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Autore: Caroline94    14/02/2016    5 recensioni
Dal testo:
{"Okuda-san... per chi era quella cioccolata?" domandai, stavolta risoluto. Il sorriso sparì dalle sue labbra e abbassò lo sguardo mentre un nome, un solo nome che io conoscevo molto bene, usciva dalle sue labbra.}
[Karma/Okuda - Fic San Valentino - NagisaPOV/AutorePOV]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karma Akabane, Manami Okuda, Nagisa Shiota
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Okuda era seduta sotto l'albero, nella parte più esterna della scuola, girando distrattamente le pagine di un libro.
Trovarla lì, con quello sguardo, mi fece uno strano effetto, così mi avvicinai per salutarla prima di tornare a casa; oramai era il tramonto e la vista dalla montagna era stupenda.
"Okuda-san, va tutto bene?" chiesi raggiungendola.
"Cosa? Oh, si, certo" rispose lei sorridendomi.
Ma non era il solito sorriso e lo capii: le sue vibrazioni mostravano tutto tranne che allegria. Fu allora che lo notai: dalla sua borsa spuntava una scatola rossa, sicuramente contenente cioccolatini.
"Okuda-san, se posso chiederlo, per chi sono quei cioccolatini?" domandai.
"Oh, per nessuno. Sono cioccolatini d'obbligo e, alla fine, non ho saputo a chi regalarli" rispose lei.
Una sola frase apparí nella mia testa: sta mentendo
"Okuda-san... per chi era quella cioccolata?" domandai, stavolta risoluto. Il sorriso sparì dalle sue labbra e abbassò lo sguardo mentre un nome, un solo nome che io conoscevo molto bene, usciva dalle sue labbra.

Il tramonto ci baciava coi suoi raggi arancioni, io ero seduto a terra vicino ad Okuda, ancora poggiata al tronco dell'albero.
"Sai, Nagisa-kun" disse "Ho sempre pensato che l'estetica non fosse importante, che essere belle non significasse tutto. Così mi sono concentrata unicamente sullo studio, appassionandomi alla chimica e trascurando il mio aspetto.
Non ci ho mai badato, non ne ho né il tempo né la voglia: tutto ciò che faccio è mettere su velocemente queste due trecce la mattina e concentrarmi subito su cose essenziali come lo studio e l'assassinio ma, da qualche tempo, ho iniziato a guardarmi di più allo specchio e constatare quanto fosse superflua l'attenzione che ho di me stessa" sorrise amaramente mentre prendeva la scatola di cioccolata dalla borsa "Sai, una volta ho pensato anche di mettere le lenti a contatto al posto degli occhiali o sciogliermi i capelli ma c'è sempre un pensiero che mi frena" confessò "Io non voglio cambiare per gli altri, sono gli altri a dovermi accettare così come sono, bella o brutta che sia"
Sospirò e poggiò la scatola sulle proprie gambe prima di portarsi una mano alla nuca e districare le sottili trecce che le ricadevano sulle spalle; si passò una mano tra i capelli sciolti rendendola una massa morbida e ondeggiante che le incorniciava il viso.
"Sai perché non gli ho dato questa cioccolata?" mi chiese guardando la scatola a forma di cuore "Perché non mi sento all'altezza. So perfettamente che lui non potrebbe mai interessarsi ad una come me e questo regalo, fatto il giorno di San Valentino, potrebbe solo rendere più difficile un rapporto di semplice amicizia tra di noi. Dopotutto io non voglio nulla, né un fidanzato né altro, mi stanno bene le cose come stanno e mi piacerebbe non cambiarle" si portò una mano alla montatura sottile degli occhiali e li portò su, poggiandoli in cima alla testa "Dimmi, Nagisa, la trovi una cosa stupida?" sussurrò guardandomi negli occhi con un sorriso malinconico.
In quel momento fu come se il tempo si fosse bloccato: non seppi se era per la mancanza del suffisso col quale mi aveva chiamato o per l'improvviso cambio di aspetto balzato ai miei occhi ma, per la prima volta, Okuda mi sembrò estremamente carina ed estremamente adulta.
"No" dissi "Non la trovo una cosa stupida. Tutti temiamo i cambiamenti e vorremmo che le cose restassero per sempre come sono, sopratutto quando abbiamo paura, tuttavia... certe cose a volte vanno cambiate e forse potrebbero risultare anche migliori di come erano prima" affermai deciso.
La vidi riflettere, poi sorrise e mi porse la cioccolata "Prendila, come segno di amicizia" disse sorridendomi "Perché, davvero Nagisa, sei un grande amico"
Rimasi colpito da quell'affermazione e presi distrattamente la scatola dalle sue mani, osservandola a lungo. Venni risvegliato dalla mi trance solo quando lei si alzò in piedi afferrando la borsa.
"Non fare i miei stessi errori, Nagisa" mi consigliò anche se all'inizio non capii "Kayano tiene davvero a te" aggiunse "Ci vediamo domani" mi salutò allegramente prima di correre via, lasciandomi spiazzato: cosa centrava Kayano?
Non ebbi molto tempo per pensarci, dei passi veloci segnarono l'arrivo di qualcuno alle mie spalle.
"Prima Kayano e ora Okuda" commentò Karma dopo aver emesso un lungo fischio "Sei popolare con le ragazze, eh, Nagisa?" mi canzonò con la sua solita allegra spensieratezza.
Lo guardai per un istante, prima di concentrarmi sulla scatola: anche se non erano passati che undici mesi dall'inizio della scuola avevo fatto molto per tutti i miei compagni, anche se inconsciamente.
Prima contro Takaoka-sensei, poi contro lo stesso Karma per decidere se continuare o meno il nostro assassinio, avevo salvato Kayano da morte certa e dato un contributo allo scopo comune. Avevo sempre un idea, anche se poteva risultare troppo caotica o esagerata, ma in quel momento non sapevo cosa fare: Okuda si era confidata apertamente con me perché mi riteneva un buon amico e se io avessi detto la verità a Karma avrei tradito la sua fiducia, tuttavia...
"Ti sbagli" dissi freddamente, prima che il pensiero razionale superasse il mio istinto ma, forse, il mio istinto poteva essere migliore della razionalità "Okuda-san mi ha dato questa cioccolata in segno di amicizia ma l'aveva preparata per un altra persona e con tutt'altro significato" confessai alzandomi in piedi. Posai lo sguardo su Karma che mi fissava sorpreso e curioso, fu allora che mi decisi. Con uno scatto della mano piazzai la scatola davanti al suo viso, con l'indice e il medio a tenere ben aperto il piccolo biglietto spillato nell'angolo superiore recante il nome del destinatario.
Per un attimo Karma parve perplesso di fronte a quell'azione improvvisa, poi i suoi occhi indugiarono sulla scritta e vidi le pupille dilatarsi e lo sguardo cambiare improvvisamente: sembrava quasi... scioccato.
"Era per te, Karma" dissi infine "E se non te l'ha dato è solo perché ha paura e, credo, poca autostima di sé stessa".
Beh, l'ultima parte potevo anche risparmiarmela ma oramai la frittata era fatta: avevo confessato tutto e ciò significava che Okuda mi avrebbe detestato per il resto dei suoi giorni, pochi o tanti che fossero rimasti.
Forse, però, era proprio quello il motivo per cui avevo vuotato il sacco: di lì ad un mese avremmo potuto tranquillamente essere stati spazzati via insieme alla Terra, non ci sarebbero state altre occasioni per fare nulla quindi... diciamo che mi ero dichiarato al posto di Okuda, a discapito della sua consapevolezza.
"Non dirle che te l'ho detto, però" dissi infine, abbassando il braccio "Non me lo perdonerebbe mai"
Karma restò in silenzio per un tempo che parve lunghissimo, mentre il sole continuava a scendere oltre l'orizzonte. Poi fece una cosa che non mi sarei mai aspettato, lasciandomi completamente spiazzato: mi porse la sua mano.
"Me... me lo daresti?" chiese.
Esitai, lo ammetto: quel gesto e quella richiesta mi lasciarono perplesso e stupito. Alla fine decisi di non fare domande, sorrisi e gli misi la scatola in mano: dopotutto era sua.
"Grazie" fu tutto ciò che disse, spaventosamente serio, prima di stringerla, voltarsi e incamminarsi velocemente verso la città.


Se Okuda era stata tesa per tutta la mattina, in quel momento era estremamente rilassata mentre camminava per le strade della città, di ritorno a casa. Confidarsi con Nagisa le aveva fatto bene, quasi come se si fosse tolta un peso dallo stomaco, ora era infinitamente più leggera e non aveva alcun problema a continuare normalmente la sua vita... beh, se normale la si potesse davvero definire.
Il buio era sceso da poco ma il lampioni erano già accesi, pronti ad illuminarle la strada.
Voltò l'angolo e fece solo qualche passo prima di essere costretta a fermarsi nel bel mezzo della stradina: una figura in ombra si era appostata dietro un vicolo. Per un attimo pensò a qualche malintenzionato e decise di prendere la strada laterale ma desistette da ogni pensiero simile quando la figura fu distinguibile: Karma era all'imbocco del vicolo e guardava proprio nella sua direzione, con uno sguardo così spaventosamente serio da farle venire i bruvidi solo ad incrociarlo.
Non si mosse né parlò, era come se fosse in attesa. Okuda deglutì, quello sguardo le fece irrigidire i muscoli sia del corpo che del cervello: era davvero penetrante e... spaventoso.
Esitante mosse un paio di passi per riprendere il suo percorso, decisa ad allontanarsi il più possibile da lì.
Tutte le ragazze avevano detto che, fisicamente, Karma era il ragazzo più attraente della classe ma alle volte era spaventoso ed aveva un carattere difficile. Lei non era mai stata d'accordo anzi, lo trovava simpatico e determinato ma quella volta, lo ammise, ella stessa ne era stata spaventata quando il ragazzo gli si era parato davanti improvvisamente.
Si bloccò di scatto a pochissimi centimetri da lui, colta alla sprovvista, e si tirò subito indietro di un metro buono: quegli occhi che la fissavano insistentemente avrebbero fatto paura persino al Dio della Morte in persona.
Fu solo quando Okuda vide la scatolina rossa stretta nella mano sinistra del ragazzo che poté dire che la sua vita si era definitivamente conclusa; se Karma era lì di fronte a lei, con la scatola di cioccolata destinata a lui ma che aveva dato a tutt'altra persona, significava solo una cosa: Nagisa aveva parlato.
Aveva fatto male a fidarsi? Nagisa aveva davvero spifferato la cosa a tutti e in così poco tempo?
Ora, e come in poche altre occasioni, Okuda aveva davvero paura.
Cosa voleva da lei Karma? Perché l'aveva seguita fin lì?
Solo allora si accorse che il ragazzo aveva il respiro affannato, come se avesse fatto un lungo percorso di corsa e, forse, il suo silenzio era dovuto proprio al fatto che stesse riprendendo fiato.
Dopo pochi secondi Karma alzò il braccio e le lanciò la scatolina che lei afferrò d'istinto, quasi impacciatamente, vi gettò lo sguardo e notò che era perfettamente intatta.
Era... venuto a restituirgliela? Una morsa le strinse lo stomaco, questo era anche peggio del sentirsi dire che lui la vedeva più come un'amica.
Un leggero spiffero d'aria le accarezzò il volto e una mano spostò i suoi capelli, sciolti, dietro l'orecchio.
L'unica cosa che vide da quella posizione fu il petto di Karma a pochi centimetri dal suo viso, non osò alzare gli occhi oltre.
La mano destra del ragazzo scivolò lentamente oltre la sua conchiglia uditiva, lasciando una leggera carezza sulla sua guancia, fino a fermarsi sul mento che le alzò lentamente.
La ragazza era rigida come uno stoccafisso, immobile con la scatola ancora tra le mani, costretta a guardare quegli splendidi occhi ambrati che la stavano letteralmente ipnotizzando... quanto potevano essere belli gli occhi di una persona? Beh, immaginava molto, sopratutto se appartenevano ad una persona così importante.
Aveva il viso così vicino al suo che, se si fosse alzata sulle punte, avrebbe potuto sfiorarlo; tuttavia non si mosse, completamente incapace di farlo. Ma, come scoprì ben presto, non fu affatto necessario alcun movimento da parte sua: fu il ragazzo stesso a piegarsi su di lei, con quella lentezza calcolata nei minimi dettagli, chiudendo gli occhi poco prima di toccare le sue labbra.
E Okuda ci mise si o no qualche frazione di secondo a capire che Karma la stava baciando.
Perché? fu tutto ciò che pensò. Il calore che le risalì alle guancie poteva sfiorare la temperatura d'ebollizione dell'acqua, mentre il colore se la batteva alla pari con la capigliatura del ragazzo.
Sentì di poter svenire nell'esatto momento in cui le mani iniziarono a tremarle, minacciando la caduta della scatola quasi dimenticata.
Passarono una decina di secondi, che a lei parvero minuti, poi il ragazzo si staccò lentamente lasciandola priva di segni vitali...
Male
...sull'orlo del collasso...
Molto male
...e prossima ad una crisi d'imbarazzo.
Decisamente male!
Non staccò gli occhi da lei nemmeno un istante, restando a pochi millimetri dalle sue labbra, mentre alzava il braccio sinistro e lo portava alle mani di lei, togliendole delicatamente la scatola dalle mani "Grazie, Okuda-san" le sussurrò a fior di labbra, sorridendo, poi la superò lasciandola sola in mezzo alla strada, rigida come nient'altro, cpn gli occhi umidi e le labbra ancora semichiuse impregnate del sapore di lui.
Si portò una mano alla bocca, sentendo sotto le dita la pelle delle guance bollenti, cominciando a tremare senza alcun motivo apparente.
Tutta colpa di Nagisa...

Angolino Autrice:
Buon San Valentino♡
Eh, beh, non potevo non scrivere qualcosa su loro due, praticamente li adoro *^*
Spero vi piaccia e se lasciasse un commentino rendereste il mio cuoricino tanto felicino... ok, la smetto xD
Kiss,
Caroline94💛
   
 
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