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Autore: cutieaki    31/01/2016    0 recensioni
Una ragazza con un passato difficile ha finalmente trovato l'equilibrio, riuscirà a mantenere la sua promessa?
Genere: Azione, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Accadeva 12 anni fa, io e i miei genitori stavamo sorvolando l'Oceano Pacifico sulla nave spaziale che aveva come destinazione Edo, ovvero il più grande porto intergalattico della Terra. I miei genitori sapevano che non era il momento migliore per andare sulla terra, a causa delle continue guerriglie fra samurai e come ci chiamano loro gli Amanto, ma nonostante tutto vollero rischiare e tutto per offrire a me un futuro migliore. La fatalità volle che quel giorno un gruppo di ribelli ,armati di cannoni e armi non terrestri, attaccarono delle navi addette al trasporto passeggeri, tra quelle navi c'era anche lq nostra. La nave precipitó a causa dell'esplosione dello scafo, il senso del vuoto mi possedeva, poi l'impatto con l'acqua e in seguito il buio. Non ricordo niente di quei momenti tragici, potevo solo ripensare al vuoto e alla paura mista alla cosapevolezza di morire. Ricordo che al mio risveglio mi ritrovai accerchiata da svariate persone che farfugliavano qualcosa in una lingua a me sconosciuta, ma tra tutti quei volti non vedevo quelli dei miei genitori. L'ultimo ricordo che ho dei miei genitori, è mia madre che mi stringe forte a se e mi sussurra:" Mei, non avere paura io sono qua". Fui addottata dalla famiglia che mi aveva trovato priva di sensi sulla spiaggia, proprietari di un piccolo ryokan fuori Edo. Avevo due nuovi genitori e in più due fratelli. Fu dura, non riuscivo ad ambientarmi e non riuscivo ad elaborare il fatto che non avrei più riabbracciato la mia mamma e il mio papà. La lingua inoltre non era d'aiuto, ma piano piano iniziai a capire. Ogni notte piangevo e ripensavo al vuoto e ai miei genitori e ogni qualvolta che mamma Miyo sentiva i miei singhiozzio, veniva da me e mi coccolava per consolarmi e farmi addormentare, proprio come una vera mamma. Lei è sempre stata molto premurosa con me, fin da subito, mentre papà Goro ci mise qualche anno prima di avvicinarsi a me. Ma fu soprattutto grazie ai miei fratelli, Sho e Keita, se in alcuni momenti potevo dimenticare il mio passato per tornare ad essere una bambina spensierata che giocava nei prati con gli aquiloni. Io e Sho siamo più o meno coetanei mentre Keita è leggermente più grande, infatti ricordo che quando giocavamo decideva sempre lui, rivendicando il fatto di essere il primogenito. Nonstante l'incidente e il grande trauma che mi ha lasciato la perdita dei miei genitori, sono riuscita ad avere una vita pressoché felice con la mia nuova famiglia. Quando avevo all'incirca 13 anni andai con mamma Miyo a Edo per fare delle compre per il Ryokan, mentre aspettavo Miyo al parco mi imbattei in un ragazzo di nome Kei, Iniziammo a parlare e diventammo subito amici. Mi raccontava di quanto avesse voluto entrare a far parte della Shinsengumi, ma che non avrebbe mai potuto a causa della sua salute cagionevole. Da quel giorno inizammo a trovarci in quel parco quasi tutti i giorni, parlando del più e del meno, ridendo e scherzando. Ma un giorno Kei non venne. Lo andai a cercare a casa sua, e i suoi genitori mi raccontarono che le condizioni di Kei erano peggiorate e fino a che non si fosse ristabilizzato non sarebbe potuto uscire di casa. Passarono i mesi e il mio amico non migliorava, di volta in volta andavo a visitarlo e come al solito parlavamo di tutto e di più, ma un giorno Kei divvenne serio all'improvviso e mi chiese:" Mei, potresti fare una cosa per me? Potresti fare una cosa che io non potrò fare mai al posto mio? Ieri è venuto il dottore e mi ha detto che le probabilità che io guarisca sono nulle. Sei la mia migliore amica, potresti fare questo per me?". Rimasi in silenzio. Avevo capito dove voleva andare a parare, io, una ragazza, non avrei mai potuto entrare a far parte della Shinsengumi, dove le donne non erano ammesse a farne parte. Ingenuamente e senza volerlo risposi di si. Ero piccola e molto sciocca. Sono passati degli anni da quando feci quella promessa al mio caro amico, e ho deciso finalmente di mantenerla. Mi sono trasferita in città, in un quartiere dove gli affitti delle case costano poco. Sto abitando in un mini appartamento, carino, se non si fa caso alle crepe sul muro, all'odore di muffa, e alla porta del bagno rotta e agli spifferi gelati che vengono dalle finestre. I vicini ,inoltre, non aiutano, rumorosi fin dalle prime ore del mattino fino a tarda notte. Tra la vecchia del bar che va a riscuotere l'affitto urlando in maniera isterica un giorno no e un giorno si, senza successo, il ragazzo occhialuto che urla sempre, e la ragazzina cinese che prende a pugni il tizio riccio, alle 7 del mattino come alle 11 di sera, io non so più che pesci prendere. Ho provato ad andare a parlare con la vecchia del bar, ma la donna gatto mi fa troppa impressione, quindi ci rinuncio sempre. Intanto io lavoro in un supermercato per mettere da parte dei soldi e potermi trasferire in una casa migliore. Inutile dire che ho i nervi a fior di pelle. Un giorno, ero sdraiata sul letto perché ero molto stanca a causa degli straordinari, all'improvviso sento il rumore di una esplosione e in seguito una luce abbagliante invase la mia casa. Chiusi gli occhi d'impulso e quando li riaprii mi ritrovai un buco immenso nella parete di casa mia. Inutile dire che mi incazzai così tanto che avevo solo voglia di uccidere tutti i membri dell'agenzia tuttofare! Mi precipitai davanti alla loro porta armata di manico di scopa per fare a pezzi qualcuno, quando mi aprì la porta :" scusaa, non volevamo, è che Tama-chan è un po' nervosetta perché la vecchia vuole i soldi dell'affitto, se per te va bene posso ripagarti i danni usando il mio corpo o vedendoti la vecchia, anche se non è molto utile". La faccia da pesce lesso di quel cretino e le sue parole mi fecero innervosire ancora di più, e persi il senso della ragione per un istante. Quando tornai in me c'era il signor Sakata a terra privo di sensi. Il ragazzo occhialuto si avvicinò a me e si scusò prima di scappare via seguito dalla ragazza cinese. Tornai a casa, mi sedetti sul letto e iniziai a guardare il muro pensando a come cavolo avrei fatto a dirlo al proprietario di casa di quel buco, deprimendomi.
   
 
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