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Autore: ilpratorespira    11/02/2016    2 recensioni
[Missing moment della 1x09, "Knight takes queen"]
Aramis riflette su ciò che è accaduto la notte precedente tra lui e la Regina, mentre la guarda dormire illuminata dai raggi del primo sole.
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Seconda One-shot della serie "Knight takes queen", ma che può essere letta indipendentemente.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aramis, Queen Anne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Knight takes queen'
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Sono tornata, woohoo! Colpita dall'ispirazione, qual gaudio.
Questa One-shot è collegata a "Regina di cuori", ma può essere letta indipendentemente da essa senza problemi. Spero. Comunque per sicurezza fatemi felice e andate a leggere anche quella! Yesss - fine del momento pubblicità.
Il titolo fa ridere, lo so. Originariamente doveva essere Re di cuori ma mi sembrava più scontato e soprattutto di gran lunga meno adatto. Chiedo venia, ma la mia fantasia in fatto di titoli non mi ha portato più lontano di così.
Non voglio dirvi nient'altro quindi per ora vi lascio alla One-shot; troverete, scommetto con molta giuoia, alla fine dello scritto le mie considerazioni personali (legendae: svarionate mentali della sottoscritta che ho messo alla fine così se non ve ne frega niente ve le risparmiate).
ATTENZIONE: FLUFF! FLUFF! FLUFF! Seriamente, prenotate il dentista.



 
Regina di cristallo


Quante donne ci saranno state nel mondo? Quante solo a Parigi?
Tante, tantissime. Di ogni forma e colore, per assecondare ogni gusto.
Ma per Aramis no. A lui piaceva così tanto rischiare la vita che si era andato a scegliere proprio la donna più pericolosa di Francia.
Signore, se volevi trovare un modo per punirmi hai fatto centro,
pensò fissando il soffitto della stanzetta dove aveva appena firmato la sua probabile condanna a morte.
Sentiva che era una qualche punizione divina, sebbene non si capacitasse di cosa avesse fatto per far arrabbiare Dio così tanto da farlo innamorare della Regina di Francia.
Ecco, l'aveva detto: era innamorato della Regina. No, anzi: era innamorato di Anne. Che forse era ancora peggio.
Anne dallo sguardo gentile e allo stesso tempo fiero, diverso da quello di tutte le donne con cui Aramis era stato, diverso persino da quello delle - poche - donne che aveva amato; Anne con la sua pelle di pesca e gli occhi azzurri e le labbra lucide quasi ancora infantili, appena dischiuse nel respiro profondo del sonno, mentre dormiva accanto a lui. Anne così forte e coraggiosa e insieme così fragile che aveva paura di romperla solo con lo sguardo; così pura, semplice e trasparente e preziosa.
Anne di cristallo.
Anne che gli era proibita dal momento che si era sposata con il Re di Francia. Era forse questa la ragione per cui era tanto attratto da lei, dalla sua persona oltre che dal suo corpo? Era l'impossibilità del loro amore a renderlo così desiderabile? Forse era solo impazzito definitivamente...
Accarezzò la spalla nuda della donna accanto a lui che dormiva così serenamente. Sembrava così rilassata, nonostante la sua vita fosse a rischio ogni momento di più, in quel convento. Il petto si alzava e si abbassava regolarmente, accompagnando il respiro; l'espressione del viso era quella di chi si è completamente abbandonato ad un sogno privo di ogni angoscia, senza timori per il domani. Era stato lui a renderla così serena?
Si sorprese a desiderare che fosse così. Voleva essere lui il motivo della sua felicità. Voleva svegliarsi ogni giorno e vederla dormire così accanto a lui e sapere che era merito suo se aveva passato la notte senza affanni, che era merito del calore del suo corpo, delle sue carezze, dei suoi baci. Si sorprese a desiderare di voler rendere felice la donna che doveva essere la più felice del mondo. Aveva la Francia ai suoi piedi, cosa poteva desiderare da un moschettiere qualsiasi?
Le coprì la pelle scoperta per proteggerla dal freddo dell'alba. La sua Regina di cristallo. Poteva osare così tanto e chiamarla "sua"?
Si chiese cosa l'avesse spinta tra le sue braccia. Di nuovo, si sorprese a sperare che fosse per lui. Si rese conto che mai prima di quel momento aveva avuto dubbi sul perché una donna gli si fosse concessa. Non si era nemmeno mai posto la questione. Non che fosse eccessivamente sicuro di sé, ma insomma, era cosciente di saperci fare con le donne e sapeva che il suo aspetto e la sua divisa l'avevano sempre supportato e l'avrebbero sempre fatto... o forse era solo eccessivamente sicuro di sé; qualunque fosse il motivo, comunque, non si era mai ritrovato a temere che una donna non lo amasse.
Ma con Anne in qualche modo era diverso. Non era solo il fatto che fosse la Regina di Francia - inspiegabilmente, quel minuscolo dettaglio gli appariva talmente insignificante da volersi prendere a pugni da solo per la sua coscienza negligente - c'era qualcosa in lei, nel modo in cui lo guardava, che gli faceva desiderare di starle accanto in ogni momento per poterla proteggere dalla crudeltà del mondo, a confronto del quale lei gli sembrava un'anima pura e indifesa. Allo stesso tempo, la presenza di Anne lo faceva sentire a sua volta vulnerabile e bisognoso d'amore in un modo in cui non si sentiva da anni. Questa vulnerabilità quasi lo infastidiva.
Aggrottò le sopracciglia mentre seguiva con lo sguardo i tratti femminili della ragazza, colpiti dalla luce fredda dei primi raggi del sole, che rendevano la sua pelle chiarissima quasi azzurrata; gli uccellini cinguettavano i loro saluti al nuovo giorno. Insieme al sole, sorgeva in lui la consapevolezza di essersi svegliato diverso. Non era stato il sesso a cambiarlo - aveva fatto sue decine di donne e non era certo l'atto in sé che gli avrebbe fatto cambiare idea su una o sull'altra. Lui non aveva fatto niente di diverso da quello che faceva sempre; quel che era stato diverso era la donna sotto di lui. Lei era diversa da tutte le altre, la sua reazione al contatto dei loro corpi era diversa da tutte le altre: era viva e vibrante al tocco della sue mani, la pelle si increspava al passaggio delle sue labbra come un mare piatto e cristallino al primo soffio di vento. Il desiderio palpitava intorno a loro. Era così bella e perfetta che anche su quel letto modesto sembrava una dea, con le coperte disordinate sotto di lei e i capelli scompigliati che le accarezzavano le guance, appena arrossate per l'eccitazione e per un imbarazzo così ingenuo quando l'aveva spogliata completamente che gli aveva fatto tenerezza. Poteva essere che una creatura così divina non fosse mai stata toccata, guardata, amata in quel modo?
Si ritrovò ad invidiare il Re ché poteva averla tutte le sere e ad odiarlo perché non lo faceva nel modo giusto. Anne aveva bisogno di essere adorata come la dea qual era: non era un mezzo per sfornare bambini, era un fiore meraviglioso di cui prendersi cura in modo che fiorisse al massimo della sua grazia.
Osservò le ciglia lunghe e bionde di Anne vibrare per un momento, come ali di farfalla. Trattenne il respiro. Stava per svegliarsi? Cosa le avrebbe detto? Le avrebbe nascosto i suoi sentimenti? E lei cosa avrebbe fatto? Sarebbe fuggita urlando, gridando al tradimento o l'avrebbe baciato come la sera prima?
Mentre si poneva queste e altre domande, Anne socchiuse gli occhi e guardò dritto nei suoi. Anche velato dal sonno, quello sguardo gli entrava in profondità, come se scrutasse negli angoli più reconditi del suo animo, dove neanche lui osava addentrarsi. E per farlo non aveva bisogno di sforzarsi in alcun modo, perché Aramis si lasciava annegare in quegli occhi, si dissetava nelle sue iridi come un sopravvissuto all'aridità del deserto farebbe nelle acque dell'oasi più bella. Ogni battito di palpebre era una sorsata, ogni secondo lei lo scrutava più in profondità e lui annegava sempre più.
Aramis non voleva smettere di amarla. Anzi, avrebbe voluto smettere per poter ricominciare tutto da capo ogni volta, ogni giorno svegliarsi avendo dimenticato cosa voleva dire amare e impararlo di nuovo insieme a lei. Sentì il cuore accelerare al ricordo della notte precedente, in cui si era perso definitivamente in lei, e si accorse di non voler mai più tornare indietro. Volevano strappargli gli arti uno ad uno? Se li sarebbe strappati da solo pur di vedere Anne sorridere per sempre, pur di sapere che il suo cuore era al sicuro dalla cattiveria, dagli inganni e dalla miseria del mondo. Gli si strinse il petto all'idea di quanto dolore un animo così puro avrebbe potuto provare esposta a così tanti mali, ma gli brillarono gli occhi sapendo che lei sarebbe stata in grado di affrontare tutto con il suo coraggio e la sua forza d'animo, di guardare al pericolo e al dolore con quell'espressione crucciata che le affiorava in viso quando era preoccupata o arrabbiata, quella che la faceva sembrare una bambina.
Anne di cristallo.
Si rese conto che per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa. Poteva sembrare scontato, lei era la Regina e lui un moschettiere, certo che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei. Ma non era per la Regina che l'avrebbe fatto, era per Anne.
Le baciò la fronte, perché in quel momento gli sembrava la cosa giusta da fare. Quando la guardò di nuovo, aveva gli occhi chiusi e sembrava non si fosse mai svegliata, ma un sorriso leggero piegava gli angoli della sua bocca.
Se questa era la sua punizione divina, non poteva desiderarne una migliore.
 
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Vi avevo avvertiti del fluff a non finire! deheh non so neanche che mi succede, io di solito scrivo tutto meno che fluff... non lo so, questi due mi ispirano proprio... boh, completezza, non saprei spiegarlo meglio di così.
Comunque, veniamo a noi:
per chi ha già letto "Regina di cuori": so che è più corta dell'altra, non uccidetemi, ma manca l'atto... come dire... centrale. Inizialmente avevo immaginato di scrivere qualcosa di speculare al POV di Anne; poi ho pensato che sarebbe stato un po' ripetitivo e, come disse il saggio: riscaldata è bona solo la lasagna de mi nonna; d'altra parte sentivo anche che non mi avrebbe permesso di analizzare completamente il pensiero di Aramis. Alla fine - unpopular opinion espressa proprio da Aramis nel testo, tra l'altro - l'atto sessuale in sé cambia a seconda della persona con cui lo fai, certo, però è comunque quello, rimane là un po' così. Ora, mentre per Anne era un momento importante - tutto questo ovviamente nella mia testa - perché era un modo di amare diverso da quello che aveva sempre sperimentato, ho pensato che la novità per Aramis sarebbe potuta essere più che altro nel momento "post", nel momento in cui per una volta non deve scappare, non deve nascondersi o rivestirsi in fretta e furia, e soprattutto non vuole farlo, nonostante fosse - paradossalmente - l'amore più pericoloso che aveva provato. Non lo so, magari sto svarionando - vi avevo avvertito parte 2 la vendetta - ma mi sembrava fosse il modo migliore per fare un POV di Aramis come si deve.
Per chi non ha letto "Regina di cuori" (fatelo fatelo fatelo please): pochi dialoghi, tanto fluff, tanto Aramis. Ho semplicemente immaginato questo Missing moment della 1x09 "Knight takes queen" e alla fine è uscito una specie di flusso di coscienza di Aramis. Secondo me questa scena è stata messa troppo poco in luce, ma forse sono di parte... ok senza forse, Annamis è la mia ship preferita (superkuory!) e su EFP ci sono così poche ff su questo fandom - in particolare su questa coppia :( - e sono molto frustrata... quindi è venuto fuori questo! Ta-da! fatemi sapere cosa ne pensate, anche le critiche sono ben accette soprattutto perché ho sempre dubbi sul mio modo di scrivere. Spero che quello che volevo trasmettere sia arrivato.
Ho deciso che questa insieme a "Regina di cuori" potrebbe essere l'inizio di una serie di One-shot (oppure no?) sugil Annamis. Ho già in mente qualche altra robetta, vedremo se ne esce qualcosa... nel frattempo direi che bastano queste due a distruggervi lo smalto dei denti.
Ok sono finiti gli svarionamenti, non ho fatto uso di droghe, giuro. Anche perché sono le cinque del pomeriggio e sarebbe inquietante. Lasciate anche solo un "bella", "brutta", "meravigliosa!", "muori tra atroci sofferenze piuttosto che scrivere qualcos'altro!" e chapeau se siete arrivati fino alla fine di questo papiro di parole inutili. Kuory x voi!
   
 
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