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Autore: Notteinfinita    05/02/2016    4 recensioni
Mai ascoltare le conversazioni dietro ad una porta chiusa....
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diana Lombard, Martin Mystère, Marvin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È grosso, non ci entra!

 

Martin uscì dal mini-market interno alla scuola carico di sacchetti straripanti di schifezze.

Se devo trascorrere il week-end insieme a Marvin almeno non possono impedirmi di mangiare quel che voglio, pensò, avviandosi verso i dormitori.

Ad ogni passo che faceva montava in lui la rabbia.

Se doveva essere un corso di sopravvivenza per aumentare le affinità della squadra perché avevano inserito nel loro gruppo anche quel bell'imbusto?

Arrivato nella sua stanza cacciò con malagrazia i dolciumi nella sua sacca da viaggio e si richiuse la porta alle spalle.

Quel cretino aveva chiesto a Diana di dargli una mano a preparare il bagaglio ma lui scommetteva che lo aveva fatto per rimanere da solo con lei. Se questi erano i suoi piani, però, si era sbagliato, lui glielo avrebbe impedito perché...già, perché?

Per un attimo si fermò al centro del corridoio domandandosi perché gli desse così fastidio che Marvin facesse il cascamorto con Diana ma, con una scrollata di spalle, si disse che era solo perché Marvin era un cretino mentre la sua amica meritava di meglio.

Rasserenato, il biondo si avviò di gran carriera in direzione della camera della ragazza.

Era giunto davanti alla porta e stava per bussare quando dei mormorii provenienti dall'interno lo bloccarono sul posto.

«Marvin dai, basta. È troppo grosso, non ci entra.»

«Non arrenderti così facilmente. Pensavo lo volessi anche tu, dai facciamo un altro tentativo.» propose il ragazzo con voce suadente.

«E va bene però stai attento, mi hai già fatto male.» si lamentò la ragazza.

«Prometto che sarò più delicato.» affermò, convincente.

Martin, fuori dalla porta, non sapeva cosa fare.

Avrebbe voluto sfondare quella fragile barriera di legno e ridurre Marvin ad una poltiglia sanguinolenta.

Si sentiva profondamente deluso da Diana, non pensava che fosse una ragazza così leggera.

Ma, in fondo, lui non aveva nessun diritto di criticarla o di arrabbiarsi. Lei era una ragazza libera.

Era sul punto di andarsene quando il suo cellulare iniziò a squillare ad un volume assordante.

«Pronto?» rispose il ragazzo, iniziando ad allontanarsi dalla porta.

«Ciao Martin! Tra dieci minuti apriamo il portale, radunatevi insieme ai vostri bagagli all'interno della tua auto. Teletrasporteremo tutto insieme.» avvisò il piccolo alieno.

«Tranquillo Billy, ci saremo.» assicurò Martin, anche se al momento l'ultima cosa che voleva era stare insieme alla nuova coppietta.

«Martin, per fortuna sei arrivato! Ho sentito la tua suoneria.» trillò Diana, uscendo accaldata e scarmigliata dalla sua stanza e agguantandolo con una mano mentre si portava l'altra alla bocca per succhiare un minuscolo taglio.

«Marvin vuole portarsi a tutti i costi lo snowboard. All'inizio l'idea era piaciuta anche a me, ero curiosa di provarlo ma nel bagaglio non ci sta, vuoi convincerlo tu?» lo esortò.

Martin era basito. Per alcuni secondi fu solo capace di passare lo sguardo dall'uno all'altra senza proferire parola mentre un ghigno divertito si apriva sulle labbra dell'altro.

«Ha chiamato Billy, tra dieci minuti partiamo.» annunciò infine.

«Dieci minuti? Ma io devo ancora finire di chiudere il mio bagaglio!» esclamò Diana, in preda al panico, rientrando in camera. «Marvin, vieni a chiudere il tuo!»

«Arrivo.» rispose il ragazzo, rimanendo sulla porta.

«Temevi mi stessi divertendo con la tua bella, vero?» chiese, interpretando correttamente la sua espressione. «È inutile che ti rodi in silenzio. Se provi qualcosa per Diana diglielo al più presto perché quando torneremo dal corso mi dichiarerò a lei.» sibilò prima di seguire la ragazza in camera.

Martin rimase qualche secondo a fissare la porta chiusa, impietrito dalle parole dell'altro prima di avviarsi verso camera sua.

Le parole di Marvin gli avevano aperto gli occhi su qualcosa di sconosciuto.

Perché gli aveva fatto così male l'idea che Diana stesse facendo l'amore con Marvin?

Solo perché lui lo considerava un cretino o c'era qualcos'altro?

Dando un pugno al muro si disse che non era quello il momento per pensarci. Lo avrebbe fatto ma non il quel momento.

 

 

 

 

Martin guidava gettando occhiate nervose allo specchietto retrovisore.

Il corso era finito, stavano tornando a scuola e presto sarebbe arrivato il momento della verità.

Durante il corso non c'era stato tempo di pensare a nulla e anche quando lo aveva fatto non era stato capace di dare una risposta sincera a se stesso.

Il legame che avevano loro due era molto forte ma davvero era solo amicizia? O era qualcosa di più?

Intanto, ignara di ciò che turbinava nel cuore del suo amico, Diana rideva e scherzava con Marvin. Felice che il corso fosse finito e che lei ne fosse uscita indenne.

Continuando a tacere, Martin imboccò il viale della Torrington e parcheggiò l'auto.

Era così perso nei suoi pensieri da accorgersi che gli altri erano già scesi solo quando ormai non erano più nei paraggi.

In preda al panico all'idea che Marvin mettesse in pratica la sua minaccia, Martin scese dal suv e iniziò a correre in direzione del dormitorio.

Giunto nelle vicinanze della camera di Diana li vide.

Lei era appoggiata di fianco alla porta e lui era di fronte a lei, il braccio appoggiato allo stipite e il busto leggermente piegato in avanti affinché i loro visi fossero più vicini.

Senza più riuscire a pensare in maniera lucida, Martin si scagliò contro di lui colpendolo alla mascella e mandandolo a terra.

«Diana, ti prego, non voglio che tu lo baci.» disse, rivolto alla ragazza che lo guardava sbalordita. «Io...io ti amo.» ammise, senza potersi impedire di arrossire.

«Maledizione, sapevo che sarebbe finita così.» disse Marvin rimettendosi in piedi e massaggiandosi la parte colpita. «Però speravo che te la facessi sotto e non riuscissi a dichiararti» ammise.

Fumante di rabbia, Martin tentò di colpirlo di nuovo ma Diana lo trattenne.

«Non fare lo stupido. Hai cose più importanti da fare che picchiare me.» gli consigliò.

«Mi dispiace solo di non aver avuto il piacere di conoscere il gusto delle tue labbra. A presto, mia dolce Diana.» disse, mandandole un bacio e caricandosi il bagaglio sulla spalla.

Rimasti soli i due si guardarono negli occhi, incerti sul da fare.

«Entra.» ordinò Diana, ancora scossa.

Non sapeva se era il caso di farlo entrare in camera dopo quello che le aveva detto ma nel corridoio stavano già attirando troppa attenzione.

«Diana io...» iniziò, incerto su cosa dire.

«È vero? Quello che mi hai detto prima, intendo, è vero?» gli domandò facendo vagare lo sguardo dal suo viso al pavimento in preda all'imbarazzo.

«Si, è vero.» rispose Martin, decidendo di essere sincero.

A quelle parole Diana sentì il cuore accelerarle.

Senza guardarlo in faccia, gli si avvicinò e gli prese le mani.

«Anch'io ti amo.» confessò, alzando finalmente lo sguardo.

Immediatamente, Martin la trasse a se per poi baciarla con tutto il trasporto di cui era capace.

Ben presto le mani di lui la cinsero alla vita mentre lei intrecciava le sue dietro la nuca di lui.

Martin si sentiva stordito dal senso di gioia e di beatitudine che provava. In fondo, in fondo, molto in fondo sentiva che forse avrebbe dovuto chiedere scusa a Marvin per il pugno...ma non era quello il momento adatto...

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Non ho giustificazioni per aver scritto questa “cosa” ma loro mi mancavano e nessuno pubblicava! Che dovevo fare? ^____-

  
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