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Autore: VioletTurner    25/01/2016    0 recensioni
Richard Reeves è un attore. Diventerà amico di David Giles, attore anche lui.
Entrambi si innamoreranno di due donne speciali...ed il bello della storia è proprio lì
Le due storie d'amore avranno percorsi separati seppure uniti a legami d'amicizia profondi e duraturi...
Le due coppie avranno problemi che risolveranno insieme amandosi e sostenendosi.
Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano
(P. Coelho)
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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(Avviso: Ogni capitolo è un POV)

 

RICHARD

 
Quel giorno si doveva girare una scena complicata. Non tanto per Richard ormai appassionato di quello sport da anni: il surf. Un’aria calda soffiava sulla spiaggia australiana; macchine da presa e tecnici pronti a riprendere quelle sequenze. Il ragazzo che doveva esserne il protagonista indiscusso era pronto, più che pronto diremmo, estasiato.

Si poteva dire che aveva prima imparato a surfare, e poi a camminare.
Sua madre Laura assisteva alla preparazione del figlio, attore appena ventenne, che stava indossando la muta, aiutato da chi si occupava dei costumi di scena.
Di battute non ne aveva da memorizzare, e l’oceano sembrava piuttosto “allegro”.
Il regista dell’episodio si avvicinò a Richard e gli dette una pacca amichevole sulla spalla “Le onde sono tue oggi, sorprendici” poi aggiunse “Pronto?”
Il ragazzo annuì sorridendo poi rivolse lo sguardo verso l’immensa distesa d’acqua. Una piccola brezza si fece strada nel calore di quell’ atmosfera e gli scompigliò i corti capelli castani; gli occhi marroni si illuminarono dei raggi del sole pomeridiano diventando quasi ambrati.
[ https://www.youtube.com/watch?v=ALUmFYjmO2U ]
Si avvicinò alla riva sempre guardando quell’acqua limpida e sentì con il piede la temperatura dell’acqua, tanto per abituarsi man mano che avanzava. Era un brodo, tiepido.
Il clima era perfetto e Richard si stupì di tutto ciò.
Una bellissima giornata dopo una settimana di pioggia.
Scelse quindi il punto dove arrivavano le onde più alte e più adatte mentre tutti gli addetti alle cineprese erano predisposti per registrare sul nastro da dare subito dopo al montaggio.
“Avanti avanti…” sussurrò Richard come se volesse invocare le onde.
La sua richiesta venne esaudita poiché ne stava arrivando una davvero stupenda. Il ventenne seguì le regole del suo maestro di surf e balzando in posizione sulla tavola cominciò a cavalcarla.
Rick si sentiva come se l’acqua animata da quel cavallone lo invitasse a ballare seguendo il suo andamento. Surfava e sorrideva. Non si era mai sentito così libero.
Il re del mare gli faceva un baffo, pensava tra se e se.
 Decise di fare esattamente come la sua ultima lezione: si preparò per eseguire un piccolo salto mortale a bordo si quella tavola, regalo del padre James. Fu perfetto. Si sentiva il padrone dell’oceano. Nulla poteva fargli paura e quindi si senti ancora più tranquillo. Volteggiava con grazia e con forza tagliando a volte l'acqua dell'onda in due ed eseguì ancora una piroetta, questa volta più difficile.
Ma proprio ciò gli fu quasi fatale: al momento di ritornare a terra dopo un alta delle sue fighe mosse sulla tavola un piede scivolò e Richard perse il controllo della tavola. Non gli fu utile nemmeno aggrapparsi poiché la potenza dell’onda era tanta: l’acqua lo staccò letteralmente dal suo strumento sbalzandolo altrove e lo inghiottì. I flutti e le altre onde che arrivavano lo spostavano violentemente e in una di quelle volte Richard battè forte il ginocchio contro uno scoglio. Non riuscì a capire a che livello si era ferito perché perse immediatamente i sensi, forse per lo spavento eccessivo.
“Andate a recuperarlo, presto!” disse ai bagnini che erano stati scelti per questo tipo di incidenti, anche se in effetti nessuno si augurava di finire in quel modo.
Laura stava ritornando con due bibite fredde da un bar li vicino; quando vide quei due uomini robusti e muscolosi ritornare con il figlio la sua espressione orgogliosa e sorridente si trasformò subito in un insieme di preoccupazione e disperazione. Le caddero le due bottiglie di plastica dalle mani e con quelle, tappatasi la bocca per reprimere le grida, si avvicinò correndo dal figlio privo di coscienza. Venne chiamata l’ambulanza e i bagnini tentarono un primo soccorso a Richard che rinvenne ma di poco, rimanendo rimbambito dal vociare dei colleghi e dai tecnici attorno “Lasciategli respirare aria, per piacere” disse il bagnino più alto, Nicholas.
Laura si inginocchiò e, non curante dell’acqua che le bagnava i jeans estivi bianchi, cercò di far risvegliare il figlio di più, ma il ragazzo aveva gli occhi storti appena li apriva di poco “Tesoro mio, quante sono,le vedi?” mise due dita davanti “Mmmmh…so…no…quattro?” rispose Richard ancora sconvolto dall'accaduto e privo della voglia di rispondere alla madre, pur sforzandosi.

In quel momento quattro paramedici si fecero strada tra la folla invitando gli astanti ad aprire un varco per farli passare assieme alla barella. Ci sistemarono sopra il ragazzo e partirono filati verso l’ospedale più vicino: il Sacred Heart di Sidney.
Il pronto soccorso era meno affollato del solito quel giorno. Un piccolo incidente stradale, un infezione e lui, Richard: incidente in mare.
Dopo una visita della dottoressa Effie Torres, specialista in ortopedia, si decise di operarlo. Presentava una frattura, fortunatamente composta, della rotula e una lacerazione piuttosto importante al legamento crociato destro: non si poteva aspettare oltre.
Lo portarono immediatamente in sala pre-operatoria per prepararlo all’intervento. “Ci ritroviamo in camera…io vado a casa un secondo per prepararti una valigia” gli disse la madre “In bocca al lupo”
“Crepi…il lupo eh” rispose Richard cercando di non farsi prendere dall’ansia.

Si svegliò dopo qualche ora anche se l'anestesia era già svanita, non sentiva dolori per fortuna essendo attaccato alla morfina. Sentiva caldo e aveva una gran sete, ma sapeva che, purtroppo, non poteva assumere liquidi. Si girò a cercare con lo sguardo una qualche persona e vide la madre.
Laura era seduta vicino a lui, rapita dalla fitta e intrigante trama di un libro, talmente presa che, anche se indossava gli occhiali da lettura, lo teneva aperto quasi vicino al naso. “Mam...ma” la chiamò Richard con voce fioca. Laura si distrasse dal romanzo “Piccolo...ehy...come ti senti?” gli chiese in modo dolce e materno “Mmmh...Una...meraviglia” scherzò il ragazzo “Ho sete”
“Il massimo che posso fare è bagnarti le labbra, altrimenti potresti sentirti male” detto questo bagnò una garzina lasciata li dagli infermieri con dell'acqua e gli inumidì le labbra. “Ho avvisato papà, è scappato quasi subito dagli studi musicali per venire”. Richard annuì e riuscì un po' a sorridere.
James Reeves era un importante compositore di musiche per film, oltre che attore. Aveva trasmesso al figlio la passione sia per la musica, che per il teatro e il cinema. Per cui, ritrattando la precedente frase, Richard ha imparato a suonare, a recitare e a surfare ben molto prima di imparare a camminare.
Poi, frequentando la St. Paul Institute of Arts, si era solo “perfezionato”.
Si può dire che di James, Richard abbia ripreso solo la prestanza fisica ed il colore castano dei capelli, perchè il ragazzo era tutto sua madre: occhi, sorriso, espressioni...tutto!
Era la versione maschile di Laura. Ah e poi c'era anche Noah, il fratello minore.
Una vera peste; non si fermava mai, a differenza di Richard, un po' più tranquillo, anche se con una buona dose di follia...in senso più che buono.
“Hey surfista!” lo salutò James appena entrato “Che dobbiamo fare con te, eh? Appena ci giriamo di spalle, ti fai male!”
“Che ti devo dire, papà? A quanto pare dovevo prendere più lezioni di surf” rispose Richard in tono da persona modesta. Poi si sentì intorpidito dai fianchi bassi in giù, ed in più,si accorse di qualcosa di metallico e freddo avvolgere il ginocchio come una gabbia. Si scoprì la gamba e sbuffò “Sembra uno strumento di tortura” si lamentò.
“La Torres mi ha detto che dovrai stare qui quanto necessario, perché tu possa rimetterti al meglio possibile” gli raccomandò la madre. “Fra pochi giorni dovrai fare una radiografia per vedere com'è la situazione”.
“Noah?”domandò Richard. E' strano a volte dirlo, ma il rapporto fra i due era quasi viscerale.
“Fra poco dovremmo andare a riprenderlo a scuola...è rimasto all'orario pomeridiano per portarsi avanti con il progetto di scienze” rispose James “Ha deciso per il solito vulcano”
“Figo!” rispose il ragazzo “Allora un giorno portatelo qui magari questo weekend, almeno potrò vedere che ha combinato”
“Vedi Rick...preferiamo di no, per la verità” commentò James.
Richard forse aveva intuito la ragione per cui i genitori avevano preferito tenere il fratellino lontano “Scommetto quanto volete che non volete portarlo qui perchè è un ospedale e vedrebbe solo cose brutte”
Laura guardò il marito con un sorriso furbo poi si rivolse di nuovo al figlio maggiore “Vedi Rick...non è che vogliamo proteggere Noah dall'ospedale. La verità è che vogliamo, più che altro, proteggere te da Noah”.
Richard alzò un sopracciglio alle parole della madre dopo di che scoppiò in una risata contenuta, seguito a ruota da entrambi i genitori.
Tirando una somma, il ragazzo protagonista di questo capitolo era fortunato, diciamo: aveva l'amore di una famiglia unita, un lavoro che alla fine lo entusiasmava. Ma una cosa gli provocava un vuoto assurdo.
L'amore di una ragazza speciale
Eh...chissà, magari è proprio dietro all'angolo.

   
   
 
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