casa"
"Come se m'importasse di tornare in quell'inferno: questo è il paradiso, il mondo a cui aspiravo: un mondo allegro e pieno di vita. Perché mai dovremmo tornare indietro?" La pergamena in mano s'illuminò di nuovo, questa volta riportando una scritta diversa:
"Noto che alla fine avete deciso di partire per l'avventura. Vi trovate nella vostra prima meta per il ripristino della cultura, l'Antica Grecia, andandovene a spasso nel tempo"
"Aaargh. Siamo tornati indieto nel tempo?"
"Rilassati. Agitarsi è inutile"
"Come ho già menzionato precedentemente, voi dovrete cercare il grande poeta Omero, creatore dell'Odissea, e portarlo a me, insieme agli altri autori detti prima. Tuttavia, Aγνός non vi lascerà via di scampo: vi perseguiterà con i suoi servi, affinché la vostra missione divenga un totale fallimento. Perciò, tenete gli occhi aperti. A tal proposito, con questa pergamena, ho attivato un incantesimo che vi permetterà di parlare le lingue degli autori. Che il fato vi assista."
"Beh, a questo, non possiamo di certo rimanercene con le mani in mano. Ci dobbiamo dirigere verso quella cittadina dell'Antica Grecia, ha detto il nostro caro Manzoni"
"Ehi, però riguardo quel demone Aγνός, come possiamo fare?" disse Uhm
"Ha ragione. E se poi ce la dobbiamo vedere con lui?" chiese Boo.
"Ragazzi, ci pensiamo al momento. L'unica cosa che possiamo fare, adesso, è dirigerci verso questa piccola città" e così facciamo. Nel frattempo, però, sentii un'atmosfera particolare: sentivo già il pericolo nella mia pellaccia: Aγνός, probabilmente, stava già tramando contro di noi, architettando qualche malvagio piano. Cerco di non pensarci e di andare avanti.
La cittadina sembrava particolarmente attiva e vivace: persone vestite in tunica compivano i loro soliti compiti, guardandoci in una maniera strana, probabilmente per i vestiti, ma ignorandoci del tutto; mercatini, persone che trasportavano equini di vario tipo, donne che, probabilmente andavano a fare la spesa, erano il complesso di questo scenario dall'aria vivace. A un certo punto, il mio sesto senso iniziò a pizzicare: un vecchio barbuto e cieco stava camminando insieme a una ragazzina, probabilmente la sua guida, o una sua parente. Poteva essere... Omero?
"Ragazzi, credo che abbiamo trovato il nostro uomo" esclamo
"Guarda che ci sono un sacco di persone. La possibilità che quello sia Omero è 1 su 1000" risponde Bob, scettico sul mio intuito; ci dirigiamo comunque a chiedere
"Mi scusi, è lei il signor Omero?" gli domando. Nessuna risposta dai due: apparivano scettici, come se non avessero capito.
"Lei capire nostra lingua" Bob prova a dire, sempre senza risultato.
La ragazza rispose "μη καταλαβαίνω γλώσσα σας" mentre il vecchietto disse, arrabbiato a morte "γλώσσα μου, κάθαρμα, Ξέρετε τη συζήτηση"
"E adesso che facciamo con questi" Bob chiede, schioccando involontariamente le dita. La giovane fanciulla rispose "Perché, cos'avete intenzione di fare con noi?" Non so come, ma finalmente riuscirono a capire la nostra lingua.
"Com'è possibile?" Uhm esclama scettico, mentre io presi le redini della situazione e dissi "Mi scusi, signore, ma lei non è il signor Omero?"
"Si, sono io, maleducati schifosi" dice Omero, risistemando il tono e parlando più garbatamente "desiderate?"
"Siamo in missione per conto di Apollo" dico, improvvisando. "Siamo qui per preservare il mondo futuro, insieme a lei, di un male imminente: la cultura morirà per mano di un demone malvagio, se lei non deciderà ad aiutarci" parlo io, in nome di tutto il gruppo.
"Per Ercole, non è possibile" Omero esclama "Dovessimo crepare, ma la cultura non venga toccata da nessuno"
"Esatto, signor Omero. Perciò, la prego di aiutarci in quest'impresa folle ma necessaria per il futuro"
"Volentieri, ma prima,vi prego, anzi vi esorto a fermarvi nella mia umile dimora" Ho letto che per il popolo di Omero l'ospitalità era fondamentale, quindi accettai senza indugio. Mentre ci stavamo incamminando, percepii emanazioni oscure: non riuscì a capirle correttamente, ma già riuscivo a percepire la loro grande aura di pericolo che emanavano. Comunque, essendoci finti messaggeri del dio della letteratura, Apollo, siamo riusciti a farci amici Omero e quella ragazzina.
"Permettete che vi presenti la mia piccola guida e bambina, si chiama Ευρπιζ" Ευρπιζ, questo nome è particolare: mi ricorda qualcosa di misterioso, qualcosa di singolare, qualcosa di bellissimo. Lo sento, vorrei tanto avere io quel nome, anziché Ki, un nome sicuramente senza significato. Nel frattempo, Omero, aiutato da Ευρπιζ, armeggiava in cucina per prepararci qualcosa che, dall'odore, sembrava invitante; il risultato, deliziosi spiedini di carne.
"Assaggiate, o messaggeri di Apollo, e spero che sia di vostro gradimento" i due sembravano in tensione, come se dal nostro giudizio dipendesse la fine del mondo, o chissà cosa. Assaggiamo; Omero era un grande scrittore, ma, se avesse voluto, sarebbe potuto divenire un grande cuoco.
"Complimenti, signor Omero" Bob commentò. "Una delizia. Ne desidererei ancora"
"Tutto per i messaggeri del mio dio protettore" e si rimette subito a cucinare. Nel frattempo, Bob si guardava attorno, interessato dai colori marroni e beige della piccola casetta ed io osservavo quella bella e giovane ragazza di nome Ευρπιζ, in continuazione, senza nemmeno un motivo ben valido: il suo nome mi affascinava molto, non mi aspettavo tutto quel fascino. E nel frattempo, Omero parlò con noi di quest'enorme crisi
"Quindi la letteratura è destinata a finire?"
"Eh già"
"Doppio Per Ercole, non può essere vero. Noi Ellenici, la cui vita è basata su questa cultura...Indicherebbe l'estinzione del genere umano, del nostro essere"
"Esattamente"
"La mia Odissea, la mia amata Odissea, tutti sforzi inutili, per promuovere il poema e tutte le sue bellezze"
"Come lei sostiene, il mondo futuro è in pericolo"
"Ma perché?" Omero inizia ad innervosirsi "Quale sciagurato avrebbe mai l'iniziativa di espandere l'ignoranza?" e sbatte la mano nel tavolo, facendo un gran rumore e quasi rompendo uno dei piatti in cui aveva servito lo spiedino.
"Il terribile demone Aγνός vorrebbe rendere tutto il mondo privo di cultura, in modo da dare spazio solo all'ignoranza"
"Ho sentito abbastanza" sentiamo una voce da fuori, ma inizialmente non riuscimmo a capire chi fosse. Poi, sentimmo una parte della porta sprangata da un uomo muscoloso e abbastanza alta, con addosso un'armatura che sembrava molto pesante. Omero, a stento, riuscì a parlare, mentre tutti noi altri stavamo zitti, spaventati dall'essere sconosciuto.
"O...Odi...sseo" Omero balbetta "com'è possibile?" ma non potè parlare d'altro, poiché venne colpito alla testa dal così chiamato Odisseo. Poi si rivolge a noi e impreca, arrabbiato
"I profanatori del nome del dio Apollo devono morire" e carica proprio nella mia direzione; se non fosse stata per la scarsa velocità che l'armatura gli procurava, mi avrebbe preso, e probabilmente avrei fatto la stessa fine degli utensili scontrati dall'invincibile Odisseo. Nel trambusto, ne approfittiamo per scappare, ma Ευρπιζ rimane bloccata, poiché era preoccupatissima per il suo tutore, nelle grinfie di Odisseo, che, dopo averla vista, grida:
"Vieni qui, maledetta bugiarda. Vieni a farti punire per come meriti" estraendo la spada, anch'essa molto pesante, riuscì a fare al massimo una piccola ferita sulla guancia di Ευρπιζ, ma per fortuna non riuscì a ferirla gravemente. E nel frattempo, ne approfittammo tutti per fuggire, tuttavia Odisseo sembrava non mollare la presa. A un certo punto Uhm si fermò per un attimo e mi disse:
"Voi correte, io nel frattempo lo distrarrò" rimango scosso: il mio grande amico voleva sacrificarsi per la squadra. L'unico che finora mi ha sempre capito nemmeno i miei genitori hanno potuto fino a tanto
"No Bob, non puoi farmi questo"
"Ma che cosa pensi? Pensavo di lanciare un sassolino, mentre voi correvate, per fargli cambiare direzione, poi venivo con voi"
"Ah" alzo le spalle "Ti avevo frainteso"
"SBRIGATEVI, VOI QUATTRO" e mentre noi corriamo, Bob attua il piano che ebbe in mente: nascosto in una roccia gigantesca, prende un mucchietto di ghiaia più piccolo, lanciandolo verso sinistra. Odisseo, urlante d'ira, si ferma e svolta nella direzione dove la ghiaia era stata lanciata.
"Vi troverò, frodi mascalzoni" erano le sue ultime parole che potemmo sentire, prima che si allontanasse. A quel punto, sicuri che Odisseo se ne fosse andato definitivamente, ci riuniamo, confusi per quello che finora era successo.
"Fantastico" esclama Bob "ora siamo inseguiti da un mostro di cui non abbiamo alcuna notizia. E perdipiù non abbiamo niente con cui affrontarlo"
"Calma" rispondo "Forse Ευρπιζ può saperne qualcosa di questo mostro" e la ragazza iniziò a parlare
"Da quello che ho capito, sarebbe il grande Odisseo, re di Itaca. Il mio mentore, Omero, avrebbe raccontato la sua storia riguardante il ritorno alla sua patria, dove i Proci, suoi nemici guidati da Antinoo, avrebbero tentato di spodestarlo dal trono, sposando sua moglie"
"Brava, Ευρπιζ, vedo che ti sei informata bene" una voce, soddisfatta, rimbomba. Chi poteva essere? Il dio Apollo? Qualche altro dio. Oppure...
"Aγνός" esclamo. Il terribile demone era arrivato, portatore di ignoranza e degli altri mali. Lui risponde, compiaciuto
"Ebbene, si, sono io. Piacere di conoscervi"
"Al tuo piacere di conoscenza ci sputo. Fatti vedere"
"Oh" continua, giocondo"come potrei farmi mai vedere? Non siamo neanche diventati conoscenti e già volete vedere la mia faccia. Sono timidissimo"
"Non me ne importa niente. La tua faccia la voglio vedere e ORA" Uhm, esclamò, arrabbiatissimo (con conseguente ribrezzo di Boo per la parolaccia usata da Uhm)
"Oh, tu devi essere Bob. Mi sa che dovresti cercare un senso dell'umorismo. Perché sembra che tu non l'abbia più ritrovato"
"Hai rotto, Aγνός. Mostrati e non fare tante storie"
"Oh, mamma, come siete noiosi, e va bene, come vuoi" il cielo viene coperto da una nebbia scura che era fuoriuscita sotto i miei piedi. Mi tappo il naso, perché non volevo inalare quella puzzolente e tossica nube. Infatti, avevo inalato un po' di quella nube nel mio naso, facendomi sentire male. Pensavo che avrei dovuto lottare con un demone proveniente dall'Antinferno e inizio a pentirmi amaramente della mia sfrontatezza. Tuttavia... la nube iniziò semplicemente a volteggiare in aria, senza che accadesse niente.
"Be', allora, dov'è il tuo corpo?" gli chiedo
"Mi hai semplicemente chiesto di comparire davanti a me, non di prendere forma" per fortuna, in fondo ne ero felice "comunque, volete sapere che fine ha fatto Omero?" spalancai le orecchie meglio per capire cosa intendeva "Non vi preoccupate, è sotto la mia tutela: ho semplicemente dato vita ad Odisseo, protagonista dell'Odissea, convincendolo che eravate profanatori di Apollo, per rapire Omero"
"Ridaccelo indietro" Ευρπιζ grida, preoccupata come se fosse sua figlia
"Piano, piccola Ευρπιζ, prima dovete dimostrarmi che sapete accudirlo bene. E lo capirò se riuscirete a superare quest'indovinello:
Mi trovo non lontano

Tuttavia mano nella mano

Capite cosa e dove sono:

Qual è il trono

Della potente mamma

Della mente manna.

Non è necessario farmi i complimenti; so già di essere un grande poeta". Comunque, avete tempo fino al tramonto. Altrimenti, dovrete cercarvi un altro presunto figlio" ma prima di andarsene, rimbomba un'altra voce "Dovrei ridere, ma, ho finito la voce. Ecco da bravi, ora andate a salvare il vostro amichetto" e la nube scompare, ridando spazio al sole cocente . Non prima di lasciare un nauseante odore di zolfo.
"Mi trovo più o meno lontano
Tuttavia mano nella mano

Capite cosa e dove sono:

Qual è il trono

Della potente mamma

Della mente manna"

"Come hai fatto, Ki?"
"Memoria cerebrale: allenata alla perfezione grazie alla lettura"
"Piuttosto, immagino che avrai già trovato il significato di questa cosa, vero?"
"Non proprio" dico io:
Capite cosa e dove sono

Qual è il trono

Della potente mamma

Della mente manna

Sono sicuro che si riferisca alla letteratura, l'unica manna, ossia, il cibo della mente. Inoltre, da quello che ho capito, questo Apollo ne sarebbe la divinità.
...Ah" esclamo "Ho capito, dobbiamo andare nel posto in cui si onora Apollo. Così salveremo Omero"
"Quindi, nel tempio di Apollo"
"Frena, frena" interviene Bob "così è troppo facile. Non credo che Aγνός sia tanto stupido da aver collocato Omero così vicino"
"Ma non abbiamo molta scelta. Inoltre, il sole è già bello alto. Sarà meglio dirigerci"
"Uff... e va bene. Proseguiamo"
Ευρπιζ mostra tutta la sua gratitudine "Sentite, grazie per tutto quello che state facendo per Omero e me"
Io arrossisco e dico, galantemente "Tutto per una bella ragazza come te"
Uhm si arrabbiò "Piantala con le smancerie e sbrighiamoci"
Ci dirigiamo di nuovo verso la città di Atene, dove cerchiamo informazioni riguardo il luogo.
"Mi scusi, il tempio del Dio Apollo?"
"Scusi sa dov'è il tempio del Dio Apollo?"
"Quanto dista da qui il tempio di Apollo?"
"A Delfi, molto distante; ci vuole più o meno mezza giornata" decidiamo di farci accompagnare da un nocchiere, pagando con i soldi di Ευρπιζ. Nel frattempo che il tempo passava nella carrozza, parliamo , per distrarre la mente dalla missioneanche per capirci meglio gli uni gli altri: in realtà, questa era una mia intenzione, stavamo tutti zitti, tutti in quel silenzio terribile e angosciante. Così fui il primo a lanciare la palla
"Allora, Ευρπιζ" inizio a parlare "da quando Omero ha avuto la passione della scrittura"
"Da sempre" Ευρπιζ coglie la palla al volo "Ma purtroppo, a causa della sua presunta cecità, era destinato ad essere isolato dal mondo della letteratura. Tuttavia, non andò così, per fortuna"
"Cosa lo ha salvato da questo destino tanto crudele?"
"L'ho introdotto io, aiutandolo a leggere passi di autori precedenti. Omero, così, sarebbe passato dal suo periodo di profonda depressione, grazie a questo piccolo aiuto di cui sono fiero" chi l'avrebbe mai detto, grazie a questa ragazza, ho potuto gustare quest'opera di nome Odissea.
"Grazie, Ευρπιζ"
"Di che?" chiede confusa
"Di avere permesso ad Omero di dare vita ad un'opera che nessuno si sognerebbe mai di scrivere: insomma, di avere dato vita a una cosa che dal punto di vista umanitario insegna moltissimo" Il tempo passa veramente veloce quando si sta bene, perché siamo già davanti al maestoso tempo. Entriamo, accolti da un'atmosfera inquietante. Non c'è nessuno. Alzo la voce:
"Aγνός, fatti vedere, siamo venuti qui per..." il demone rispose giusto in tempo, ripresentandosi sotto forma di gas velenoso
"Se dite che siete qui per sconfiggermi, dovreste fare corso di recitazione, perché siete bravissimi. No, sul serio, dovreste trovare una battuta migliore"
"Allora, Aγνός, è questo il posto" Ευρπιζ domanda
"Din-No. Mi spiace, ragazzi, ma...il posto non è questo" e scoppia in una fragorosa risata, prendendoci in giro come babbei. Mi sento uno straccio, che dopo aver pulito per bene, viene buttato via come niente, dopo lo schifoso lavoro che ha fatto per il suo padrone: uno schifo totale. Anche gli altri sembravano a terra, anzi, sottoterra. Dopo la fragorosa risata, Aγνός riprende a parlare; sembrava che ci volesse umiliare un'altra volta, invece...
"Ragazzi, perché quelle facce depresse. Andiamo, io non ho mai detto che non vi porterei comunque da Omero per salvarlo"
"!" questo tipo era pieno di sorprese: ci offriva, nonostante il fallimento...di andare da Omero a salvarlo. Poteva essere...
"E' una trappola" esclama Bob
"Ma non mi dire"
"Andiamo, bambini" Aγνός sogghigna"perché mai dovrebbe essere una trappola?"
"Però è l'unico modo per salvare Omero" Ευρπιζ sussurra con la voce, quasi in lacrime, poi triste e supplicante "ti prego, fatti aiutare"non avevamo molta scelta, per la buon riuscita della missione
"Aγνός" dissi io "va bene portaci da Omero. Ora"
"Traditore. Non erano questi i patti"
"Oh, cos'è quest'irriconoscenza? Vi ho portati a destinazione, non era quello che volevate. Almeno dite grazie"
"Manco morto" Bob disse, agitando le braccia, totalmente bloccato: siamo legati come salami.
Lo sapevo, Bob aveva ragione, e abbiamo corso il rischio: Aγνός ci aveva portati a destinazione, per ingannarci nel tempio di Atena, dea della sapienza, superiore alla letteratura e a dimostrazione che il tempio di Apollo era il luogo sbagliato; inoltre, il demone ha rivelato la sua forma umana: un vecchio signore molto alto, con uno sguardo senza anima, una barba che arrivava fino ai piedi e una veste fiammeggiante. Nonostante la sua veste, manteneva comunque la sua attitudine giocosa.
Ευρπιζ era legata a un palo a parte, accanto al quale c'era Odisseo che ci faceva la guardia, mentre in un altro palo, al centro, c'era Omero, pronto per essere trucidato, in modo per far fallire la nostra missione per salvare la letteratura. La povera ragazza stava lacrimando, non poteva sopportare di vedere Omero in quella condizioni. E io devo vedere il successo della nostra missione proprio davanti i nostri occhi.
"Scusate signori, ma ora ho da rubare la vostra speranza di mandare a successo la nostra missione" materializza un'ascia da forestiero nella sua mano, e, col suo passo lento, si dirige verso Omero, in modo da farlo a pezzettini; probabilmente, andava lento sia per farci soffrire di più nell'attesa del misfatto, sia per godere di ciò che stava per compiere. Ma lo stupido mi diede anche il tempo di architettare una grossa idea.
"Ehi, Odisseo, ho sentito che tua moglie se l'è fatta con uno dei Proci" Odisseo, provocato, si dirige verso di noi con fare poco allegro e umano, prendendo la spada, e avvicinandosi verso di me con fare minaccioso, la alza: sembrava così appuntita da tagliare persino questo durissimo filo
"Ripetilo, se hai il coraggio" speriamo che il mio piano vada a buon fine
"Cagna! Cagna!" un po' di sangue a costo della libertà e una bella testata nel torso di Odisseo, tremolante per qualche secondo. Aγνός, incredulo, inizia a seguirci, brandendo l'ascia come un ossesso: se era quella la forma umana, allora se ne doveva trovare una decisamente migliore, perché il suo corpo non funzionava affatto. Ma notiamo che iniziò ad evocare lampi e tuoni sparsi per il tempio, in modo da abbrustolirci. Mi ricredo: sarebbe stato lento, ma la magia la sapeva usare benissimo. Così fuggiamo e ci dividiamo, in modo da confonderlo per bene, anche se scoprimmo che fu inutile, dato che lanciava più tuoni per ogni bersaglio.
Mi venne un'altra idea: decisi di sfruttare i fulmini per liberare Omero e Ευρπιζ. Gridai ad Bob:
"Bob, avvicinati ad Omero"
"Perché mai?"
"Fallo e basta" detto, fatto. Aγνός, però, non era stupido.
"Se pensate che i fulmini bruceranno le corde, vi sbagliate di grosso"
Tuttavia, non aveva pensato la tecnica giusta
"E chi ha detto che volevo bruciare le corde?" i fulmini colpiscono a terra, ma ci scansiamo. Omero ed Ευρπιζ, spaventati, spinsero con tanta forza che le corde si sciolsero
"Avevo notato che le corde non erano né molto resistenti, né legate molto bene, così, pensando che loro due, spaventati, si sarebbero spinti con tutte le forze , si sarebbero liberati"
"Maledetto" si rivolge ad Odisseo "Odisseo, valli a prendere" scappiamo via dal tempio, con i due che ci perseguitavano con tuoni e colpi di spade. A un certo punto, la pergamena che portavo sempre con me s'illumina e ci teletrasportò via, stanchi per com'eravamo. Quello che io chiamo colpo di fortuna.

   
 
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