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Autore: KiraShane93    28/01/2016    0 recensioni
Ad Ichigo-sha molte vicende si sono concluse nel migliore dei modi, per alcune delle protagoniste, in maniera un pò meno piacevole, per altre. Ma i possibili intrecci amorosi o di amicizia che possono svilupparsi in una scuola tanto singolare sono ancora tanti. Per questo mi sono divertita a portare in scena certe "storie" non ancora concluse, mettendo in luce particolarmente due personaggi abituati ad aiutare sempre da dietro le quinte, ma che stavolta avranno maggiore importanza!
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Inizia la primavera a Ichigo-sha
 
 
Il Ballo
 
“Cosa?!  Un ballo PRIMA degli esami?” gridarono quasi tutte le ragazze di Ichigo-sha.
 
“Esatto! Ci sarà un ballo il 28 febbraio. Noi Étoile abbiamo deciso assieme alle presidentesse di organizzare questo evento. Sarà l’occasione perfetta per spezzare la tensione creata come sempre dagli esami di fine anno e anche per salutare le compagne che si diplomeranno a fine marzo”
 
Tutte pendevano dalle labbra della bellissima nuova Étoile Amane-sama, Principe di Spica. Era calato un silenzio quasi reverenziale in sala pranzo.
 
“Mai come in quest’ultimo anno si sono strette amicizie solide e sincere fra ragazze appartenenti alle tre diverse scuole di St. Miatre, St. Spica e LeRim. Spero che a tutte l’idea piaccia e vogliate tutte dare un contributo”
 
Era vero, pensò Nagisa. Da quando lei era arrivata ad Astrea, aveva conosciuto un sacco di nuove amiche appartenenti alle diverse scuole e si erano trovate benissimo insieme. Per non parlare del rapporto che ora aveva con la sua Shizuma, una delle future diplomande…
 
“Bene! Grazie Étoile-sama per le parole dette. Ora io, presidentessa Rokujo di Miatre, insieme alle presidentesse di Spica, Tomori, e di LeRim, Chik…voglio dire Minamoto, cominceremo i preparativi, ma sappiate che chiunque voglia entrare nel comitato organizzativo è il benvenuto”
 
Detto questo tutte quante si alzarono per andare a seguire le attività pomeridiane dei vari club.
 
 
Le nuove Étoile
 
“Questa si che è stata una bella idea vero Amane-sempai?”
 
“Si, Hikari. Ne sono convinta”
 
Quando Amane vedeva la sua dolce Hikari sorridere a quel modo non riusciva proprio a trattenersi dal ridere con lei. Da quando erano diventate le nuove Étoile era sempre più difficile ritagliarsi dei momenti per loro. Lei doveva seguire gli allenamenti con Star Bright, Hikari aveva le prove del Sacro Coro e in più c’erano tutte le mansioni da Étoile. Ora però erano sole.
 
“Hikari…”
 
Appena si sentì chiamare con quel tono, il piccolo angelo biondo sapeva già cosa sarebbe successo di lì a poco. Si voltò pronta ad accogliere il bacio della sua amata. Ancora stentava a crederci a volte. Non solo erano una coppia ormai ufficiale, ma anche le due Étoile di Ichigo-sha.
 
“Amane-sempai…”
 
“Basta Hikari. Chiamami solo Amane per favore. Ormai siamo una coppia. Sai che sono innamorata di te e non c’è bisogno di sciocchi titoli fra noi”
 
Senza aspettare una risposta della piccola biondina, Amane la prese in braccio per poi farla sdraiare sul letto di fieno accanto al box del suo cavallo. Capitava a volte che lei si assopisse lì dopo gli allenamenti così aveva imparato a lasciare quel giaciglio sempre pronto. E meno male. Si stava rivelando molto utile. Dalla loro prima volta non avevano più fatto l’amore poiché non c’era stato proprio il tempo. Ora invece potevano approfittare del fatto che nessuno le avrebbe disturbate fino a sera.
Svestì con calma la sua giovane compagna e ne ammirò il fisico ancora acerbo. Hikari era tutta rossa in viso, chiaramente in imbarazzo, e anche Amane arrossì davanti all’audacia dei suoi gesti. Solo con Hikari si sarebbe presa tanta libertà perché la desiderava con tutta sé stessa. Per non lasciarla ulteriormente in imbarazzo anche lei cominciò a sbottonarsi la camicia da equitazione e i pantaloni.
Nude e con il desiderio di stare sempre più vicine, cominciarono a fare l’amore in quel letto improvvisato.  Entrambe non avevano grande esperienza, ma erano guidate da un profondo amore l’una per l’altra. Amane accarezzava il corpo del suo angelo alternando i baci sulle labbra ad altri su tutto il corpo. Scese piano con la mano lungo il corpo di Hikari per poi risalire tra le sue gambe. La bionda le dischiuse da subito appena appena per poi lasciare invece che la sua amata potesse muoversi liberamente. Non dovevano preoccuparsi di non fare rumore poiché non c’era mai nessuno lì a quell’ora e poterono dare sfogo al loro amore. Amane la penetrò delicatamente proprio come la prima volta. Poi aumentò sempre più il ritmo e i loro respiri pelle su pelle si fecero più rapidi. A un certo punto Hikari non riuscì più a trattenersi e le uscì un grido di puro piacere mentre Amane sentiva la sua mano inumidirsi. Si guardarono negli occhi per quella che parve un’eternità. Poi Hikari si prese di coraggio e passò sopra. Amane era sbigottita. Non si aspettava certo che Hikari prendesse l’iniziativa. Anche la loro prima volta in realtà era stata una prima volta per la piccola e non per lei. Non pretendeva che il suo piccolo angelo facesse un passo del genere così presto. Era ancora difficile per lei, figurarsi per una ragazza più giovane.
“Hikari. Io non voglio farti pressioni. Se non te la senti, non devi fare niente. Avevo già deciso che avrei aspettato tutto il tempo necessario affinché tu fossi pronta”
 
“Sono io che lo voglio Amane-sem…Amane-san. Ti amo e voglio farlo proprio per questo. Vorrei che anche tu provassi anche solo una briciola di quello che fai provare tu a me. Io non sono sicuramente brava in queste cose. Non ho esperienza, ma se me lo permetterai io ce la metterò tutta”
 
“Oh Hikari…”
 
La determinazione negli occhi di Hikari fece crollare anche l’ultimo muro di resistenza di Amane. Si sdraiò e lasciò che la sua dolce ragazza facesse tutto quello che desiderava con il suo corpo. A lei avrebbe permesso tutto. Ogni cosa. E fu ripagata presto della fiducia che riponeva nella sua compagna. Per quanto inesperta, Hikari provò a imitare tutto quello che lei le aveva fatto prima e ben presto Amane si ritrovò a gemere sotto il tocco della bionda. Hikari si fece coraggio, scacciò tutti i suoi timori e con delicatezza estrema infilò due piccole dita dentro Amane che inarcò la schiena ed emise un gemito di puro piacere. La ragazza si stava bagnando sempre di più facilitando il compito a Hikari di procurarle nuovo godimento. Alla fine anche lei riuscì a far gridare il suo principe che chiamò ad alta voce il suo nome.
 
“Hikari-chan, ti amo”
 
“Anch’io ti amo, Amane-san”
 
“Non credo ce ne sia bisogno però voglio chiedertelo lo stesso. Mi faresti l’enorme onore di venire al ballo con me, mia principessa?”
 
“E’ la cosa che mi renderebbe più felice, mio principe”
 
Sudate e stanche le due ragazze si distesero l’una accanto all’altra sorridendo e si addormentarono pienamente appagate.
 
 
La pantera di Spica soffre
 
Tsubomi era allo stesso tempo felice e triste per la notizia del ballo. Sarebbe stata una bella occasione per Yaya-chan di distrarsi, ma allo stesso modo anche di continuare a star male perché al ballo le due Étoile sarebbero sempre state sotto i riflettori. Non poteva dire di odiare Hikari, anzi per tanto tempo pensava di esserne innamorata, ma il modo in cui trattava Yaya-chan era orribile. Certo lei e Amane-sempai erano molto innamorate, però avrebbero potuto darlo meno a vedere! Invece erano sempre in giro mano nella mano e si scambiavano continuamente carinerie. Per di più dall’elezione della settimana prima, Hikari dormiva sempre da Amane (chissà poi se dormivano) e Yaya rimaneva sola nella sua stanza.
Mentre pensava a tutto ciò Tsubomi si accorse di una figura in ombra vicino alle scuderie. Da lontano le parve familiare e quando si avvicinò, riconobbe Yaya.
 
“Yaya -chan che ci fai qui tutta sola? Perché non sei venuta alle prove?”
 
Yaya si girò di scatto. Appena vide che era Tsubomi le si fiondò addosso e le tappò la bocca facendole segno di fare silenzio. Prima di poterne capire il motivo, Tsubomi sentì dei gemiti piuttosto inequivocabili. Erano due ragazze intente a divertirsi. Ovviamente il fatto di essere vicini alla scuderia e che lì ci fosse Yaya non era una coincidenza. Tsubomi fece subito il giusto collegamento e non poté credere che lei fosse lì a farsi del male di sua spontanea volontà. Prese la ragazza per il polso e la trascinò via a forza proprio mentre si sentì una voce più forte. Era senza dubbio quella di Amane-sempai e gridava il nome di Hikari.
Yaya sembrava totalmente sotto shock. Dovette trascinarla a forza fino alla fontana della Madonna.
 
“Ma che ti prende Yaya-chan? Ti sei rincitrullita?! Ami così tanto farti del male da sola? Sapevi esattamente chi c’era là dentro. Eppure, sei rimasta lì ad ascoltare”
 
“Già, sono rimasta lì. Sei arrivata dopo quindi non hai sentito Hikari, però direi che prima, avendo sentito Amane, non ci sono dubbi su quanto si amino. Non credo che altri saprebbero dare tanto piacere al principe di Spica. Loro erano lì. A una parete di distanza. Non pensavo che avrebbe fatto così male. Pensavo di esserci passata sopra…”


“Sei proprio una stupida Yaya-chan!”
 
Mentre glielo gridava in faccia gli occhi di Tsubomi si riempirono di lacrime e non accennavano a smettere. Yaya era più che sorpresa dalla reazione dell’amica. Non si aspettava certo che fosse lei a scoppiare a piangere. Poi si sentì ancora più ferita dalle parole che le rivolse dopo.
 
“Sei davvero così convinta che sia la cosa giusta farsi del male in questo modo? Sei così concentrata a non vivere la tua vita che neanche ti accorgi di chi ti sta accanto davvero. Tu pensi sempre e solo a Hikari anche se sai che ama Amane-sempai più di se stessa. Con lei non hai speranza. Devi lasciarla stare e provare ad andare avanti. Non ti stai neanche rendendo conto che vicino a te potrebbe già esserci qualcun altro in grado di starti accanto, di farti stare meglio, che vorrebbe solo vederti sorridere…”
 
“Ma che stai dicendo Tsubomi?! Non c’è proprio nessuno accanto a me che fa quello che dici. Nessuno! Se ci fosse allora vedendomi così magari si sarebbe già fatto avanti. Invece sono qui che soffro, è vero, e l’unico modo per capire se sono ancora viva è continuare a farmi male perché almeno il dolore mi fa sentire qualcosa. Senza di quello mi sento vuota!”
 
“Ti sbagli! Tu non sarai mai vuota. Tu sei come una pantera, fiera e bellissima. Non puoi lasciarti andare così. E non dire che accanto a te non c’è nessuno. Io ci sono. Io sono qui!”
 
“Ma di che parli? Tu…”
 
Prima che potesse finire la frase, Tsubomi si avvicinò e la baciò senza preavviso. Yaya non seppe come reagire così rimase immobile. Sentendo la rigidità della ragazza, Tsubomi si allontanò. Teneva gli occhi bassi e aveva le guance in fiamme.
 
“Non sei da sola. Io so di non essere Hikari, però sono qui accanto a te…”
 
Yaya non ebbe il tempo di rispondere nulla perché Tsubomi scappò via veloce ed era sicura che la ragazza stesse piangendo. Si portò le dita sulle labbra dove sentiva ancora indugiare quelle calde di Tsubomi. Il suo cuore accelerò all’improvviso e senza sapere perché scoppiò a piangere anche lei.
 
 
Sei solo mia, vero?

 
Dopo l’annuncio del ballo, Nagisa era ancora più impaziente di andare a fare la passeggiata che Shizuma le aveva proposto. Entrambe non avevano attività di club quindi avrebbero avuto molto tempo da passare assieme e la rossa già s’immaginava i possibili modi in cui la sua Shizuma le avrebbe chiesto di andare al ballo assieme. A quel pensiero le venne naturale cercare con lo sguardo la sua compagna di stanza Tamao-chan. Il ballo sarebbe stato un ulteriore duro colpo per lei. Nagisa sapeva quello che Tamao provava per lei, ma non poteva farci nulla. Lei amava Shizuma. Ed essere ricambiata era la cosa migliore che le potesse capitare. Mentre era ancora assorta nei suoi pensieri, si sentì abbracciare da dietro e poi una voce le sussurrò all’orecchio.
 
“Allora, mia piccola Nagisa-chan, pronta per la nostra passeggiata?”
 
“Si, Shizuma-sama”
 
Già fremevano entrambe per l’esito che avrebbe avuto la giornata. Avevano già deciso dove la camminata le avrebbe portate. Appena arrivarono alla radura dell’albero Shizuma prese Nagisa per la vita e se la portò a un nulla dal viso. La rossa si perse in quei bellissimi occhi magnetici. Poi ammirò anche i folti capelli argentei della sua compagna e quelle labbra così morbide che la chiamavano. Si baciarono intensamente. Ora che erano una coppia ufficiale passavano molto più tempo assieme, ma comunque in pubblico Nagisa continuava a non voler essere troppo sfrontata. Questo anche per Tamao-chan, ma non voleva dirlo a Shizuma per paura di farla arrabbiare. Sapeva quanto fosse gelosa del rapporto che aveva con la sua compagna di stanza. Comunque fino a quel momento erano state assieme solo una volta e davanti alle altre si limitavano a tenersi per mano e abbracciarsi.
Ora invece erano completamente sole e potevano amarsi come volevano. Shizuma le slacciò il vestito con mani esperte. Glielo fece scivolare lentamente per assaporarsi la vista di quel corpo dalle forme perfette. Poi le accarezzò i seni sodi e scese lungo i fianchi fino al suo frutto proibito. Nagisa sussultò non essendo abituata ancora a quel tipo si situazioni. Voleva però che la sua Shizuma fosse soddisfatta di lei e prendendo l’iniziativa si avvicinò e cominciò a slacciarle a sua volta la divisa.
Ci mise un po’ di più ma alla fine entrambe si coricarono nude una accanto all’altra. Nagisa era visibilmente in imbarazzo eppure non riusciva a staccare gli occhi dal corpo di Shizuma neanche per guardarla negli occhi. La cosa parve divertire molto l’ex-Étoile. Desiderosa di avere la sua bella Nagisa, la bellezza di St. Miatre cominciò subito i preliminari. La prima volta che avevano fatto l’amore era stata intensa, ma anche troppo breve. Stavolta si sarebbe goduta ogni istante e avrebbe osservato con calma quel corpo stupendo. Cominciò palpandole i seni mentre con la lingua compiva delle piccole circonduzioni sul collo. La accarezzava piano scendendo e risalendo sul corpo di Nagisa, passando ogni volta un po’ più vicino al suo frutto. L’avrebbe colto, ma non così presto. Prima voleva farla eccitare il più possibile, cosa in cui stava riuscendo a giudicare dai gemiti della rossa. Cominciò a leccarle i seni e intanto a massaggiarle il clitoride con mano sicura. Quando decise di penetrarla baciò con foga la sua piccola per evitare che gridasse di piacere. Continuò a entrare e uscire con ritmo sempre maggiore finché Nagisa non emise un gemito superiore agli altri e inarcò il corpo in un atto di puro piacere fisico. Shizuma le si sdraiò accanto, contenta di averle procurato tanto godimento. Ora si aspettava quantomeno che Nagisa provasse a fare qualcosa per lei. Era inesperta, certo, ma alla fine avrebbe dovuto iniziare da qualche parte e anche lei era impaziente di avere la sua ricompensa. Vedeva quanto Nagisa fosse titubante e stava quasi per parlarle e cercare di spronarla quando invece fu lei a muoversi. Le salì sopra e cominciò in maniera un po’ impacciata a baciarle il collo per poi scendere verso il seno, la pancia, il ventre e poi sempre più giù… Quando arrivò tra le gambe di Shizuma, alzò la testa verso la compagna quasi a chiederle il permesso. L’ex-Étoile non si sarebbe mai aspettata tanta audacia da parte sua e non poté fare altro che annuire.
La stessa Nagisa non riusciva a pensare con lucidità e a rendersi pienamente conto di cosa faceva. Si lasciava guidare dall’istinto. La rossa scese ancora con la lingua e cominciò prima a baciarle l’interno coscia, poi si avvicinò sempre più al centro, sempre di più. Quando arrivò, cominciò a leccarle piano il clitoride con movimenti circolari. Shizuma avvertì come una scossa nel suo corpo. Pregò con tutta se stessa che quella sensazione non finisse, ma che anzi crescesse ancora di più. Nagisa entrava e usciva con la lingua, le mordicchiava le labbra e le faceva dei piccoli succhiotti che chiamare afrodisiaci era ben poca cosa. Shizuma alternava frasi del tipo “non ti fermare” ad altre come “dammi un po’ di tregua”. Nagisa sembrava dare retta solo alla prima. Aumentò il ritmo e quando sentì che Shizuma era quasi all’apice del piacere la penetrò anche con le dita. La sua compagna non se lo aspettava assolutamente e questo le provocò all’istante l’orgasmo. Il primo che avesse mai avuto. Si sentì bagnare completamente e le pareva quasi di avere un fuoco dentro. Per fortuna aveva avuto la prontezza di tapparsi la bocca o il suo grido di piacere si sarebbe sentito fino ai dormitori. Nessuno le aveva mai provocato quel piacere così profondo. Non c’era mai riuscita da sola e neanche con Kaori era mai successo. Per non ferire i sentimenti dell’ex compagna Shizuma aveva sempre finto pur di non farla soffrire. Invece Nagisa era riuscita a farla arrivare al pieno godimento.
Poi accadde una cosa strana. Invece si sdraiarsi accanto a lei Nagisa si mise a sedere e scoppiò a piangere.
Shizuma non riusciva proprio a capire cosa ci fosse di male. Che cosa era andato storto? Nagisa si vergognava forse del suo gesto?
 
“Nagisa-chan ma cosa…?”
 
“Potevi dirlo subito che stavo sbagliando. Io ho continuato credendo che ti piacesse! So di non essere esperta come te. Per me è la prima volta. Ma ce l’ho messa tutta, lo giuro!”
 
“Nagisa-chan di che parli? Tu sei sta magnifica!”
 
“Non mentire! Ti ho vista. Alla fine, ti sei tappata la bocca per nascondere le risate!”
 
“Nagisa! Ti sbagli di grosso. Non stavo per nulla ridendo. Non mi prenderei mai gioco di te. E comunque in quel momento ero alquanto occupata a tenermi a freno per evitare che mi sentissero fino a Ichigo-sha. Per questo avevo la mano sulla bocca. Per non gridare al mondo tutto il piacere che stavo provando. Tu sei riuscita a farmi sentire qualcosa d’inimmaginabile Nagisa-chan. Sei stata non solo brava. Sei stata superba!”
 
A quelle parole le lacrime della rossa si fermarono. Si diede della stupida da sola e si gettò fra le braccia della sua amata Shizuma.
 
“Perdonami Shizuma-sama. Sono una stupida!”
 
“No, non sei una stupida. Solo che non sei ancora abbastanza smaliziata da capire certe cose. Presto imparerai, ne sono certa. Dopotutto mi pare di capire che pur essendo inesperta sei un vero talento naturale!”
Nagisa arrossì violentemente. Di sicuro voleva essere un complimento, ma lei non era ancora avvezza a quelle situazioni e anzi ancora non si capacitava di dove avesse trovato il coraggio di fare quelle cose a Shizuma.
 
“Allora mia piccola Nagisa-chan, credo sia ora che ti chieda ciò che tanto desideri. Vuoi venire con me al ballo di Ichigo-sha? Sarà l’occasione perfetta per ballare ancora assieme prima che io mi diplomi”
 
“Si, Shizuma-sama! Certo che lo voglio. Non sappiamo quando potremo rivederci una volta finito l’anno. Questo mi star male al solo pensiero e non voglio sprecare un’occasione simile”
 
“Tranquilla, amore mio. Anche dopo che mi diplomerò, continuerai a essere tu a far battere il mio cuore. Per sempre”
 
Shizuma la baciò dolcemente e passarono il resto del pomeriggio facendo giochi d’amore sempre più audaci finché in lontananza non si sentirono i rintocchi del campanile.
 
  
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