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Autore: Curleyswife3    02/02/2016    1 recensioni
Quando una serie di efferati omicidi sconvolge il dorato mondo della moda losangelina Patrick Jane e il CBI intraprendono un’indagine difficile che li porterà faccia a faccia col loro più pericoloso avversario.
Crossover comico The Mentalist/Beautiful
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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ROSSO RELATIVO
 
 
 
Grano rosso sangue (1)
 

La giornata di Teresa Lisbon era cominciata male.
Tanto per iniziare, infatti, si era dovuta precipitare all’alba in ufficio per tentare di rimediare al gran casino che aveva combinato il giorno prima il suo consulente preferito.
La squadra era intervenuta d’urgenza presso una famosa azienda dolciaria fuori città, ubicata in un Mulino di colore Bianco, dove era stato trovato il cadavere di una vecchia gloria di Hollywood adesso in disarmo che - per pagare il mutuo della villa in Costa Azzurra - arrotondava cucinando merendine ad alto tasso di grassi idrogenati.
L’uomo, conosciuto come ilvecchicochefacevazorro, giaceva riverso in un lago di farina con un biscottone conficcato nella trachea: grande come i biscotti di una volta, d’accordo, ma evidentemente non abbastanza inzupposo, aveva detto il medico legale.
Unico testimone oculare e principale sospettata, la gallina Rosita.
Lei e Cho l’avevano interrogata per ore, sfruttando tutti i trucchi imparati in Accademia più alcuni rubati a “Indovina chi”, ma il dannato pennuto aveva tenuto il becco chiuso.
Eh sì, considerò Teresa accarezzandosi pensosa il pizzetto scuro, quel volatile si era rivelato un osso tremendamente duro.
Era quindi entrato in gioco Jane e aveva pensato bene di ipnotizzare la sospettata: più facile a dirsi che a farsi, comunque, giacché non solo l’operazione era fallita, ma per il consulente del CBI le cose si erano messe in una maniera decisamente bizzarra.
Chiocciando piano, infatti, Rosita aveva tracciato col becco una linea bianca sul pavimento e poi se ne era rimasta lì ferma e zitta, con i suoi occhietti luccicanti fissi su di lui.
Et voilà! In pochi istanti il consumato mentalista era stato ipnotizzato e indotto a rivelare la segreta combinazione del suo ferro arricciacapelli.
Risultato: niente confessione, niente colpevole, niente di niente.
A parte la combinazione del ferro arricciacapelli di Jane che, per carità, poteva sempre tornare utile.
Però.
“Ehilà capo!”.
Era così concentrata nei suoi pensieri che la voce di Wayne Rigsby alle sue spalle la fece sussultare.
“Ancora grane per via di Jane?”.
La detective si strinse nelle spalle.
Lui e i suoi maledetti trucchi da baraccone!
“In fondo”  l’altro sembrava averle letto nel pensiero “non devi dimenticare che è un circense…”.
“Oh sì” sbottò la ragazza “proprio un circense… infatti come mi fa girare le palle lui…”.

 
***

La giornata di Patrick Jane era cominciata male.
Tanto per iniziare, infatti, era stato tirato giù dal letto in un orario antelucano e costretto ad andare al lavoro prima del consueto - erano circa le 11.30.
Stravaccatosi con eleganza sul solito divano, si era subito reso conto grazie alle sue doti di mentalista che la situazione era un tantino tesa.  
Piccoli dettagli, quasi insignificanti, che solo uno con la sua sensibilità acuta poteva cogliere.
“Uhè, Jane” aveva esclamato un Cho stranamente loquace non appena l’aveva visto arrivare “lo sai cosa dice un chiaroveggente quando incontra un collega?”.
“Eh?”.
Van Pelt cercava di non ridere, mordicchiandosi le labbra con aria sexy.
“Ehilà, ciao, come sto?” e l’altro: “Bene, grazie, e io?”.
Patrick era allibito.
“Dimmi una cosa” Rigsby si sedette accanto a lui in bilico sul bracciolo “ma secondo te una chiromante prima di leggere la mano consulta l’indice?”.
I tre agenti ormai sghignazzavano senza ritegno.
Patrick, invece, era decisamente stufo di quell’insolito trattamento: possibile che la notizia dell’incontro con Rosita avesse distrutto in poche ore la sua reputazione?
Si alzò e con un gelido sorrisetto si avviò verso la porta.
Sull’uscio, però, incocciò Minelli, circondato da una decina di agenti.
“Che ci fai qui?” esclamò il capo dei capi.
“Non eri andato al raduno mondiale dei chiaroveggenti?”.
Jane sgranò gli occhi.
“Ah, ecco” fece l’altro “è saltato per un imprevisto…”.
I poliziotti presenti cominciarono a ridere.
Tutti, uno dopo l’altro, tenendosi la pancia.
Due morirono.
 
***
 
La giornata di Teresa Lisbon, cominciata male, non voleva proprio saperne di migliorare.
La telefonata del tenente Baker l’aveva colta alla sprovvista: ma, chiaramente, lei e la sua squadra non potevano certo tirarsi indietro di fronte a un caso del genere.
E così adesso il CBI lasciava Sacramento alla volta della splendente Los Angeles, alla volta dell’ancor più splendente Beverly Hills.
La scena del crimine era la faraonica villa di Eric Forrester, guru e magnate dell’industria mondiale dell’alta moda: qui, riverso nella piscina, era stato trovato il corpo senza vita di Conchita, storica domestica portoricana - ovviamente clandestina - di casa Forrester.
Il poliziotto di colore tese la mano a Lisbon.
“Salve, sono il tenente Baker!” disse allegramente “Sono anni che tento invano di incastrare i Forrester per i vari crimini da loro commessi ma, dato che io sono nero e sfigato e loro bianchi e ricchi, il sistema penale americano li tutela e io resto il solito comprimario senza speranza”.
“Baker?” fece Patrick, stringendogli la mano “Davvero un bel nome…”. (2)
“E lei invece chi è?” domandò il detective.
“Lui è il nostro consulente, Patrick Jane” rispose Lisbon.
 “… è un mentalista” aggiunse, con un sorriso.
“Già” intervenne Rigsby  “è il nostro thementalist, anzi dementalist…”.
Jane lo guardò storto.
“E lui è l’agente Grisbì… ehm volevo dire Rigsby” sibilò, piccato.
“Oh” il tenente sorrise in modo enigmatico, senza staccare gli occhi dal consulente.
“Lei ha una faccia conosciuta” disse a un tratto “Ma dov’è che l’ho già vista?”.
“Ehm… non saprei” replicò Patrick, pavoneggiandosi  “In effetti, dato che sono un figo spaziale capita spesso che la mia faccia resti impressa alla gente…”.
“Ho trovato!” Baker schioccò le dita.
“Lei è quello che lavorava in tivvù insieme al mago Do Nascimento!”.
Patrick arrossì fino alla punta dei soffici capelli color oro.
 “E come sta, come sta la cara vecchia Wanna?” insisté il tenente.
“A-ehm” il consulente tossicchiò, in evidente imbarazzo “No, mi sta confondendo con qualcun altro…”.
“Vabbè” sbuffò Lisbon “cominciamo a darci da fare, abbiamo perso già troppo tempo!”.
Il tenente guidò i colleghi del CBI fino alla dependance dove viveva la vittima; ad aspettarli c’erano i ragazzi della scientifica nelle loro tute bianche e, accanto al patio, un giovanotto di colore.  
“Mmmmmm” fece Lisbon, subito interessata.
 “E lei sarebbe?”.
“Io mi chiamo Carter Walton” replicò l’adone abbronzato “a anche se non si direbbe mai sono l’avvocato della Forrester Creations”.
“Molto, davvero molto lieta” fece lei con un sorrisetto.
“Ehm… anch’io sono molto lieta” s’intrufolò Van Pelt, stringendo la mano al belloccio.
“Io sono ancora più lieto” Cho spinse via rudemente la collega e afferrò la mano di Carter.
Subito, però, l’asiatico arrossì e fece un passo indietro, in evidente imbarazzo.
“Bene” esclamò Lisbon, dura, rivolgendosi agli altri del team “abbiamo appurato che siamo tutti molto lieti.
Però, dato che io sono il capo, io interrogo l’avvocato Carter”.
“Ma-ma io…” balbettò lui “io non sono un sospettato, sono arrivato adesso…”.
“Non importa, venga con me”.
“E la invito a collaborare in ogni modo col Dipartimento. In ogni modo”.
Calcò con intenzione le ultime parole.
“Uh. Ok” rispose il ragazzo, un po’ intimidito “V-va bene… che cosa devo fare?”.
“Bravo” disse la detective “Tanto per cominciare, si tolga la camicia”.
“Ehi” Patrick era seriamente in difficoltà “E io che faccio?”.
“Beh” aggiunse Teresa facendo spallucce, un attimo prima di sparire nella dependance “Fai come al solito: fatti un giro”.
 
(CONTINUA)
 
 
 
  1. Il titolo cita l’omonimo film horror di Fritz Kiersch del 1984, tratto dal racconto “I figli del grano” di Stephen King.
  2. Si sa che il nostro protagonista si chiama Simon Baker.
 
Allora, ragazzi, qualche spiegazione: da sempre seguo Beautiful, mentre ho visto solo qualche puntata di The Mentalist in tv. La serie mi è piaciuta, si svolge in California e allora mi sono detta: perché non vediamo cosa viene fuori mettendo insieme ‘sti personaggi tanto diversi tra loro?
Così ho cercato di documentarmi un minimo su Jane&co., leggendo qui su efp e su wikipedia e cercando i vari video sul Tubo, però certo potrei essere caduta in errori e imprecisioni, che spero non faranno inorridire i fans.
Mi ha molto intrigato il fatto che i titoli delle prime stagioni contengano sempre riferimenti al colore rosso e, così, ho cercato anche io di rispettare questo tòpos. Ma sempre in chiave dissacrante, eh, partendo dal titolo rubato a Tiziano Ferro.    
A ogni modo, l’intento è chiaramente parodistico e mi auguro che nessuno se ne abbia a male; anzi, ogni commento è ben accetto!
P.S. Carter è un bonazzo da antologia!!!!
 
   
 
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