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Autore: Phil G Marlin    02/02/2016    0 recensioni
"Sorrideva, Jennifer, mentre procedeva in auto col volto illuminato solo dal navigatore satellitare verso quel paesino sperduto nel quale il dottor Favi aveva “sciamato” insieme al gruppo che gli era rimasto del suo esperimento."
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora una volta, la politica del direttivo era stata ottima. Sebbene il progetto fosse stato un fallimento, entro breve avrebbero potuto mascherare il tutto e tornare nell'ombra. A lei toccava la parte più divertente del piano di sicurezza. Trovare il dottore e porre fine alla sua follia, evitando il rischio di pubblicità non gradite. Si era mossa in anticipo, per fortuna. Era riuscita a convincere alcuni dei membri a partecipare al progetto del dottor Favi senza venirne affascinati o plagiati.

Così, quando dopo il caos il dottore optò per una fuga disperata invece di rientrare a spiegare i fatti davanti al direttivo, alcuni membri lo seguirono e lasciarono tracce per lei, affinché li trovasse e facesse giustizia. E lei avrebbe riportato l'ordine senza alcuna esitazione.

Sorrideva, Jennifer, mentre procedeva in auto col volto illuminato solo dal navigatore satellitare verso quel paesino sperduto nel quale il dottor Favi aveva “sciamato” insieme al gruppo che gli era rimasto del suo esperimento.

Guardò davanti a sé, sopra la strada. La Luna era illuminata solo per metà ed apparentemente stava proprio sulla verticale del suo obiettivo. Sempre meglio, come auspicio.

A pochi chilometri dal paese rallentò per cercare un buon posto dove nascondere l'auto e prepararsi. Trovò uno spiazzo con una decina di altre automobili già parcheggiate e decise che in fondo alle tre di notte non avrebbe corso grandi rischi se si fosse affiancata a queste. Avendo un'auto più piccola delle altre, non si sarebbe nemmeno vista dalla strada, ed il motore era un gioiello di silenziosità, per cui nessuno l'avrebbe sentita. Jennifer era soddisfatta. Spense l'auto e si concesse qualche minuto di relax per riprendersi dalla guida. Poi estrasse dal cassetto portadocumenti gli ultimi rapporti relativi al progetto del dottor Favi e li esaminò per ricordarsi con chi avrebbe potuto scontrarsi.

 

[...]sembra che dopo alcuni giorni dalla prima somministrazione del nutrimento questo divenga la loro unica fonte di sostentamento. Molti non escono più dall'alveare e sembrano aver dimenticato le loro vite prima dell'ingresso nella nuova società. L'esperimento è un successo. Iniziano persino le prime scaramucce sul futuro della colonia. Credo che presto vedremo la nascita di una nuova Regina. Mi domando cosa accadrà. [...]

[...]questo nutrimento, formato da una miscela i cui composti principali sono miele e sangue lavorato di diversi donatori, viene dunque fatto stillare dalle dita della Regina, che acquisisce così ancora maggior potere e funzione sacrale [...]

[...]i soggetti, dopo aver assistito alla cerimonia di nascita di una nuova Regina, accettano di buon grado di sciamare con essa in un nuovo alveare che andranno a formare a notevole distanza dall'alveare originale [...]

 

Jennifer aggrottò la fronte. Da quanto si leggeva in quei rapporti sembrava che le cose stessero andando per il meglio. Non era certo stata interna la causa dei problemi che avevano portato alla distruzione simultanea di tutte le colonie. Allora cosa poteva essere accaduto? Continuò a leggere.

 

[...]sembra che l'ultimo reclutamento di possibili Regine non sia filato del tutto liscio. Un paio di queste nuove ragazze avevano amici che le tenevano troppo allacciate alla vecchia società. Ci penseranno le operaie a sistemare la faccenda [...]

[...]la cerimonia della nascita è andata bene, la nuova Regina stanotte sciamerà col suo gruppo per fondare una nuova colonia. [...]

[...] (trascrizione audio) Ma questo è fumo? Oh no, maledizione! E mi arrivano segnali analoghi anche dalle altre colonie! Il mio lavoro è a rischio! E questi idioti sono ormai troppo condizionati, si stanno chiudendo su loro stessi come le vere api invece di armarsi e combattere il pericolo! Devo fuggire, fuggire con chiunque non sia ancora addormentato e...diventare la nuova Regina! (fine trascrizione)[...]

 

Ecco com'era andata dunque, il dottor Favi aveva dato fastidio a qualcuno che si era messo ad indagare. Invece di chiedere aiuto a loro, ha pensato di cavarsela facendo finta di nulla. Così, quando l'emergenza è scattata non ha potuto pensare ad altro che a farsi prendere dal panico e passare da osservatore a componente principale del suo esperimento. Troppi errori, dottor Favi, troppi errori. Oltretutto non ha neanche identificato da dove potesse essere arrivata la minaccia. Come si dice, oltre al danno anche la beffa. Ed ora toccava a lei chiudere il conto aperto da questa follia.

Rimise i rapporti nel portadocumenti e scese dall'auto. L'aria era molto fresca e pulita, profumata di montagna e fiori. Jennifer si sgranchì gambe e braccia e si portò al bagagliaio della sua auto.

Prese un giubbotto antiproiettile che indossò sotto al maglione blu petrolio che la aiutava a non farsi notare la notte, una pistola, che mise nella fondina sulla coscia destra, ed il suo fidato pugnale che nascose dietro la schiena. Nelle tasche aveva già tutto quanto le sarebbe potuto essere utile per aprire porte o simili.

Chiusa l'auto, si incamminò verso il centro del paese, dove il suo contatto le aveva detto di poter trovare l'accesso a quest'ultimo alveare.

Il paese era del tutto addormentato, nessun suono proveniva dalle case vicino alle quali Jennifer passava silenziosamente. Persino i lampioni pareva facessero fatica a rimanere vigili, infatti uno ogni due era spento. Non dovevano aver molta considerazione dei possibili viaggiatori notturni. Meglio così, se i paesani erano tranquilli e non si impicciavano il lavoro sarebbe stato più facile.

Voltando da una viuzza alla piazza principale Jennifer sentì lo scroscio d'acqua proveniente da una fontanella, cui facilmente ogni abitante era molto affezionato e della cui acqua si sarebbe vantato con chiunque per la sua purezza e limpidezza. Proprio quello che cercava.

La fontana gettava l'acqua in uno scolo che la portava poi ad una grata fognaria. Ecco l'ingresso.

Il dottor Favi aveva pensato bene a come strutturare le nuove società, in fondo. Utilizzare lo stesso territorio urbano già presente, solo spostandone gli abitanti nel sottosuolo. In fondo così facendo molte strutture erano già presenti e non si rischiava di dare nell'occhio in superficie con segnali in stile murales o altri che avrebbero potuto attirare le attenzioni della polizia.

Jennifer si guardò intorno ed attese che i suoi sensi le confermassero di essere da sola. Una volta rassicurata iniziò ad occuparsi della grata. Bastarono pochi secondi con un passepartout e l'accesso si schiuse per lei. Scivolò all'interno e richiuse dietro di sé, controllando prima di poter uscire rapidamente se fosse stato necessario. Facendo attenzione a non camminare troppo nei rivoli d'acqua semi-stangante si inoltrò nei primi corridoi, cercando con lo sguardo qualche sentinella che avrebbe dovuto liquidare prima che desse l'allarme.

Non vide nessuno, e continuò a procedere fino a che non si trovò di fronte ad una parete giallastra.

Nonostante il fetore della fogna, l'odore che proveniva da quella parete era inconfondibile: cera.

Sembrava che avessero sigillato l'ingresso vero e proprio dell'alveare.

Jennifer toccò con due dita la parete per saggiarne la consistenza e decise che avrebbe dovuto utilizzare il pugnale per aprirsi un varco.

Impegnandosi ed utilizzando la sua forza di ex-pugilessa Jennifer riuscì ad incidere due profondi tagli nella parete cerata e con un paio di spintoni riuscì a crearsi un passaggio.

L'odore che la investì la fece trasalire e tornare subito dietro alla parete, coprendosi naso e bocca. Era odore di morte, dolciastro e nauseabondo, miscelato ad aria pesante ed a mancanza di ossigeno.

Decise di attendere qualche minuto che l'aria della fogna mitigasse quella ancora più pestilenziale di quella zona. In tutti i suoi anni, Jennifer non avrebbe mai creduto di preferire l'aria di una fogna a qualcos'altro.

Preso un bel respiro, riattraversò il passaggio e vide subito a terra le due sentinelle. Erano morte. Si avvicinò ai cadaveri. Nessun segno di lotta. Apparivano molto deperiti a causa del loro unico nutrimento, senza un ricambio di aria fresca presto avevano perso conoscenza e in poco tempo erano morti. Questa era la sua diagnosi, anche se certamente la squadra di pulizie che avrebbe chiamato a lavoro finito avrebbe dato risposte più esaurienti.

Jennifer si accigliò. Le sarebbe spiaciuto trovare il dottore già passato a miglior vita, quello era compito suo. Accelerò il passo, convinta che non avrebbe trovato ostacoli nel suo percorso.

Mentre camminava alla ricerca della sala principale attraversò corridoi che alle pareti avevano veri favi di api, morte anche loro per asfissia, strane costruzioni in cera che rappresentavano esseri umani con ali da insetto e ovunque una traccia viscida che pareva essere una linea stradale per raggiungere le varie stanze.

In molte celle stavano alcuni uomini e donne, evidentemente coloro che avevano seguito il dottore nella sua ultima sciamatura, morti anch'essi. Tutti avevano le labbra come incollate e cristallizzate dal troppo miele ingerito ed un colorito a chiazze. Jennifer rabbrividì e per sentirsi più sicura impugnò la pistola e procedette verso la sala principale, la sala del nutrimento.

Come attraversò l'ultimo antro, si ritrovò in una stanza circolare che al suo centro aveva un cono a gradoni al cui vertice stava seduto in una poltrona il dottor Favi.

Eccolo dunque, il suo bersaglio. Flavio Favi, sociologo ed apicultore. Si, si era presentato proprio così al direttivo. Apicultore, aveva detto, perché lui non allevava solamente le api ma intendeva farne un culto che prendesse spunto dalla loro società per formarne anche tra gli uomini una nuova. Aveva assicurato rapporti regolari ed esaurienti.

Invece eccolo qui, seduto al posto delle sue Regine, con la mistura di miele e sangue che gli colava fra le dita per nutrire i suoi “sudditi”, morti per la sua decisione di sigillare l'alveare per paura che lei l'avrebbe trovato. Pareva morto anche lui. Spostando i cadaveri sul suo percorso Jennifer si portò dinanzi al dottore per assicurarsi che fosse realmente morto. Troppo tardi si rese conto che lui stava ancora respirando grazie ad una mascherina che doveva avergli portato l'aria dall'esterno. Con uno slancio che non si sarebbe aspettata il dottore si gettò su di lei e caddero insieme alla base della stanza. Il dottore era una furia e molti dei suoi colpi, sebbene casuali, andarono a segno e quasi tramortirono Jennifer. La pistola ormai non era più raggiungibile, era stata sbalzata via mentre cadevano. Rotolarono insieme nella lotta ma ogni pugno che Jennifer sferrava veniva intercettato dal dottore e rallentato dalle sue vesti ormai sudice del nutrimento. Trovandosi con le spalle a terra e quasi soccombendo, Jennifer tentò un ultimo trucco. Sferrò un pugno con la mano destra urlando nel tentativo di farselo bloccare mentre con la mano sinistra raggiunse il pugnale.

Il dottore afferrò il pugno e si sbilanciò, dando a Jennifer la possibilità di finirlo con la sua lama.

Quando non sentì più il battito cardiaco del dottore, lo rovesciò e si alzò per osservare la scena.

Fece una foto col suo cellulare e la inviò ad un numero che teneva solo a mente, chiedendo di inviare anche una squadra di pulizia. Il suo lavoro per ora era finito.

Si allontanò dalla fogna dopo aver recuperato la pistola ed i pochi documenti che il dottore aveva ancora addosso. Chissà che non sarebbero potuti tornare utili.

Tornò all'auto ed indossò vestiti nuovi, pulendosi al meglio con salviettine e prodotti analoghi.

Si mise al posto di guida. Ricevette un sms da quel numero.

Ottimo lavoro, Primo Assistente Cesellatore. A breve la prossima mescita. Artemisia Absinthium.

Mise in moto. Sorrise.

   
 
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