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Autore: njaalls    14/02/2016    1 recensioni
«Esiste più un noi
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola flash fic molto no sense, dato che questi due mi stanno portando fuori di testa.
So che le cose nella 3xO5 non andranno nemmeno lontanamnete in questa direzione, che la reunion ci sarà, ma che sicuramente non ci saranno troppi riferimenti a loro due, probabilmente, in quanto saranno troppo impegnati a ostacolare la guerra che Pike sta manipolando... Ma sognare non costa nulla e, comunque, non la vedo come una os romantica: parlo di Bellamy e Clarke che si spalleggiano, si sostengono e si sfidano, non dei Bellarke in cui tutti cerchiamo di vedere una coppia incastrata in una relazione amorosa.
Quindi, buona lettura.
May we meet again.


 

«Che ci fai qui»
«Cosa stai facendo tu qui»
«Non ho bisogno della tua ramanzina»
«La situazione ci sta sfuggendo di mano»
«Ci?» domanda Bellamy. «Esiste più un noi
Sono passati tre mesi, troppi sensi di colpa e infinite volte in cui avrebbero mollato tutto e tutti con un sospiro. C'è Jasper che li odia, delle menti paralizzate dalla paura che non collaborano e delle distanze incolmabili che li hanno fuorviati, allontanati da ciò che giusto e ciò che eticamente accettabile e Bellamy sembra essere quello che ne risente di più, ma sa che Clarke potrebbe sbriciolarsi in un istante. Allora non sono così diversi. Non lo sono mai stati, in realtà.
L'ha conosciuta che era solo una ragazzina, troppo saccente, troppo buona e troppo tutto e ora gli sta di fronte, ma non è più quella Clarke: è una donna, ha le spalle curve per il peso di un massacro e il viso rigato per la stanchezza d'esser così grande. Lei lo osserva con uno sguardo pieno di tristezza e compassione, non la rabbia che tutti quelli che conosceva —compresa O— gli stanno rivoltando addosso, così Bellamy si sente al muro, senza scampo e vie di fuga, come sempre quando si tratta di Clarke e del suo modo di guardalo. Come se gli affiderebbe sempre e comunque la sua vita.
Clarke Griffin lo ha visto la prima volta come un ragazzo troppo aggressivo ed egoista e che ora invece è un uomo, grande, maturo e umano. Da tale ha sbagliato, ma lei lo ha fatto a sua volta e quindi non riesce ad essere arrabbiata con lui, perché, semplicemente, si sbaglia per tutta la vita e Clarke lo ha provato sulla sua pelle: sa cosa vuol dire provocare qualcosa di così grande da distruggere un equilibrio già precario, anche se lo si fa con le intenzioni più nobili. Mentirebbe se dicesse di star imparando a conviverci, con quelle colpe e quegli errori, però non lascerà che lui affronti tutto da solo, come si è autoimposta lei tre mesi prima.
Bellamy ha un cuore grande e sbaglia, come tutti, e c'è stato quando Clarke ha avuto bisogno di lui o di una dose di coraggio in più, la forza di andare avanti, di lottare e resistere, di fidarsi di qualcuno di impensabile e c'è stato mentre cercava di non affogare e sopravvivere. Senza lui Clarke non sarebbe arrivata dov'è ora e, sì, gli deve la sua stessa vita per tutte le volte che l'ha salvata in qualsiasi modo un'amica, o sorella, o qualsiasi direzione hanno intrapreso, voglia essere salvata. Qualsiasi sbaglio possa fare, lei scommetterebbe su Bellamy Blake, perché lui è forte anche quando sta crollando giù e non si arrende.
Clarke sospira e cerca il meglio che lui ha sempre riposto in lei e che hanno trovato solo lavorando come una squadra, una famiglia.
«Sì» mormora, poggiando una mano sulla sua abbandonata su un tavolo di metallo gelato. «C'è ancora un noi, Bellamy. Dobbiamo solo trovalo»
  
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