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Autore: Columbia    08/02/2016    0 recensioni
Il liceo è probabilmente il periodo più difficile e bello della nostra vita. Difficile soprattutto. Molto, molto difficile. Laura, Selene, Aurora e Federica lo sanno più che bene. Quattro amiche con qualche rotella fuori posto che, bene o male, riescono a condizionare la vita di chiunque bazzichi loro intorno: se avete voglia di entrare nel loro mondo non vi basta altro che schiacciare un tasto e verrete immediatamente coinvolti nelle tempeste ormonali di quattro giovani scapestrate e dei loro amici. Che ne dite, vi ho convinti?
“Adesso spiegatemi una cosa” esordisce Aurora spuntando dal nulla “perchè cazzo dobbiamo venire a scuola alle otto del mattino? PERCHE?”
“Non lo so Brontolo, è il nostro infausto destino probabilmente.”
Ok gente, queste sono le mie migliori amiche: Selene, Federica e Aurora (Brontolo). Siccome ho la sensazione che non ve ne andrete molto presto, è meglio che vi metta allerta.
Non sono normali.
Nessuna di loro lo è.
E neanche io lo sono.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Alla fin fine, purtroppo, se ci pensate bene il liceo non è tanto diverso da come rappresentato nei film: in qualunque scuola voi decidiate di andare troverete sempre una scala gerarchica. Avete presente no?

Nel primo gradone trovate quelli che tre quarti della popolazione liceale definisce “gli sfigati”: passano inosservati, a volte presi di mira, ma non ne sentirete mai parlare. 

Subito dopo trovate quella che può essere inquadrata come la media borghesia: individui innocui, anche se qualcuno a volte tende a montarsi un po’ troppo la testa. Sono conosciuti in quasi tutto l’istituto ma non saranno mai, mai al livello del vertice della piramide.

Il meglio.

Il top.

E, secondo la mia modesta opinione, la parte più schifa di questa società in miniatura.

Ora, gli individui facenti parte di questa categoria, se non in casi più che rari, credono di essere delle vere e proprie divinità scese in terra a portare la buona novella: sempre sotto i riflettori, vengono ammirati da tutti. 

Naturalmente sono la fascia più ristretta di tutte, anche perché entrare a farne parte è pressoché impossibile: parola mia gente, c’è chi farebbe carte false per riuscire a “raggiungerli” e io ne conosco anche qualcuna.

 

Esagerata? Forse un po’, sono una che tende ad enfatizzare certi aspetti della mia vita da liceale: in che fascia sono io? Ad essere sincera non lo so e non me ne frega una benemerita seg… ehm ehm, scusate.

E’ che semplicemente non mi interessa. Comunque, se proprio volete saperlo, credo di essere a metà tra gli sfigati e la media borghesia…E dio come mi ci trovo bene! Non essere conosciuta da nessuno ha i suoi vantaggi, ve lo posso assicurare.

So di poter sembrare una bisbetica ipercritica, ma vi assicuro che non ho nulla contro nessuno: è che non riesco a farmi andare a genio tutti.

 

Comunque sono Laura, molto piacere! Ho sedici anni e frequento la terza liceo linguistico: siete arrivati un po’ tardi perché l’anno scolastico è iniziato già da qualche mese, ma non preoccupatevi, non vi siete persi nulla della mia monotona vita da liceale italiana.

No, non sono depressa tranquilli.

Però adesso che ci penso bene non so neanche chi siate voi e cosa ci facciate nel mio cervello: forse dovrei iniziare a preoccuparmi… 

Comunque, se siete proprio interessati a seguirmi per tutto il resto della giornata, vi conviene capire chi sono: si, perché in questa marmaglia fra un po’ non riesci neanche a respirare visto che la gente deve ammassarsi tutta all’entrata nonostante l’atrio sia enorme.

Cercate di capirmi, sono le otto del mattino e ieri sono andata a letto alle due per finire di vedere Il Padrino aaaahhn!

Si, non sono tanto normale.

Va be’ ragazzi, vedete quella tizia nell’angolo con jeans grigi, maglione nero ed anfibi? Si, quella con le occhiaie che le arrivano in bocca. Voilà! Scusate se non vi ho salutati ma sono troppo concentrata a disegnare: sono solo schizzi i miei, non credete eh.

“EHI GIANNA!” 

“Ciao Sele”

“Potresti anche alzarti da terra eh, è da tanto che non ci vediamo”

Alzo la testa, inarcando un sopracciglio

“Stai scherzando vero?”

“No, perché dovrei scusa?” mi chiede la mora, puntandosi le braccia sui fianchi

“Perchè non sono passate neanche ventiquattro ore” sbotta Federica, spuntando dal nulla

“Scherzi? Guarda che è tantissimo” esclama Selene, portandosi una mano al petto con fare sconcertato

“Oh santo cielo” sbuffa Federica, lanciando il suo zaino contro la parete evitandomi per un pelo
“Ma sei scema?”

“Oh dai, non rompere” mi risponde sedendosi al mio fianco “piuttosto, cosa stai disegnando?” aggiunge, sporgendo la testa verso il mio blocco

“Oh, niente di che” borbotto, affrettandomi a metterlo via; Federica mi tira una ciocca di capelli, ma non insiste: sorrido della sua reazione e le scocco un bacio sulla guancia

“Adesso spiegatemi una cosa” esordisce Aurora spuntando dal nulla “perchè cazzo dobbiamo venire a scuola alle otto del mattino? PERCHE?” 

“Non lo so Brontolo, è il nostro infausto destino probabilmente”

Aurora è una nana, davvero: arriva a malapena al metro e sessantatré, ma è un concentrato di vitalità. Voglio dire, se non è felice è incazzata: in entrambi i casi riesce a condizionare la tua giornata, non importa come. 

Ci riesce.

Sempre.

Ok gente, queste sono le mie migliori amiche: Selene, Federica e Aurora (Brontolo). Siccome ho la sensazione che non ve ne andrete molto presto, è meglio che vi metta allerta.

Non sono normali.

Nessuna di loro lo è.

E neanche io lo sono.

Vi ho spaventati? Nah vero? Peccato. 

Allora, vedete quella in piedi di fronte a me? Felpa nera, jeans scuri e frangetta? Quella con le guanciotte da stritolare: ecco, lei! Lei è Selene ed è la prima squilibrata: soffre di turbe psichiche, passa da uno stato emotivo ad un altro anche quando non è in fase premestruale…Un po’ come la sottoscritta insomma. Adesso vi racconto un fatto: il primo giorno di scuola nessuno conosceva nessuno. Ma sia io che Selene sapevamo una cosa: ci stavamo sulle palle a vicenda in una maniera irreprensibilmente malata. 

Parola mia, non potevamo guardarci in faccia: chiedetelo a lei se non mi credete!

Comunque, tutto è cambiato perchè… Bah, a dir la verità non me lo ricordo neanche. Credo sia perché si è innamorata perdutamente di me quando mi ha visto fare l’imitazione di Steven Tyler negli spogliatoi: forse ( e dico forse) un giorno ve la farò vedere.

Futuro trapassatamente remoto.

Passiamo alla scapolottina numero due signore e signori! 

Federica.

Federica è tutto ciò che possiate NON aspettarvi.

Inizialmente pensavo fosse una normale, con tutte le rotelle apposto: di primo impatto ti da l’impressione di essere la persona più timida che potrete mai conoscere, probabilmente perché è veramente timida, ma vi giuro sulla mia testa che non conoscerete mai qualcuno che vi stupirà come lei. E’ quella lì, con i capelli biondo scuro: ah, dimenticavo, è una ballerina di danza classica.

E poi c’è Brontorora, il concentrato di ginger di cui vi parlavo prima: si esatto, la ragazza con i capelli mori e il casino all’insù che sta sbattendo la cartella per terra alla ricerca del portafoglio.

Aurora è la ragazza più piena di vita che esiste sulla terra, fidatevi di me: sa sempre cosa dire al momento perfetto ed è AURORA. AURORA CAPITE? 

Capirete presto, muahahahah.

E’ appena suonata la campanella per Diana, dobbiamo muoverci ad arrivare in classe

“Non ho studiato filosofia” sbotta Federica, togliendosi gli auricolari

“Io non ho fatto matematica” sbuffa Aurora
“Io scienze”

“Qualche altra confessione?” esclama qualcuno dietro di noi. Quel qualcuno, più grande di noi di un anno, alto quasi un metro e novanta, magro come un chiodo e con i capelli peggio di un cespuglio si chiama Emanuele, altro elemento ininquadrabile del mio piccolo mondo. Ma che poi, ininquadrabile esiste come parola? 

“Lei signorina Laura?” mi chiede, avvicinandomi alle labbra un microfono immaginario.

“Mi dispiace deluderla messere, no comment”

“Sei una secchiona” commenta Selene, facendo finta di arrotolarsi una ciocca di capelli tra le dita; lancio un’occhiata ad Ema, che sta gonfiando le guance per non scoppiare a ridere.

Traditore.

Ok lo ammetto, a scuola me la cavo molto bene, ma non sono una secchiona.

No.

Be’, forse un pochino. Ma non troppo.

“Cos’hai detto scusa?” chiedo a Sele, balzandole in groppa

“Che cazzo stai facendo?! Vieni giù di lì!” comincia ad urlare lei, girando come una trottola impazzita; con la coda dell’occhio vedo gli altri ridere come dei matti, mentre l’attenzione di tre quarti del liceo è rivolta verso di noi.

“Solo se chiedi scusa” sorrido malefica, afferrandole una ciocca di capelli: Selene mi guarda, implorando perdono con gli occhi ma troppo orgogliosa per chiederlo veramente

“OK OK, SCUSA!” urla finalmente; soddisfatta del mio operato mollo la presa, senza però prevedere la mossa della mia amica. Eh si, perché con l’immane finezza che ci contraddistingue mi ha tirato una gomitata, facendomi cadere per terra: tra l’altro avevo pure la cartella mezza aperta e adesso tutti i miei quaderni sono sparpagliati per terra, incluso il mio amato blocco che è andato a cacciarsi sotto una sedia dei tavoli là infondo.

“Ops” sorride soddisfatta Selene, mentre sono china a terra a raccogliere la cartella; mi volto in cagnesco, facendole la linguaccia, per poi andare a prendere il quaderno nero.

Mi avvio a passo di carica verso i tavoli, ma d’un tratto qualcosa mi blocca.

O meglio, qualcuno.

Aurora se n’è accorta perché l’ho sentita imprecare: mi sono fermata come un’ebete nell’atrio ormai vuoto a fissare il gruppo di ragazzi là infondo. Sì esatto, quelli là.

Sento qualcuno sfilarmi affianco e due secondi dopo vedo Aurora chinarsi sotto il tavolo, scusandosi con uno dei tizi, il biondo, per avergli urtato la gamba. Vedo il ragazzo muovere le labbra, probabilmente deve averla rassicurata: Brontolo li ringrazia ancora e si volta verso di me, camminando spedita. Con le labbra mi sussurra qualcosa di incomprensibile.

Sono troppo presa a guardarlo.

Una volta un mio amico mi aveva detto che se fissi a lungo una persona questa finisce per guardarti: ebbene, ho sempre pensato fosse una cagata immane, e ne sono ancora fermamente convinta, ma mentre sto fissando il suo profilo, gli occhi scuri e il sorriso smagliante, lui decide di voltarsi verso di me, imprecando per i capelli che gli ricadono davanti agli occhi.

Corruccia leggermente le sopracciglia ed io mi sento arrossire dall’imbarazzo: starà sicuramente pensando che sono una maniaca. Per fortuna i suoi amici sembrano presi da qualcos’altro e non si accorgono della scena penosa: faccio per aprire la bocca e dire qualsiasi cosa, ma non esce altro che un rantolo mozzato.

Finalmente riesco a scollare i piedi da terra e a fare dietrofront dagli altri, che mi squadrano da capo a piedi come si fa con una pazza; mi infilo nel mezzo del gruppo e insieme iniziamo a salire le scale verso le nostre classi.

Sto ancora sudando freddo.

“Tu hai qualche rotella fuori posto” mi sussurra Federica in un orecchio, mentre con la mano apre la porta della classe: saluto i nostri compagni, appoggiando il quaderno sul mio banco mentre ripenso alla scena di prima.

Sì, ho qualche problema.

Avete presente il discorso che vi ho fatto all’inizio? Quello sulla scala gerarchica? Ecco, se io appartengo al gradone più basso, Leonardo, il ragazzo di prima, appartiene al vertice, quello che è il top del top.

Eh be’, diciamo che ho preso quella che mia zia chiamerebbe “una sbandata”.

Una sbandata per una persona che non conosco: vi giuro che non è da me, non mi era mai capitata una cosa simile.

Conclusione? Grazie alla mia pessimista e catastrofista visione della vita sono perfettamente consapevole che non abbia speranze.

Zero.

Vuoto.

Il mio stomaco alle undici e mezza del mattino.

Aurora mi molla uno scappellotto sul collo, facendomi tornare alla realtà

“Ahia” borbotto con voce da cucciolo: la ragazza ha arricciato il labbro superiore come fa solitamente quando è incazzata

“Adesso o la pianti di pensare a quello che stai pensando, o…” si ferma un attimo, aggrottando le sopracciglia mentre cerca il modo perfetto per terminare la frase “…la smetti!”

Un momento.

Cosa?

Non faccio in tempo ad aprire bocca che il professor Galli, docente di storia e filosofia, entra in classe invitandoci a sedere ai nostri posti con il suo solito sorriso giocondo.

Aurora mi fa segno per dirmi che mi terrà d’occhio, per poi accomodarsi al suo banco che è esattamente davanti al mio

“E’ inutile che fai quella faccia” borbotta Federica, estraendo una penna dall’astuccio “tanto ha ragione lei”

 

Ma oggi ce l’hanno tutti con me per caso? Sbuffo sonoramente, per poi aprire il quaderno: mi armo di penna e inforco gli occhiali, pronta ad ascoltare la lezione.

O meglio, pronta a provare ad ascoltare la lezione: ehi, che volete? E' lunedì mattina anche per me!


Buonasera!
Be', che dire: è la prima volta che pubblico qualcosa partorito solamente dal mio cervello malato e devo dire che sono un po' eccitata! Non si tratta altro che di una semplice storia su un gruppo di liceali alle prese con la vita quotidiana...Inutile dire che ne combineranno di cotte e di crude, eheheh.
Nel primo capitolo mi sono limitata a descrivere a grandi linee i personaggi (che tra l'altro non sono ancora tutti) in modo da delineare bene il contesto e darvi un'idea di come si evolverà la vicenda.
Per adesso vi lascio, spero di ricevere tante recensioni per sentire cosa ne pensate e soprattutto per sapere se la storia può interessarvi!
Un bacio e a presto! :)

P.S. Vi chiedo scusa per eventuali errori grammaticali, ma ho qualche problema con il computer! Prometto che li correggerò il prima possibile :D


 

   
 
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