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Autore: eli0023    19/03/2009    7 recensioni
quarta classificata al primo contest su Merlin :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Se dovessi scegliere tra Artù e Lancilotto?"

"Impossibile."

Non aveva dubitato un attimo la perfezione di quella risposta. Detta di getto, soddisfatta che per una volta l'istinto e la ragione avessero tirato le stesse conclusioni.
Non c'era possibilità, la men che minima possibilità.  
Non c'era mondo dove, alla realtà che stava vivendo, potesse sommarsi tale assurda condizione. E lei, Ginevra, non era una persona ambiziosa. Amava camminare, correre e danzare. Sognava di crescere a Camelot, di farsi una famiglia, di diventare nonna e rimanere libera assoggettata solo a se stessa.
Era così.
Semplicemente.
Accanto a Morgana, al servizio di Artù e di ogni cavaliere della sua terra.

Il comportamento, senza cadere nelle distrazioni della festa che si animava attorno a lei, riusciva però in parte a contraddirla. E i suoi occhi riflettevano il viso di Lancillotto intento a bere con Artù.

"Ipotizziamo di sì. Che tu possa. " incalzò Merlino.

Se fosse stato un mago, quel ragazzo bruno aiutante di Gaius, avrebbe detto che la stava stregando. Che insinuava in lei una speranza crudele. Perchè, se non era Artù un'alternativa credibile, Lancillotto era un sogno che l'istinto materializzava al di fuori del suo comando.
C'era, in quel cavaliere, qualcosa che l'affascinava. Si era presentato con addosso l'odore della terra e il sapore del sole. Lei ne aveva percorso le scanalature dei muscoli contratti. E si era persa in una movenza che confondeva il lavoro nei campi con la finezza della lotta. Era Lancillotto simile a lei. Simile nelle origini lontane dalla corte, simile in una goffaggine che l'allontanava da Artù in modo netto.


"In che realtà?" ribattè lei.

"Dai .." sussurrò il morettino "Basta un nome." Merlino sorrise oscurandole la luce con una mano appoggiata delicatamente sui suoi occhi. Sogni o illusioni le si pararono davanti. "Artù, regale e testardo, o Lancillotto, gentile e umile?"

D'apprima c'era Artù, nelle sue visioni, lo intravedeva seduto al centro della sala e sentiva in lui il sudore del comando. Era teso, nel corpo e nello spirito. Una ruga  gli percorreva la tempia sinistra perdendosi nella corta barba bionda. Batteva insistentemente un dito sul bracciolo destro, della rossa poltrona, perdendo lo sguardo sulla fila di finestre illuminate dal sole.
Era lui. Era Re. E ne soffriva.E lei lo sentiva.
Sembrava diventato alto, superando Merlino in piedi accanto a lui,  ma forse era solo un'illusione dovuta alla strana posizione che aveva assunto, tutto piegato sulla sinistra .
Lei accennò appena sporgendosi nel suo campo visivo e si vide la sua attenzione addosso. Sorrise, Artù sorrise, cambiando espressione e tornando dritto sulla poltrona.
Si alzò per correre da lei e stringerla in un modo tale che le venne da ridere con l'ingenuità di una bambina.
- Gwen! - iniziò ad urlare per poi sussurrarlo piano mentre le strofinava una guancia con le labbra e si riempiva i polmoni del suo profumo. Arrivò a baciarla con un'irruenza che le era famigliare, prendendole la testa tra le mani.
- Gwen - ripetè guardandole gli occhi, amore, era amore quello che vedeva, che sentiva, che regnava  - Buongiorno. -



E poi c'era Lancillotto. Attorno a lei, in lei. Osservava i suoi lineamenti smarriti nel piacere persi in una danza vecchia come il mondo. Soffocava le urla e inarcava la schiena come se lui potesse essere di più parte di sè. Lo esigeva, lo bramava. Voleva quei capelli neri chini sul suo collo. Voleva il suo sudore nella pelle. Il ritmo di quei gesti ripetuti contagiava lei e stregava lui. Lui che la faceva sua dietro nel grande letto della stanza del Re. Lui che aveva venduto i suoi legami più stretti per essere, per lei, insostituibile. Come solo un uomo sapeva, come solo un uomo poteva.
In quel mondo, nel loro mondo, tutto era perfetto.
L'assenza di Artù gli aveva fatti scoprire uno all'altro. Ed ogniuno aveva colmato la solitudine dell'altro. Eppure c'era qualcosa  in loro che andava oltre al destino, un filo rosso che gli avrebbe comunque legati
- ti amo - le sussurrò lui percorrendole con un dito l'incavo del seno e poi cadendo sui fianchi snelli. Lei lo bramava quel "ti amo" ogni volta ma sapeva restargli indifferente.
- nient'altro che amore? -
- null'altro può esserci più che l'amore. - la corresse baciandola lento e incisivo nello stesso tempo. Cercandola con i sensi pieni di lei.


" Artù o Lancillotto? "  chiese un'ultima volta Merlino e lei si risvegliò da quel torpore. Per essere stato un sogno l'amore, che le aveva toccato il cuore, le bruciava troppo sulla pelle. Era stato amore lo sguardo di Artù, era stato amore il tocco di Lancillotto. E lei? Cos'era stato per lei?

Tenerezza.
Protezione.
Passione.
Brivido.


"Nessuno dei due." sorrise e mentì mentre nei suoi occhi si rifletteva l'immagine di quei due, uomini come erano stati nella sua illusione.  
Se si trattava di giocare, scherzando con il destino, sarebbe scappata su un cavallo bianco stretta a Lancillotto dopo aver sposato Artù.
Rise. Impossibile. Guardò Merlino. "Sceglierei te."


  
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