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Autore: _Maeve_    13/02/2016    1 recensioni
"mia sorella sputa note che incespicano e precipitano sui tasti;
ti amo - penso io, sbeffeggiata dallo specchio che ho davanti"
L'amore, l'inadeguatezza, la dolce e colpevole perseveranza.
Un seguito di e per "Stelle"
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ode ai sordi
ode ai sordi


mia sorella sputa note che incespicano e precipitano sui tasti;
ti amo - penso io, sbeffeggiata dallo specchio che ho davanti;
ho sempre un viso strano quando scrivo una poesia,
lascia il segno fra torto e conforto e quest' inadatto slavato, ambra sporca,
se pure ho tentato;

ci son forme che si incastrano a placidi e rasseneranti archetipi e non ti devi nemmeno sforzare:
le mie si incagliano, meduse nei capelli, e poi una testa che, beh, a quanto dici, non vale nemmeno salvare;
e sai, queste storture, l'incombaciabilità dei pezzi, dei passi, degli specchi, questo tremare,
tu 'baciami', mi dici, e credi davvero che io lo possa fare!
tu dormi, e non sai quanta piaga mi apristi in mezzo al petto,
ché l'amore é degli stupidi, o di quelli a cui l'amore ha fatto effetto;
regalami qualcosa, regalami il tuo tempo, regalami un "se non ci sei, lo sento",
oppure no,
prestami i tuoi forse, i tuoi fini, le tue stelle, i tuoi 'la vita è altro' 
e queste parche carezze;

non t'illudere, a me va bene; da me sbrecciata, stanca e appassionata,
non avrai recriminazioni epocali e maldestre
ma olio sulle catene per legarmele più strette;
non darmi niente, e io ti ho dato tutto lo stesso,
non darmi niente, e a malapena ti ho chiesto il permesso;

suona, sorellina, suonami questa tragedia,
mentre annego nelle colpe di chi ha fame, e non si spiega,
perché poi si ostini a morir d'inedia;
e non fa niente se stenterai un passaggio,
io stento la vita: ode ai sordi, ad un miraggio.



-Random Notes-

E' passato un po' di tempo da "Stelle", e nel frattempo non é che non siano stati scritti fiumi più o meno corposi di parole, in proposito. La maggior parte di essi sono stralci,  oppure sono distanti dallo stato d'animo con cui ho scritto questa, e ciò ha influito decisamente sulla loro forma - un giorno, spero, magari ve li farò leggere. Certo è che sentivo la necessità di continuare in qualche modo il mio 'cammino in poesia' con qualcosa di  consistente, che racchiudesse problematiche varie, ed ecco che la vita ti accoglie e ti mette nella situazione adatta per farlo. Se avete letto/leggerete la prima, coglierete il filo conduttore e i rimandi, una cosa che mi piace fare parecchio, nonostante possa poi uscirne penalizzata, se le ispirazioni non vengono gestite bene, l'originalità; cosa dirvi in più, se non che forse è un po' lunghetta, che spero riusciate a tenerne il ritmo e non vi appaia ripetitiva o inconcludente; i sordi ritornano come i bugiardi, o possiamo dire, raggruppandoli, che ritornano gli inetti, in un decadente affresco d'insieme.  Fatemi sapere.
Non so quando, ma alla prossima.
Giulia.


Già che ci siete, leggete l'"Apparir del vero". Grazie.









   
 
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