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Autore: istrice_riservato    08/02/2016    2 recensioni
I fatti descritti in questa storia sono immaginari. Ogni riferimento a cose o persone reali è puramente casuale. I personaggi sono ispirati a persone realmente esistite.
“[...] Liam sa bene che, per costruire una famiglia, il primo passo da fare è solo uno: sposarsi. [...]”
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sequel di questa OS. Per il resto delle note ci vediamo in fondo.



 

“There is a house built out of stone 
Wooden floors, walls and window sills
Tables and chairs worn by all of the dust 
This is a place where I don't feel alone 
This is a place where I feel at home”.
To Build A Home - The Cinematic Orchestra


Liam sa bene che, per costruire una famiglia, il primo passo da fare è solo uno: sposarsi. Ma prima di farlo, è opportuno fare una proposta di matrimonio ed è per questo che al momento è impaziente, mentre attende che Celine torni dal bagno. Quando la vede varcare la soglia, il cuore comincia a battergli all’impazzata nel petto e le mani cominciano a sudare. Attende che si sieda accanto a lui sul divano, poi prende un respiro profondo, si alza e le s’inginocchia davanti, tirando fuori da dietro la schiena quella piccola scatolina blu che fino ad un momento prima si stava rigirando tra le mani. La guarda negli occhi, che cominciano a farsi lucidi per l’emozione, ed è consapevole che lei vorrebbe già rispondergli, senza nemmeno aver sentito la sua domanda. Alla fine però lo lascia fare, perché sa bene che quella è un’occasione unica e che rovinarla sarebbe un vero peccato. Così Liam si prende tutto il tempo a lui necessario prima di chiederle “Mi vuoi sposare?” e Celine a quel punto non riesce proprio a trattenersi: con gioia irrefrenabile gli salta praticamente addosso e lo sbilancia all’indietro, facendolo cadere sul pavimento con lei sopra, subito dopo aver risposto affermativamente alla sua proposta.

Liam osserva Celine, nuda e stesa accanto a lui. Guarda i suoi capelli biondi, ancora raccolti nella laboriosa acconciatura che la parrucchiera le ha fatto quella stessa mattina in occasione del loro matrimonio. Se chiude gli occhi, riesce ancora a vederla mentre entra in chiesa, avvolta in una bellissimo e principesco abito bianco, con il padre al suo fianco. Gli viene difficile non pensare alla sua bellezza – che poi, per Liam, Celine è sempre bellissima – , così come non riesce a non pensare a quella lunga giornata che sta lentamente volgendo al termine, non senza una buona dose di stanchezza ad abbracciare muscoli ed ossa.

Celine è impaziente, non vede l’ora che Liam rientri perché deve comunicargli una cosa importante. Non appena sente la serratura della porta di casa scattare, si riavvia i capelli dietro le orecchie. Liam la saluta con un bacio a fior di labbra ed un sorriso, prima di mettersi comodo. Guardandola con attenzione, capisce che quella che è ormai sua moglie da cinque mesi ha qualcosa da digli. E quando Celine realizza che Liam sa, sente parole e coraggio venire meno. Prende un respiro profondo, mentre lui le accarezza il dorso della mano destra con il pollice, e “Sono incinta” gli confessa, tutto d’un fiato, prima di essere costretta a ripeterlo perché dall’espressione che si disegna sul volto Liam, sembra proprio che lui non abbia afferrato il concetto. In verità, Liam ha capito benissimo quello che Celine gli ha appena detto e sta solo cercando di trovare un modo corretto per incanalare tutta quella gioia improvvisa che sembra tanto avergli sostituito il sangue nelle vene.

Liam pensa di non essere mai stato così stanco come in quel momento e sa che, se si mettesse a sedere da qualche parte, crollerebbe addormentato. Ha passato la notte in bianco a tenere la mano di Celine, mentre lei dava alla luce Elijah, il loro primo figlio. Ed ora, tenere tra le braccia quel piccolo fagotto, sta ripagando la lunga attesa e gli sta facendo capire che ne è valsa la pena. Sta guardando il faccino sereno di suoi figlio per decidere a chi dei due somiglia di più – il naso lo ha preso sicuramente da lui, ne è certo – , quando sente delle voci familiari lungo il corridoio dell’ospedale. Automaticamente di volta e vedere Harry, Louis, Niall e Zayn venirgli incontro. Sorride, felice che i suoi più cari amici siano lì con lui a condividere quel momento così importante. I quattro lo accerchiano per dare una prima occhiata al nuovo arrivato e all’inizio non dicono molto, anzi Liam non lo guardano nemmeno. È solo quando Louis gli dice “Ti vedo parecchio stanco” che anche gli altri lo considerano. Si guardano velocemente tra loro e sembrano capirsi al volo: Zayn prende Elijah dalle braccia di Liam, mentre Harry gli dice “Vai a prenderti un caffè al bar” e Niall aggiunge “Non ti preoccupare, alla tua prole ci pensiamo noi”.

Liam rientra finalmente in casa, dopo una lunga giornata di lavoro. Appoggia le chiavi nel piatto di vetro azzurro che si trova sopra il mobile accanto all’ingresso ed attacca il cappotto all’appendiabiti. Inspira e subito l’odore di cibo gli solletica il naso. Si incammina verso la cucina, non senza buttare un’occhiata in salotto dove vede Elijah, che sembra tanto una sua versione in miniatura, seduto sul tappeto e circondato da una marea di costruzioni. Sorride e riprende il suo spostamento proprio quando il bambino solleva la testa e vedere la figura del padre sparire dietro il muro. Liam arriva in cucina, dove trova Celine ai fornelli, tutta intenta a preparare la cena. Le si avvicina e l’abbraccia da dietro, per poi darle un bacio sulla guancia e sbirciare cosa contiene la padella che ha di fronte, prima che lei glielo nasconda con il coperchio. Ridacchiando, si accomoda sulla sedia più vicina. Sa che a breve Celine gli chiederà com’è andata la sua giornata. Nel frattempo, Elijah li ha raggiunti in cucina e, sotto l’occhio vigile di Liam, si è messo in ginocchio sulla sedia, con i gomiti puntati sul tavolo e il mento appoggiato sui palmi delle manine. I suoi occhi sono vigili ed è pronto ad ascoltare quello di cui i suoi genitori discuteranno di lì a breve, anche se a soli quattro anni ancora non riesce a capire proprio tutto quello che dicono gli adulti. Celine si pulisce le mani al grembiule legato intorno alla sua vita, poi si volta verso i due uomini di casa, che la stanno osservando. “Come è andata oggi?”, chiede rivolta a Liam e lui le sorride, prima di iniziare a raccontare la sua giornata. A metà racconto si alza in piedi ed apparecchia la tavola, mentre Celine ha ripreso a cucinare ed Elijah lo sta ancora ascoltando parlare.

Celine non avrebbe mai immaginato che l’idea di dire al proprio figlio undicenne che presto avrà un fratellino o una sorellina potesse crearle così tanta ansia. E invece eccola lì, seduta sul divano accanto a Liam – gli sta torturando una mano, ma lui non se ne lamenta – , mentre pensa a quali parole usare per comunicare la notizia ad Elijah. I due lo chiamano in salotto e quando Liam dice “Io e la mamma dobbiamo dirti una cosa” un po’ si preoccupa, perché non è esattamente il ragazzino più tranquillo del mondo, anzi. Ma subito si tranquillizza alla notizia della madre e non può fare a meno di pensare che, finalmente, avrà qualcuno con cui giocare.

Liam sente il cuore in gola mentre corre per i corridoi dell’ospedale, alla ricerca della stanza che l’infermiera alla reception gli ha indicato. Quando la trova, si prende un attimo prima di entrare, con la mano tremante poggiata sopra la maniglia. Aperta la porta si precipita verso l’unico letto occupato, sul quale si trova Celine. Ha diverse flebo attaccate alle braccia, un taglio all’altezza del sopracciglio ed un paio di leggeri ematomi su una guancia. Liam è consapevole che darebbe qualunque cosa pur di essere al suo posto, perché vederla in quelle condizioni lo sta facendo soffrire davvero troppo. Non trascorre molto tempo prima che un medico entri nella stanza e lo informi delle condizioni della moglie: l’incidente stradale in cui è rimasta coinvolta non le ha procurato gravi danni fisici, ma le ha fatto perdere il bambino. Liam non proferisce parola, limitandosi ad annuire, ed il medico se ne va, mentre lui sta già pensando a come poter dare a Celine quella brutta notizia che non avrebbe mai voluto ricevere e, immaginandosi la reazione di lei, si sente morire dentro.

Celine conta i giorni che sono trascorsi, da quando ha avuto l’incidente. Sono cinquantacinque giorni che quella piccola vita che stava crescendo dentro di lei le è stata strappata via in un batter d’occhio. Anche Liam conta i giorni. E sono cinquantacinque giorni che prova ad avvicinarsi a Celine, senza riuscirci. Si è fatta sempre più schiva e sempre più silenziosa, parla solo se strettamente necessario. Liam la sente rigirarsi di continuo nel letto e prova a scivolare verso la sua parte di letto per stringerla a sé, per farle capire che lui c’è e che non deve affrontare quel dolore che la perseguita da cinquantacinque giorni tutta sola. Ma Celine lo sente muoversi e, prima che possa avvicinarsi ancora, si alza ed esce dalla stanza.

Celine non si sente troppo bene da circa una settimana: spesso e volentieri ha la nausea, noiosi mal di testa ed è sempre stanca, dormirebbe per giorni interi se potesse. Se poi si aggiunge al tutto anche alcune voglie improvvise nei momenti più assurdi della giornata, il risultato può essere solo uno e Celine sa benissimo quale sia. Teme solo il momento in cui lo rivelerà alla sua famiglia, perché non vuole assolutamente che le cose finiscano come la volta precedente. Non è certa di poter sopportare tutto quel dolore un’altra volta in vita sua. Anche Elijah, che ha compiuto dodici anni da un paio di mesi, sembra aver capito cos’ha sua madre. L’unico che sembra non aver compreso è Liam, che è preoccupato per la salute della moglie e lo dà a vedere fin troppo. Più la vede storcere il naso di fronte agli odori troppo forti e correre in bagno in preda alla nausea, più si preoccupa. Le ha consigliato di andare dal medico, perché la sua situazione non è normale. Glielo ripete di nuovo quando la vede uscire dal bagno con una mano chiusa a pugno lungo il fianco e Celine si stupisce di quanto gli uomini possano essere ottusi, nonostante abbiamo la soluzione sotto il naso. “Non ho niente che non vada” gli dice lei, ma lui non si arrende e “Stai così da una settimana, come fai a dire che non hai niente che non vada?” replica. Celine alza gli occhi al cielo, poi gli tira il test di gravidanza che teneva nascosto nella mano chiusa a pugno. Liam lo studia per qualche attimo, prima di sorridere felice.

Liam comincia a tremare come una foglia nel momento in cui sente il primo vagito di Kandee. Vede Celine iniziare a piangere di gioia ed anche i suoi occhi si appannano. La bacia sulla fronte, mentre continua a stringerle la mano, quella mano che non ha lasciato nemmeno per un istante da quando i medici hanno comunicato loro che la sala operatoria era pronta. Quando una delle infermiere si avvicina a loro con uno strano fagotto tra le braccia, Liam entra un attimo in panico e ci vuole un po’ più del previsto per far sì che la prenda in braccio. La osserva ed è certo che sia la bambina più piccola che abbia mai visto in vita sua, poi la mostra anche a Celine, che sorride tra le lacrime. Kandee si dimena tra le sue braccia e si convince del fatto che, una volta cresciuta, sarà un tipetta tosta – non a caso non si è nemmeno presa la briga di girarsi per permettere alla madre di fare un parto naturale. Liam guarda Celine, sua moglie e la madre dei suoi figli, e pensa che non potrebbe mai amarla più di quel momento.

 

 

“Cause I built a home for you, for me”.
To Build A Home - The Cinematic Orchestra






 

 


N d A
Allora... È una piccola OS dolcina senza alcuna pretesa, se non quella di dare vita a piccole scene di vita quotidiana a cui ho pensato negli anni e che altrimenti non avrebbero trovato collocazione altrove. È una piccola accozzaglia di più cose, in pratica.
Grazie per averla letta. <3
   
 
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