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Autore: AngeKiddo    13/02/2016    5 recensioni
Angy sapeva benissimo che non sarebbe stato per nulla semplice. Tutti quei chilometri a tenerla lontana da lui, Hongbin. Tutta quella distanza che non avrebbe agevolato la loro storia. Eppure non avrebbe mai rinunciato a quel legame, a quell'affetto, alla gioia di vederlo sorridere. Ma una promessa fatta in una calda notte d'estate basterà a tenerli uniti? E se nel frattempo qualcuno si fosse avvicinato ad Angy abbastanza da poterla consolare, darle conforto, con il fine però di diventare qualcosa di più di un semplice amico? Riuscirà lo spensierato Ken a far breccia nel cuore di Angy, abbagliata dal suo amore per Hongbin?
- BUONA LETTURA -
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hongbin, Ken, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Diciassette ore di volo non erano mai state semplici da gestire, ma quel viaggio di ritorno a casa da Seoul le pareva non finire mai. Dal lunotto dell'aereo, Angy scrutava il panorama con profonda malinconia, attenta a catturare ogni dettaglio, anche il più insignificante, per far sì che il ricordo di quella meravigliosa città le rimanesse ben impresso nella memoria nei mesi a seguire.
Le volte precedenti non erano mai state così dolorose, ma Angy non aveva bisogno di interrogarsi molto sul perché quel giorno le era stato così difficile dire addio a Seoul. Ciò che si lascia alle spalle, non è mai certo che lo si possa ritrovare una volta tornati indietro. Questo lo sapeva bene ed era la sua più grande paura, così opprimente, così presente nei suoi pensieri da non permetterle di riposare nemmeno un secondo nell'arco di quel lungo viaggio.
"Io ti aspetterò", quelle parole le risuonavano in testa incessantemente, come il motivetto di una canzone che non riesci a dimenticare.
Quelle parole che per qualsiasi altra persona sarebbero bastate come garanzia, ma Angy non si sentiva affatto tranquilla di quella promessa, aveva un brutto presentimento, scaturito dal nulla, ma che non riusciva a reprimere.
 
La prima volta che incontrò Hongbin fu un anno prima nel suo appartamento a Venezia. Studiava lì, nella città dell'amore (od almeno così tutti la definivano ed in un certo senso non avevano torto) ed aveva deciso di prendere un appartamento nella zona universitaria, vicino alla sua sede e lontano dalla sua famiglia, con la speranza di poter cominciare un nuovo capitolo della sua vita. Angy però decise di affittare una stanza a qualche altro studente, non le sarebbe dispiaciuto condividere quello spazio con un coinquilino, l'importante era che non fosse un maniaco della pulizia, altrimenti le avrebbe troppo ricordato sua madre e tutto voleva tranne che sentirsi a casa. Quella era la sua nuova casa, ancora spoglia e pregna dell'odore di chiuso e polvere.
Quell'estate del 2014 ricevette varie offerte da diversi studenti, ma quando a contattarla fu un ragazzo coreano deciso a trasferirsi nella bella laguna veneziana per studiare lingue europee, Angy non ci pensò due volte e decise in quell'immediato istante che lui sarebbe divenuto il suo coinquilino.
Dovete sapere che la nostra protagonista ha da sempre nutrito una spiccata passione per tutto ciò che appartenesse alla cultura asiatica e fu proprio questo a spingerla a studiare coreano e giapponese all'università. Secondo voi avrebbe mai rifiutato di vivere con un ragazzo coreano, anche se non sapeva assolutamente nulla sul suo conto?
 
Era un afoso pomeriggio di luglio quando suonarono alla sua porta. Angy ci mise un po' ad aprire, prima controllò allo specchio se il suo aspetto fosse minimamente accettabile.
"Maledizione! Proprio oggi doveva fare così caldo?" disse fra se e se. In effetti quella fu la giornata più calda di tutta l'estate ed Angy, che si era truccata e pettinata con cura, sfoggiando un leggero e semplicissimo vestitino rosa, notò l'eyeliner colato sui suoi occhi, i capelli incollati al contorno del suo viso e le pareva addirittura di puzzare di sudore. Ora, che questo fosse vero o meno, c'è da precisare che la signorina è un soggetto alquanto paranoico, e vi assicuro che il suo aspetto non era poi così disastroso, ma la sua bassa autostima di certo non le fu d'alcun aiuto e quando aprì la porta venne colta dalla sorpresa di avere davanti non uno, ma bensì due ragazzi coreani, e tutto ciò che fece fu restare a bocca aperta sull’uscio, senza spiaccicare parola.
I due ragazzi rimasero lì, immobili, a fissarla con aria interrogatoria, finché uno dei due non fece il primo passo parlando.
<< Ciao! Perdonami se sono arrivato in ritardo, ma abbiamo avuto qualche problemino con i bagagli. A quanto pare non si sa dove sia finita la sua valigia e dovrà tornare dopo in aeroporto, sperando che la trovino. >> disse uno dei due ragazzi sfoggiando un sorriso luminoso e dolce.
Angy non sapeva chi guardare, se il ragazzo che aveva appena parlato e di cui non aveva colto alcuna parola perché troppo distratta dall’aura celestiale che lo avvolgeva, o se l'altro ragazzo che per tutto il tempo non aveva staccato i suoi occhi da lei. Fu solo allora che notò che quest’ultimo non sembrava affatto felice di essere lì, anzi, pareva quasi scocciato ed infastidito dalla sua presenza.
<< Comunque io sono Ken e questo musone è Hongbin! Felici di fare la tua conoscenza! >>
“Angy, dovresti dire qualcosa… Dai forza, apri quella bocca!”
Deglutì lentamente, si ricompose e con tutta la voce che aveva in gola urlò: << Benvenuti! Mi chiamo Angy! >>
C’è un limite alla sopportazione dell’orecchio umano e quel giorno Angy lo superò di gran lunga. L’emozione la portò a perdere il controllo di ogni cosa, della sua voce, del suo corpo. Il blush sulle guance era stato sovrastato da un rossore invadente e predominante che si fece spazio in tutto il suo viso, rendendola a dir poco paonazza.
Con movimenti rigidi, quasi fosse un soldatino di piombo, si spostò dall’entrata e fece segno ai due ospiti di entrare. Non riusciva a guardarli, non poteva dopo quella figuraccia. In quel momento avrebbe tanto desiderato scavare una fossa e morirci dentro per la vergogna.
<< E’ grande questo appartamento, non me lo aspettavo così! >> disse Ken girando su se stesso ed ammirando l’ampio soggiorno.
Angy andò in cucina, prese un vassoio, dei bicchieri e del the freddo dal frigorifero, e cercando di non far cadere nulla, servì la bevanda ai due ragazzi che non smettevano di guardarsi attorno.
<< Lascia lascia! Faccio io! >> Ken le prese la bottiglia dalla mano e fece gli onori di casa, da bravo gentiluomo << Mia madre mi lancerebbe addosso una scarpa se ti vedesse servirmi da bere, ahahaha! >>
Se prima il colorito di Angy assomigliava a quello di un peperone, ora era lava incandescente. Non aveva mai deglutito così tanto come quel giorno.
<< Ah, perdonami! Ti starai chiedendo chi è lui… All’ultimo Hongbin ha deciso di accompagnarmi fin qui ed approfittarne per visitare l’Italia. In effetti neanche io l’ho mai vista, ma non voglio di certo disturbare te chiedendoti di farmi da guida turistica. Così ho accettato che venisse con me. Divideremo la stanza per qualche giorno, non sarà di alcun disturbo, te lo prometto! >>
Se questo fosse un fumetto, immaginate una nuvoletta comparire vicino alla testa di Angy, con all’interno stilizzati lei, il simbolo “+” ed i due coreani. Rendo l’idea della sua gioia?
<< Disturbo? Quale disturbo? Non c’è alcun problema, l’appartamento è grande e la tua stanza ha due letti, dunque starete comodi entrambi. >> disse Angy che pian piano iniziò a prendere coraggio e tutto ciò grazie alla presenza di Ken che sapeva benissimo come mettere a proprio agio le persone.
La stessa cosa non si poteva di certo affermare del suo compagno. Non disse una parola per tutto il pomeriggio, nemmeno quando Angy li accompagnò all’aeroporto per ritirare il bagaglio smarrito e poi si fermarono a prendere un gelato.
Se Ken era un raggio di sole, pieno di vitalità e dai modi gentili, Hongbin era il lato oscuro di un pianeta distante anni luce da tutto.
Ritornati a casa, Angy mostrò loro le varie stanze e consegnò a Ken una piccola mappa della città.
<< Quasi quasi ne approfitto per fare una passeggiata! È una così bella giornata che non voglio assolutamente sprecarla. Che fai Hongbin? Vieni con me? >> chiese Ken.
E fu allora che Angy guardò intensamente per la prima volta il secondo ragazzo, nel momento in cui questo si decise a parlare.
<< Preferisco riposare un po’. Tu va pure, hyung. >>
Non era una voce qualunque, non era assolutamente una voce qualunque. Ci si può innamorare di un timbro vocale? Beh, è ciò che successe ad Angy. Rimase ad osservarlo, a guardare la sua bocca, in attesa che uscissero altre parole, sperando di venir subito avvolta dalla loro profondità. Una voce così calda e scura non l'avrebbe mai scordata.
<< Come vuoi, sei il solito pigrone… Angy, posso chiamarti col tuo nome? Stasera accetteresti di mangiare con noi? >>
In risposta a Ken, Angy ritornò rossa in viso. Non era solita ricevere certe accortezze e gentilezze da un ragazzo della sua età.
<< Con piacere! >>
Ken salutò sbracciando con gran foga ed uscì, portando via con se tutta l’euforia del momento.
Fu solo allora che Angy realizzò di essere sola col misterioso ragazzo. Sapeva che lui di certo non avrebbe intavolato alcun discorso, così decise di buttarsi e gli chiese: << Che impressione ti sei fatto di Venezia? >>
Hongbin che nel frattempo si era seduto sul divano e stava guardando oltre la tenda della finestra, lentamente si voltò verso Angy, la scrutò da testa a piedi e disse: << Scusami ma sono stanco. Se permetti, vorrei riposare un po’. >>
Non poteva esserci più gelo in quel momento. Tutta l’afa di quella giornata svanì immediatamente lasciando spazio ad una brutta atmosfera di tensione. Angy accompagnò il ragazzo nella sua camera, controllò che tutto fosse in ordine e lo lasciò.
Prima di chiudere la porta però disse: << Esco a fare la spesa, hai bisogno di qualcosa? >>
<< No, grazie. >>
 
Angy ci mise parecchio al supermercato. Non voleva tornare all’appartamento, non se lì ad aspettarla ci fosse stato solo lui. Non si sentiva a suo agio, le sembrava di infastidirlo, ma del resto non aveva fatto nulla di male. Pensò che forse il lungo viaggio l’aveva sfaticato. Ma nonostante ciò, era soddisfatta del suo nuovo coinquilino Ken, così pimpante ed esuberante. Aveva proprio la sensazione che sarebbero potuti diventare buoni amici… o magari qualcosa di più! Ma Angy spesso fantasticava di trovare l’anima gemella dall’altra parte del mondo, dunque ogni minimo gesto da parte di Ken, lei lo ingigantiva esaltandone le qualità.
Finita la spesa, si diresse verso casa. L’afa quel giorno era davvero insostenibile. Quando entrò nel suo “rifugio”, cercò di non fare rumore per non disturbare Hongbin che forse aveva deciso di dormire. Mise le varie cose comprate nei loro posti, prese la sua borsa ed andò nella sua stanza, abbandonandosi nel letto e sospirando.
“Spero che torni presto Ken, almeno con lui posso parlare un po’… Accidenti che caldo! Forse è meglio se mi faccio una doccia.”
Si rimise a sedere e svogliatamente si alzò dal letto, prese della biancheria ed un vestito di ricambio.
Tutta impacciata con le mani occupate, cercò di aprire la porta del bagno con un piede, ed al secondo tentativo ci riuscì. Peccato che non era sola in quella stanza.
Hongbin, con solo i jeans addosso, si stava rinfrescando il viso, portandosi le mani colme d’acqua in faccia, sistemando i suoi folti capelli scuri all’indietro. Gocce d’acqua pendevano dalle sue carnose labbra e solo allora Angy realizzò quanto fosse bello. Ogni singolo dettaglio del suo viso era un’opera d’arte. Le sembrava di vivere come in uno dei tanti k-drama che guardava. Lui seminudo, incantevole, pienamente consapevole del suo fascino.
Si voltò e con sua sorpresa le chiese << Ken è qui? >>
<< No, non è tornato. >> sapeva che doveva scusarsi con lui, ma non ci riusciva, era distratta dalle sue labbra.
<< Meglio così… >> e nel giro di un secondo, Hongbin era a pochi centimetri da lei, il suo sguardo sul viso imbarazzato di Angy, i loro respiri coordinati. - to be continued -
   
 
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