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Autore: marwari_    08/02/2016    0 recensioni
Cap.1: Nessuno era mai stato a conoscenza di quel diario, eppure lei lo aveva conservato gelosamente per tutti quegli anni, scrivendo di tutto quello che l'aveva emozionata e colpita. Aveva raccontato delle sue paure, dell'avventura che aveva atteso per tutta la vita, aveva raccontato dell'affetto e della devozione ma, soprattutto, aveva raccontato del suo Amore.
{POV: Cora Crawley}
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora Crawley, Robert Crawley, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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The Secret Diary

:: 1888 - 1890 ::

Era sveglia da ore. Forse non era riuscita ad addormentarsi.
Ora che tutto aveva quasi raggiunto la sua fine, poteva sentire quasi una sensazione di pace pervaderle la mente e il corpo.. eppure qualcosa la teneva ancora sveglia.
Downton Abbey era sempre silenziosa a quell'ora di notte: tutti dormivano, padroni e servitù, chi con sogni tormentati da cacce e pranzi importanti, chi da noiose lezioni con tutori, chi con menù e troppa argenteria di cui prendersi cura.
Lei non aveva più nessuna preoccupazione di alcuna sorta. Eppure doveva chiudere il cerchio.
Doveva finire quello che aveva cominciato.

Cora si alzò lentamente dal grande letto e, appoggiandosi al suo bastone, si diresse dall'altro lato della stanza e sospirò quasi allietata dal fatto che, nonostante i decenni trascorsi, nulla fosse cambiato lì dentro. Si lasciò cadere sulla poltroncina dello scrittoio, perdendosi minuti interi ad osservare ogni oggetto che la circondava, tutti i mobili che avevano calorosamente arredato quella camera da quando ne aveva memoria.. e che, eppure, sembrava di vedere per la prima volta. Quasi non riconosceva il massiccio armadio di mogano, i vasi di felci, quelli colmi di rose dai colori vivaci, i candelabri in argento, i quadri, il letto a baldacchino e le pesanti coperte dagli stessi motivi floreali che sfoggiavano nel lontano 1890. Nulla di quel mondo era stato cambiato.. eppure, varcata la porta di quella stanza, c'era un altro universo, un'altra epoca alla quale non apparteneva. Era il tempo dei suoi nipoti e bis nipoti, gli stessi che popolavano di allegre voci i grandi corridoi di Downton, e lei poteva solo rimanere in disparte ad osservare la meraviglia di quella società in evoluzione.

Appoggiò il bastone allo scrittoio, sorridendo al ricordo della ormai defunta Violet Crawley, alla quale era appartenuto quell'oggetto. Quanto aveva odiato quella donna, in passato. Aveva sempre avuto la capacità di metterla a disagio, soprattutto appena giunta in casa.. e alla fine si erano sopportate reciprocamente, apprezzate, forse erano persino diventate amiche. Di sicuro erano complici.
Le assomigliava, ora. Come lei era diventata la matrona di quell'antica casa, come lei si sentiva la regina di un mondo in declino, che però riesce sempre a trovare il modo di stare a galla. Anche i lunghi capelli bianchi, che ora portava raccolti in una morbida treccia, assomigliavano ai suoi, le profonde rughe che solcavano il suo volto e gli occhi chiari, le uniche cose che aveva sempre riconosciuto di sé.

Sospirò pesantemente, percorrendo con la mente tutti i corridoi e le stanze della sua casa, quella in cui aveva trascorso gli anni migliori della sua vita, in cui aveva profondamente amato, sofferto, affrontato due guerre e numerose malattie, calunnie che si erano abbattute sulla loro famiglia e le liete nascite che avevano sempre illuminato anche le notti più scure. Era la sua casa e tra quelle mura era racchiusa tutta la sua vita.

Cora estrasse una piccola chiave da una scatolina in legno posta in un angolo dello scrittoio, rovistò con tra piccoli pezzi di carta, bottoni che i suoi nipoti le avevano regalato, fiori secchi che le sue figlie, da bambine, avevano raccolto per lei nei giardini della tenuta e, con estrema cura, estrasse una chiave di bronzo.
Non aveva aperto il cassetto destro dello scrittoio da decenni ormai.. ma era giunto il momento.

L'angusto spazio non conteneva granché, solo un oggetto di dimensioni simili ad un libro, attentamente avvolto in un panno bianco e ricamato. Cora aveva vissuto a lungo, aveva visto innumerevoli cose, aveva conservato nel suo cuore rari ricordi, bellissimi, eppure, per quanto fosse stata piena la sua vita, era una sola la cosa più preziosa che aveva posseduto.. ed era racchiusa lì dentro, in quel libro dalla copertina nera ricamata in argento, dalle pagine ingiallite dal tempo e macchiato sui bordi, da dispettose gocce di inchiostro: il diario segreto per Robert.
Nessuno era mai stato a conoscenza di quel diario, eppure lei lo aveva conservato gelosamente per tutti quegli anni, scrivendo di tutto quello che l'aveva emozionata e colpita. Aveva raccontato delle sue paure, dell'avventura che aveva atteso per tutta la vita, aveva raccontato dell'affetto e della devozione ma, soprattutto, aveva raccontato del suo Amore.


12 Marzo 1888

Ho da poco ricevuto la notizia che partiremo per l'Inghilterra. Sono incredibilmente emozionata per questo viaggio, ma soprattutto, per quello che mi attenderà una volta giunta sulla terra ferma.
La mamma mi racconta spesso di nobili inglesi, che ne dovrò sposare uno per creare convenienti vantaggi per la nostra famiglia e per quella che riceverà la mia dote. Sono sicura che la mamma è pronta a tutto pur di vedermi sposata con un Lord, e vivere in una grande tenuta. So che in fondo agisce per il mio bene, eppure da parte mia, provo solo un senso di angoscia per una vita che non abbiamo scelto né voi né io. Tuttavia il mio cuore mi dice che andrà tutto bene.
Ancora non vi conosco, mio futuro marito, eppure so che sarete un uomo gentile e rispettabile e spero che dalla nostra unione vantaggiosa possiamo invece guadagnare la cosa più preziosa di tutte, che sarà l'Amore. Sogno ardentemente di vedere quel bioccolo fiorire, in ogni caso proverò per voi un profondo affetto e devozione.


24 Giugno 1888

Londra sembra così diversa da Cincinnati, eppure so che in fondo, non mi è poi tanto estranea. È la patria dei miei nonni, dei miei avi e la mamma dice che anche se siamo americani, una parte di Inghilterra ci seguirà sempre. Dovrei forse considerarla casa mia?
Forse dovrei, dal momento che sto per conoscerti, mio futuro marito, ad una cena tra nobili, o forse ad una caccia organizzata per beneficenza alla quale parteciperemo, ad un pranzo di parenti lontani che non avevo mai conosciuto, oppure per caso, durante una delle mie passeggiate segrete in campagna. Come vorrei che possedeste una grande tenuta fuori dalla città, con un villaggio ai piedi del vostro castello abitato da allegri cittadini felici di essere parte della vostra proprietà.
Più tempo passo in questa terra e più sento di amarla. Con la rumorosa Londra e la quiete delle pigre e verdi campagne.. non mi dispiacerebbe affatto trascorrere in questi luoghi il resto della mia vita.


3 Settembre 1888

Ho scritto poco su queste pagine, tuttavia sono quasi certa di averle scritte per voi, sir Robert Visconte di Downton. Spero di non commettere un terribile errore nell'immaginare il vostro volto quando rileggo le poche righe contenute in questo diario o per trovare ispirazione nel tracciare le parole future. Ho incrociato per un istante il vostro sguardo al picnic della contessa di Bonnieville ed ho subito voluto sapere di più sul vostro conto. Confesso di avervi guardato a lungo, mentre conversavate con gli altri nobili inglesi, ma non mi sono fatta avanti, perché sembrate così distante da me e dal mio mondo.
La mamma si sbagliava: essere Americani non è la stessa cosa che essere Inglesi: sentivo addosso lo sguardo critico di molte nobildonne più mature di me. Ma non temete, non mi lascerò intimidire. Anzi, mi impegnerò affinché sia loro gradita, un giorno, e mi approvino per quella che sono fino a che non mi sarà naturale parlare persino con voi.
Voglio credere che il timido sorriso che mi avete rivolto abbia scaturito pensieri simili nella vostra mente e spero che l'invito a caccia che mi avete esteso sia solo l'inizio dell'avventura che avevo atteso fin dal mio arrivo in questa curiosa terra. Sono quasi sollevata che la mamma non partecipi mai a tali eventi, ma che mi abbia permesso di prenderne parte.. potrò conoscervi come meglio desidero senza temere interruzioni che possano mettermi in imbarazzo.


27 Dicembre 1888

La stanchezza non è che un segno del mio successo. Quella nobildonna che mi guadava da lontano, solo pochi mesi fa, non era altro che la vedova di Patrick Crawley, vostro padre, padrone della famosa tenuta di Downton Abbey. Mi avete raccontato come era venuta a conoscenza del nostro arrivo, all'inizio della primavera e di come vi abbia parlato della dote dell'unica figlia dei Levinson di Cincinnati. Non mi importa per quale ragione vi abbia spinto ad invitarmi alla caccia, perché da come mi avete accolto, credo che nemmeno a voi sia importato.. a meno che non abbiate preso lezioni di recitazione oltre a quelle di Filosofia nel vostro prestigioso college.
Penso che se in fin dei conti le nostre madri ottengano quello a cui anelano, non sia poi una cosa malvagia: Downton Abbey non verrà perduta, in America il nome di famiglia sarà elevato ed io sarò la consorte di un uomo caro e generoso. Per quanto vi riguarda, vi posso promettere la mia più completa dedizione.
Dopotutto, se mi fosse stata concessa la libertà di scegliere, non avrei desiderato nessuno di diverso da voi, al mio fianco.


19 Aprile 1889

Non posso davvero immaginare come sarebbe stato assistere alla sconfitta di vostra madre, oggi. Mi trovo tuttavia a confessare che i fiori sfoggiati fossero alcuni dei più belli sui quali avessi mai posato gli occhi, eppure non comprendo come il titolo sia toccato a lei malgrado le meravigliose selezioni esposte dagli abitanti del villaggio. O forse lo comprendo.
Ammiro dal profondo dell'animo l'ossequioso rispetto che mostrano nei confronti dei loro nobili, e la loro felice rinuncia ad un futile titolo per rallegrare lo spirito di vostra madre.
Conserverò con cura il fiore che avete colto di nascosto dal giardino della contessa Madre, durante la nostra breve passeggiata. A voi ricordano i miei occhi, a me i vostri.. Probabilmente ignorate il nome del bocciolo che mi avete donato, e nonostante ciò avete scelto proprio questo in mezzo a tanti altri.
“Non ti scordar di me”. Io non lo farò mai.

25 Maggio 1889

Passare dalla affollata ed uggiosa Londra a questo magnifico paesaggio è un sollievo ogni volta. È come tornare a respirare dopo una lunga nuotata. Adoro tutto ciò che appartiene allo Yorkshire, dalle pianure, alle colline, dai villaggi sdraiati sui lati dei fiumiciattoli alle grandi tenute sparse qua e là tra gli alberi, come grandi guardiane di un mondo troppo tranquillo per durare a lungo.
Sembra tutto così irreale che mi pare di vivere in un sogno. Quasi non credo di potervi rivedere, dopo tutte le lettere che ogni giorno ci siamo scambiati. Mi sembra di conoscervi sempre di più, di provare un profondo affetto, sempre crescente, verso la vostra vita e il vostro mondo. Oso troppo desiderando di farne parte?
Nonostante voi siete tutto ciò che la mamma ha sempre desiderato per me, temo molto questa colazione privata tra le nostre famiglie, perché lei sa essere molto irritante, a volte.. spero che non vi scoraggi. Tuttavia mi affido al suo desiderio di vedere il nome dei Levinson unito per sempre a quello dei Crawley per sperare di vederla remissiva ed assolutamente piacevole. Ci sarà tempo per scoprirla del tutto, anche se mi auguro che quel giorno arrivi il più tardi possibile.
Non aspetto altro che il momento in cui potremo passeggiare da soli, quando potrò chiamarvi solo per nome e parlarvi di quello che c'è in America mentre voi mi raccontate della vostra vita. Mi trovo sempre così bene, con voi, Robert.. come se fossi di nuovo a casa.


11 Agosto 1889

Direi che non c'è poi molto altro da desiderare: vostra madre mi ha sorriso forse per la prima volta e spero di non aver frainteso quando ho capito che, dopotutto, aveva accettato la situazione e ne era felice. Non posso dire che non sia stata aiutata dalla dote, dalla prospettiva di mantenere alto il prestigio di Donwton, ciononostante non mi importa finché posso stare al vostro fianco.
Alla fine mia madre non ha potuto più trattenere la sua indole e sono contenta che le sue frasi siano solo state prese come acute ironie nonostante nella sua testa risultassero critiche ben mirate. Non posso non considerarmi soddisfatta dall'esito degli eventi.. anche se ora temo di non aver compreso il vostro famoso umorismo inglese.. per quello ci sarà tempo, suppongo.
Sono non poco dispiaciuta per la vostra imminente partenza per il breve periodo autunnale, vorrei potervi seguire nell'esercito, ma mi rendo conto che questi sono solo capricci di una ragazza viziata. Seguiterò a scrivervi, ogni giorno, nella speranza che voi non vi scordiate di me e mi ricordiate sempre, ogni notte prima di dormire, come faccio io, con la vostra foto sotto al cuscino.


25 Dicembre 1889

È stato un vero onore prendere parte alla cena di Natale della vostra famiglia, caro Robert. Oramai tutti bisbigliano di un fidanzamento che non è ancora avvenuto.. è una piacevole sensazione, spaventosa e bellissima. Sarà davvero come dicono? Avremo involontariamente già scritto il nostro futuro? Daremo numerosi eredi a Downton e faremo prosperare il villaggio? Sembra che tutti ne sappiano più di noi.. io non posso fare altro che immaginare il mio futuro al vostro fianco. Non c'è pensiero più bello, per me.
Conserverò i pochi attimi sul balcone con tenerezza, quando eravamo da soli ed ha iniziato a nevicare: erano fiocchi talmente leggeri da volare in ogni direzione, vi hanno avvolto.. mi siete sembrato l'uomo più bello che avessi mai visto, forse lo siete. È stato un mometo magico.. forse è stato in quel momento che ho capito di provare qualcosa per voi. Custodirò la vostra spilla con il più sincero affetto e vi posso promettere che non lascerà mai il mio cuore, esattamente come voi.
Buon Natale, Robert.


21 Gennaio 1890

Ho sempre pensato che averi odiato il giorno in cui sarebbe stata annunciata la fine della mia libertà. Avevo sempre immaginato che sarei finita con qualche nobile troppo vecchio per me solo per il suo cognome, che avrei trascorso la mia esistenza a rimpiangere ciò che non avrei mai avuto, a rimproverarmi per non aver mai conosciuto l'Amore.
Invece ho tutto questo, mio caro Robert, ho tutto questo e molto di più. È come una favola che diventa reale. Non mi sento in prigione, mi sento come se qualcuno stesse aprendo le porte di casa.. e non è Downton, ma siete voi, Robert.. siete voi la mia casa. Tra tutti gli uomini che avrei potuto sposare, il destino ha voluto che diventassi la sposa dell'uomo dei miei sogni, colui che mi avrebbe donato la felicità. Ed io farò altrettanto, Robert, è una promessa.
Non posso aspettare altri interminabili mesi. Desidero soltanto divenire vostra moglie, rendere felici tutti quanti, primi noi fra tutti.
Ora che abbiamo annunciato il nostro fidanzamento, il nostro futuro non è che ad un passo di distanza; verrà tutto da sé. Starà a noi saper stare dietro al mondo.. ci godremo ogni attimo, ne sono certa. Non poso che essere entusiasta per ciò che ha avuto in serbo per me la vita e sarò eternamente grata al destino per avermi consegnata a voi.


17 febbraio 1890

È appena l'alba, Robert, e tu dormi. Quanto è strano aver dormito con un uomo che quasi non avevo mai sfiorato prima.
Si aspetteranno tanto da noi, adesso che siamo i novelli coniugi di Downton, coloro che dovranno prendere in mano le redini di un grosso cavallo, forse troppo grande per entrambi.. ma riusciremo a cavarcela, insieme. Ci supporteremo a vicenda e saremo i perfetti signori di una perfetta cittadina.
Mi sento come se tutto fosse al proprio posto, Robert: ho tutto quello che ho sempre sognato, un marito gentile, premuroso, che non vedo l'ora di conoscere a fondo e il futuro davanti, i sogni di una famiglia, dei successi che condivideremo e delle sconfitte che affronteremo insieme.
C'è così tanto da fare e da vivere Robert.. è solo l'inizio di un'avventura molto più grande di noi e non potrei mai desiderare qualcuno di diverso con cui condividerla e con cui scoprire cosa ha in serbo il domani.

 

   
 
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