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Autore: lolli89    15/02/2016    5 recensioni
James Phelps e la sua ragazza Italiana si trovano di fronte a scelte importanti, che potrebbero cambiare la loro vita... oppure no, potrebbero addirittura dividerli. Cosa sceglieranno di fare? Cosa sarà mai, questo ostacolo tra loro? E se lo supereranno, quali sorprese riserverà la loro storia? Saranno belle, o dovranno superare le avversità? Sarà tutto rosa e fiori, o troveranno anche spine, nel mezzo? Come sempre, quando trovate Xx metteteci il vostro nome, così la storia, spero, sarà più realistica!
Per ora vi lascio nel dubbio, se siete curiosi, leggete!
lolli89
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Phelps, Oliver Phelps
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 << Ehi, amore, sono a casa! >>, salutò James una sera, rincasando.

<< Ciao amore. Ordiniamo una pizza? Non… non sono molto in vena di cucinare stasera >>, fece Xx, ma sembrava che qualcosa la turbasse.

<< Ok, nemmeno io ho molta voglia di cucinare >>, disse lui, andandola a salutare con un bacio, e lei lo trattenne sulle sua labbra.

James si stupì non poco: sentiva qualcosa di strano in quel bacio, ma non le disse nulla, pensando di esserselo solo immaginato.

<< Le pizze saranno qui tra mezz'ora, quaranta minuti… cos'è questo? >>, domandò mettendo giù il telefono: aveva notato solo in quel momento una piccola scatolina incartata, messa sopra al piatto nel posto dove di solito sedeva lui.

<< Stai bene? Mi sembri… preoccupata per qualcosa… agitata... >> le domandò lui, sedendosi accanto a lei sul divano con il pacchetto ancora in mano, osservandola.

<< Cosa? Io, si la solita pizza… No. Scusa… apri il pacchetto >>, gli disse indicandolo con la testa, cercando di controllarsi.

<< Xx, sei sicura che vada tutto bene? Puoi parlarmene se hai qualche problema o… o sei nervosa per qualsiasi cosa, lo sai vero? >>, lui la guardava, un po' in ansia.

<< Lo so James, ormai stiamo insieme da un anno e qualche mese… un anno meraviglioso, aggiungo io >>, gli disse, addolcendosi un pochino, e il ragazzo si rilassò un poco.

<< Un anno fantastico >>, continuò lui con il sorriso, e le diede un bacio, e lei rispose… con una certa urgenza, notò James, che di nuovo sentiva qualcosa di strano.

<< Allora… cosa aspetti ad aprire il pacchettino? >>, incitò Xx, torcendosi le mani, sperando che il gesto passasse inosservato, e finalmente James scartò la scatola.

<< E queste? Qualcuna che conosciamo è incinta? >>, domandò lui sempre più perplesso, sollevando le scarpine bianche per vederle più da vicino.

<< In effetti si… >>, gli rispose piano lei.

<< A chi dobbiamo fare le congratulazioni? Comunque sono molto carine >>, disse lui.

<< Ehm… a- amore… io… James, io sono incinta >>, disse, le ultime tre parole molto velocemente, come si fa quando si strappa un cerotto: si parte piano alzando un angolino, e poi si da un unico strappo finale.

James rimase paralizzato li dov'era, un braccio ancora sollevato con le scarpine in mano. Si girò di scatto verso Xx, una espressione indecifrabile sul viso: guardava la ragazza, ma era come se non la vedesse veramente.

La ragazza gli diede un po' di tempo per riprendersi, ma dopo quasi dieci minuti era ancora immobile li dov'era, bloccato, e non dava segni di vita, così iniziò a preoccuparsi.

<< Oh… >>, era l'unica cosa che era riuscito a dire, completamente disorientato.

<< Vuoi un bicchiere d'acqua? >>, gli domandò lei ansiosa. James annuì, lei riempì un bicchiere e glielo mise in mano: il ragazzo bevve in un sorso tutta l'acqua e sembrava essersi un po' ripreso.

<< C- come… come è… è successo? >>, chiese stupidamente.

<< Credo che entrambi sappiamo come sia successo … >>, gli rispose, calcando sulla parola “come”, guardandolo con un espressione eloquente.

<< Yes… right… domanda idiota >>, disse, più a se stesso che a lei.

<< S- sei… ehm… s-sicura? >>, domandò speranzoso.

<< Avevo un ritardo di tre settimane. Sono andata in farmacia e ho preso un test di gravidanza… solo che… solo che ero talmente nervosa che nonostante abbia letto due volte come si faceva l'ho sbagliato… così ne ho preso un altro e l'ho fatto oggi pomeriggio… poi temendo di aver sbagliato qualcosa ne ho preso un terzo… comunque sono positivi. Dovrò… dovrò fare le analisi del sangue per avere la certezza totale… ma sono abbastanza affidabili… e da quando uso la pillola sono puntuale… >>, gli disse d'un fiato: sembrava non vedesse l'ora di dirglielo, tenere per se quell'informazione l'aveva logorata.

Lei gli porse i due test che si stava rigirando tra le mani, lui li prese e li osservò.

<< Potevi… dirmelo >>, le disse, continuando a guardarli.

<< Hai ragione ma… sai, non volevo farti preoccupare per una cosa che magari… magari era solo un ritardo enorme e.. all'inizio pensavo fosse lo stress, sai, tra il lavoro, il trasloco nella nuova casa, e il fatto che nell'ultimo mese sei stato spesso va per il tuo lavoro… ma non arrivava niente, così ho pensato fosse il caso di fare il test… e… e… >>, ma non sapeva bene come continuare, o cosa dire.

<< Tranquilla… ho capito cosa vuoi dire >>, la rassicurò James.

<< Bene… e…? >>, gli chiese con un filo di voce.

<< E… e non so che dire, really. Non… non me l'aspettavo proprio, non lo vedevo come una cosa che potesse succedere in questo momento. Io… stavo benissimo così come stavano le cose… mi ha… colto di sorpresa, impreparato. Mi… dispiace non essere stato presente quando hai fatto il test… lo avremmo affrontato insieme… non so se essere contento della notizia o no >>, disse infine con sincerità, e per Xx quelle ultime parole furono come un pugno nello stomaco, ma reagì.

<< James… neanche io ero preparata a una cosa del genere… non ci pensavo nemmeno… ma adesso… adesso stiamo parlando di qualcosa di reale, di vivo, non possiamo certo ignorarlo o… o fare finta di niente… >>, gli disse lei, ma sentiva un groppo in gola: aveva la netta sensazione che James si stesse allontanando da lei.

<< No, certo, non possiamo ignorare… il fatto >>, disse lui, ma ancora fissava i due test di gravidanza, da cui non aveva mai staccato gli occhi da quando lei glieli aveva porsi.

<< Ma… lo so come è successo… tu non prendi la pillola? >>, domandò, calcando bene anche lui sul “come”.

<< Yes, James… ma sai anche tu che nulla ti da il 100 per cento di protezione. E quando mi devo fermare con quelle usiamo i preservativi… ma neanche quelli sono affidabili completamente… c'è sempre un margine di rischio… Per non correre rischi dovremmo praticare l'astinenza >>, disse lei un po' aspra: era come se la stesse accusando fra le righe, ma non poteva esserne certa. James cercò di fare un sorriso stiracchiato a quel tentativo di battuta sull'astinenza, ma non gli riuscì molto bene.

<< My love … non ti sto accusando di niente, se è questo che stai pensando: quando facciamo l'amore siamo in due… se dobbiamo parlare di colpa, e non sto dicendo che ci sia but… non mi viene la parola in italiano, è mia quanto tua… >>, le disse, leggendole quasi nel pensiero, e Xx si sciolse un po', tentando di fare un sorriso, ma senza riuscirci del tutto.

<< Cosa dobbiamo fare? >>, domandò Xx in ansia.

<< Non lo so… non è una scelta facile… ci cambierà la vita… we speak of a child… my… your… Our… Siamo sicuri di essere pronti a una responsabilità come questa? Non lo so, veramente… Tu cosa vorresti fare? >>, James sembrava… smarrito, indifeso e a Xx si strinse il cuore vederlo così, le sembrava che avesse gli occhi lucidi.

<< Oh… James… >>, sussurrò lei abbracciandolo forte, cercando di confortarlo, e lui si aggrappò a quell'abbraccio, stringendola forte tra le sue braccia, affondando il viso tra i suoi capelli.

<< Amore… io… io sono contraria all'aborto >>, disse la ragazza timorosa quando si separarono.

<< Ho capito… io invece no… non sono contrario. Se due persone non vogliono un figlio… o non hanno la possibilità di mantenerlo… o non si sentono pronte per questo… e sono state poco… attente? Prudenti?… non credo sia giusto che si ritrovino con un figlio, che forse per questo non sarà amato… o non avrà la vita e le attenzioni che si merita ogni bambino… >>.

<< Giusto… ma non è neanche corretto togliere la vita a qualcuno per poca attenzione… o per uno sfortunato caso… o perché ci si è divertiti senza pensare alle conseguenze >>.

<< Vero… ma comunque lo puoi partorire e dare in affidamento… >>, suggerì James.

<< Si… ma non credo che ce la farei a lasciare il mio bambino nelle mani di qualcun altro, per quanto possano essere delle brave persone… Mi stai forse suggerendo di dare via il nostro bambino? >>, domandò, iniziando ad arrabbiarsi.

<< No… non sul serio, almeno… però i bambini piccoli stanno con i genitori di solito! Io sono via spesso ultimamente, e anche tu lavori tutto il giorno e sei a casa solo la sera! >>, continuò James.

<< Esiste a lavoro una cosa chiamata maternità, e i bambini sotto i due anni viaggiano gratis! Si faranno dei sacrifici! >>, sbottò Xx alzandosi dal divano.

<< Si, ma un figlio non deve per forza arrivare a ventisei anni! >>, sbottò anche lui, alzandosi dal divano, solo che era molto più alto di lei, e la sovrastava senza volerlo.

<< A parte che tu ne hai quasi trenta… e io quasi ventisette, se avessi potuto scegliere, avrei fatto in modo che non capitasse così! Forse avrei aspettato ancora qualche anno… due o tre magari. Ma è capitato in questo momento! Non l'ho chiesto io! E non alzare la voce con me! >>, Xx stava andando su tutte le furie.

<< Neanche tu! E poi scusa, il sogno di andare a fare un corso di specializzazione a New York nel tuo ambito, dove lo mettiamo? >>, esclamò lui.

<< Ci saranno altri posti qui in zona, ho sentito dei buoni nominativi >>, disse decisa.

<< Mettiamo il caso che tu lo trovi qui, magari non troppo vicino. Il bambino con chi starebbe, se tu stessi via e tornassi per il week end? >>, domandò lui.

<< Lo porterei con me >>, rispose con semplicità.

<< E in quel caso dovrei perdermi la crescita di mio figlio, se decidessimo di tenerlo? >>, domandò sarcastico.

<< Ma se tu neanche lo vuoi! E in ogni caso non ho ancora deciso niente, a questo si può trovare soluzione. Potrei semplicemente non fare il corso, ad esempio! Il mio lavoro mi piace anche così >>, ribadì acidamente Xx.

<< E il nostro sogno di viaggiare per il mondo? Io voglio farti vedere questo pianeta meraviglioso! >>, continuò lui.

<< Potremmo portarci dietro il bambino, quando sarà un po' più grande. Inoltre tu potrai andare lo stesso a fare tutte le conferenze, le interviste, partecipare ai gala, e girare tutti i film che vuoi, dovunque servirà. Non ti ho mai fermato, e non comincerò ora >>, gli fece lei, ragionevole.

<< E se io volessi divertirmi ancora senza la responsabilità di un figlio? Ho ventinove anni, non cinquanta, la trovo una cosa normale. E… poi… stiamo insieme da appena un anno e qualche mese… >>, aggiunse il ragazzo, ben sapendo che l'argomentazione non avrebbe retto.

<< Quella che stiamo insieme da un anno e qualche mese è una scusa bella e buona, lo sai anche tu, potresti inventarti di meglio, almeno. In ogni caso non conta quanto tempo, ma l'amore che proviamo tra noi… questo dovrebbe importare. Quanto all'altra tua obiezione non so cosa risponderti, certo che hai ancora il diritto di divertirti… e anche se avessimo questo bambino non ti obbligherei a stare a casa con lui… potresti comunque uscire con i tuoi amici, andare a vedere le partite, andare al pub eccetera. Ce l'ho anche io il diritto a divertirmi… e che cavolo! Guarda mia cugina, ha la mia età e un paio di anni fa ha avuto un bimbo, ma non per questo ha rinunciato alle uscite con gli amici e il resto… io non riuscirei ad abortire >>, concluse mesta.

<< … Ascolta, James… dobbiamo calmarci. Continuando a urlarci dietro non arriveremo da nessuna parte. Dobbiamo pensare e ragionare a seconda delle nostre possibilità e dei nostri desideri… partendo dal fatto, almeno da come mi è sembrato di capire, che… io vorrei tenerlo e tu invece no >>, gli disse lei.

<< Io lo sto già facendo… sei tu che ti stai facendo prendere dall'istinto materno! Non è che io non voglio avere figli… mi piacerebbe averne… solo che ora, secondo me, non è il momento giusto… >>, le disse James, sforzandosi di essere delicato… di solito lo era di natura, ma dopo i toni usati quella sera, gli sembrava strano tornare ai suoi soliti modi.

<< Oh, scusa! >>, fece all'improvviso Xx portandosi le mani alla bocca per non vomitare a terra, mentre correva verso il bagno.

<< Che hai? >>, domandò preoccupato seguendola, tenendole i capelli indietro e asciugandole i sudori sulla fronte, mentre la ragazza era china sul water.

<< Nausea credo… e vomito di sicuro. Vattene, non c'è niente da vedere >>, disse a fatica cercando di allontanarlo.

<< Non dire sciocchezze. Ti porto un bicchiere d'acqua? >>, le domandò, e Xx annuì.

<< Stai meglio? >>, le domandò dopo un po'.

<< Si, grazie… mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a questa scena pietosa >>.

<< Non fa niente, non preoccuparti… >>, le disse accarezzandole il viso.

<< Ascolta… io non voglio privarti di niente… della tua libertà, della tua voglia di divertirti o di nient'altro, ma forse una soluzione si può trovare. Prendiamoci un paio di settimane per rifletterci con calma… >>, propose Xx, la testa ancora appoggiata al gabinetto.

<< D'accordo… anche se una decisione credo tu l'abbia già presa… >>, disse lui.

<< Anche tu, ma… James… ti prego… non farmi scegliere tra te e il bambino… non lo sopporterei proprio >>, fece lei guardandolo implorante, gli occhi leggermente lucidi.

<< Chi sceglieresti? >>, le domandò a bruciapelo, gli occhi che ardevano.

Xx non rispose, James la guardò dritto negli occhi, ma non disse niente.

<< I do not know… I just know that I would be halved >>, gli disse alla fine, quando lui era di spalle e se ne stava andando: si fermò per un secondo, ma non rispose.

<< Come on, the pizzas arrived >>, disse invece, dandole una mano ad alzarsi.

<< Do you want a cup of tea? >>, le chiese James più tardi: erano sul divano, ma non seduti vicini e abbracciati come di solito… erano ai lati opposti, e sembravano divisi da un muro.

<< Yes, thanks >>, fece lei, ma era irrequieta e si agitava sul divano.

<< A cosa pensi? >>, gli chiese dopo qualche altro minuto di silenzio, mentre sorseggiavano il tè.

<< A… alla situazione >>, le rispose, rigirandosi la tazza tra le mani fissandone il contenuto, e la ragazza annuì.

<< Non… riesco a togliermi dalla testa quello che mi hai detto >>, continuò lui dopo un po', e Xx annuì di nuovo, fissando anche lei il suo tè.

<< Io non voglio incastrarti qui… contro la tua volontà. Se mi conosci dovresti saperlo bene >>, disse con calma, ma la voce vibrava di delusione e amarezza.

<< E… se pensi questo… forse è arrivato il momento… di separarsi… >>, disse lei, la voce incrinata cercando di trattenere le lacrime: solo dirlo era come ricevere una pugnalata al cuore.

James sbiancò.

<< Non dire assurdità. Lo so che non vuoi… e non faresti una cosa del genere. Sono stato preso alla sprovvista. Ma il p… la questione rimane >>, e le guardò la pancia, dove ancora non si vedeva niente.

<< Stavi per dire problema, James Andrew Eric? >>, scattò Xx, profondamente delusa.

James esitò.

<< Certo che stavi per dirlo. Non ci posso credere! E ora magari tirerai fuori la storia che ti sto incastrando con un bambino solo per avere i tuoi soldi?! >>, domandò sarcastica, ma gli occhi mandavano lampi.

<< Sai che non l'ho mai pensato, e di certo non ho cominciato ora >>, James sembrava offeso.

Xx si calmò un pochino alla sua reazione.

<< Hai ragione, scusa… è stato un colpo basso questo >>, Xx avrebbe tanto voluto avvicinarsi a lui, poterlo stringere e scusarsi meglio: sapeva di aver detto una cattiveria, ma era arrabbiata e voleva solo ferirlo, e questo pensiero la feriva… ma non riusciva ad avvicinarsi a lui.

<< Mi dispiace molto… non volevo dirlo davvero >>, disse ancora, e si avvicinò alla porta d'ingresso.

<< Va bene… dove stai andando? >>, le chiese preoccupato.

<< Io e il problema >>, disse indicandosi la pancia, << Non vogliamo stare qui. Non stanotte… James, ci stiamo solo ferendo a vicenda, al momento, e non voglio continuare. Chiederò a un amica di poter stare da lei, o al massimo andrò in un hotel Non dormirò sotto un ponte, starò bene, vedrai… staremo bene >>, si corresse abbassando lo sguardo sulla sua pancia, ma avevo uno sguardo triste e addolorato.

<< Non posso convincerti a restare? >>, domandò lui: avrebbe voluto correre da lei, avrebbe voluto chiudere la porta a chiave pur di non farla uscire in quello stato, ma rimase inchiodato dov'era.

<< No. Ci… vediamo James. Buonanotte >>, fece le un po' impacciata.

<< Si… ci vediamo. Buonanotte anche a te >>, fece lui mesto, e la ragazza si voltò e si chiuse la porta alle spalle.

Quando Xx se ne fu andata, James crollò in ginocchio sul pavimento e cominciò a piangere senza riuscire a trattenere le lacrime, passandosi le mani tra i capelli.

“ Come ho potuto reagire così? Sono stato un bastardo! Xx sarà stata spaventata dalla notizia… probabilmente non vedeva l'ora di dirmelo per sfogarsi… e io come reagisco? Come un cretino! Ma che mi è preso? Sono solo… spaventato dall'idea, come lei? Se dovessi perderla per questo non potrei perdonarmelo! Questa… questa casa sembra così vuota senza di lei… e così grande… “, si era ritrovato a pensare il ragazzo, ma si addormentò sul divano poco dopo, sfinito da quello che era successo.

  
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