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Autore: Mirajade_    24/01/2016    2 recensioni
[Sub-zero/Kitana]
"Stringendosi in quell'abbraccio caldo che di caldo non aveva nulla"
La One-shot si svolge dopo gli avvenimenti di Mortal Kombat X.
Il finale è in parte modificato.
Potreste trovare i personaggi leggermente OOC.
Detto questo spero la storia vi piaccia, dedicata a tutti coloro a cui piace questa coppia ^-^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Comets'
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E come se sono stata svegliata
Tutte le regole che avevo tu le stai rompendo
E il rischio che sto prendendo
Non ti taglierei mai fuori

 
Sola.
Confusa.
Non sapeva dove andare.
Fredda.
L’Outworld ora le sembrava un luogo così estraneo e lontano da mandargli mille brividi, come aghi, sotto la pelle olivastra. Era così diverso da dove aveva trascorso la sua vita accanto alla madre, dove la chiamano con il nominativo di principessa e dove l’estate sembrava non svanire mai seppure le giornate fredde non mancavano.
Si strinse di più all’interno del mantello pesante che portava sulle spalle mentre il freddo delle montagne le penetrava le ossa, irrigidendo le dita fino a farle sanguinare, chiuse intorno ai ventagli per ogni evenienza.
Ripensò alla sua morte, a Quan-chi, lo stregone che l’aveva resa schiava senza dignità insieme ad altri valorosi guerrieri, Kung Lao, Smoke, Liu Khang. Quello stesso guerriero che nonostante il controllo mentale inflitto dallo stregone conservava un’anima piena di rancore, odio e brutalità, qualità scagliate nel Netherrealm sui suoi compagni… su di lei.
Ripensò a quando la sua mente sembrò liberarsi da quel controllo soffocante, come se fosse restata in apnea per anni e anni senza mai morire… rivedere Sonya Blade, Raiden, Johnny Cage le aveva fatto scattare qualcosa dentro, una montagna di ricordi che fluivano a galla e che avevano spezzato quella catena mentale che la teneva legata a Quan-chi, indebolitosi dopo gli scontri con l’F.S.
Ripensò alle poche guerre vissute ma che le lasciavano sempre un’impronta sanguigna e velenosa nella sua mente, ai ninja che valorosi com’erano spesso non si facevano scrupoli a togliere la vita umana, agli Shirai Ryu e ai Lin Kuei, quei criomanti corrotti in passato ma rinati sotto una luce nuova e pura.
Purità che aveva imparato a non vedere più nelle persone adesso non vedeva nulla se non la malignità in tutto e tutti, poche persone erano salvi da quei pensieri così cupi: la sua amica fidata ormai morta Jade, Sonya Blade che racchiudeva in se lo spirito di una guerriera pronta a salvare l’Etherreal da qualunque altro reame e…
-Chi siete?- davanti ad un enorme cancello coperto di brina sostava un ninja, un Lin-kuei nel classico abito nero e blu. Il cancello dava su un enorme tempio coperto da uno strato spesso di neve.
-Sono la principessa di Edenia, Kitana- disse con un tono acido e cattivo, sputando quelle parole al solo pensiero di presentarsi ancora come “principessa”-Voglio parlare con il vostro Gran Maestro-
-Non dite sciocchezze- la derise sotto la maschera il ninja – La figlia adottiva di Shao Khan è morta- fece per afferrare la katana alle proprie spalle –State alla larga-
Kitana ebbe giusto il tempo di puntare un ventaglio all’altezza della gola del Lin-kuei –Imparerai il rispetto- sibilò sotto il triangolo di stoffa che le copriva le labbra.
-Cosa succede qui?- un altro ninja si presentò dinanzi alla figura tesa di Kitana che chiuse con uno scatto il ventaglio sulla gola del ninja, rischiando di tagliarlo.
-Dice di essere la principessa di Edenia, signore. Vuole vedere il Granmaestro- il Link-kuei appena arrivato si vedeva essere di un rango superiore rispetto agl’altri e si soffermò a guardarla a lungo, come per memorizzare la figura bella e sensuale della principessa per accostarla a qualche ricordo, guardando poi più attentamente i ventagli alle mani. Annuì.
-Lasciala passare e accompagnala da chi desidera- ordinò
-Sissignore-
Il ninja la lasciò passare con uno sguardo di puro odio ordinando solamente con quello di seguirlo.
All’interno di quell’enorme tempio mille e più fiaccole illuminavano il posto facendo risaltare il colore giallo caramello delle pareti e il legno scuro che s’intravedeva.
Le ricordava molto la sua vecchia dimora, quella dove aveva vissuto sotto le regole ferree di Shao Khan.
Seguendo il ninja, salì una serie di scale arrivando dinanzi ad un trono completamente ricavato dal ghiaccio ma vuoto.
-Aspettate qui- disse cupo il Lin-kuei scendendo le scale e Kitana ne approfittò per togliersi il mantello pesante sebbene sentisse un freddo leggero e ammirare quella stanza.
Dietro il trono un enorme simbolo, forse ricavato dalla pietra, raffigurava il simbolo del clan, finestre ghiacciate spuntavano tra disegni neri e s’immagino come sarebbero state belle alla luce del sole di mezzogiorno o al tramonto, con il ghiaccio che creava magnifici giochi di luce.
Si chiese perché si trovava lì ad elemosinare aiuto, al posto di aiutare il proprio regno o servire, come una principessa farebbe, l’Imperatore…  ma no, mai, non si sarebbe più prostrata a un altro Khan, si disse mentre accarezzava il ghiaccio del trono.
-Kitana- sentì quasi in un sussurro.
Tremò impercettibilmente, calandosi la mascherina dalle labbra.
-Sub-zero- si voltò, ispirando ed espirando lasciando trasparire la stanchezza che gli causavano i precedenti pensieri.
Ammirò, poi, quasi meravigliata la figura di Sub-zero ricordandolo più giovane e meno maturo di come sembrava in quel momento, con la cicatrice rosso sangue che gli percorreva l’occhio destro, il corpo tonico e robusto, la barba cresciuta e gli occhi di ghiaccio… nulla di imperfetto.
-Sono contento di vederti dopo quello che è successo con Quan-chi- disse con un tono cupo. Non era bello ricordare di essere stato un Revenant.         Le sue braccia erano coperte da uno strato sottile di ghiaccio, delineandone con precisione i muscoli tonici.
-Mi scuso per la mia irruenza nell’essere venuta- iniziò l’ex principessa -ma…- sospirò –Ho bisogno di aiuto- fissò il pavimento, pensando a quanto gli costavano quelle parole: lei, una guerriera, una vera imperatrice che si ritrovava sola, in pericolo, senza più nessuno che la ricordi viva.
Il criomante stette in silenzio, le braccia incrociate al petto aspettando che la donna dinanzi a lui continuasse –Non so dove andare- disse quest’ultima –L’Outworld è in mano a Kotal Khan e c’è ancora qualcuno che mi vuole vedere morta: Mileena, i suoi seguaci e chissà forse lo stesso imperatore inoltre i Revenant mi danno la caccia perché sono stata l’unica a sfuggire al controllo di Quan-chi-  si strinse l ebraccia come infondersi calore –Non so come sono finita qui, nell’Earthrrealm, e pensavo potessi darmi una mano-
La combattente in quel momento non era mai sembrata così indifesa ma allo stesso tempo bella nella sua agonia.
-Puoi restare quanto vuoi- decretò infine Sub-Zero – Rimani una guerriera formidabile- si avvicinò
-Sono morta-
-Credevi ancora che ci fosse una speranza per tua madre- un dito freddo percorse la guancia di Kitana –Non puoi fartene una colpa-
Gli occhi nerastri di lei erano immersi in ogni gesto del Lin-kuei.
“Come la loro prima volta”
Kitana voltò lo sguardo, fissandosi su una delle finestre ghiacciate ai lati della stanza – Sub zero, no. Non ancora- il criomante nel frattempo sembrava non volersi fermare, continuando ad accarezzarla come per trovare la certezza che lei fosse veramente davanti a lui.
-Essere stata une Revenant ti ha reso più forte- disse – Ma più fragile infondo- Kitana strinse i pugni fino a conficcare le unghia nel palmo –Vorrei poter evitare che ti sgretolassi-
-Non puoi- disse acida l’ex principessa –Nessuno può impedirlo e nessuno può permetterlo. Io sono un’assassina-
-Essere un’assassina non significa aver perso la propria umanità, Kitana- notando che la guerriera non aveva intenzione di guardarlo in volto, avvolse un braccio intorno alla vita di quest’ultima avvicinandola al proprio corpo freddo.
Kitana spiazzata da quel gesto fu tentata di prendere in mano i ventagli e intimare al ninja di non toccarla ma infondo sapeva che non gli avrebbe mai fatto del male.
Lo conosceva, sapeva che aveva combattuto per il bene del clan e del Regno della Terra, era saggio e consapevole, forte e rigido… capacità che mancavano a uno spirito come quello di Liu Khang ecco perché del tradimento di quest’ultimo. A lui non dispiaceva essere sotto il controllo dello stregone, viveva per il potere e per la vendetta.
-Lasciami- ordinò sebbene avesse voluto lasciarsi andare, magari piangere per essersi trattenuta per troppo tempo tante lacrime. Quelle che non aveva versato per la morte di sua madre, quelle per averla poi rivista come un mostro, quelle per aver scoperto che suo padre in realtà era morto e che Shao Khan non aveva mai provato un minimo di affetto nonostante la sua lealtà, creando anzi un mostro simile a lei e ordinando poi la sua esecuzione. Lacrime per aver visto tutto il suo regno scivolarle di mano come la vita delle persone più care a lei, lacrime per aver perso Jade.
-Decido io cosa fare qui principessa-
Kitana lo guardò furiosa, infondo, però era felice che gli avesse risposto in quel modo –Non voglio conservane altre- disse poi – Lacrime-
E Sub- zero capì, capì nell’attimo in cui la baciò agganciando le labbra fredde a quelle tiepide di lei, prima titubante poi sempre più rilassata stringendosi in quell’abbraccio caldo che di caldo non aveva nulla. Lasciando spazio alla voracità, lasciando che il suo corpo giocasse con quello del criomante, avvolgendo le braccia minute ma muscolose intorno al collo di quest’ultimo, facendo scivolare le mani sulla schiena solida, impegnandosi ad approfondire quel bacio quando la lingua del ninja prese possesso della sua bocca.
Si separarono ansimanti, Kitana con un leggero rossore che le colorava la pelle olivastra.
-T’impedirò di sgretolarti, principessa- lo sguardo deciso e il corpo che iniziava a diffondere un leggero, quasi impercettibile, calore –E resterai qui- sogghignò benevolo.
-Osi darmi ordini, Kuai Liang?- alzò un sopracciglio Kitana carezzando la nuca dell’amante.
Sub-zero sorrise leggermente avvicinandosi al volto della donna per rubarle un altro bacio ma un ventaglio si parò davanti alle labbra tanto bramate.
-Le labbra di una principessa si ottengono con la fatica, Granmaestro- 


 
You’re everything I need and more
It’s written all over your face
Baby I can feel your halo
Pray it won’t fade away
I can feel your HALO.
 
 

Little Wonderland
Buonsalve a tutti ^-^
Sono Mira e spero che vi piaccia questa mia One-Shot su una delle mie coppie più apprezzate di Mortal Kombat.
Iniziò col chiedere scusa se troverete qualche errore e che se non vi piace il genere scelto, cioè quello romantico, di stare alla larga della storia evitando di fare commenti inutili su, ripeto, il genere.
Il testo mi è venuto in mente ascoltando Halo di Beyoncè, ecco il perchè del titolo. Se volete ascoltare la canzone potete cliccare su quest'ultimo.
Detto questo mi dileguo.
Adieu ^-^

 
 
 
   
 
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