Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar
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Autore: bulmasanzo    26/01/2016    2 recensioni
Che fine ha fatto l'anima gemella di Skipper? Ma i pinguini non dovevano andare in viaggio di nozze? In questa storia i primi due film di Madagascar della Dreamworks e la serie dei pinguini di Madagascar della Nickelodeon sono considerati in diretta conseguenza... con tutte le incongruenze che ne derivano! La serie sarebbe dunque ambientata temporalmente a metà tra il secondo e il terzo film, come se la squadra di pinguini fosse tornata allo zoo prima di partire per Montecarlo
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kowalski, Marlene, Rico, Skipper, Soldato
Note: Nonsense, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rico aveva afferrato Kowalski alle spalle, voltandolo verso di sé e lo guardava con il suo tipico sguardo da folle.

"PERKY" gli gracchiò in faccia sputacchiando.

"L'assenza di un verbo implica, di conseguenza, la mancata formulazione di una frase" se ne uscì il cervellone.

"Perky 'ola!" insistette il pinguino forzuto.

"Continua a mancare un verbo" fece notare Kowalski, imperturbabile.

Sembrò che avesse capito. "Fare!... Perky... Fare... 'Ola!" biascicò con qualche difficoltà Rico.

"Spiacente, ancora non comprendo cosa tu stia cercando di dirmi”

I versi rabbiosi che Rico emetteva, però, avrebbero fatto capire anche a un tardo di mente che si stava spazientendo.

"Rico non trova giusto che tu abbia rianimato la bambola di Skipper e non la sua" tradusse Soldato per evitare che si potesse passare alla violenza fisica.

"Perky deve fare 'OLA!" ripeté lo psicotico iniziando a mimare le onde del mare muovendo in sincronia le pinne.

"Oh, Intendi dire Hula, forse" dedusse Kowalski "La Hula, la danza hawaiiana? Vorresti vedere miss Perky che balla la Hula"

"ESATTO" gridò con soddisfazione Rico, applaudendosi da sé per essere riuscito a farsi comprendere.

"Secondo me lo dovresti accontentare" fece Soldato bonariamente "Mi sembra una richiesta legittima. In fondo Perky 'vive' con noi da tanto tempo ed evidentemente l'immaginazione di Rico, anche se io credo che dovrebbe bastargli, adesso non è più sufficiente e inoltre Hulagirl avrà pur bisogno di un po' di compagnia in casa mentre noi quattro siamo in missione, e poi... "

"Sarebbe tutto quanto molto bello, mio giovane sognatore, se solo non ci fosse una complicazione di fondo decisamente non trascurabile" lo interruppe Kowalski.

"Cioè?”

“Cioè, che il trattamento di de-reificazione che io e Skipper abbiamo operato su Hulagirl non è applicabile a una bambola come miss Perky, poiché la pressione e l'innesco necessari a conferirle la scintilla della vita finirebbero inevitabilmente per fondere il materiale sintetico che la compone."

"Intendi dire che la potresti fare esplodere, come è già accaduto con ogni tua singola invenzione?” ipotizzò Soldato, che di queste cose non ci capiva molto.

“No" ringhiò Rico.

"No..." confermò lo scienziato, in tono pratico "È questione di sostenibilità. Mi spiace molto, ma a volte bisogna accettare che anche la scienza ha dei limiti."

"Ma il legno non brucia meglio della plastica?" si iniziava a confondere Soldato.

"Sì, ma più lentamente. E inoltre, una volta arsa, la plastica emette sostanze tossiche. E c'è anche da considerare -cosa fondamentale che tutti sembrano voler continuare a ignorare- il fatto che io ho semplicemente completato il lavoro iniziato da Skipper. La tecnica di rianimazione della materia non vivente da lui utilizzata mi è sconosciuta..."

Ma già Rico stava sbuffando e non lo ascoltava più, guardava solo tristemente la sua adorata bambola inerme, immobile, morta, e con la mente la rivedeva in quel suo sogno in cui era senziente e lo amava.

Sapeva che non era vero, ma gli faceva piacere credere che, anche se incapace di esprimersi, la sua bambola lo amava sul serio. D'altra parte, sarebbe stata insopportabile la prospettiva di vedere il suo volto bellissimo deturpato per sempre a causa di un esperimento fallito.

Una persona ragionevole si sarebbe anche arresa all'ineluttabile destino della non esistenza che un'entità superiore e incontrollabile aveva riservato per oggetti di inestimabile valore affettivo, ma Rico non era una persona ragionevole.

Non si poteva dire nemmeno che fosse una persona, in effetti, era un animale, una creatura sottoposta a istinti troppo irresistibili per essere ignorati. Da tempo ormai aveva sperimentato il bisogno insoddisfacibile di andare oltre il limitatissimo potere dell'immaginazione, tanto decantato da quell'ingenuo di Soldato.

L'invidia lo divorava lentamente da quando era stato sottoposto alla vista di Hulagirl che adesso aveva la facoltà di interagire con Skipper.

Potevano parlare, camminare insieme, baciarsi, ridere, abbracciarsi, litigare e, se lo avessero voluto, avrebbero anche potuto materialmente accoppiarsi... E a lui tale prospettiva non era assolutamente concessa, tutto per colpa di quella maledetta barriera invisibile che non si poteva attraversare.

Anzi, che Kowalski diceva di non poter attraversare.

La tristezza svanì e la rabbia lo prese alla gola quando pensò che Kowalski, il quale si fregiava così spesso dell'appellativo di genio, non aveva evidentemente nemmeno mostrato l'intenzione di aiutarlo.

"Non c'è un altro MODO per ottenere lo stesso effetto? " cercò di scandire, ma la voce si alzava di tono da sé, non riusciva ad articolare una frase che per chiunque altro sarebbe stata così dannatamente facile da formulare.

Tuttavia sembrò che Kowalski lo capisse, perché cercò di rabbonirlo dicendogli: "Suvvia, Rico, cerca di capire che stiamo parlando di scienza, non di una qualche magia oscura e incontrollabile..."

Ma fu come se avesse lanciato una granata al centro del suo cuore, che esplose facendogli saltare i nervi.

Il becco si spalancò, vomitando fuori una mazza da cricket.

Rico la strinse tra le pinne, la sollevò alta sopra la testa e iniziò a ridere crudelmente, la faccia di Kowalski adesso assomigliava moltissimo a un bersaglio da colpire.

"Rico, che cosa stai... RICO NON AZZARDARTI " sentire la sua voce preoccupata diventare stridula fu come il segnale per partire all'attacco.

Mentre il delirio si impadroniva di lui, la sua parte ancora razionale del suo io sepolta sul fondo dello stomaco, sotto mucchi di roba ingurgitata nel corso degli anni e per qualche motivo mai espulsa dal suo organismo, si domandò in quale oscura occasione avesse mai ingoiato la strana arma che adesso impugnava. Ma non se ne curava seriamente.

La mazza calò sulla testa di Kowalski che, con una specie di capriola, agilmente la evitò.

Rico grugnì e cercò ancora di colpirlo ignorando Soldato che protestava e tentava di fermarlo. Gli partì una gomitata -se i pinguini hanno i gomiti- che lo prese dritto sul volto.

"Ti do io MAGIA" ripeté con disprezzo assestando un fendente e beccando Kowalski nel fianco, facendogli così perdere l'equilibrio.

Quando fu a terra si accanì su di lui e sentiva un gran piacere al sentirlo gemere di dolore e implorarlo di smetterla.

"Skipper, Skipper!" urlò Soldato uscendo come una furia fuori dell'habitat per andare a cercare la sua figura di riferimento "Aiuto, Rico è andato fuori di testa!"

"Non lo è sempre stato?" osservò il capo in tono neutro.

Si teneva a braccetto con la sua consorte, sembrava fuori dal mondo.

Mentre Marlene di fronte a loro li guardava con un'aria sconvolta.

La sua faccia non lasciava dubbi. Ciò che vedeva non le piaceva affatto.

Per come si stava comportando, Skipper le sembrava semplicemente ammattito. Non le sembrava più lui.
Non gli aveva mai visto fare tante smancerie verso qualcuno. Sembrava che quella bambola non volesse lasciarla in pace un secondo. Gliel'aveva appena presentata e lei aveva potuto notare come trovasse ogni minima scusa per accarezzarla, per farle le coccole...
La lontra considerava che Skipper non aveva mai messo in mostra così tanto i propri sentimenti nemmeno quando si era fidanzato con Skitka.
Era davvero l'amore ad averlo ridotto in quello stato?

E allora Marlene scoprì di non essere l'unica a essere infastidita da quella situazione.

Rico e Kowalski uscirono infatti in quel momento dall'habitat dei pinguini, il secondo preda di una paura folle che veniva inseguito dal primo, che gli ringhiava contro con aria incattivita e feroce.

Kowalski si andò a rifugiare dietro le spalle di Skipper, il quale abbandonò per un momento l'oggetto delle sue attenzioni e tese con un gesto deciso la pinna per bloccare Rico, che non poteva resistere a un ordine così diretto e si arrestò fulmineamente. Ma pareva che non fosse stato unicamente per merito suo.

Iniziò a fissare torvo la sposa di Skipper, non sembrava per niente contento di averla tra i piedi. Anzi, le si dimostrò decisamente ostile.
Si rifiutò ostinatamente di porle un saluto quando Skipper gliela indicò, saltò su soffiando quasi come un gatto, come se se ne sentisse minacciato, e tornò dentro.

Marlene si affacciò sull'uscio e lo scorse in fondo, scoprendo che si era rifugiato nel suo solito angolino. Aveva abbracciato la sua bionda amata con fare possessivo e sembrava non avere la minima intenzione di lasciarla andare.

Marlene non comprese lì per lì il suo comportamento, ma nella mente di Rico era tutto giustificato.

Skipper era colpevole del peggiore dei peccati: l'ipocrisia.

Sì, perché per miss Perky aveva fatto tutte quelle storie (non portarla in missione, ci intralcia) e adesso aveva il coraggio di presentarsi con una bambola tutta sua! Poco contava che essa fosse viva e anche che fosse legalmente sua moglie. Era ingiusto.

Skipper sospirò pesantemente e andò da lui.

Marlene osservò un primo tentativo di approccio diplomatico, poi Skipper rimproverò aspramente il suo sottoposto per il suo atteggiamento.

"Devo ricordarti che sei solo un cadetto e che devi obbedire a qualsiasi cosa il tuo comandante ti ordini?” gli urlò, ma Rico già si era tappato le orecchie, blaterando qualcosa come "Non ti sento" e "Mandala via".
"Benissimo!" ribatté Skipper, furente "Se sei così testardo e non vuoi ragionare, allora ti sospenderò finché non avrai imparato a portare alla mia donna il rispetto che si merita!”

Il povero Kowalski -che si era preso materialmente le mazzate- non aveva più importanza, l'unica che sembrava avere un minimo di valore in quel momento, per Skipper, era Hulagirl. Confermava, peggiorandola, la sensazione che tutti avevano già avuto.

Marlene vide gli occhi di Rico sgranarsi leggermente, quella minaccia non lo aveva lasciato del tutto indifferente. Ma si impuntò, gli diede le spalle e lasciò che la minaccia si concretizzasse.

Rico non aveva alcun bisogno di parlare per esprimere il proprio fastidio, glielo si leggeva in faccia.
E anche nella sua.

In realtà, lei non sapeva esattamente per quale ragione Hulagirl non le piacesse, probabilmente era soltanto perché sembrava essere stata capace di cambiare Skipper.

"Non curarti di lui, ha solo un pessimo carattere" lo sentì che sussurrava alla bambola nel punto in cui sarebbe dovuto esserci l'orecchio "Gli altri sono migliori, vedrai. Marlene!” la chiamò all'improvviso "Vieni a darle tu un benvenuto decente, per favore, mentre io risolvo la questione qui... credo che ci vorrà un po'!”

La lontra si sentì impacciata "Che dovrei fare?" chiese.
Skipper la prese per le spalle "Quello che fai sempre quando vuoi farti un'amica nuova!" spinse Hulagirl verso di lei con delicatezza "Portala un po' in giro, falle fare la conoscenza degli altri animali dello zoo, mettetevi a spettegolare come fanno le femmine."

Marlene guardò la bambola che le sorrideva timidamente.
"Skipper, veramente io..." cercò di trovare una scusa anche se non ce l'aveva, ma il pinguino la interruppe ugualmente.
"E dai, ti vanti sempre che fai amicizia con tutti in un minuto!"

Era vero. Ma questa era una situazione fin troppo bizzarra perché lei potesse essere naturale.

Hulagirl batté le graziose ciglia sugli occhi disegnati. "Marlene?” fece, sempre sorridendo.
Lei si accorse che Skipper aveva messo su una faccia implorante imitando l'espressione da cucciolo di Soldato.

Le venne il pensiero che forse anche per lui quella situazione fosse del tutto nuova. Non se la sentì di dargli una delusione.

"Okay!” esclamò sforzandosi di sembrare allegra "Sarà un piacere, vieni con me, ti mostrerò tutto quello che c'è da mostrarti!"
Hulagirl era contenta, la seguiva saltellando. Beh, non avendo due piedi ma un unico blocco doveva farlo per forza. Com'era strana e quanta impressione le faceva!

Kowalski l'aveva definita come la sua conquista più grande. Sapeva che fosse praticamente in grado di fare qualsiasi cosa, ma che fosse riuscito in questo le sembrava incredibile, anche per lui.
Hulagirl girò la testolina verso Rico che non si era più mosso dal suo posto. Le labbra le si incurvarono all'ingiù.
Marlene cercò di tener fede a ciò che aveva detto e, per tenere lontana da sé l'impressione che in tutto quello ci fosse qualcosa di terribilmente contro natura, tentò di immaginare che quella che si portava a spasso fosse un animale esattamente come gli altri e non una dannata bambola vivente.

Fu un giro breve (scapparono da Julien quando, come c'era da aspettarsi, questi cercò di impressionare la nuova arrivata mettendosi in mostra con i suoi metodi da pagliaccio) ma quando ne ritornarono Skipper aveva preparato una bella sorpresa.

Aveva allargato la nicchia rettangolare nel muro che costituiva la sua branda, trasformandola in qualcosa di simile a un letto matrimoniale. Aveva decisamente intenzione di dormire abbracciato a sua moglie.

Marlene si rese conto che le era venuto un leggerissimo tic all'angolo della bocca che le si stirava involontariamente. Qualcosa la disturbava, ma non sapeva ancora che diavolo potesse essere.

"C'è mica il rischio che nascano dei pinguini di legno?” chiese Soldato nella sua innocente malizia. E Kowalski gli dovette di nuovo mollare uno scappellotto nella nuca.

Hulagirl non diede segno di essersi accorta di questo, né della faccia stravolta che aveva fatto Marlene. Strillò di gioia, spalancò per quello che poteva i braccini e stritolò Skipper in un abbraccio affettuoso.

La lontra incrociò le braccia quasi senza accorgersene, ma quando Skipper schioccò l'ennesimo bacio tenero e amorevole sulla bocca legnosa girò la faccia, palesemente infastidita. La stessa cosa la fece Rico. Ma in quel momento a Skipper non poteva importare di meno delle loro reazioni.

Marlene si ritirò nel proprio habitat pensando a quanto fosse vuoto e sconsolato il suo bel giaciglio in cui dormiva da sola e in cui avrebbe per sempre dormito da sola.

Magari avrebbe dovuto cercarsi un compagno anche lei per tentare di riempire quel grave senso di mancanza che per qualche ragione si stava acuendo, ma non si poteva dire che ci fossero grandi garanzie di poterlo trovare, almeno non all'interno di quello stupido zoo... E non se la sentiva ancora molto a uscirne da sola, certo adesso sapeva controllarsi molto meglio di prima e non era più preda inerme di attacchi di paura incontrollata né di raptus isterici di aggressività irrefrenabile, ma temeva comunque ancora di poter perdere il controllo se
(Skipper)
qualcuno di buon cuore non fosse stato lì insieme a lei per aiutarla.

E poi, non sapeva nemmeno se fosse effettivamente pronta per seguire la musica della chitarra spagnola che echeggiava dal parco tutte le sere e che lei immaginava essere prodotta da un aitante bellissimo e raffinato sconosciuto.

Non avrebbe nemmeno saputo da dove cominciare a cercarlo. E non sapeva neanche se esistesse sul serio o se fosse tutto frutto della sua mente sola e desolata che bramava qualcuno da poter stringere durante la notte.

Forse la risposta a quello sciocco bisogno era più semplice del previsto.

Ricordò Rico e aveva sempre davanti agli occhi il suo gesto possessivo di abbracciare miss Perky quando si ritrovò, senza quasi ricordare come ci fosse arrivata, nel negozio di souvenir, dove gli animali solitamente si riunivano per fare le riunioni.

C'era uno scatolone sistemato insieme a tanta merce pronta per essere venduta in cui c'erano scritte (anche se lei non sapeva leggere, ma glielo aveva fatto intendere Phil con qualche gesto delle dita che per lui erano un vero linguaggio) le parole 'Peluche assortiti'.

Si arrampicò non senza fatica fin lassù e, infilatavi la testa e il busto, si mise a rovistare lì in mezzo.

Scartò i pupazzi di Mortino che stranamente sembravano i più richiesti dai bambini, quelli di re Julien che erano invece quasi del tutto ignorati, gli elefantini morbidosi, le scimmiette con il feltro sulle mani per appenderle in macchina e finalmente beccò quello che cercava, un pinguino di pezza.

Era Soldato, probabilmente, ma con un po' di fantasia sarebbe potuto essere chiunque. Non era forse l'immaginazione quella con cui i giocattoli diventavano realmente delle creature magiche e meravigliose? Parole di Soldato stesso, queste. Si chiese come mai le fossero venute in mente con così tanta precisione e si diede una risposta silenziosa.

Si grattò la testa, era sul serio venuta a cercarsi un bambolotto per non dover dormire da sola?
E se, come era successo quella mattina, qualcuno fosse sbucato nella sua tana all'improvviso e l'avesse trovata in quell'imbarazzante, puerile posizione?

Sei adulta, Marlene le avrebbero rimproverato, non sei mica come
(Skipper che se ne impippa del mondo e se ne sta abbracciato alla sua bambola hula e voglioso di amore le preme il corpo sudato e umido sotto la gonnella di paglia cercando di raggiungere qualcosa che non c'è)
...come Rico, giusto?

Probabilmente sono ancora peggio di lui, si rispose, rassegnata.

Decise che non le doveva importare niente di quello che avrebbero potuto pensare di lei. Aveva il diritto di fare quello che le pareva.

Stringendo il peluche sotto un braccio, si premurò di spegnere la luce e richiudere dolcemente la porta, per evitare che l'indomani Alice, l'irascibile guardiana dello zoo, si insospettisse, e se la filò di nuovo nella sua accogliente e irreprensibile tana. 





























spazio autrice:
Sono tornata! Spero di essere riuscita a raccontare in modo efficace le reazioni dei personaggi. Scusate per le frasi tagliate, se non si capisce dovrebbero essere i pensieri che Marlene tenta di scacciare dalla sua testa. Un commentino mi farebbe piacere... anche negativo eh! 


 

  
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