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Autore: sushiprecotto_chan    03/02/2016    1 recensioni
Aretha si coprì la bocca tentando di non ridere, mentre assisteva all'ennesima reazione di un'amica di Madame Renauld che al sentire il nome di Poirot per la prima volta lo equivocava del tutto. «Ermintrude Poirot?» Era riuscita anche a sbagliare la pronuncia del cognome. Fu divertente vedere come, a suo solito, Poirot si stesse impettendo e il suo collo stesse diventando visibilmente rosso. «Hermeline. Miss Hermeline Poirot»
[Scritta per la XX Notte Bianca di @ maridichallenge con il prompt "Genderswap"]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Poirot (ITV) (Agatha Christie's Poirot)
Personaggi/Pairing: fem!Arthur Hastings, fem!Hercules Poirot
Contaparole: 544 (fdp)
Avvertimenti: crack, movieverse, genderswap
Note: 1= Abdulla era una marca di sigarette che veniva venduta negli anni '30. Nel drama però non le ho mai viste in mano a Poirot, l'ho sparata un po' a caso.
2= Citazione dal romanzo Peril at End House (Il Pericolo Senza Nome). L'originale era « E i vostri baffi! Se dovete portare dei baffi fate che siano dei veri baffi, qualcosa di grandioso come i miei! »
3= Citazione da Fermate il boia, capitolo 4.
Note autrice: Scritta per la XX Notte Bianca di @ maridichallenge. Ho voluto farla crack perché David Suchet nei panni di Poirot è un gatto grosso, nero e permaloso e [l'attore] pochi mesi fa ha interpretato una parte a teatro per "L'importanza di chiamarsi Ernesto". Si è trattato di un ruolo femminile (zia Augusta, mica poca roba), ci sono due immagini bellissime che sono passate su internet (qui e qui) e io non ce l'ho fatta a trattenermi dallo scrivere questa boiata.





 
Aretha si coprì la bocca tentando di non ridere, mentre assisteva all'ennesima reazione di un'amica di Madame Renauld che al sentire il nome di Poirot per la prima volta lo equivocava del tutto. «Ermintrude Poirot?» Era riuscita anche a sbagliare la pronuncia del cognome. Fu divertente vedere come, a suo solito, Poirot si stesse impettendo e il suo collo stesse diventando visibilmente rosso. «Hermeline. Miss Hermeline Poirot»
«Oh! Mi scusi tanto, questi nomi stranieri mi sfuggono sempre, miss Porrott» (Anche questa volta sbagliò la pronuncia, ma in modo meno eclatante.) E poi: «È francese?»
«Belga.» Dal suo campo visivo, poteva vedere la mascella dell'investigatrice farsi tesa. Ancora una volta, Aretha Hastings si strinse le labbra per nascondere un sorriso.
Dopo anni passati al fianco di quella figura bassetta eppur tanto imponente che era Hermeline, non riusciva ancora a stancarla l'incomprensione del nome di battesimo della sua stimata amica che avevano le persone che non la conoscevano già per fama.
Dopo aver scambiato qualche convenevole con mrs Stevens - così si chiamava l'ospite di Madame Renauld, ultima di una lunga lista di persone che quel pomeriggio avevano sbagliato a comprendere il nome di Poirot -, Hermeline la condusse in giardino, tirando fuori una delle sue Abdulla1 dal contenitore in argento su cui spiccavano le iniziali "H.P.". La prese da parte, isolando la loro posizione da quella degli altri, poi il suo sguardo si fece duro e il tono stizzito.
«Hastings, gradirei immensamente che il primo ricordo che le persone che incontro associno a me non sia l'immagine di lei che sghignazza alle mie spalle.»
«Suvvia, Poirot. È divertente osservare come talvolta chi incontriamo non capisca il suo nome, e lei solitamente reagisce in modo molto buffo.»
Al sentir questo Hermeline si gonfiò tutta a mo' di piccione. Ad Aretha parve una grossa gatta nera e sdegnata. «Persisto nell'insistere che voi non dobbiate permettervi nulla del genere! Niente smorfie o altro, o la gente non prenderà più sul serio me, Poirot!» Si mise in ordine con fare astioso il largo copricapo. «E i vostri capelli! Se dovete portare un'acconciatura alla moda fate che siano dei veri capelli, qualcosa di grandioso come i miei!»2
Aretha ammise a se stessa che avrebbe dovuto aspettarsi un rimprovero dalla sua amica - che, quando era davvero irritata, faceva sempre ricadere le sue accuse sul trattamento che Hastings riservava alla sua acconciatura, come se, per avere dei capelli dignitosi, lei dovesse impomatarli ogni giorno come faceva l'investigatrice.
Detto questo, Poirot la lasciò da sola, mettendosi in tasca le sue lunette e dirigendosi verso un gruppetto di persone che stava amabilmente fumando poco lontano da loro.
Un paio d'ore dopo, quando il motivo dell'irritazione che aveva preso la sua compare era stato ormai perdonato e dimenticato, Hastings si trovava in compagnia di un signorotto di campagna che era intento a raccontarle i benefici della caccia e dell'avere una buona macchina sportiva nel momento in cui udì la seguente conversazione:
«… Dovrei, però, Madame, le dirò qualcosa in più su di me. Io sono Hermeline Poirot.» Stava dicendo la sua amica. Questa rivelazione lasciò la signora con cui stava parlando, tale Mrs Summerhayes, senza reazione. «Che nome grazioso,» disse quella gentilmente. «Greco, non è vero?»3
(Hastings per poco non si strozzò con il suo stesso drink.)
   
 
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