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Autore: BlackCobra    02/02/2016    3 recensioni
Nate non credeva che potesse esserci un secondo addio…ma non sapeva quanto si sbagliava.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: G Callen, Nate Getz, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quando l'amore ed il tempo non bastano.'
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Ma salve ritorno in questo fandom, che amo alla follia, riprendendo in mano un progetto che mi era balenato in testa dopo aver scritto Abbandono, sperando che l’ispirazione mi assista e mi permetta di portarlo a termine, creando così una Serie in cui racchiudere Abbandono, appunto, questa shot ed un’altra che ho in programma di scrivere.
A scanso di equivoci avviso chiunque si appresti a leggere che questo è puro angst, quindi se non vi piace il genere non mi offenderò se vi fermate qui.
Prima di lasciarvi alla shot voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto, commentato, inserito in una delle categorie di EFP una delle mie storie e chi mi ha inserita tra gli autori preferiti, è un vero onore…e poi un ringraziamento speciale alla mia sistah Taila, musa, compagna di sclero e di ship che, ovviamente, mi sono ben guardata dall’avvisare di questa cosa e che temo mi toglierà il saluto btw dopo avervi tediato anche troppo, vi lascio alla lettura … ci si vede in fondo… PS Un grandissimo grazie a montydeeks che non solo ha letto la storia, ma è stata anche così gentile da farmi notare piccoli errori così da farmeli correggere prontamente ^_^
 
Disclaimer: Tutti i personaggi presenti in questa fan fiction appartengono ai loro creatori, io mi limito a prenderli in prestito per puro divertimento, o come in questo caso per torturarli emotivamente.
 
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Addio
 
 
Los Angeles, la Città degli Angeli e del sole, la città che non piange mai, questo ha sempre pensato Nate di Los Angeles, ed in fondo è quello che gli è sempre piaciuto di questa città, oltre al fatto che qui lui si è innamorato ed ha vissuto un bellissimo sogno, un sogno di nome G Callen, un sogno che si è brutalmente infranto nell’attimo stesso in cui gli è stata offerta l’opportunità di dimostrare proprio a lui che valeva, che poteva stare al suo fianco anche se, col senno di poi, Nate sa che se Callen non avesse spezzato il sogno che, a quanto pare, era solo suo lui non avrebbe mai accettato la proposta di Hetty e che non avrebbe mai lasciato il suo posto al fianco dell’uomo che ama. Sì perché lui ama G Callen, non ha mai smesso di farlo e mai lo farà e proprio per questo, nel profondo, ha sempre sperato che quello di G fosse solo stato il suo modo di lasciarlo libero di vivere il suo sogno d’azione, ci ha sperato fino all’ultimo che lo fermasse, ma Callen dopo la loro ultima conversazione è tornato alla sua vita trattandolo ne più ne meno di come tratta un membro della squadra, magari con un pizzico di imbarazzo dovuto alla fine della loro storia, ma per il resto Nate per G è rimasto un semplice collega e stop. Nate Getz sa che G Callen è in grado di compartimentalizzare le proprie emozioni, ma sa anche che ha delle fragilità, quindi pensa che se le parole di rottura fossero state false lui, il suo psicologo prima che uomo e amante, se ne sarebbe di certo accorto, quindi alla fine ha dovuto accettare la verità che lui ha amato mentre Callen ha semplicemente scelto un amante per riempire le sue sere solitarie, e detto così sa che suona male, che fa sembrare G un uomo freddo ed egoista, e non è così, semplicemente G Callen non è fatto per l’amore e sa che quello che gli ha dato nei mesi in cui sono stati insieme era vero, non era ciò che desiderava ma era comunque vero…

 
Los Angeles, la Città degli Angeli e del sole, la città che non piange mai, quella città che Nate non si aspettava di rivedere tanto presto perché, in fondo, l’incarico che Hetty gli ha affidato è di ampio respiro, infatti lui è diventato molto più che un semplice agente sul campo, è diventato qualcosa di cui Hetty ha sempre bisogno, occhi ed orecchie in paesi e luoghi cruciali per la lotta al terrorismo, occhi ed orecchie che riferiscano solo a lei per darle quel vantaggio che le permette di essere la piccola donna che fa paura anche a Presidenti e Generali, per non parlare di terroristi e killer, per questo gli sembra così strano essere qui, soprattutto oggi, soprattutto per un qualcosa che non si sarebbe mai veramente aspettato. Nate sapeva che, prima o poi, Hetty lo avrebbe richiamato a casa, magari per integrarlo nella squadra, ed allora lui si sarebbe trovato a lavorare fianco a fianco con Sam, Kensi… Callen, ed in fondo è questo che lui ha sempre voluto, e non vedeva l’ora che accadesse, anche per mostrare a G l’uomo che è diventato, non più solo una mente, ma anche un agente alla sua altezza, e magari allora Callen l’avrebbe guardato con occhi diversi, con lo sguardo che credeva di vedergli ogni giorno durante la loro relazione, e sì si rende conto che la sua è la speranza del disperato, dell’innamorato perso che non si rassegna al fatto che l’amore che ha vissuto è stato unilaterale, però magari poteva anche cambiare il destino no? In fondo se ci si stanca di qualcuno si può sempre trovare un nuovo interesse se questo qualcuno si dimostra diverso, più vicino a quello che si desidera, perché in fondo Nate sa che non è mai stato abbastanza per uno come Callen, ed è anche per questo che si è sforzato tanto per essere il miglior agente che Hetty potesse dire di avere là fuori, in paesi lontani, esotici e pericolosi, perché ha sempre immaginato il suo ritorno come la possibilità di riprendersi quel sogno spezzatosi il giorno della sua partenza.

 
Los Angeles, la Città degli Angeli e del sole, la città che non piange mai, e Nate trova questo profondamente ingiusto, ingiusto che Los Angeles non pianga, che continui a risplendere nella luce anche mentre loro sono lì, in piedi, fermi come statue, annichiliti, perché è così che ci si sente durante un funerale vero? Non è possibile che il sole splenda mentre tu sei in piedi e l’unica cosa che riesci a vedere è il vuoto perché non riesci a costringerti a guardare la bara, coperta dalla bandiera americana, dell’uomo che ami, che non hai mai smesso di amare, che credevi, speravi, di riuscire a riprenderti un giorno, un giorno magari non troppo lontano. Non è possibile che quel cimitero sia così luminoso mentre lui sente solo l’oscurità che si fa strada dentro il suo cuore, un’oscurità che ha cominciato a farsi largo non appena ricevuta la telefonata di Hetty che lo informava che l’agente Callen era caduto nell’adempimento del suo dovere, e Nate deve ammettere che in un primo momento non è riuscito a mettere una dietro l’altra le parole di Hetty, perché andiamo G Callen è indistruttibile, è l’uomo che si butta incontro al pericolo per amor di patria e di giustizia, l’uomo il cui cuore ed il cui coraggio sono una corazza, quindi nessuno può penetrare quella corazza, è semplicemente impossibile perché il cuore di G Callen è immenso anche se non vi ha trovato spazio un po’ di amore per lui…eppure, eppure a quanto pare si è sbagliato, perché all’arrivo all’aeroporto è bastato guardare Sam negli occhi per andare in frantumi e per sentire l’oscurità rompere gli argini ed invaderlo, e sembra brutto vero? Sembra brutto immaginarsi il cuore innamorato di un uomo invaso dall’oscurità. Ma non sarà mai brutto quanto quando quell’oscurità verrà sostituita dalla consapevolezza e dal dolore, da una sofferenza tale che Nate sa già non sarà in grado di gestire, ed allora sceglie la rabbia.
Nate sceglie di sostituire l’oscurità non con il dolore ma con la rabbia, e smette di guardare il vuoto, e comincia a guardarsi intorno perché deve assolutamente trovare qualcosa che scateni la sua rabbia altrimenti non arriverà vivo alla fine della funzione, figurarsi quindi della giornata o della sua vita, ed ecco che trova quel qualcosa, o meglio, qualcuno al fianco di Kensi dove sta in piedi Marty Deeks, Marty Deeks che si asciuga furtivo lacrime che non riesce a trattenere, lacrime che non ha il diritto di versare, perché lui che ne sa di chi è G Callen? Che ne sa Deeks di cosa è G Callen per Nate? E sì Nate pensa a Callen al presente, esatto perché finchè lo farà G Callen non sarà in quella assurda cassa di legno e lui avrà ancora tempo di andare da lui, prenderlo per il bavero e convincerlo che non era sesso il loro, ottimo sesso come lo ha definito G l’ultima volta che si sono parlati in privato, il loro è amore, perché Nate non può concepire niente di diverso, anche se questo vuol dire che l’oscurità che gli invade il cuore non se ne andrà mai, ma questo lui è disposto ad accettarlo, ad accettare la rabbia e l’odio che sente nascere verso quell’altro uomo, quello che a detta di Kensi e Sam era diventato l’ombra del suo G, quello che era con lui mentre moriva e che non ha fatto niente per evitarlo.
Nate, per un momento, sente il rumore della terra che va a ricoprire il feretro di Callen sostituire i suoi pensieri è lo elimina, al suo posto mette il ricordo del primo bacio che si sono scambiati, perché se solo permette alla realtà di raggiungerlo non sarà più l’agente compito che rende omaggio alla salma di un suo collega, e no Nate non ci sta perché Callen non è un suo collega, Callen è il suo passato ed avrebbe dovuto essere il suo futuro anche se ha provato a mandare tutto a puttane, Nate sa che con abbastanza tempo sarebbe riuscito a rimettere tutto sui giusti binari e Nate…Nate si perde in mille pensieri rabbiosi, neri, scoordinati credendo di sapere tante cose, ma lasciando dietro di se l’unica verità che non saprà mai perché chi poteva dirgliela ormai giace sotto un cumulo di inutile terra, Nate Getz non saprà più che G Callen lo ha amato davvero nei mesi che sono stati insieme, che G Callen ha continuato ad amarlo anche dopo, nei mesi che sono seguiti, nonostante abbia ripreso in mano la sua vita e sia andato avanti per la sua strada senza guardarsi indietro.
Nate Getz non saprà mai che l’ultimo pensiero coerente che G Callen ha avuto prima di spegnersi per sempre è stato l’immagine del suo volto ed il ricordo del loro primo bacio, e che se solo avesse avuto fiato la sua ultima parola sarebbe stata una ed una soltanto…un nome..il suo nome…Nate.

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Piccolo angolino autrice
 
OMG non ci credo di averla scritta sul serio, soprattutto non mi capacito di essere arrivata alla fine, perché c’è stato un momento in cui volevo cancellare tutto, ma non ce l’ho fatta, le parole uscivano da sole ed io non sapevo dove altro metterle se non su “carta”.
Come anticipato all’inizio questo è angst allo stato puro, quindi se siete arrivati fino a qui spero di non aver fatto troppi danni, ma soprattutto lo avete fatto a vostro rischio e pericolo ^^’’’’’’
Come sempre se riscontrate degli errori non fatevi scrupolo a farmelo notare, anche se i salti nei tempi verbali sono una scelta, magari discutibile, però mi hanno aiutata a trovare il modo di far esprimere Nate in maniera confusa e non razionale.
Ed ora vi saluto che ho bisogno di andare a farmi un piantarello…alla prossima…sperando che dopo questo vogliate ancora leggermi.
BlackCobra
 
PS se vi sembra che io abbia inserito la figura di Deaks come i cavoli a merenda non preoccupatevi non è così, si spiegherò tutto nella terza ed ultima storia che andrà a comporre questa serie e che spero di riuscire a scrivere presto.
  
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