Aveva
occhi di fuoco quel giorno.
Io li ho visti.
Dopo
essere stato da lui per
pranzo, stavo avviandomi verso casa. Per tutto il tempo mi era parso
strano,
sfuggente… Però io non
capisco le persone.
Non so intendere cosa pensino, cosa provino; è del tutto
inutile allora che io
mi cimenti in tali indagini.
Quando già l’avevo salutato mi sono sentito
trattenere per una spalla. In quel
momento li ho visti, Hikari. I suoi occhi sgomentati sembravano specchi
appannati.
-Shinji. Quando sei salito per la prima
volta
sull’Evangelion cos’hai provato?
-Eh? Cosa intendi?
-I tuoi sentimenti… Hai avuto paura?
-Perché mi chiedi una cosa simile?
Aveva
paura, tanta. Me lo disse
tremando, in ginocchio. Mi chiese anche perdono perché tempo
addietro mi aveva
picchiato, ignorando i miei sentimenti.
Non mi sono mai sentito così
ipocrita.
Ho cercato di consolarlo, Hikari, te lo assicuro. Gli ho
detto che se la
sarebbe cavata… Che non sarebbe mai stato solo…
La sua espressione usuale,
ilare e giocosa, era sparita.
Te
ne sei accorta anche tu. Lo
aspettavi un giorno qualunque, un giorno a caso, appoggiata ad un
albero sul
ciglio della strada: occhi timidi e cuore in tumulto, mentre sentivi il
suo
passo farsi sempre più vicino.
Appena ti ha scorta ti ha salutata: sei sobbalzata al suono della sua
voce. E’
sempre bello farsi scoprire; è una sensazione piacevole.
Ti sei subito accorta che qualcosa non andava, hai imparato a leggere
quegli
occhi vispi e frivoli contro cui inveivi così spesso, in
classe… Anche la sua
espressione era strana, ostentava un sorriso a brandelli, ripiegato su
se
stesso, con un risultato malinconico e sorprendente.
Tuttavia…
-Capoclasse… Io per due o tre
giorni non
verrò a scuola, ma ti dirò tutto appena torno.
Ogni volta che ci incrociamo,
finisce che litighiamo: però, quando torno, potremmo anche
provare ad andare un
po’ più d’accordo.
-Già… Va bene.
Le
sue labbra si sono increspate
appena, le ombre per un attimo si sono dileguate dal suo sguardo. Tu
hai
ricambiato il sorriso mentre sentivi il viso andare a fuoco. Quando hai
realizzato cosa era effettivamente accaduto lui era già
distante… Non
per questo hai smesso di sorridere.
Sono
sicuro che abbia pensato a
quel sorriso, nato dalla sorpresa più assoluta, dalla
novità imprevista, quando
è salito a bordo dell’Evangelion 03.
Suzuhara Toji… Avevo detto di essere suo amico.
Gli amici non si feriscono.
Suzuhara Toji… Conoscevo i suoi occhi. Erano forti,
passionali, carichi di un
entusiasmo a me del tutto estraneo: poteva sembrare un ragazzo
materiale,
manesco, impulsivo. In realtà era dotato di una forte
sensibilità, era molto
legato ai suoi affetti, soprattutto alla famiglia. Ti prendeva a pugni
e poi ti
chiedeva scusa. A volte piangeva anche, singhiozzava forte, ma si
asciugava
subito gli occhi.
Suzuhara Toji… Conoscevo la sua paura. Probabilmente una
delle poche cose che
ho osato esplorare del suo carattere: me la sono ritrovata faccia a
faccia, non
ho potuto proprio farne a meno. In
quel
momento, ho avuto paura anch’io.
-Un pilota inetto è meglio
che taccia e che
stia a guardare.
E’
stato mio padre, ti chiedo scusa,
Hikari.
E’ stato mio padre a
privarmi dei
comandi del mio robot, ti chiedo
scusa, Hikari.
E’ stato il mio robot, ti
chiedo
scusa, Hikari.
Sono stato io, sono stato io…
Ti
chiedo scusa, Hikari.
Lui avrebbe voluto
mantenere la promessa.
Lui avrebbe voluto tornare da te.
Ho
visto davanti ai miei occhi
l’entry plug fatto a pezzi.
03 EVA 03.
Solo un numero.
Solo frammenti.
Frammenti di vita.
Il
sole tramontava, esasperati
raggi bruciavano l’aria mentre gridavo e piangevo, sembravano
mani celesti tese
verso quell’atroce sacrificio.
-TOJI!!
In questo piccolo angolo di mondo le nostre urla non si
trasmettono molto
lontano. Rimangono a riecheggiare nel nostro animo,
nell’infinito cielo si
disperdono subito…
Ore 20.07
Ritrovato pilota dell’unità 03.
Squarcio alla testa.
Gamba destra tranciata.
Milza spappolata.
Battito cardiaco assente.
Era
tutto bello, davvero troppo bello, quasi un sogno ad occhi aperti.
Gli occhi di Toji.
Gli occhi di chi ha ancora la forza di lottare, di scherzare, di ridere.
E poi ci sono gli occhi chiusi.
Gli occhi affaticati, che non versano più lacrime. Le
lacrime sono secche,
fredde, rovinano il viso, lo devastano.
Gli occhi di Toji.
Gli occhi di chi si è illuso di poter tornare.
Gli occhi di chi non può più lottare.
L’hanno
trovato con gli occhi ancora aperti, Hikari.
Ha guardato la morte in faccia.
Non ha mai perso di vista ciò che era importante.
Si è fatto
dominare dalla paura, è stato
conquistato ed annientato.
Nel momento in cui doveva morire, non ha avuto paura.
Prepara
dunque il bento più buono
del mondo, Hikari.
Preparalo per un ragazzo che ha combattuto una battaglia, una sola,
molto
meglio di quanto io potrei mai fare.
Preparalo per un ragazzo che non ha mai smesso di tremare,
perché il suo cuore
batteva troppo forte per fermarsi.
Preparalo per lui, per Toji. Perché gli piacerà
molto.
-La la la
La la la
La la la
“Cucina dello sportivo. Porzioni abbondanti.”
Bene, gli farò questo.
La prossima volta chissà se me lo mangerà, il
bento…-
Sarebbe un ottimo modo per
ritrovarsi: una mezz’ora al giorno, durante la pausa pranzo,
su una terrazza
soleggiata… Sogni il momento in cui manterrà la
sua promessa.
Proverete ad andare un
po’ più d’accordo… Questo non
vuol dire che smetterà di
spiarti sotto la gonnellina quando scendi le scale, questo non ti
impedirà di
potergli affibbiare qualsiasi genere di lavoretto
extrascolastico… Però mangerà
il pranzo che gli preparerai tutti i giorni. Tu lo guarderai mangiare,
lui farà
qualche battuta stupida e potrai picchiarlo affettuosamente,
continuando a
ridere. Mentre prepari gli ingredienti e la luna splende pallida in
cielo, in
fondo al cuore sai che manterrà la promessa. Toji
è un bravo ragazzo, starà via due o tre giorni e
poi tornerà.
A.A
Salve
a tutti. Questa volta
propongo la narrazione di Shinji… E’ il primo
esperimento con questo
personaggio, spero di averlo reso credibile: mi sono basata al manga e
ho
cercato di seguire il ritmo della narrazione proposta proprio da
quest’ultimo.
In particolare, per quanto concerne la vicenda di Toji, ho preferito la
versione offerta dal manga rispetto a quella dell’anime: le
ripercussioni
psicologiche del protagonista mi sembrano più credibili se
si accoppa il neo
pilota (?) ma mi farebbe piacere sapere anche cosa ne pensano i
lettori.
Ringrazio infine E u c h a r i s che mi ha
permesso di
partecipare al suo contest e lascio a lei il verdetto: il contest
ruotava
attorno ad una promessa… Per il mio scritto ho preferito
questo finale: ho
permesso ad Hikari di sognare ancora per una sera l’avverarsi
di quella
promessa mentre i lettori sono gli unici veri consapevoli di tutta la
vicenda.
Un saluto a tutti, a presto!