Film > The Big Four
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Autore: Evil Ulquiorra    26/01/2016    6 recensioni
In tempi recenti, alcuni individui apparentemente non collegati tra loro hanno sviluppato dei poteri speciali. Sebbene ancora inconsapevoli, queste persone saranno chiamate non solo a salvare il mondo, ma a cambiarlo per sempre, quando l'esper noto come Pitch Black metterà in atto un piano capace di ribaltare completamente l'ordine mondiale così come lo conosciamo. Ogni storia ha il suo principio. Il primo volume della loro epopea inizia qui...
-Coppie sicure ( potrebbero esserci anche dei triangoli amorosi): Jack Frost x Elsa,Hiccup x Merida.
note : Superhero AU . Se vi piacciono la Marvel e la Dc,questa storia fa per voi. Personaggi da :
- Le 5 leggende
- Dragon Trainer
- Frozen
- Ribelle the brave
- Big hero 6
- Rapunzel
- Gli incredibili
- Ralph Spaccatutto
- Kung fu panda e molti altri...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avviso : Ricordate,ogni personaggio della mia fic appartiene ad un opera animata,nessuno escluso. Per capire da quale film provengano,basta leggere le note alla fine del capitolo. Le recensioni sono molto benvenute. Mi portano a continuare a scrivere e a migliorare il mio stile. Buona lettura !!!

Terminologia 

Judgment : organizzazione di pubblica sicurezza gestita da esper.


Benvenuti a San Fransokyo


Florida - 31 Giugno 2020

Flynn Rider fece sedere Nord al tavolo da picnic tra la casa e la riva dell'oceano e gli posò davanti un bicchiere di tè ghiacciato.
Nicholas guardò la piacevole vecchia casa di legno sbiancato dal sale, immersa nella luce.
<< Dovevo venire a trovarti a Miami ,quando smontavi dal lavoro >> disse.
<< Qui non ti andrà di parlarne. >>
<< Non mi va di parlarne in nessun posto, Nick. Sei tu che devi parlarne, quindi avanti. Basta che tu non mi faccia vedere foto. Se te le sei portate dietro, lasciale nella borsa.>>
<< Quanto ne sai? >>
<< So quello che c'era scritto sul "Miami Herald" e sul "Times" >> disse Flynn.
<< Due famiglie massacrate nelle loro case a un mese di distanza l'una dall'altra. Entrambi I mariti erano membri del consiglio d'amministrazione di San Fransokyo. Le circostanze erano simili. >>
<< Non simili. Identiche. >>
<< Quante confessioni fino ad ora? >>
<< Quando ho telefonato oggi pomeriggio erano ottantasei>> rispose Nord.
<< Maniaci. Nessuno conosceva i particolari.>>
<< Che altro sei riuscito a non far finire sui giornali?>>
<< È rosso di capelli, usa la mano destra ed è molto robusto . Porta scarpe numero quarantacinque. Niente impronte, porta i guanti.>>
<< Questo però alla stampa l'hai detto.>>
<< Con le serrature non ci sa fare troppo,>> proseguì il vecchio.
<< L'ultima volta per entrare in casa ha usato un tagliavetro e una ventosa. Oh, il sangue è del gruppo A positivo.>>
<< Qualcuno l'ha ferito?>>
<< Sembra che il secondo consigliere abbia messo su una bella lotta.>> borbottò.
Guardò lontano, verso la superficie liscia del mare
<< Flynn, voglio chiederti una cosa. Queste cose le hai lette sui giornali. Del secondo caso hanno parlato tutte le TV. Hai mai pensato di chiamarmi?>>
<< No.>>
<< Perché?>>
<< La prima volta hanno dato pochi particolari. Poteva trattarsi di qualunque cosa : una vendetta, un parente...>>
<< Ma dopo il secondo sapevi di cosa si trattava.>>
<< Già. Un sicario. Non ti ho telefonato perché non volevo farlo. So chi hai assegnato a questa storia. Disponi del miglior laboratorio che ci sia. Hai Haddock e Bunnymund all'Università di San Fransokyo...>>
<< E ho te qui che te ne stai a riparare dei motori marini del cavolo.>>
<< Non credo che ti sarei più tanto utile, Nick. Non ci penso più, ormai.>>
<< Davvero? Ne hai presi due. Gli ultimi due casi che ci siamo trovati per le mani li hai presi tu.>>
<< E come? Facendo le stesse cose che fate tu e gli altri.>>
<< Non è del tutto vero, Flynn. È il modo che hai di pensare.>>
<< Penso che sono state dette un sacco di stronzate sul mio modo di pensare.>>
<< Ma se hai fatto dei salti logici che non hai mai spiegato.>>
<< Avevo anche le prove>> obiettò il giovane.
<< Certo. Certo che c'erano. E tante... ma dopo. Per incastrarlo, prima, avevamo così poche cose in mano che non c'era nemmeno un motivo plausibile per occuparcene.>>
<< La gente che ti serve ce l'hai, Nord. Non credo che io migliorerei la situazione. Sono venuto qui proprio per starmene lontano da quelle cose.>>
<< Lo so. L'ultima volta sei rimasto ferito. Adesso mi sembra che tu stia bene.>>
<< Sto bene. Non è per le coltellate che mi sono preso. È capitato anche a te.>>
<< Sì, anche a me, ma non così.>>
<< Dicevo: non per quello. Ho semplicemente deciso di piantarla lì. Non credo di riuscire a spiegarmi.>>
<< Dio sa come ti capisco, se non riesci più a guardare.>>
<< No. Sai, non è questione di riuscire o non riuscire a guardare. È sempre sgradevole ma si riesce comunque a riprendere a funzionare, sapendo che quelli sono morti. Il peggio è l'obitorio, le interviste. Bisogna toglierseli dalla testa e continuare a pensare. Non credo che adesso riuscirei a farcela. Potrei costringermi a guardare ma mi impedirei di pensare.>>
<< Questi, sono tutti morti, Flynn>> disse il vecchio più gentilmente che poté.
Nicholas Nord nel modo di parlare di Rider avvertiva il suo stesso ritmo, la sua stessa sintassi. Gli era già capitato di notare, Flynn farlo con altri. Spesso, quando era immerso in una conversazione animata, l'ex polizzioto assumeva il modo di parlare dell'interlocutore. In un primo momento aveva creduto che lo facesse deliberatamente, che fosse un trucco per tenere l'andamento della conversazione. In seguito però si era reso conto che era un comportamento involontario e che a volte cercava di impedirselo senza riuscirci.
Infilò due dita nella tasca della giacca. Gettò due foto sul tavolo.
<< Tutti morti >> disse.
Flynn lo fissò un attimo poi prese le foto. Erano semplici istantanee: una donna seguita da due cani e da un uomo che portava l'attrezzatura per il picnic verso la sponda di uno stagno. Nell'altra si vedeva una famiglia riunita intorno a una torta.
Dopo una trentina di secondi posò le foto.
Le allontanò con un dito e guardò verso la spiaggia dove un gruppo di bambini se ne stava accosciato, intento a osservare qualcosa sulla sabbia. Una donna, in piedi con una mano sul fianco, osservava la schiuma delle onde che le morivano intorno alle caviglie.
S'inarcò all'indietro per liberarsi le spalle dai capelli bagnati. Flynn, ignorando l'ospite, rimase a osservare I turisti almeno quanto aveva guardato le fotografie.
Nord era soddisfatto. S'impedì di mostrarlo con la stessa cura con cui aveva scelto il posto per parlare. Era sicuro di averlo convinto. Bastava lasciarlo cuocere.
Tre cani orrendi arrivarono trotterellando e si lasciarono cadere a terra vicino al tavolo.
<< Mio Dio>> disse il vecchio.
<< Sono cani, probabilmente>> spiegò Rider.
<< La gente non fa che abbandonare qui i propri cuccioli. Quelli belli riesco a darli via. Gli altri rimangono e diventano grossi.>>
<< Sono belli grassi.>>
<< Stravedo per i randagi. Ad ogni modo,ho deciso che ti darò una mano>> continuò,ricevendo un sorriso da parte del vecchio.
<< Sono felice di sentirlo. Abbiamo chiamato una nuova recluta per aiutarti con le indagini>>
Porse un fascicolo in direzione dell'uomo e questi lo afferrò con attenzione
<< Il suo nome è Anna Fine>>
Flint inarcò un sopracciglio
<< Anna Fine? Qualsiasi collegamento con il terzo esper più forte di San Fransokyo?>>
<< è sua sorella>> ribattè l'altro,prima di alzarsi dalla sedia ,gettandosi la giacca sulla spalla.
<< Parliamone dopo cena.>>
<< Resta qui a mangiare.>>
Il vecchio scosse il capo.
<< Torno dopo. Probabilmente ci sono dei messaggi per me all'Holiday Inn e dovrò stare un po' al telefono. Comunque, ti ringrazio.>> ridacchiò.
Pochi minuti dopo, l 'auto a nolo di Nicholas Nord sollevò dal fondo di conchiglie della strada una polvere impalpabile che si posò sui cespugli ai bordi.


                                                                                                                       * * *
San Fransokyo - 2 Luglio 2020

“ Gli acquario, nati tra il 20 Gennaio e il 18 Febbraio, avranno fortuna con i soldi, in amore e nel lavoro! Non importa quanto assurde le cose possano sembrare, saranno tutte un successone. Quindi che ne dite di giocare alla lotteria!? Però, per quanto possiate essere popolari, non uscite con tre o quattro ragazze contemporaneamente

<< Okay, okay... Lo sapevo che sarebbe andata così, lo sapevo.>>

2 Luglio, il primo giorno delle vacanze estive.

Jack Frost era senza parole ,nella camera di un dormitorio dell'accademia, dove, siccome l'aria condizionata era rotta, c'era un gran caldo. La causa sembrava essere stata un fulmine, che durante la notte aveva reso inutilizzabili l'80% degli elettrodomestici. Di conseguenza, anche il contenuto del suo frigo era andato a male. Jack aveva provato a mangiare una scodella di ravioli istantanei che teneva per i casi di emergenza, per poi rovesciarli nel lavandino.
Privo di alternative, aveva deciso di andare a mangiare fuori, ma mentre cercava il portafoglio aveva rotto la sua prepagata pestandola con un piede.
Quando poi era tornato a letto infuriato e aveva cercato di piangersi addosso fino ad addormentarsi, era stato svegliato dall'amorevole chiamata della sua insegnante, che diceva: "caro Jack, sei un'idiota, quindi hai bisogno delle lezioni di recupero ".

Aveva sempre saputo che l'oroscopo che passava in TV insieme alle previsioni del tempo era impreciso, ma con una simile differenza non poteva nemmeno ridere.

<<...Ormai l'ho capito, ma non riesco a capacitarmene se non parlo da solo.>>

L'oroscopo sbagliava sempre e non era mai riuscito a trovare un portafortuna che funzionasse. Si trattava di semplice vita quotidiana per Jack Frost.

In definitiva, il ragazzo,per circa 300 anni, aveva sperimentato solo la miseria.

Così tanto che la sua vita la si poteva considerare uno scherzo ancora in corso.

Ma non aveva intenzione di rimanere con le mani in mano per questo motivo.

Non si affidava alla fortuna. In altre parole, era molto energico.

<< ...Bene. Ora come ora devo pensare a cosa fare con la prepagata e con il frigo.>>

Jack si grattò i capelli bianchi e guardò in giro per la stanza. Sinché possedeva il suo libretto di risparmio, poteva ottenere abbastanza facilmente una nuova prepagata, ma il vero problema era il frigo... o meglio, la colazione. Le chiamavano lezioni di recupero, ma sicuramente gli avrebbero fatto prendere delle pillole di Methuselin e dell'Elbrase in polvere per lo sviluppo dei poteri. Farlo a stomaco vuoto non era una buona idea. Quelle pillole non funzionavano mai,visto che non era umano.

Mentre si toglieva la maglietta usata come pigiama e si metteva l'uniforme estiva, Jack prese in considerazione l'idea di fermarsi in un supermercato sulla via per la scuola. Mantenendo ben salda la sua posizione di studente burlone, era rimasto inutilmente in piedi tutta la notte per via dell'arrivo delle vacanze estive, quindi ora aveva un gran mal di testa dovuto alla mancanza di sonno. In ogni caso, si impose di pensare positivo.

(Beh, immagino che mi vada piuttosto bene se una sola settimana basta a recuperare tutto quello che mi sono perso nei quattro mesi di scuola che ho saltato.)

Cambiò umore a tal punto che improvvisamente mormorò:

<< C'è bel tempo fuori. Forse dovrei anche mettere il futon a prendere un po' aria>>

A quel punto aprì la porta scorrevole del balcone. Si aspettava di ritrovare il suo futon bello morbido una volta ritornato dalle lezioni di recupero.

Tuttavia, in quel balcone al settimo piano, il muro del palazzo di fronte si trovava a meno di due metri di distanza. Il suo entusiasmo scendeva a vista d'occhio. L'essersi sforzato di canticchiare così allegramente aveva avuto l'effetto opposto.

Non avere nessuno a fargli da spalla lo fece sentire molto solo, mentre prendeva il futon sul suo letto con entrambe le mani.

( comincia un altra noiosa giornata per lo spirito immortale noto come Jack Frost )

Non appena ebbe finito di pensarlo, sentì qualcosa di viscido sotto il suo piede. Dopo aver controllato si accorse che era un panino ancora confezionato nel suo involucro di plastica. Dato che prima si trovava nel frigo sopraccitato, a quel punto doveva essere andato a male.

<< ...Spero solo che questo pomeriggio non si metta a piovere senza preavviso.>>

                                                                                                                 * * *                               

Tra tutte le scuole costruite all'interno di San Fransokyo,la Esper Academy era considerata il meglio del meglio.
Iniziata come una scuola esclusivamente femminile,nell'ultimo anno l'istituto aveva cominciato ad accogliere anche gruppi di studenti maschili,rendendola il top del suo ambito: lo sviluppo dei poteri paranormali.
All'interno di una delle aule presenti al quarto piano dell'immenso edificio,la professoressa Miranda Witchcliffe ,una vecchia esper in grado di comunicare con gli animali,era impegnata a completare la prima lezione estiva dell'anno.
<< Come sapete,tutti gli esper sono classificati con un livello che va da 0 a 5,che dipende dalla loro forza. Questa loro forza è determinata già dalla nascita. Comunque,è possibile aumentarla con del duro lavoro e disciplina>>commentò la donna,lo sguardo fisso in direzione della classe
<< Visto che il tipo di abilità differisce a seconda della singola persona,le modalità di allenamento sono diverse per ciascuno di voi. Attraverso il duro lavoro e la perseveranza,qualcuno di voi potrebbe perfino raggiungere il livello 5>>continuò,prima di prendere un respiro profondo
<< Per rafforzare efficacemente un abilità,ci sono stati casi in cui il metodo di allenamento è stato determinato dal diagramma ad albero...>>
poco prima che potesse finire la frase,il suono di una forte esplosione rieccheggiò per tutta la lunghezza dell'accademia.
La maggior parte degli studenti non potè fare a meno di gridare.
<< Che cavolo è stato?!>>
<< Perchè fa così freddo,tutto ad un tratto?>>
La temperatura della scuola ,infatti,era scesa drasticamente di almeno una decina di gradi.
Withcliffe emise un sospiro rassegnato,prima di volgere la propria attenzione nei confronti della finestra più vicina.
<< Credo...che venga dalla piscina. Elsa Fine sta misurando il suo potere come parte della valutazione finale>>
<< D-davvero?>>domandò qualcuno,ricevendo un cenno da parte della donna.
Ben presto,l'intera stanza era sprofondata in un rieccheggiare di borbottii e sussurri
<< Quindi quello di prima era il suo potere?>>
<< Elsa,del terzo anno? Quella che chiamano la regina di ghiaccio?>>
<< Professoressa Witchcliffe! è proprio certa che anche noi potremmo diventare come lei ,se ci alleniamo duramente?>>
La vecchia puntò lo sguardo in direzione della matricola che aveva parlato.
<< Ovviamente. Lei è un ottimo esempio di come si possa salire dal livello 1 al 5 attraverso il duro lavoro>>ridacchiò.

 

Al di fuori dell'aula,di fronte a una piscina completamente congelata,sedeva una ragazza dalla bellezza quasi sovrannaturale. Aveva la pelle bianca come la neve e i capelli biondo platinati avvolti in una morbida e fluente coda di cavallo. Indossava una divisa della Esper Academy e una sacca in pelle di renna le avvolgeva la spalla. Un paio di grandi occhi azzurri ne incorniciavano il volto,rendendola simile alla figura di un angelo.
Mentre la ragazza cominciò a camminare sul bordo della piscina,alzò lo sguardo al cielo,appena in tempo per notare una lunga colonna di fumo che partiva direttamente dal centro della città.
Stringendo ambe le palpebre degli occhi,cominciò a correre in direzione della nuvola.

                                                                                                                          * * *
 

Nel centro di San Fransokyo,la situazione era diventata critica.
Quella che era cominciata come una semplice rapina,si era ben presto trasformata in una sparatoria in piena regola.
A contrastare il gruppo di criminali,guidati dall'esper capobanda Savage,vi era il sergente Tamora Jean Calohun,capo del dipartimento di pubblica sicurezza della città.
A pochi metri da lei,un omaccione bianco mollò lo zainetto. Il suo compagno,Felix ,vide la pistola mitragliatrice e sparò un innocuo sbuffo di polvere di piombo dal suo fucile. Tentò di ricaricare, ma non fece in tempo.
L'omaccione esplose una raffica che lo colpì di traverso all'inguine, sotto il giubbotto antiproiettile, poi mosse ad arco la canna verso Tamora che, portata la mano alla fondina, gli sparò due volte al centro della camicia . Colpi d'arma da fuoco dietro la donna.
Uno dei rapinatori lasciò cadere l'impermeabile che nascondeva la sua arma e riparò con un balzo nella banca, mentre un colpo simile a un violento pugno nella schiena proiettò la donna in avanti, mozzandole il fiato. Girò su se stessa e vide lontano sulla strada l'ammiraglia dei Crip, una Cadillac berlina, i vetri abbassati, con due uomini seduti stile cheyenne sul bordo dei finestrini dall'altro lato della macchina, che sparavano da sopra il tetto, e un terzo dal sedile posteriore.
Fuoco e fumo da tre canne, proiettili che squarciavano l'aria attorno a lei. Tamora imprecò, si tuffò tra due auto posteggiate, e vide Felix contorcersi sull'asfalto.
Un altro poliziotto era immobile, con fiotti di sangue che colavano da sotto il casco. Savage e il suo braccio destro sparavano nascosti fra le macchine da qualche punto dall'altra parte della strada, e laggiù vetri di finestrini che si fracassavano e cadevano in frantumi sull'asfalto.
Un pneumatico esplose, mentre il fuoco delle armi automatiche proveniente dalla Cadillac inchiodava a terra i due agenti.
Tamora, un piede piantato nel canaletto di scolo, si sporse a guardare. I due uomini seduti sul bordo dei finestrini sparavano da sopra il tetto, il guidatore stringeva la pistola nella mano libera. La donna rispose ripetutamente al fuoco e la macchina esplose,uccidendo il trio.
Poi come dal nulla,una figura minuta comparve affianco a lei,costringendola a voltarsi.
<< Una bambina?>>sussurrò ,ricevendo l'attenzione della nuova arrivata.
Si trattava di una bambina che non poteva essere più grande di dodici anni,alta poco più di un metro e mezzo. Aveva i capelli neri raccolti in un codino,un paio di orecchie a sventola e il viso perennemente chiuso in un sorrisetto divertito. Indossava una felpa verde ,la cui manica destra era occupata da una fascetta a righe bianche e azzurre.
<< Signorina la prego di stare indietro. Mantenere la sicurezza in città è compito del Judgment,dopotutto>>
e,detto questo,la ragazzina cominciò a camminare in direzione dei rapinatori,attraversando il campo di battaglia come se niente fosse.
Si fermò ad appena un paio di metri da loro,prima di prendere un respiro profondo
<< Mi chiamo Vanellope … e sono un membro del Judgment. Siete in arresto per rapina a mano armata e danni alla proprietà pubblica !>>esclamò,attirando l'attenzione del gruppo.
Questi rimasero a fissarla per circa un minuto buono,prima di scoppiare in una fragorosa risata.
<< Ma che vuole questa mocciosa?>>
<< Cos'è,il Judgment è a corto di personale?>>
<< Ehi,ragazzina... Se non te ne vai subito finirai per farti male!>>ribattè un membro del trio,alzando la mano destra in un pugno,pronto a colpire la nuova arrivata.
Questa non si lasciò intimidire e compì una rapida rotazione su se stessa,evitando l'attacco
<< Una frase del genere...>>cominciò,per poi sferrare un poderoso calcio nello stomaco del delinquente
<< Equivale a morte certa>>ridacchiò,sferrando un pugno alla testa dell'uomo .
Il rapinatore svenne all'istante,suscitando uno sguardo di pura sorpresa da parte di Savage. Questi volse la propri attenzione nei confronti dei sottoposti.
<< Va bene,io la trattengo,voi portate I soldi al sicuro>>ordinò,ricevendo un cenno ad opera del gruppo.
Detto questo,il rapinatore porse la mano in avanti e questa cominciò a illuminarsi di una debole luce rossa.
Vanellope strinse ambe le palpebre degli occhi
<< Pirocinesi ?>>domandò,suscitando un sorriso arrogante da parte dell'avversario
<< Ti ridurrò in cenere!>>

Non appena Savage finì quel borbottio, la linea arancione esplose.

Apparve una spada di fuoco, dando l'impressione che qualcuno avesse aperto un idrante carico di benzina.
Iniziò poi a cambiare colore gradualmente, come una foto bruciata con un accendino.

Vanellope non stava toccando le fiamme, ma solo guardandole si sentiva gli occhi bruciare. Si fermò di colpo e portò le mani alla faccia per ripararsi.La palla di fuoco attraversò l'aria alla velocità di un colpo di pistola,per poi esplodere come un vulcano in eruzione.

Ondate di calore, bagliori di luce, fumo nero ed il suono dell'esplosione si sparsero in tutte le direzioni.

<< Forse ho esagerato.>>mormorò il piromane.

Savage si grattò la testa dinanzi a quello che sembrava essere il resto di un bombardamento. Per sicurezza guardò in giro, in modo da verificare che non stesse arrivando nessuno. Era il primo giorno delle vacanze estive, quindi la maggior parte dei residenti erano ancora a dormire. Non aveva bisogno di altri ostacoli.

L'esper non poteva vedere bene davanti a sé per via delle fiamme e del fumo.

Comunque non aveva bisogno di controllare. Quel colpo aveva generato delle terribili fiamme da 3000 gradi Celsius. A temperature sopra i 2000 gradi il corpo umano si scioglie prima di bruciarsi, perciò la ragazzina era probabilmente nello stesso stato della strada, squagliata come una scultura di zucchero. Sicuramente, ora si trovava spiaccicata sull'asfalto, alla stregua di un pezzo di chewing gum usato.
Poi come dal nulla,la figura di Vanellope gli comparve davanti agli occhi,completamente illesa.
L'uomo non ebbe neanche il tempo di manifestare la sua sorpresa.
<< Ma cosa...>>
il pugno della bambina lo mandò a finire contro il muro opposto,facendolo cadere a terra.
Cercò di alzarsi ma,ben presto,si rese conto che aveva i bordi dei vestiti incollati all'asfalto. Una lunga serie di chiodi erano stati conficcati nel tessuto.
Alzò lo sguardo,volgendo la propria attenzione nei confronti della ragazzina. Questa era rimasta ferma e immobile e aveva entrambe le mani occupate da una manciata di chiodi in ferro.
<< Una teleporter?>>domandò,ricevendo un ghigno da parte dell'esper
<< Se opporrai resistenza...il prossimo lo teletrasporterò direttamente in corpo>>sussurrò lei,il volto chiuso in un sorriso spaventoso.
Detto questo,puntò lo sguardo in direzione dei rapinatori in fuga,prima di scomparire in una sfocatura.

 

Il primo membro del gruppo ebbe appena il tempo di entrare nel vialetto,prima di essere colpito alla schiena da un poderoso calcio volante.
Vanellope gli atterrò sopra,posandogli un piede sulla mano che teneva la pistola
<< Ehi,stai calmo>>mormorò ,ottenendo un imprecazione da parte dell'uomo
<< Dannazione>>
<< Se non lo farai,ti romperò il braccio>>continuò l'altra,prima di metterlo K.O con un rapido colpo alla testa.
Si alzò in piedi e continuò a correre,oltrepassando l'angolo del vicolo.
Poco prima che potesse andare avanti,tuttavia,si bloccò di colpo.
I restanti due criminali,infatti, erano stati inchiodati al muro da una parete di ghiaccio spessa almeno un paio di metri.
Al centro della stradina,vi era una figura femminile girata di spalle.
Vanellope compì un passo in avanti
<< Signorina,sta bene?>>domandò,ricevendo l'attenzione della studentessa.
Questa si voltò,regalando alla bambina una perfetta immagine delle sue sembianze.
La teleporter inarcò un sopracciglio
<< Elsa?>>
<< Oh...ciao ,Vanellope>>


                                                                                                                      * * *

<< Tutti I cittadini sono pregati di allontanarsi immediatamente. Ripeto,tutti I cittadini sono pregati di allontanarsi immediatamente>>ordinò la voce di uno dei poliziotti.
Anna Fine,una giovane ragazza dalla capigliatura rossa,cominciò a correre in direzione del blocco,annaspando pesantemente.
Una volta di fronte al gruppo di vigilanti,porse loro il distintivo da detective,prima di compiere un rapido inchino

<< Vi chiedo scusa!>>esclamò,attirando l'attenzione di un uomo apparentemente venticinquenne.
L'esper dagli occhi verdi camminò con passo felpato nella sua direzione

<< Mi scusi,è lei l'ispettore Flynn Rider?>>domandò,ricevendo un piccolo cenno da parte del giovane
<< Sono io>>ribattè questi,prima di prendere un respiro profondo
<< Un caso del genere al tuo primo incarico. Una vera sfortuna>>borbottò.
La rossa non perse tempo e alzò la mano destra in un saluto militare
<< A partire da oggi stesso farò parte della sezione anti- crimine. Il mio nome è Anna Fine e sono molto lieta di...>>
<< Mi dispiace. La sezione anti-crimine ha alto deficit di personale. Non posso darti il tempo per ambientarti>>commentò l'altro,interrompendo il suo discorso.
L'adolescente arrossì furiosamente
<< O-oh,va bene>>balbettò,arricciando il volto in un espressione allegra.
Compì un passo in avanti,pronta a stringere il braccio del superiore, ma si bloccò di colpo,quando notò una strana figura sopraggiungere alla sua sinistra.

Il sorriso perfetto svanì in un istante. La ragazza saltò come se avesse avuto un crampo alla gamba e poi inciampò all'indietro.
Con un orribile tonfo sordo, sbatté la testa contro al muro dietro di lei.

<< U-Uno strano coso è sbucato fuori dal nulla!>>esclamò.
Urlando ,la ragazza aveva dimenticato persino di toccarsi la testa.

<< Non lo indicare come qualcosa di strano. E' solo un robot per le pulizie>> sospirò l'uomo.

La grandezza e la forma del robot erano simili a quelli di un bidone. Alla base aveva dei piccoli pneumatici ed una scopa rotante circolare, simile a quella delle pulizie della strada. Aveva delle telecamere che servivano ad evitare persone ed altri ostacoli, per questo erano molto odiati dalle ragazze in minigonna.

<<... Capisco. Avevo sentito che la California fosse uno degli stati con la tecnologia più avanzata, ma non sapevo aveste creato dei bidoni meccanizzati>>

<< Pronto? San Fransokyo è la città nota come Academy city. Puoi trovare cose del genere dappertutto.>>

<< Academy city ? >>

<< Sì. E' una città che è stata creata comprando l'intera area occidentale della California, dove lo sviluppo era rallentato. Il nome viene dal fatto che vi sono dozzine di università e centinaia di scuole elementari, medie e superiori. L'80% dei residenti è composto da studenti, quindi, tutti i condomini che vedi sono quasi tutti dormitori. E' per questo che la città è un po' strana. E' traboccante di esperimenti universitari, come lo smaltimento automatico dei rifiuti domestici, pale eoliche abbastanza efficaci da essere funzionali, e robot per le pulizie come questo qui. Grazie a tutto ciò, il nostro livello culturale è di circa 20 anni in avanti rispetto a qualsiasi altro posto.>>

<< Mh...>>
Anna esaminò con cura il robot per le pulizie.
<< Quindi, tutti gli edifici che ci sono qui sono parte di San Fransokyo?>>

<< Sì. Tuttavia,mi sorprende che tu non sappia queste cose. Alla centrale anti-crimine non ti hanno informato di nulla ?>>

Anna scosse il capo e si portò una mano sulla parte posteriore della testa, dove aveva sbattuto sul muro.

<< Ho fatto il tirocinio come poliziotta a Washington ma,dopo aver scoperto i miei poteri,sono stata trasferita qui. Sapevo solo che in questa città si svolgevano esperimenti per lo studio degli esper>> ribattè,suscitando un sopracciglio inarcato da parte dell'uomo.
<< E il tuo poter è ?>>domandò,attirando l'attenzione della rossa.
<< Oh,possiedo una memoria sematica. Sono in grado di ricostruire un evento a partire dalle tracce che un essere vivente lascia quando entra in contatto con un determinato ambiente. Uscite di calore, impronte,odori...sa,questo genere di cose>>
<< Capisco. Puoi ricostruire l'aspetto di una persona?>>
La ragazza scosse la testa una seconda volta
<< Quando uso il mio potere,gli esseri umani appaiono come figure distorte dalla carnagione dorata. È impossibile distinguerne i tratti fisici>>mormorò,il tono di voce leggermente sconfitto.
L'uomo sembrò non farci caso e la condusse nei pressi della macchina.

                                                                                                                 * * *
 

Anna Fine passò lentamente di fronte alla casa dov'era vissuta e morta la famiglia di Alistair Kray .
Le finestre erano buie. Era accesa solo una lampada esterna.
Parcheggiò a due isolati di distanza e tornò indietro nella notte calda, portando con sé in una cartelletta i rapporti delle indagini della polizia di San Fransokyo.
Aveva insistito per andare da sola sul posto. Se fosse stata con un altro non sarebbe riuscita a concentrarsi... questo almeno aveva detto a Rider. Il motivo però era un altro e la riguardava direttamente: non sapeva bene come avrebbe reagito. Non voleva sentirsi continuamente sotto osservazione.
All'obitorio era andato tutto bene. La casa di mattoni a due piani in un giardino fitto di alberi, era arretrata rispetto alla strada. Anna si fermò un bel po' di tempo sotto i rami, osservandola. Si sforzò di arrestare completamente quel che provava dentro.
Sentiva nella mente come un pendolo d'argento oscillare nel buio. Attese finché non fu immobile.
Passarono in macchina alcuni vicini, lanciarono brevi occhiate alla casa per poi distogliere lo sguardo. Una casa dove c'è stato un delitto è sgradevole per i vicini, come il viso di una persona che ci ha tradito. Solo gli estranei e i bambini si fermano a guardarla. Le tende erano tirate. Anna era contenta ,perché significava che nessun parente era entrato dopo la polizia. I parenti le chiudono sempre. Si spostò sul fianco della casa, muovendosi con cautela, senza accendere la torcia elettrica. Si fermò due volte ad ascoltare. Guardando da una delle finestre posteriori riusciva a vedere la luce proveniente dalla parte anteriore del giardino che delineava la sagoma dei mobili. Nell'aria c'era un profumo intenso di gelsomini. Nella parte posteriore della casa si allungava per quasi tutta la lunghezza una veranda, sulla porta della quale c'era il sigillo del dipartimento di polizia di San Fransokyo. La ragazza lo ruppe ed entrò.
Un pannello di compensato chiudeva il vetro della porta che dava in cucina, asportato dalla polizia. Alla luce della torcia la aprì con la chiave che si era fatto dare.
Voleva accendere le luci. Avrebbe voluto appuntarsi il distintivo lucente, fare qualche rumore per giustificare la sua presenza nella casa silenziosa in cui quattro persone erano morte. Non fece nulla.
Entrò nella cucina buia e sedette al tavolo per la prima colazione. Nell'oscurità si vedevano le due fiammelle blu per l'accensione automatica della cucina a gas. Si sentiva profumo di cera per mobili e di mele.
Scattò un termostato e il condizionatore si accese. Anna sussultò e avvertì un brivido di paura. La conosceva bene la paura. Questa poteva controllarla. Era semplicemente un po' spaventata, poteva benissimo proseguire. Quand'era spaventata sentiva e vedeva meglio; non riusciva a parlare concisamente e a volte la paura la rendeva brusca. Qui non era rimasto nessuno a cui parlare, nessuno da offendere.
La follia era entrata in casa da quella porta, era passata da questa cucina, camminando con un paio di piedi numero quarantacinque.
Seduta nell'oscurità ne avvertì la presenza, proprio come un segugio annusa la paura. Per quasi tutto il giorno e buona parte della serata aveva studiato i rapporti degli investigatori della squadra omicidi. Ricordò che la polizia aveva trovato accesa la luce della cappa. La riaccese.
Sulla parete accanto ai fornelli erano appesi due imparaticci incorniciati.
Su uno era scritto: « I baci sono effimeri, un buon pranzo no».
Sull'altro: « È sempre in cucina che agli amici piace stare, per sentire battere il cuore della casa, per trarne conforto».
Anna guardò l'orologio. Le undici e mezzo. Secondo il medico legale, il massacro doveva essere avvenuto tra le undici di sera e l'una.
Come prima cosa, doveva vedere come l'uomo era entrato in casa...
Il sicario tolse il gancio dalle tendine esterne della porta. Si fermò immobile nell'oscurità del portico ed estrasse qualcosa di tasca. Una ventosa, forse la base di un temperamatite, di quelli che si fissano al piano della scrivania. Accucciato contro il battente della porta, in basso, sollevò il capo per guardare dentro. Leccò la ventosa con la lingua, la premette contro il vetro e fece scattare la leva per farla aderire. Alla ventosa era fissato un minuscolo tagliavetro con il quale incidere un cerchio. Lo stridere del tagliavetro e un colpetto deciso per staccare il cerchio.
Una mano per picchiare, l'altra per tenere la ventosa. Il vetro non doveva cadere. Il pezzo staccato è leggermente irregolare perché la fettuccia si è arrotolata intorno al manico della ventosa. Un piccolo rumore raschiante mentre posa a terra il pezzo di vetro. Non si preoccupa di lasciare sul vetro tracce di saliva del gruppo A. Insinua la mano coperta da un guanto aderente nel buco, trova il pomello della serratura. La porta si apre senza rumore.
È in casa.
Vede il proprio corpo nella cucina sconosciuta, illuminata dalla luce della cappa. . Attraversò il soggiorno tenendo per abitudine la torcia ben staccata dal corpo. Aveva studiato la pianta della casa ma voltò nella direzione sbagliata prima di riuscire a trovare le scale. I gradini non scricchiolavano. Si fermò di fronte alla porta della camera da letto principale. Riusciva a vedere qualcosa anche senza torcia.
Un orologio digitale sul comodino proiettava l'ora sul soffitto, mentre sulla consolle accanto alla porta del bagno era accesa una luce da notte arancione.
Si sentiva, intenso, l'odore metallico del sangue. Con gli occhi abituati all'oscurità ci si vedeva abbastanza bene. Il pazzo poteva distinguere il signor Krai dalla moglie. Per attraversare la stanza, afferrare il padrone di casa per i capelli e tagliargli la gola la luce era sufficiente.
E poi? Tornare indietro, accendere l'interruttore... un saluto alla signora Krai e infine lo sparo che l'aveva uccisa?
Anna accese le luci e le chiazze di sangue gli urlarono addosso dalle pareti, dal materasso e dal pavimento. L'aria stessa pareva piena di grida e di sangue.
Indietreggiò, allontanandosi dal rumore che riempiva la stanza silenziosa, piena di macchie scure e secche.
Rimase seduta sul pavimento, finché in testa fu tornato il silenzio. Immobile, immobile, rimani immobile. Il numero e la varietà delle chiazze di sangue avevano lasciato perplessi gli investigatori della squadra omicidi che cercavano di ricostruire le fasi del delitto.
Tutte le vittime erano state trovate massacrate a letto. La posizione delle macchie però non permetteva di accettare questa ipotesi. In un primo momento avevano pensato che Alistair Krai fosse stato aggredito nella camera della figlia e che poi il corpo fosse stato trascinato nella camera da letto principale. Avevano cambiato idea dopo aver esaminato più attentamente la forma delle macchie. I movimenti dell'assassino nelle stanze non erano stati ancora stabiliti con precisione. Ora, dopo aver letto i rapporti del medico legale del laboratorio di polizia scientifica, Anna Fine cominciò a capire qual era stata la successione dei fatti.
L'assassino aveva tagliato la gola a Krai, mentre questi dormiva accanto alla moglie, era tornato indietro per accendere la luce: infatti la superficie liscia di un guanto aveva lasciato sull'interruttore tracce di capelli e di grasso del signor Krai. Poi aveva sparato alla moglie mentre questa si rizzava a sedere sul letto. Infine si era diretto verso le camere dei figli. Krai era sceso dal letto con la gola tagliata e aveva cercato di proteggerela figlia adolescente, perdendo una gran quantità di sangue.
C'erano i segni dei fiotti sgorgati dall'arteria mentre cercava di lottare. Era stato respinto, era caduto ed era morto con la figlia nella sua stanza.
A uno dei due nonni l'assassino aveva sparato nel letto. Anche l'altro era stato trovato a letto, ma nei suoi capelli erano stati scoperti dei granelli di polvere.
Gli investigatori erano convinti che l'assassino l'avesse tirato fuori da sotto il letto e gli avesse sparato.
Poi,tornò indietro con la mente,nel momento esatto in cui Alistair aveva combattuto contro il sicario...e allora lo vide.
Spalancò gli occhi e afferrò in fretta e furia il cellulare,digitando il numero di Flint.
Il dispositivo suonò un paio di volte. Poco dopo,la voce dell'uomo rieccheggiò dal ricevitore dell'apparecchio.
<< Trovato qualcosa?>>domandò,senza nemmeno salutarla.
L'adolescente non ci badò nemmeno
<< Durante lo scontro,Alistair Krai è riuscito a togliergli uno dei guanti. Potremmo avere un impronta parziale sulla parte destra del volto>>
<< Chiamo subito la scentifica>>ribattè l'altro.
Dopo circa un paio di secondi,tuttavia,riprese a parlare
<< Ottimo lavoro >>e,detto questo,interruppè il contatto,suscitando un piccolo sorriso da parte della rossa.


                                                                                                                       * * *


General Hospital

Arthur Kallagahn, scienziato pioniere nel campo della robotica, fissò la giovane di fronte a lui. Jessica gli sembrò perfettamente sveglia.
Era l’ala pediatrica dell’ospedale e il letto era piccolo; ciononostante ,la bambina sembrava sperduta in uno spazio enorme. Il suo corpo creava solo un modesto innalzamento del lenzuolo, dando l’impressione che di lei ci fosse solo la testa posata su un lindo guanciale bianco.
Il suo volto era molto pallido.
Sotto gli occhi aveva ombre violacee, scure quasi come lividi. Lo fissava con placida indifferenza.
Un ricciolo bianco gli era scivolato al centro della fronte come una virgola.
Kallaghan andò a prendere la sedia che c’era vicino alla finestra e la collocò accanto al letto, con i fianchi a sbarre alzati , onde a evitare che il piccolo paziente potesse cadere fuori. La figlia non mosse la testa, ma spostò gli occhi ,seguendo i suoi movimenti
<< Come ti senti?>> domandò l'uomo, il volto chiuso in un sorriso amorevole
<< Ho la gola secca>> bisbigliò la giovane.
Sul tavolino c’erano una caraffa e due bicchieri. Arthur gli versò dell’acqua e si chinò per passargliela sopra le sbarre.
La bambina cercò di alzarsi a sedere e non ci riuscì. Ricadde contro il guanciale con un debole sospiro che addolorò il padre.
Mentre infilava la mano dietro la nuca della ragazza per aiutarla a sollevarsi,gli tremò la mano e qualche goccia cadde sul cuscino.
In quel preciso istante, la figura di un medico entrò nella stanza
<< Come sta?>>domandò lui, visibilmente preoccupato.
L’uomo porse al vecchio un sorriso triste
<< è stabile ma ancora molto debole. Le consiglio di tornare più tardi>>
Kallaghan sembrò esitare ma,alla fine,decise di fare come gli era stato detto. La parola di un dottore,dopotutto,era legge, in una città come San Fransokyo.
Eppure,nonostante lo stabilimento potesse vantare dei migliori medici dell'intero continente,nessuno era ancora stato in grado di diagnosticare una cura efficace per la figlia.
Aneorisma . Prorprio nella parte inferiore dell'encefalo.
Uscì dall'ospedale,lo sguardo fisso in direzione della volta celeste,gli occhi inumiditi dalle lacrime...
<< Io posso salvarla>>
<< ?! >>
Il suono di quella voce attirò l'attenzione dell'uomo.
Si voltò di scatto,prendendo una rapida occhiata di colui che aveva parlato.
Di fronte al vecchio,aveva appena preso forma la figura di un adolescente dalla capigliatura nera e dalla pelle pallida. Aveva gli occhi di un insolito giallo ocra e indossava una giacca in pelle nera sopra una maglietta dello stesso colore.
<< Come dice?>>domandò Kallaghan,pensando di aver capito male.
Pitch Black sorrise in modo conciliante
<< Sua figlia...la posso salvare. Deve solo fare qualcosa per me>>



Com'era? Spero bello!
La trama s'infittisce. Due omicidi e una rapina a mano armata. Inoltre,Pitch inizia a muovere le fila del suo piano.
Per chi non l'avesse capito,Savage è un villain della serie tv Dragon Trainer.
Flynn proviene dal film Rapunzel.
Elsa ed Anna da Frozen.
Vanellope,Tamora e Felix da Ralph spaccatutto.
Kallaghan e Jessica( sua figlia) da Big hero 6.
Nel prossimo cahppy,franno la loro comparsa Hiccup e Merida nelle loro nuove vesti,così come molti altri nuovi personaggi.
Se desiderate vedere un particolare personaggio,scrivetemelo nella recensione,potrei decidere d'inserirlo :)
Alla prossima !!!


 

  
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