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Autore: alberodellefarfalle    03/02/2016    2 recensioni
Salve a tutti. Questa è una prova. Chi mi conosce sa che pubblico solo storie originali, quindi questa è la mia prima ff. Siate clementi. Ho voluto provare e dato che Robert Pattinson mi piace molto (ho avuto la mia fase da Twilight anche io), ho deciso di cimentarmi con lui. Ovviamente è tutto di fantasia. Vi avviso che non essendo un'amante del gossip non mi sono basata su un evento particolare, ho solo immaginato come potrebbe essere Robert Pattinson (e come spero che sia) se si ritrovasse a Roma per lavoro e lì conoscesse una comunissima ragazza italiana. Titolo omaggio al film "Vacanze Romane" con Audey Hepburn e alla canzone omonima dei Mattia Bazar. Non mi resta che augurarvi buona lettura.
NB In data 7/1 ho aggiunto una piccola frase finale che chiarisce l'epilogo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VACANZE ROMANE -EXTRA-

Lo so, lo so ... nemmeno io avevo creduto alla stesura di un extra, considerando anche quanto ci ho messo a scrivere gli ultimi capitoli.
E invece ...
Ma si sa che i miei deliri da esami sono pericolosi e producono mostri, tra questi un extra scritto al presente e
... niente ... buona lettura.

 
-A che pensi?- mi chiede arricciando una ciocca di capelli sul suo dito. Io sospiro.
-Non te lo dico.- sbuffo.
-Va bene te lo dico, ma solo se non mi prendi in giro.- ridacchia e mi sorprendo al martellare del mio cuore, come se fosse la prima volta, ancora incredula che quel sorriso sia per me. Mi sollevo su un gomito per guardarlo. Siamo stesi sulle lenzuola bianche del letto della nostra camera d'albergo. Inizio a disegnare cerchi sul suo torace nudo e sorrido appena noto il fremito e il sospiro che gli sfugge. Sono io a farlo sentire così. Non ci sono abituata, tutto è nuovo. Si sporge a darmi un bacetto a stampo, ma il mio cuore non ne vuole sapere di adattarsi a lui. I capelli scintillano sotto la luce pallida della luna e so che al di là della finestra svetta la Tour Eiffel. Siamo a Parigi, come avevo sempre desiderato e sono con la persona che amo e che mi ama, ancora fatico a crederci. Sono fermamente convinta di stare sognando.
-Dimmi che sei vero.- ridacchia e mi abbraccia, immergendo le dita tra i miei capelli scompigliati. 
-Dovresti smetterla di chiedermelo e anche se fossi un sogno, ti vorresti risvegliare?- risponde sempre così, ma io che posso farci se sono troppo felice e ho il terrore che tutto questo non sia reale e che da un momento all'altro possa scomparire?
-Devi avere pazienza con una zuccona come me.- Ridacchia facendomi vibrare contro il suo petto e trascinandomi su di lui. Mi tira le lenzuola sulla schiena nuda e io mi adatto al suo corpo, spingendomi a lui e ritornando a disegnare cerchi sul suo petto liscio e muscoloso, tutto per me. Poggio le dita sul pulsare del suo collo, leggermente più accelerato del normale, sono sempre io la causa di tutto ciò.
-Sono pronto a pagarne il prezzo.- e si scioglie in una fragorosa risata, prima di imprigionarmi le labbra con le sue e io mi perdo, i miei pensieri si scompigliano e non c'è più nulla, se non lui e il suo corpo stretto al mio. Divarico lentamente le gambe e sento che è pronto per me e ne gioisco.
-Mi stai distraendo.- ridacchia sulla mia mandibola.
-è il mio obiettivo.- sussurro sul suo collo, lasciandovi piccoli morsi. Lui risponde con una risata, che si blocca appena scivolo su di lui e diveniamo un unico corpo. Comincio a dondolarmi su di lui.
-Va bene, ci sei riuscita.- soffia -Ma non dimentico.-

Dopo ore il sole splende dalla stessa finesta e la Tourre Eiffel splende al suo fianco. Io sgranocchio un Croissant, mentre Robert sorseggia il caffè. Siamo seduti scomposti sul letto, io indosso la sua camicia azzurra, lui è a petto nudo con i pantaloni della tuta grigi. Fatico ancora a credere che sia tutto mio.
Sono tre giorni che siamo a Parigi e ogni mattina è così, finiamo per fare colazione alle undici e non ci alziamo dal letto prima di pranzo, è meraviglioso. Non ho accettato a cuor leggero questo regalo, ma devo ammettere che mentre me lo godo penso che sia un dono perfetto, è il suo dono dopo il periodo che abbiamo passato, l'uno lontano dall'altro. Lo guardo e mi perdo a ricordare i giorni che abbiamo passato insieme a Roma, quando ci siamo conosciuti, tra alti e bassi e ci siamo innamorati. Dopo quella conferenza stampa Robert si è guadagnato un altro schiaffo da parte mia e un bacio da mozzare il fiato. Abbiamo parlato molto sotto lo sguardo adirato di Gianni, perchè a suo dire abbiamo rovinato la festa, ma lui che ne sa che il meglio della festa noi lo abbiamo fatto in forma privata. Ok, forse lo sa, o almeno lo immagina. Robert mi ha spiegato chi fosse la ragazza fotografata con lui e perchè sia dovuto scomparire. Si trattava di una sua vecchia amica, scomparsa nel nulla per un po', avevano anche litigato, ma la sua apparizione improvvisa e la sua condizione lo hanno costretto a intervenire e a partire con lei per la Svizzera per due giorni, dove in una clinica era ricoverato il compagno della ragazza e il padre della creatura che portava in grembo. Robert li ha aiutati, non so bene come, ma ha preferito non approfondire e io ho preferito tacere la mia curiosità. Dopotutto mi è bastato sapere che è stata un'emergenza. E così si è guadagnato lo schiaffo, perchè se me lo avesse detto io non sarei impazzita come invece ho fatto. 
-Allora, mi dici a che pensavi?- mi chiede curioso. Io sbuffo, non si arrende mai. Come sempre odia quando non esprimo quello che penso, dice che gli risulta difficile decifrarmi, io invece dico che mi capisce perfettamente, riesce a cogliere ogni sfumatura della mia anima. Anche se non aveva capito che mi erano bastati pochi giorni per innamorarmi di lui. Ridacchio al pensiero. Gliel'ho confessato quella stessa sera, nella sua camera d'albergo, dove ci siamo rifugiati dopo aver abbandonato la festa. Non avevo paura, sapevo come so ora quello che provo per lui, anche se era ed è la prima persona nella mia vita che abbia conquistato il mio cuore. Lui mi ha guardato stralunato, come se fosse impossibile amarlo, come se gli avessi fatto un regalo immenso a donargli il mio amore. Oggi mi guarda ancora così, come se il regalo fossi io e non lui.
-Lo sai che ti amo?- dico guardandolo angelica.
-Lo sai che ti amo anche io?- risponde sfoderando un sorriso luminoso, che mi fa accelerare i battiti del cuore. -Ma vorrei saperlo.- ribatte imbronciato.
-E va bene.- sbuffo -Ma promettimi che non ti offenderai.- Mi guarda scettico. Perchè diamine mi faccio sempre convincere? A si, perchè lo amo, perchè ha un sorriso scintillante e due occhi verdi profondi in grado di leggerti e legarti l'anima e sono tutti miei, lui è mio, come è sempre stato da quel nostro primo incontro su una terrazza romana, come lo era la sera che io ho dichiarato di amarlo dopo aver fatto l'amore con lui, stesa su un letto come questo in una camera di albergo a Roma, come lo era quando mi ha risposto che anche lui mi amava e che gli sembrava impossibile che esistesse un amore così, come quello delle favole. La nostra favola. -Lo so che lo odi e mi odierai.- rispondo imbronciata. Lui si avvicina, scavalcando il vassoio della colazione e si pone di fronte al mio viso.
-Come potrei odiarti se ti amo. Ma tu ci credi che esiste un amore così?- chiede prima di baciarmi tanto a lungo da farmi mancare il respiro.
-Si, esiste solo nelle favole.- rispondo in un sussurro -E questa è una favola, la nostra favola.- mi sorride e so che devo parlare altrimenti resterà imbronciato per i prossimi due giorni che staremo insieme a Parigi e siccome passo troppo poco tempo con lui, non posso permettermi di passarlo con lui seccato per una ... si una stupidaggine. -In questi mesi mi sei mancato così tanto e ...- mi guarda confuso, come per dire: "E sarebbe questo che dovrebbe farmi arrabbiare?" -E non pensavo potesse mancarmi qualcuno così e ho dovuto fare qualcosa per alleviare questo dolore.- mi guarda ancora più confuso e perplesso. Lo so pure io che non si capisce niente -I tuoi film li ho visti tutti e più volte e allora ...- dannazione -Allora ho divorato i quattro libri della saga di Twilight. Lo so, lo so che Edward non sei tu e che ti infuri quando ti paragonano a lui, ma mentre leggevo immaginavo te e ti sentivo un poco più vicino.- scoppia a ridere. Mr Robert Pattinson scoppia a ridere mentre io gli dico che l'ho associato ad Eduard Cullen, il personaggio che lo ha reso famoso, che gli ha creato un'orda di fan che vogliono essere morse, che se ci penso mi sale una rabbia. Si sta sbellicando dalle risate. Lo guardo sconvolta.
-Oh tesoro ...- sbuffa una risata. Respira affannoso per recuperare un contegno, mentre io lo fulmino. -Ok, scusa, Amore.- e lo dice in italiano. Qui facciamo progressi, dopo tutto se vuole venirmi a trovare in Sicilia, mentre girerà in Italia, dovrà interagire con la mia famiglia e loro non parlano inglese. -So che mi arrabbio quando mi associano al succhiasangue.- ridacchiamo insieme, perchè questo è l'appellativo che gli danno i nemici della storia, i licantropi -Ma so perfettamente come la pensi tu e so che ... insomma che lo fai per me, cioè per te. Oh che complicato. Ok, capisco come ti sei sentita, perchè mi sono sentito anche io così in questi mesi, mi sei mancata così tanto che mi sarei aggrappato a qualunque cosa pur di soffrire un poco meno. Dopo quei giorni a Roma, dopo aver fatto pace e dopo che tu hai deciso di prolungare la vacanza per qualche giorno ancora, trasferendoti con me in quella adorabile villetta fuori città, non vederti per cinque mesi è stato straziante, ma il lavoro mi ha tenuto impegnato, troppo impegnato e tu con la tesi ...- lo blocco con la mano.
-Non è colpa di nessuno.- Lo guardo, ci guardo e sorrido -Adesso siamo qui, insieme.- e lo bacio. Non so come, non so per colpa, o meglio per merito di chi, finiamo a rotolarci sul letto rischiando di far volare il vassoio della colazione e scoppiamo così a ridere. 
-Dunque che ne pensi?- lo guardo confusa, non cogliendo la domanda -Della storia, del libro, di Edward in versione letteraria, di Bella e tutto il resto.- e poggia i gomiti ai lati della mia testa, per non farmi peso poichè è ancora su di me. 
-Ha i capelli più rossicci dei tuoi.- dico la prima cosa che mi viene in mente.
-Dettagli.- mi liquida.
-Ama molto anche Jacob, non lo avevo colto un sentimento così profondo nel film.- 
-Quel cane.- scherza lui, facendomi ridere.
-Però è caldo e ho pensato che forse avrebbe dovuto scegliere lui.- mi studia
-Ma non era Edward il tuo personaggio preferito?- dice quasi risentito, come se Edward fosse lui. Pff come se veramente non sapessi che la sua frase preferita è:"Io non sono Edwar Cullen".
-Si ma io non avrei rinunciato al caldo.- e scoppiamo a ridere, consapevoli della mia avversione alle basse temperature. 
-Io sono caldo.- risponde suadente, prendendo a slacciare il primo bottone della camicia che indosso.
-Lo so, per questo ti ho scelto.- ridacchia sulla mia pelle, dove sta lasciando una scia di baci infuocati.
-Robert?- sospiro, lasciandomi sfuggire un respiro estasiato. Lui mugugna in risposta, non scollando le labbra da me. Forse non ha capito che non era un gemito, ma tentavo di chiamarlo, forse perchè effettivamente non si capisce se pronunciare il suo nome era l'uno o l'altro. -Ho pensato a lei.- soffio. Lui solleva la testa e mi guarda confuso -Bella, dico, l'ho immaginata come lei. Tu sei Edward, lei Bella. è stata dura, forse non è stata una bella idea.- e sento la lancinante e familiare fitta di gelosia pensando a quel volto. Robert mi guarda torvo, odia parlare di lei.
-Amore, guardami. Io non sono Edward e lei non è Bella. Quei personaggi non esistono, loro hanno una storia tutta loro, una storia di fantasia, magnifica, di un amore eterno, ma io sono solo io.- lo guardo e so che ha ragione.
-Robert?- annuisce -Credo che anche il nostro amore sia eterno.- e non so chi si muove per primo, ma le nostre labbra sono già incollate le une alle altre, i nostri respiri sono uno il respiro dell'altro, i nostri corpi sono uno il corpo dell'altro, i nostri cuori sono uno il cuore dell'altro e la nostra anima è una sola. -Robert?- mi fissa un pizzico spazientito. Ho ancora voglia di parlare? Me lo chiedo io stessa. -La prossima volta la immaginerò come me e sceglierò il freddo.- ridacchiamo insieme e torniamo a baciarci.

 
Credo sia arrivato il momento di dire definitivamente addio a questa storia e questa sezione
... forse, per il momento
... chi sa se non avrò qualche altro delirio? 
Vi ringrazio tutti, è stato bello.
PS sto lavorando a un'originale, ce la sto mettendo tutta
PPS Il delirio riguarda anche il fatto che sto leggendo Twilight e non ne avevo mai avuto voglia, che fanno fa sti esami!!!!
BACI
  
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