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Autore: FairySweet    24/01/2016    2 recensioni
Non sei mai stato bravo a raccontare bugie. Non l'hai mai fatto, non a te stesso per lo meno, come puoi pensare di ingannarti così? Dimenticare i suoi occhi, il suo sorriso, dimenticare il battito accelerato che ti sconvolgeva il petto ogni volta che l'avevi vicino.
Eppure ci hai provato, hai cambiato vita per lei, per te stesso, per la tua famiglia ma era bastata una telefonata, era bastato il suo nome per convincerti a scappare via di nuovo ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elliot Stabler, Olivia Benson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Come sta?” “Non parla, non si muove, respira appena capitano” Cragen sospirò passandosi una mano in volto “Le ferite sulle braccia e sulle gambe sono ...” “Si è difesa signore” “Allora sulla faccia di quel figlio di puttana devono esserci ancora i segni” Elliot sollevò lo sguardo incontrando gli occhi del suo capitano “Continuare a rincorrerlo per avvocati e trappole non ha senso. Munch e Finn sono andati a prenderlo e lo porteranno qui e tu ...” si fermò a pochi passi da lui cercando i suoi occhi “ ... tu gli tirerai fuori la verità” “Lo ammazzerò signore” “Non lo farai perché resterai calmo e lo guarderai negli occhi. Fingerai di seguire i suoi folli discorsi e fingerai che le sue parole non ti diano fastidio” lo strinse per le spalle bloccando qualche secondo la rabbia “Non funzionerà capo, continuo a vedere i suoi occhi, la vedo mentre mi chiede aiuto e non posso … non posso aiutarla a stare meglio!” lo sentiva tremare, trattenere a forza una voglia feroce che ora non potevano permettersi di liberare.
“Lo porteranno qui tra dieci minuti al massimo. Ho bisogno che tu sia lucido Elliot perché se non sei in grado di entrare in quella stanza qui non mi servi” “Si signore” “Te lo chiedo una volta sola, sei in grado di sostenere questo interrogatorio?” “Si signore” Cragen sorrise annuendo leggermente “D'accordo allora, preparati” fece un bel respiro e senza aggiungere una parola uscì dalla stanza.
Si sentiva strano, come se qualcuno gli avesse risucchiato dal corpo tutta la forza, sfilò dalla tasca il cellulare aspettando nel silenzio la voce del medico “Elliot?” “Come sta?” “Come un'ora fa, quando l'hai lasciata a riposare” “Ha parlato?” “No ancora no ma è migliorata, riesce a respirare da sola ormai” “Puoi passarmela?” lo sentì sospirare poi quella voce leggera “Elliot vuole parlarti, che ne dici? Ti va?” ma arrivò solo silenzio e nulla di più “Parla pure, ti sta ascoltando” “Ehi Liv, voglio solo farti sapere che non mi sono fermato, che sto per interrogare quel figlio di puttana che ti ha fatto del male. Mi hai sentito Liv? Non mi fermo” “Elliot, è in sala due” staccò leggermente il cellulare dal volto posandolo sul petto “Con i suoi avvocati?” “No, è talmente arrogante da scegliere di poterci accontentare, tranquillo, credo sia una trappola” esclamò Fin buttando la giacca sulla scrivania lì accanto “D'accordo, arrivo subito” “Sei a telefono con lei?” annuì appena sospirando “Me la saluti?” “Certo” “Ti aspetto di là” seguì il collega con lo sguardo fino a quella porta chiusa che delimitava il mondo sicuro delle certezze.
“Ora devo andare, vengo a trovarti più tardi d'accordo?” “Non ti ascolta più detective” “Kathy è lì?” “Si, l'ho mandata a mangiare qualcosa” “Passo più tardi, trattamela bene dottore” chiuse il cellulare, sentiva il cuore battere all'impazzata nel petto ma non poteva e non doveva perdere il controllo.


“Come mai sono stato convocato come un comune ladruncolo?” Munch sorrise sfogliando la cartella aperta sul tavolo “Cosa facciamo detective? Il gioco del silenzio?” la porta si aprì costringendolo a sollevare lo sguardo “Chiedo scusa, non volevo sembrare sgarbato” esclamò gelido Elliot avvicinandosi al tavolo “Bentornato signor Colman” “Le sono mancato?” l'uomo sorrise appoggiandosi tranquillo allo schienale della sedia.
Era tutto sommato come lo ricordava, belloccio, alto e dalle spalle larghe, aveva i capelli di un bel castano chiaro e gli occhi verdi come il mare, il tipico bel fusto che tutte vorrebbero avere “Bel taglio, è per caso caduto dalle scale?” “Questo?” ribatté l'altro sfiorandosi la guancia “Solo un piccolissimo contrattempo” “Lo stesso che ti ha riempito la faccia di lividi?” gli occhi dell'uomo si piegarono in un sorriso carico di sfida “Avete un buon motivo per trattermi qui?” “Un miliardo di buoni motivi perché lei è accusato di violenza, stupro, spaccio di droga, induzione alla prostituzione, rapimento, devo continuare?” “Avete delle prove?” “La conosci?” domandò gelido Elliot sollevando una fotografia “No, ma devo ammettere che è proprio un angelo detective. È possibile per caso incontrarla?” Munch bloccò sul nascere quella sfida attirando l'attenzione dell'uomo su di sé,
“Parliamo del suo giro di prostituzione signor Colman” “Sono un uomo ricco, solo questo basta a rendermi un bersaglio” “Povero piccolo cittadino indifeso” “Potreste mai crederlo?” domandò ironico piantando gli occhi sul volto di Elliot “Uno come lei, con una carriera così importante alle spalle teme davvero attacchi così sciocchi e privi di fondamento?” “A volte capita caro detective. Mi diletto nella vita e vengo accusato ingiustamente” “Da uno dei suoi fiori?” per qualche secondo sul volto di Colman passò un'ombra strana, qualcosa che assomigliava all'esitazione ma che scomparve alla stessa velocità con cui era apparsa “Eh già, perché vede, abbiamo nome e cognome di tutti i suoi fiori preziosi a cui è tanto affezionato” esclamò Elliot posando entrambe le mani sulla scrivania “Compreso il suo raro carico di meraviglie dalla Russia. Conosciamo vita morte e miracoli dei tuoi affari Colman perché quell'angelo che hai massacrato di botte è un detective di polizia. Pensavi davvero di essere così furbo?” “E voi?” domandò ironico piantando gli occhi sul volto dell'agente “Siete davvero così furbi? Perché per come la vedo io, quella bambolina nella foto è stata aggredita, non riuscite a collegarmi al luogo dell'aggressione e lei non ha alcuna voglia di tornare a parlare” scoppiò a ridere divertito dall'espressione confusa sul volto dei detective “Sorpresa! Credete davvero di potermi nascondere le cose? Non ci sono testimoni, non attendibili almeno perché quella ragazza e il suo buttafuori non parleranno ancora per molto tempo. Avete le registrazioni audio di una ragazza che ballava per me, registrazioni ottenute con sotterfugi. Avete video e foto eppure, non riuscite a mettermi al fresco nemmeno questa volta” “Fosse l'ultima cosa che faccio nella vita Colman, ti giuro che troverò il modo di sbatterti dentro, non importa quanto ci vorrà, fino a quando avrò la forza di respirare tu diventerai la mia unica ragione di vita” “Vediamo ...” iniziò l'altro ridacchiando “ … cosa c'è di sbagliato in questo quadretto? Due detective, un povero cittadino vessato dalle istituzioni. Dove ho già visto questa scena?” “Ti farò a pezzi” esclamò Elliot “Ti farò a pezzi come tu hai fatto con lei e non mi fermerò fino a quando non ti sentirò implorare pietà” “Detective, per caso lei è sposato con quest'angelo?” “Non stiamo parlando di me” “Quindi è decisamente un no. Siete fidanzati?” “Parliamo dei suoi otto angeli custodi. Lei sa che ne abbiamo già spediti sei in prigione” ma Colman sorrise divertito da quel gioco “E siete certi che siano ancora tutti vivi?” Elliot trasalì voltandosi verso Munch “Non siete sposati, non siete fidanzati. Per caso siete amanti?” trattenne il respiro nascondendo la voglia folle di prendere a pugni quell'uomo arrogante. L'avrebbe fatto, se non ci fosse stato Munch o le telecamere probabilmente avrebbe iniziato a picchiarlo e non si sarebbe fermato fino a quando il sangue di quel porco non avesse riempito la sala degli interrogatori.
“Per assurdo che sia ...” iniziò Colman accavallando le gambe “ … ammettiamo pure che io conosca quella ragazza, ammettiamo ipoteticamente che fossi a conoscenza del fatto che è un agente di polizia. Tu che la difendi così tanto, cosa proveresti se ora io ti dicessi che a letto non è niente male?” scattò in avanti bloccato solo dalle mani del collega “Non ascoltarlo Elliot, non ci servi arrabbiato” “Eh si detective, è proprio una bella puledrina, ipoteticamente parlando ovviamente. E sono abbastanza sicuro che sappia giocare davvero molto bene sotto le lenzuola” “Lasciami andare” “Mi hai preso per un'idiota?” sbottò Munch bloccandolo contro al muro, Fin entrò nella stanza picchiando con forza i pugni sul tavolo “D'accordo, vuoi giocare? Perché non mi spieghi come hai fatto ad assomigliare ad un quadro di Picasso!” “Il mio cliente pratica la boxe regolarmente detective. Abbiamo finito con le domande stupide?” si voltarono verso l'entrata incontrando il volto rilassato dell'avvocato Malton “Che piacere rivederla detective Stabler. Sono davvero dispiaciuto per quanto accaduto alla sua collega” “Basta così” sbottò Cragen “Avvocato questo non è un gioco” “Oh lo so bene, ecco perché il mio cliente ha richiesto la mia presenza” il cellulare di Munch suonò all'improvviso costringendolo ad abbandonare la sala per qualche minuto “Ii mio cliente è in arresto?” “No, ma ha l'obbligo di non lasciare New York per nessun motivo. Il suo passaporto verrà ritirato” “Non ho in programma viaggi” ribatté Colman “Ho decisamente bisogno di riposare sa, la boxe stanca” le mani di Elliot si mossero da sole.
Lo afferrò per la camicia inchiodandolo contro al muro “Puoi fare lo stronzo finché vuoi ma per tua sfortuna sono legato a quella ragazza, molto legato a lei e giuro su Dio che ti sbatterò dentro, fosse l'ultima cosa che faccio!” “Andiamo! Vieni via!” sbottò Cragen separandoli “Signore, la invito ad andarsene” “Andiamo Super uomo” mormorò l'avvocato, Colman lasciò la stanza abbandonando nel vuoto tre uomini confusi.




 
  
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