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Autore: AloneAgainstZombies    28/01/2016    2 recensioni
SPOILER S6
La malattia di Ian cerca di avere la meglio su di lui e i suoi sentimenti...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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La verità

Solo e incompreso.
Ecco come si sentiva Ian da, forse, troppo tempo.
La malattia stava avendo la meglio su di lui e questo lui lo sapeva, ma lasciava che questa lo controllasse come se fosse una marionetta.

«Le prendo.»

Era questo quello che diceva a sua sorella Fiona ogni dannatissima mattina che si intrufolava nella sua stanza, afferrava la boccetta di medicine e controllava se Ian ne stesse effettivamente facendo uso.
No, non lo stava facendo. Non prendeva quelle pillole saltuariamente, come gli era stato detto alla visita psichiatrica… come non stava andando agli incontri col terapista.
Ma a nessuno sembrava che importasse, lui era invisibile… era solo il ragazzo bipolare, tanto simile a sua madre.
Già, sua madre. Più volte si era ripetuto di non essere un pezzo di merda come lei… senza successo. Lo era. Non valeva niente… e in più tutti i suoi fratelli sembravano essere diventati così lontani.
Tutte le sue certezze stavano crollando, così come il suo rapporto con suo fratello Lip.
Aveva perso l’unica persona che lo capiva, l’unica con cui era stato bene fin dal primo momento… e, oltre a questo, aveva allontanato anche l’unico uomo che sapeva donargli ciò di cui aveva bisogno.

***

Ian lasciò un ultimo bacio sulla schiena di quel ragazzo prima di allontanarsi da lui e stendersi sul materasso, gli occhi fissi al soffitto mentre cercava di riprendere fiato. Sentiva che qualcosa non andava. Il sesso era stato bello, come tutte le volte che si trovava a scopare con il vigile del fuoco di cui si era invaghito… ma c’era qualcosa di diverso in tutto ciò. Mancava quel briciolo di passione che avvertiva tempo fa.

«Tutto ok, Ian?»

Domandò l’altro con il fiato ancora corto. Si girò verso il ragazzo dai capelli rossi e gli posò una mano sulla spalla. Ian sussultò, tornando con i piedi per terra, e si voltò verso di lui; gli occhi di un cucciolo spaventato.

«Uh… sì, sì certo… devo pisciare.»

E si alzò dal letto, aggrottando le sopracciglia per l’inspiegabile fastidio che stava provando in quel momento al solo tocco del ragazzo. Si infilò i boxer, prese il telefono dal comodino e si chiuse in bagno. Abbassò il coperchio del WC e ci si sedette sopra, la testa tra le mani.
Erano mesi che non ci pensava… perché proprio quella sera doveva entrare nella sua testa? Aveva smesso con quella parte della sua vita, non voleva tornare indietro per alcun motivo… eppure sentiva dentro di sé una strana forza di volontà.
Guardò il cellulare con la coda dell’occhio per diversi secondi prima di afferrarlo con decisione, sbuffare e comporre il numero del carcere di Chicago.
La voce nella sua testa iniziava ad urlare di chiudere la chiamata e tornare da quel ragazzo che, sembrava, essere adatto a lui.

«Con chi parlo?»

La voce dell’uomo dall’altra parte del telefono fece sussultare il rosso che, con il cuore a mille e la voce tremante, cercava di trovare le parole.

«I-Ian Gallagher, potrei parlare con… con uno dei carcerati?»

Bisbigliò, il pugno serrato sul telefono mentre tutti i muscoli erano rigidi per il nervosisimo che stava provando.
Sentì un sospiro dall’altra parte e temette immediatamente di aver fatto una immensa cazzata.

«Ha cinque minuti di tempo e la conversazione sarà monitorata. Con chi desidera parlare?»

Gli occhi di smeraldo di Ian si spalancarono e si erse subito dritto sul gabinetto.

«Mickey Milkovich.»

«La faccio attendere.»

Il cuore di Ian iniziò a battere sempre più forte mentre il silenzio inondava le sue orecchie, preparandolo a sentire quella voce dal tono strafottente che più volte aveva amato ascoltare.

«Ian?»

Ed eccolo. Il suo nome pronunciato da Mickey Milkovich. La verità gli stava parlando al telefono.

«Hey Mick...»

Sentiva una sensazione di calma crescere in lui e un leggero sorriso comparve sul suo volto. Era sconvolgente ciò che gli provocava Mickey, nonostante non volesse avere più a che fare con ciò che faceva parte della sua vita precedente.
Mickey respirava affannosamente nel ricevitore, sembrava nervoso.

«Cosa...»

«Ti aspetterò. Hai capito?»

Mickey sgranò gli occhi. Sapeva che Ian gli aveva mentito quell’unica volta in cui era andato a trovarlo (sotto compenso)... ma quelle parole ora erano più decise, sembravano… la verità.

«Otto o quindici anni… ti aspetterò.»

E Mickey non potette far altro che lasciar scorrere una lacrime lungo la sua guancia.
 



Hi there! ♥
Ho scritto questa OS al volo dopo aver visto il terzo episodio di Shameless... dove Ian è davvero smarrito.
Spero vi sia piaciuta, anche se non è una delle migliori dato che è più uno sfogo "creativo" che altro! XD
Btw, #IAlwaysHopeForTheGallavich
Bye
K
   
 
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