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Autore: Alessia_Way    05/02/2016    1 recensioni
"Se c’era cosa più sbagliata al mondo era quella di innamorarsi.
Innamorarsi.
Esserne felici.
Cadere a pezzi.
Un ciclo continuo, a volte lungo, ma le tappe erano sempre state quelle. E dopo l’ultima, non esisteva ritorno.
E lo avevo provato, ne ero stato vittima più di una volta. Ma quella era una delle peggiori mai." - Estratto
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Jamia Nestor, Nuovo personaggio | Coppie: Frank/Gerard
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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WriterCorner: Bene... Sono di nuovo qui. Dovrei essere praticamente catapultata a finire il capitolo successivo di Akashitsuji (per chi non la conoscesse, è una mia ff che è ancora in corso...), ma sinceramente ho ispirazione altrove, su qualcosa di già scritto e che voglio rendere pubblico qui. Forse dovrei davvero impegnarmi nella mia fanfiction, però tengo davvero a questa che sto introducendovi adesso. Dico solo che sì, è una Frerard, ma è così struggente che fa male anche a me, per quanto comunque abbia qualcosa di vero. Ebbene sì, quello che leggerete praticamente ha poco a che fare con la vita vera di questi due, è qualcosa che viene da me, insomma... Molto copyright, se vogliamo riassumere il tutto. Ci terrei a sapere il vostro parere, se suscita anche a voi delle emozioni che ho provato a mettere su bianco, a far sì che venissero trasmesse a voi lettori. E sto parlando troppo adesso quindi bando alle ciance e vi lascio al primo capitolo.
Ciò che leggerete, dura davvero poco, ma è raccolta quasi un anno di... Sofferenze, momenti rubati, parole non dette tutti in delle "lettere" diciamo. Non partono con dei "Caro **tizio**", ma comunque sono viste come delle lettere mai viste. Detto ciò... Buona lettura, miei carissimi lettori. A presto!






Love Never Felt So Bad




 

Se c'era cosa più sbagliata al mondo era quella di innamorarsi.
 

Innamorarsi.
 

Esserne felici.
 

Cadere a pezzi.
 

Un ciclo continuo, a volte lungo, ma le tappe erano sempre state quelle. E dopo l'ultima, non esisteva ritorno.

E lo avevo provato, ne ero stato vittima più di una volta. Ma quella era una delle peggiori mai.

Avevo dato un nome, a quella volta, e avrei giurato fosse l'ultima: Frank. Nome carino eh? Già, ma mai tanto quanto l'essere umano che portava tale nome.
 

Capelli scuri.
 

Di statura media.
 

Tatuaggi.
 

Giovane.
 

Affascinante.
 

Esattamente, affascinante. Nel modo di essere, nel modo di parlare, o anche solo di muoversi e di relazionarsi con i suoi coetanei.

Peccato che non si vedeva come lo vedevo io. Neanche per idea. La sua testardaggine provava a sfidarmi, ma sapeva che per quanto potesse provarci, non sarebbe mai riuscita a farmi cambiare opinione su di lui. Perché a distanza di un anno, avevo sempre tenuto quel pensiero in testa. E in un anno, le discussioni sul suo essere terribilmente affascinante erano state troppe persino per me. Ma non mi sarei dato per vinto. Non io.

Come non poteva capire di esserlo, se appena me lo ritrovavo davanti agli occhi era solamente uno spettacolo, tanto da farmi sciogliere, da farmi dimenticare quanto fossi incazzato per qualcosa, tanto da farmi venire voglia di...
 

No.
 

Già, no.

Perché? Sposato.

Sposato con una bellissima ragazza che continuava a fargli passare le pene dell'inferno e che si poteva benissimo dire che portava il mio perenne odio sulle spalle magre.

Beh, era bellissima. Ma mai quanto il marito che, sfortunatamente, amavo più di quanto lei potesse anche solo immaginare. Neanche nei suoi più oscuri incubi.

Pensavo di amarlo più di quanto lei fosse capace di fare, ma sapevo che non era vero. Il mio unico anno passato a... Seguirlo, non era niente a confronto con i quattro anni che lei aveva passato al suo fianco, da amica, e uno da sposati. Io non potevo competere con lei, e questo lo sapevo. Me ne rendevo perfettamente conto.
 

Ma...
 

Ma sapevo che, per quanto tutto fosse terribilmente sbagliato, noi, il momento, il posto sbagliati, lui provava qualcosa per me. Solo che non poteva.

 

-Non posso

 

Maledetto verbo. L'uomo dovrebbe cancellare dal vocabolario umano quel verbo. Quelle sei lettere messe in fila, che danno vita al peggior verbo che esista.

Non si può fare quello che si vuole? Perché deve essersi sempre qualcosa di importante che non deve essere fatta? Che non può essere fatta.

Tutte le volte che Frank pronunciava quel verbo, erano una lama conficcata dentro il mio stomaco. Ecco il senso di cadere a pezzi. Stavo cadendo a pezzi per lui e per tutte le lame inflitte, ed era la cosa più giusta che mi fosse possibile fare. Non avevo nessun altro potere.
 

Già, potere.
 

Sapevo di averlo più vicino di quanto pensassi, ma per tutte le volte che tentavo anche solo di acchiapparlo, si rivelava lontano anni luce dalla mia mano. Nonostante quella sera gliela stessi stringendo più forte, che potevo sentire la sua carne fondere con la mia, raggiungere i tessuti muscolari, la fusione di quelle ossa e una cosa sola. Potei giurare di sentirmi una cosa sola guardando quelle mani strette l'una all'altra, ma se lo osservavo negli occhi, la distanza era troppa.
 

Resta con me.
 

Non l'avrei mai potuta pensare una frase del genere. Non nei suoi confronti. E soprattutto, non avrei permesso che quella frase attraversasse la mia gola e uscisse dalle mie labbra. Non lo meritava.

Non poteva restare.

 

-Non nel modo in cui entrambi volevamo restare.

 

Eppure, fisicamente mi era così vicino da poter sentire persino il suo cuore battere dal nervoso.
 

Chissà se senti quanto quelle lame hanno inflitto nel mio stomaco che trema all'idea di averti con me.
 

E guardarlo negli occhi, nervoso, disperato, alla ricerca di una soluzione che neanche lui riusciva a trovare, sentivo di amarlo troppo per poter restare. Perché avrei dovuto lasciarlo, avrei dovuto allontanarmi tempo prima, quando gli urlai i miei sentimenti.
 

Incosciente.
 

Lo stavo ferendo, persino io lo stavo facendo. Riuscivo a leggerlo nei suoi occhi al mio voler baciarlo.
 

Perché baciarti è il peccato più grande, più distruttivo, più sporco, e più perfetto che possa esistere.
 

Perché con un bacio avrei detto tutto. E non ci sarebbero state parole inutili da aggiungere, nient'altro. Ma dovevo stare zitto, avevo detto più del dovuto, le mie lame erano state scagliate contro di lui che potevo benissimo notare quanto stesse iniziando a sanguinare.

 

-Magari per una volta non voglio fare ciò che è giusto ma ciò che voglio...

 

No. Non vuoi davvero. Non vuoi davvero infrangere quella regola che ci è stata imposta. E' impossibile amarci...
 

Avrei voluto piangere. Piangere perché ero consapevole della merda in cui avevo cacciato entrambi. Lui che combatteva con sé stesso, con un matrimonio da dover tenere sulle spalle, l'imminente arrivo di un bambino. Ed io, che combattevo per lui, e non per me stesso. Perché non avrei perso nient'altro che lui. Baciarlo quella sera sarebbe stato l'errore più bello mai commesso. Perderlo sarebbe stato imminente. Avremmo capito entrambi che la vicinanza dell'altro sarebbe stata più dolorosa di quanto non lo fosse già.
 

Ma lo desidero così tanto.
 

Non potevo.

Non potevo ferirlo come avevo già cominciato a fare. Avrei combattuto ancora per vederlo felice, invece, con la sua vera famiglia, alla quale lui era stato destinato. Era quello il suo posto, non al mio fianco.

Non come entrambi volevamo che fosse...

O almeno, solo io. Perché sapevo che non voleva davvero rimanere con me. Ma sapevo che ancora mi voleva al suo fianco, per quanto io volessi salvarlo, per quanto volessi reggerlo in piedi da lontano.
 

Stai rischiando.
 

Cazzo, quanto stava rischiando. Era davvero deciso a rischiare di ricadere fra le mie braccia mentre io cercavo di tenerlo su, al suo posto, e cercavo con tutto me stesso di non allentare la presa su di lui?

Potei scommettere quanto il rischio gli piacesse, quando accettò di baciarmi, nonostante dopo si sentisse in colpa per la moglie.
 

Eppure non ti rendi conto che tu ferisci me ed io continuo a ferire te, ma non lo ammetti neanche se ti pregassi di urlarmelo in pieno viso.
 

Era l'amore più distruttivo che la mia vita mi avesse mai portato ad affrontare. L'amore più bello, più affascinante, più rischioso e più sbagliato.

L'amore che continuavo a stringere per mano, e che avrei deciso di affiancare, di salvare, di proteggerlo da me stesso il più possibile.

Non meritava quello che gli avevo procurato. Soffriva abbastanza per l'amore più grande del nostro che teneva già su. E il nostro non era abbastanza forte da poter rompere il legame del primo.

Io non ero abbastanza da poterlo rompere.

E non l'avrei più fatto.

L'amore non era mai stato così brutto nella mia vita, fino al suo arrivo. Ma parliamo di Frank, e aveva il suo modo di trasformare il brutto in qualcosa di affascinante e distruttivo, proprio come lui.

   
 
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