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Autore: Pandora86    01/02/2016    4 recensioni
Spoiler quinta stagione.
Artù e Merlino. Il re e il mago. Due facce della stessa medaglia.
Due anime legate da un filo indissolubile che finisce, inevitabilmente, per spezzarsi in ogni tempo e in ogni luogo.
Ma forse, era finalmente giunto il tempo in cui le due facce della medaglia avrebbero potuto riunirsi, portando a termine il proprio destino.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio, Nel futuro
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Ecco il nuovo capitolo.
Come sempre, grazie per le bellissime recensioni.
Grazie anche a chi continua a inserire la storia tra le preferite le seguite e le ricordate.
E, ovviamente, grazie anche a tutti i lettori silenziosi.
Ci vediamo a fine capitolo per le note.
Per adesso, buona lettura.
 
 
Capitolo 69. Energie a confronto
 
Gwaine seguì Kyle silenziosamente, troppo curioso e troppo eccitato per rovinare quei momenti con parole inutili o esclamazioni di sorpresa.

Ancora faticava a credere di stare varcando la soglia dell’immensa villa Badelt.

Klause Badelt, l’imprenditore che non erano mai riusciti ad avvicinare, per un motivo o per un altro, era l’imprenditore tra gli imprenditori, colui che aveva sempre rifiutato le proposte lavorative della loro agenzia.

Gli veniva da ridere se pensava che, mesi addietro, avrebbe considerato utopico entrare in quella villa per stringere un affare; sarebbe stato più semplice provare a raggiungere la luna, in effetti!

Ora, invece, si trovava a varcare quella soglia off-limits per motivi che tutto avevano, tranne le caratteristiche imprenditoriali.

Tuttavia, ora che sapeva chi realmente ci abitasse all’interno, Gwaine si stupì di tutta quella normalità.

Lussuosissima, certo, e arredata con molto gusto, con uno stile a metà fra il moderno e antico ma, comunque, troppo normale.

“Ti aspettavi dei tavoli sospesi in aria?” chiese Kyle interrompendo le sue riflessioni e voltandosi, prima di percorrere l’immensa scalinata, per osservarlo divertito.

Gwaine ridacchiò a sua volta, capendo di essere stato colto in flagrante.

“Da voi, mi aspetto di tutto!” scrollò le spalle con semplicità.

“È tuo, quello?” chiese poi con curiosità, indicando l’imponente pianoforte a coda posto alla destra della scalinata.

“Lo usiamo tutti, in realtà” spiegò Kyle che sembrava particolarmente incline al dialogo.

“Il pianoforte è fondamentale per la composizione e ogni musicista deve saperci mettere le mani” spiegò in maniera spiccia. “In questa stanza, la diffusione del suono è eccellente” concluse.

“Quindi, non è il tuo” tirò le somme Gwaine.

“Quello che uso personalmente è nella mia stanza” rispose Kyle.

“Mi farai ascoltare qualcosa, un giorno?” chiese Gwaine speranzoso aspettandosi tuttavia una risposta sarcastica o un no secco.

L’affermazione reale di Kyle, invece, lo stupì.

“Non vedo perché no” rispose, sorridendo ironico. “Anche un bifolco come te, potrebbe riuscire a imparare qualcosa” e ghignò.

Gwaine rise apertamente. Tipico di Kyle infilare un insulto in ogni frase. Soprattutto, quando la frase era gentile!

Perché aveva acconsentito alla sua richiesta, questo, a Gwaine, non era sfuggito. Segno che, qualsiasi cosa dovessero fare in quella villa, Kyle non lo considerava più un nemico o un oggetto da studio; erano, finalmente, sullo stesso piano.

“Vieni con me” disse Kyle interrompendo, per l’ennesima volta in quella serata, il filo dei pensieri di Gwaine e avviandosi, a passo deciso, lungo la scalinata.

Gwaine fece quanto richiesto senza cercare di aiutare l’altro. Nonostante Kyle avesse ancora difficoltà a muoversi, non se la sentì di aiutarlo nel suo territorio. Si apprestavano a fare qualcosa di troppo importante e Gwaine decise di lasciare all’altro completa libertà d’azione.

Seguì Kyle percorrendo la scalinata e rallentando il suo passo per non oltrepassare l’altro, fino a quando, dopo un po’ che camminavano, perse il conto dei corridoi che avevano svoltato.

Non poté fare a meno di notare però che, a mano a mano che camminavano, l’arredamento variava sempre più, assumendo stili sempre più antichi.

In quel corridoio in particolare poi, Gwaine ebbe il sospetto che mancasse addirittura la luce elettrica. L’unica illuminazione sembrava provenire dai candelabri appesi al muro, alimentati sicuramente a olio.

Chiedendosi stupidamente quanto venisse a costare un simile vezzo, non si accorse che Kyle si era fermato dinanzi a una porta.

“Siamo arrivati” disse semplicemente e Gwaine vide i suoi occhi tingersi d’oro mentre la mano si avvicinava al pomello della porta.

“Questa è la seconda stanza più protetta della villa” spiegò Kyle invitandolo a entrare dopo di lui.

“È qual è la prima?” chiese Gwaine con curiosità.

“Una cosa alla volta, cavaliere” rispose Kyle sorridendo e allargò il braccio, invitandolo a guardarsi intorno.

Gwaine provò a protestare per quell’ennesimo 'cavaliere' quando lo spettacolo che gli si parò dinanzi lo fece ammutolire.

Questa volta, Kyle aveva le sue ragioni per chiamarlo cavaliere.

Sei armature lucenti erano in piedi al centro della stanza.

Gwaine trattenne il fiato.

Non erano semplici armature: erano le loro armature!

Louis aveva accennato loro che Merlino le conservava ancora ma Gwaine faticava a credere che fossero ancora in perfetto stato.

Più in là, c’era la corona di Gwen, accanto a quella di Artù.

Tutto lucente, tutto perfettamente conservato.

“Osserva con attenzione, Sir Galvano” suggerì Kyle chiamandolo con il suo antico nome.
Osserva e rifletti!” suggerì e Gwaine lo fece.

Osservò l’armatura di Artù, situata più in avanti rispetto alle altre, cui mancava la spada.

Alla destra di quella di Artù c’era quella di Leon, seguita da quella di Elian.

Alla sinistra, invece, c’era quella di Lance e poi la sua seguita, infine, da quella di Perce.

Solo allora notò un particolare.

Guardò sorpreso Kyle che sorrise di rimando: era quello il particolare che Kyle voleva che lui notasse.

“Dov’é la spada di Perce?”chiese sorpreso.

Non poteva credere, infatti, che quella fosse l’unica spada a non essere tra le altre. Merlino non poteva averla persa e, infatti, Gwaine scartò a priori quell’ipotesi.

Se Kyle gli stava mostrando una cosa del genere, voleva dire che, prima, quella spada c’era stata.

Inoltre, riteneva potesse arrivarci da solo.

Osserva e rifletti.

Questo Kyle gli aveva detto ed era questo che Gwaine era intenzionato a fare al meglio delle sue possibilità.

Ci avrebbe impiegato tutte le sue forze ma sarebbe arrivato, da solo, alla conclusione.

Soprattutto se Kyle credeva che lui potesse farcela. Il Guardiano biondo lo riteneva, finalmente, un suo pari e Gwaine si sarebbe dimostrato all’altezza.

Gwaine si concentrò osservò nuovamente tutte le armature: guardò quella di Artù, di Leon, di Elian, di Lance e poi la sua. Ancora, quella di Artù e poi quella di Perce e, nel momento in cui il suo sguardo si posò su quell’armatura, la folgorazione lo colpì all’istante.

Fece un passo indietro, troppo sgomento dal suo stesso pensiero.

Guardò Kyle, sperando che parlasse e contraddicesse il pensiero che aveva avuto.

Era un pensiero troppo scioccante, che portava con sé troppe domande, per essere accettato.

Un pensiero troppo assurdo per essere anche solo preso in considerazione.

E se avesse preso una delle più colossali cantonate della storia?

Tuttavia Kyle non parlò, invitandolo, con lo sguardo a dire quello che pensava.

Lui, in questo, era molto diverso da Gabriel che, quando cominciava a spiegare qualcosa, sembrava imboccare l’interlocutore con il cucchiaino. Certo, a suon di sguardi freddi e risposte velenose ma, comunque, i suoi discorsi erano sempre pieni di particolari e molto dettagliati.
Perce, a questo proposito, ne sapeva qualcosa.

Lui, invece, no!

Secondo la personale ottica di Kyle, le persone dovevano arrivare da sole alle cose, scontrandosi con le loro stesse idee. Solo in quel caso le cose sarebbero state assimilate in maniera indelebile nella mente dell’individuo. Anche per Gabriel era così, solo che, in alcuni casi, dava degli indizi in più. Kyle, invece, preferiva che le idee si sviluppassero da sole, anche quelle sbagliate. Se poi il ragionamento era errato, si tornava indietro e si lavorava su un’altra idea.
Sì, Kyle ragionava così e Gwaine non si sorprese nemmeno di quanto oramai stesse imparando a conoscere così bene il Guardiano biondo. Loro erano legati, ora lo sentiva chiaramente. Da cosa, era ancora tutto da chiarire ma, quella sera, Gwaine stava per fare l’ennesimo passo verso quella che poi sarebbe stata la verità.

Anche Kyle, inoltre, sembrava pensare le stesse cose dato che lo scrutava attentamente facendogli capire, con lo sguardo, che non gli avrebbe spiegato nulla.

Il cavaliere era tornato per uno scopo importante e, anche se i tempi erano stati affrettati, doveva comunque cominciare a porsi delle domande e a darsi delle conseguenti risposte.

Perché, giuste o sbagliate, le ipotesi avrebbero cominciato a far si che la mente di Gwaine iniziasse a funzionare nel modo giusto e capisse le cose nel modo esatto. Il cavaliere avrebbe dovuto cominciare a muovere i primi passi in una realtà che un tempo, mille anni prima in tempi umani, aveva combattuto.

La stregoneria, come veniva chiamata allora, si era evoluta in energia. O forse, era la mente dell’uomo a essersi evoluta e a comprendere quello che realmente era la forza misteriosa che agiva nel corpo di pochissimi individui, permettendo loro cose che agli altri erano precluse.

Poi, l’uomo aveva cominciato a fare a meno della magia dimenticandosi di essa.
Tuttavia, la magia era ancora presente, anche se sconosciuta ai più, e ruggiva più viva che mai.
L’elemento che un tempo Gwaine aveva combattuto, ora si trovava dinanzi a lui, in forma moderna.

Era giusto quindi, che Gwaine cominciasse a ragionare nel modo giusto, muovendo i suoi primi passi in un mondo di cui, in fondo, aveva sempre fatto parte, anche nella sua prima vita.
Fu per questo che attese silenziosamente le parole dell’altro.

Attesa che però non durò a lungo.

“È assurdo” esclamò Gwaine scuotendo la testa.

“Che cosa significa tutto questo?” chiese.

“Prima dovresti dirmi cosa hai pensato, affinché io possa spiegartelo” fece notare Kyle con tono ovvio.

“Il Rubino” disse allora Gwaine e Kyle sorrise apertamente.

“Il Rubino” ripeté ancora Gwaine.

“Il rubino cosa, esattamente?” lo invitò a parlare Kyle con una strana indulgenza nel tono di voce.

È la spada di Perce?” sussurrò Gwaine trovando assurda quell’ipotesi.

Tuttavia, non aveva potuto fare a meno di fare un collegamento fra la mancanza della spada di Artù e quella di Perce.

La spada di Artù era divenuta, in forma moderna, un Diamante bianco dalla potenza inaudita.
O meglio – Gwaine riconsiderò le parole di Louis quando aveva dato loro quelle spiegazioni – il potere della spada di Artù era stato assorbito in un anello, che aveva successivamente preso la forma di un diamante bianco.

Ma quello che era successo a Perce, però, era tutt’altra cosa.

La nascita del Diamante Bianco era stata prevista e, soprattutto, voluta. Il Rubino, invece, aveva creato non poco scompiglio.  Nemmeno poche ore prima, a casa di Perce, si era venuta a creare la riunione del secolo. Nemmeno poche ore prima, davanti ai loro occhi, era apparso Merlino in tutta la sua potenza, per la prima volta in questo secolo.

Non era stato l’incontro che Gwaine aveva sperato con il Mago, tuttavia, di certo, non si poteva paragonare la nascita del Rubino all’esistenza del Diamante.

Eppure, le due cose sembravano essere collegate.

Non solo le due cose sembravano essere collegate ma Kyle, il Guardiano più scaltro, sembrava aver previsto tutto. O meglio, si corresse Gwaine, non sembrava stupito dell’imprevisto venutosi a creare.

“È la spada di Perce!” disse ancora Gwaine con tono più sicuro, ripetendo le stesse parole di poc’anzi ma mutando la forma da domanda ad affermazione.

Kyle ridacchiò compiaciuto.

“Osserva con attenzione la tua spada, cavaliere!” disse soltanto, invitandolo a fare quanto aveva detto con un cenno della testa.

Gwaine rivolse lo sguardo alle armature avvicinandosi titubante.

Che cosa c’entrava, ora, la sua antica spada?

Si avvicinò lentamente, sentendo il suo cuore battere a mille, fino a che non fu a pochissima distanza da quella che, secoli addietro, era stata la sua armatura.

Osservò l’elmo lucente per poi scendere, con lo sguardo, più in basso, fino alla spada.

Senza toccare nulla, osservò meglio l’impugnatura notando una strana crepa.

Com’era possibile che la sua spada fosse scheggiata?

Visto e considerato che tutto il resto era tenuto in ottime condizioni, poi!

Quindi, seguendo quella linea di pensiero, scartò l’ipotesi che la crepa fosse dovuta all’usura o a un urto.

No! Non era danneggiata!

Ma allora, cos’era quel segno?

Rivolse lo sguardo verso Kyle che annuì ancora con la testa, invitandolo a osservare ancora.

Sì, aveva fatto centro! Era quello il punto che doveva guardare.

Si inginocchiò respirando appena, fino a portare i suoi occhi a pochi centimetri dalla spaccatura.

No! Non era una crepa quanto più un incavo, come se qualcuno avesse voluto scolpirci qualcosa sopra.

Il problema era che il lavoro sembrava fatto a metà.

Osservò meglio e vide che la crepa sembrava rivestita di un materiale lucente. In effetti, all’interno della cosiddetta incavatura, c’erano tanti piccoli puntini luminosi, come se qualcuno avesse versato dei brillantini all’interno, dopo aver creato la crepa.

Prima non lo aveva notato!

Questo fu il pensiero che lo colpì.

Eppure, adesso, anche se si allontanava leggermente, vedeva chiaramente i puntini luminosi.

E se i suoi occhi si stessero abituando a vedere quello che agli altri era precluso?

Forse sì, forse no!

Non lo sapeva, ma continuò a guardare, cercando di registrare tutti i particolari e, soprattutto, provando a cogliere quelli più importanti.

Vide che la crepa aveva una forma geometrica precisa; era, infatti, un rettangolo.

Sì, i lati di questo rettangolo erano perfettamente dritti, dando quindi una forma precisa.
Non poteva essere un caso e analizzò quel particolare, cercando di ricavarne più informazioni possibili.

Perché poteva essere importante?

Beh, da quando era a contatto con i Guardiani, non aveva fatto altro che ascoltare discorsi su equilibri, simmetrie, energie e… geometrie!

Sì, geometrie!

Le simmetrie che c’erano fra loro, le forme geometriche degli anelli dei guardiani.

La sua mente correva veloce, analizzando tutti quei dettagli che sembravano prendere sempre più senso.

Il puzzle stava per divenire completo!

Persino il Rubino aveva una forma definita! Forse non proprio una forma geometrica, ma comunque una forma classificabile in qualcosa di definito.

Osservò meglio, notando che la crepa non era proprio un rettangolo ma un quadrato, con il perimetro un po’ più scuro, di un colore ambrato.

Certo, di sicuro non poteva prendere un righello e misurare i lati ma comunque quella spaccatura sembrava più un quadrato che un rettangolo.

Eppure, perché aveva la sensazione che il lavoro fosse lasciato a metà?

Perché aveva l’impressione che, qualsiasi cosa stesse avvenendo alla sua spada, fosse ancora in fase di lavorazione?

Dubitava fortemente che uno dei Guardiani si fosse messo a scolpire per hobby l’impugnatura della sua spada.

Però, se le cose stavano così, voleva dire che quel processo si era avviato da solo, proprio come la nascita del Rubino.

Ma allora, cosa stava succedendo?

“Le tue ipotesi sono tutte giuste”.

La voce di Kyle lo interruppe dalle sue riflessioni e sobbalzò quando se lo ritrovò inginocchiato accanto a lui con il volto a pochi centimetri dal suo.

Era talmente preso dai suoi pensieri che non si era accorto degli spostamenti di Kyle.

“No!” parlò ancora il Guardiano sorridendo, “non ti ho letto nella mente ma mi accorgo quando un essere umano comincia a pensare nel modo giusto” parlò ancora, deciso evidentemente a venire in suo soccorso.

“La crepa si è creata da sola, come era giusto che fosse” e sorrise, mettendo a tacere le domande con un gesto della mano.

“Si tratta di un processo lento che non deve essere accelerato in alcun modo. Un processo che ha bisogno dei suoi tempi!”.

“Un processo che tu avevi previsto” non poté fare a meno di intervenire Gwaine e Kyle ridacchiò.

“Non solo io, in verità. Tuttavia, fra le varie ipotesi che tutti noi abbiamo fatto nei secoli sul vostro ritorno, io sono quello che si è avvicinato di più riguardo alle considerazioni sulla vostra energia”.

Si alzò, invitando l’altro a seguirlo.

“Suppongo che, finalmente, sia giunto il momento che, tutti voi, sappiate la verità!”.
 

Continua…
 

Note:
 
Bene!

In questo capitolo ci sono molti indizi sulla conclusione della storia, sulla nascita del Rubino e sul reale motivo del ritorno dei cavalieri.

Aspetto le vostre ipotesi sperando che anche questo capitolo vi sia piaciuto!

Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate.

Nel frattempo, ringrazio chi è giunto fin qui.

Al prossimo capitolo

Pandora86
  
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