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Autore: Irian    15/02/2016    1 recensioni
Quando pensiamo al futuro, immaginiamo un mondo nuovo e incredibile, dove persino la morte è diventato un concetto relativo, procrastinabile, rimandabile, eliminabile.
Forse ci sbagliamo.
E se il futuro simboleggiasse solo regressione?
Se tra 200 anni si tornasse agli antipodi? Se Roma tornasse ad essere la capitale del Sacro Romano Impero?
E se tutto ciò che gira intorno all’uomo cambiasse
e si trasformasse in un flusso di informazioni che scorrono all’inverso?
A quel punto sopravvivreste in un mondo dove non ci si guarda allo specchio,
ma nelle pozze di sangue che giacciono sulle strade?
Sapreste ritrovare il progresso in un mondo sporco di bugie, morti e crudeltà?
Sapreste decifrare il codice d’onore che giace sotto tanta brutalità?
 
Genere: Angst, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest | Contesto: Antichità greco/romana
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BELLA SUSCIPIENDA SUNT OB EAM CAUSAM,
 UT SINE INIURIA IN PACE VIVERE POSSIMUS.
-CICERONE

 
Quando pensiamo al futuro, immaginiamo un mondo nuovo e incredibile, dove le tecnologie più imponenti sovrastano persino la nostra immaginazione.
Dove viaggiare è divertente e di svago e tutti possono farlo.
Dove concetti come lo schiavismo, la discriminazione, il genocidio sono ormai lontani anni luce.
Dove persino la morte è diventato un concetto relativo, procrastinabile, rimandabile, eliminabile.
Forse ci sbagliamo.
E se il futuro simboleggiasse solo regressione?
Se tra 200 anni si tornasse agli antipodi? Se Roma tornasse ad essere la capitale del Sacro Romano Impero?
E se tutto ciò che gira intorno all’uomo cambiasse e si trasformasse in un flusso di informazioni che scorrono all’inverso?
A quel punto sopravvivreste in un mondo dove non ci si guarda allo specchio, ma nelle pozze di sangue che giacciono sulle strade?
Sapreste ritrovare il progresso in un mondo sporco di bugie, morti e crudeltà?
Sapreste decifrare il codice d’onore che giace sotto tanta brutalità?
 
 
BRUTALITY MASKS A CODE OF HONOR
 
Annie adorava volteggiare nell’aria vertendo su ste stessa. Girare e girare lasciando che il vento le accarezzasse i capelli, muovesse le foglie e le permettesse di avvertire l’aria intorno a sé.
Era questo che faceva sempre da mesi ormai, da quando viveva a Roma e i suoi genitori avevano preso quella casa in campagna.
Lontana dalla scuola e isolata da tutti, doveva cambiare tre autobus per arrivare a scuola, non usciva e non parlava mai con nessuno.
Era da sola.
Ma in quel boschetto aveva smesso di guardare gli altri dall’alto in basso, a invidiarli, semplicemente era così pacifico e silenzioso che a volte le capitava di sentire il sangue scorrerle nelle vene.
Dopo un po’ che continuava a girare inciampò e cadde; fortunatamente però non si fece male, infatti cadde su un morbido letto di foglie.
Le scappò una risata e stesa per terra guardò il boschetto con i suoi alberi alti e imponenti, le centinaia di foglie di un verde sgargiante e il sole che trapassava dalle fessure formate dai rami sovrapposti.
Cullata dall’aria fresca Annie si addormentò.
Quando riaprì gli occhi le sembrò fossero passati pochi istanti, ma il cielo era buio come la pece, e quindi era inevitabilmente ora di tornare a casa.
Era una casa piuttosto grande a due piani: le pareti gialline, le scaffalature di legno e tutti i mobili puliti e lucidati in modo quasi maniacale, come a voler dire “Questa casa è perfetta”.
Quando entrò i suoi genitori erano in casa ma, come sempre da quando si erano trasferiti, stavano litigando ferocemente in cucina, con la porta sbarrata nella speranza che nessun suono penetrasse dal legno.
Eppure Annie sentiva tutto, salì velocemente per le scale e si lavò le mani e la faccia.
Entrò in camera sua, anche questa con le pareti gialline e i mobili puliti, solo qualche libro a indicare la sua presenza.
Annie aveva sempre pensato che quella casa fosse il puro annientamento dell’essere umano, non c’era niente di suo là dentro, lei non era nessuno in quella casa come in quella camera, solo un’ombra che vagava all’interno delle mura, ma che in fondo non apparteneva a quei luoghi.
Si guardò nel piccolo specchio appeso al muro: vide una ragazza bassina, con il lunghi capelli neri, gli occhi di un blu intenso, quasi sempre vestita di nero e blu, con una fascetta legata al collo.
Affondò il viso nel letto e rimase a riposarsi così, finchè sua madre non bussò alla porta.
“Amore?” disse lei aprendo piano la porta, il suo viso giovane si sporse nella camera “La cena è pronta” le disse con tono dolce ma stanco
“Arrivo” disse Annie piano abbozzando un sorriso
Sua madre aveva preparato una zuppa di pomodoro, con sedano e cipolle.
Non fu difficile notare lo sguardo di sua madre mentre cercava di evitare gli occhi del marito.
Giulia, la madre di Annie, era una donna molto bella, il suo viso sembrava di porcellana e i suoi capelli castani a caschetto le incorniciavano il volto in modo perfetto.
Suo padre Adrian era nato a Berlino e si era trasferito in Italia quando si era sposato con Giulia. Era un uomo con i lineamenti maturi, i baffi e la barba bianchi, era elegante e parlava un italiano perfetto nonostante fosse straniero.
Due figure così interessanti forse non avrebbero dovuto stare insieme, era questo che Annie si diceva ogni volta, se due asteroidi potenti si scontrano avviene un disastro, era così anche per sua madre e suo padre.
Dopo qualche domanda di rito sulla giornata appena trascorsa Annie tornò in camera sua, e dopo una notte di sonno profondo si risvegliò alle cinque del mattino.
Non era quella l’ora a cui alzarsi per andare a scuola, ma Annie si alzava comunque presto per fare un salto al boschetto prima di prendere l’autobus.
Si fece una coda alta e trovò che risultasse troppo moscia ma lasciò perdere, mise una maglia a righe bianche e blu e sopra una grande felpa nera con la zip, che all’occorrenza diventava un riparo caldo e piacevole.
Nel suo boschetto, dove solitamente non c’era nessuno, quella mattina vide una ragazza.
Seduta per terra, aveva i lineamenti sporgenti e la bocca sottile, i capelli erano per metà rasati e per l’altra lunghi fino alle spalle e biondi, a giudicare dal colore delle sopracciglia dovevano essere tinti. Aveva gli occhi marroni come il caffè, indossava una canotta nera e sopra una camicia a quadri sbottonata, una sigaretta sospesa tra le dita.
Quando Annie cominciò a camminare verso di lei la ragazza si girò di scatto e poi sorrise, passandosi la lingua sui denti.
“Questo posto è una gran figata” disse “E’ la prima volta che ci vengo e già mi piace”
“Piacere, Annie” disse allungando la mano
La ragazza la squadrò qualche secondo e poi le strinse la mano “Joel”
“Sono qui da mezz’ora e ho già conosciuto una ragazza carina”
Annie arrossì “Emh…sì è un piacere anche per me”
“Lo so, l’hai già detto” disse ridendo
“Allora Annie…come mai da queste parti?”
“E’ un posto tranquillo”
“Pienamente d’accordo! Io invece sono qui per fumare” disse mostrando la sigaretta “A quest’ora i miei dormono ma potrebbe comunque sentirsi l’odore…vuoi?”
“No grazie” disse Annie scuotendo timidamente la testa
“Vabbè. Ora è meglio che vada, è stato bello parlare con te, ci si vede”.
Joel se ne andò e Annie, mentre la ragazza usciva dal boschetto rimase come folgorata dalla sua presenza, come se un pezzo di Joel si fosse appena staccato e infilato in una delle vene del polso di Annie.
Rimase ferma per qualche minuto, poi all’improvviso si staccò da terra e si avviò alla fermata del primo autobus.
Durante tutti i tragitti fino alla scuola nessuno la guardò o fece caso a lei; Annie tirò su il cappuccio della felpa e smise di fare caso al mondo che aveva attorno.
Quando arrivò a scuola fu come sull’autobus: nessuno la guardava, nessuno la elogiava e nessuno le parlava alle spalle, semplicemente Annie non esisteva.
In classe la professoressa di latino e greco fece un lungo discorso su come si svolgeva la vita nell’antichità e di come certi modelli esistano ancora oggi e come molti siano stati riprodotti.
“L’impero Romano. Ognuno di voi ne avrà sentito parlare e forse qualcuno di voi è persino interessato. Non vedete come l’antichità sia intorno a voi? Girate per Roma e in ogni luogo in cui sarete ce ne sarà almeno una traccia”
Annie dal terzo banco accanto alla finestra prendeva appunti, l’Impero Romano l’aveva sempre affascinata ed era d’accordo con tutto quello che la professoressa diceva. Nonostante ciò la sua classe non era minimamente interessata, Caroline, la sua compagna di classe era la prima a non voler fare niente: masticava la gomma tutto il giorno e si scambiava bigliettini con Elisabetta, la sua migliore amica che sedeva dall’altra parte della classe.
Non poteva però negare l’invidia: infatti Caroline era bellissima, aveva lunghi capelli marrone chiaro, una bocca perfetta e anche il seno che provava in tutti i modi a mettere in evidenza non era niente male, in più tutti la adoravano e parlavano con lei.
“Adesso basta ragazzi!” disse l’insegnante sbattendo il pugno sul banco
“Potete farmi un esempio di Impero Romano ai giorni d’oggi?”
“Star Wars prof!” disse Emanuele, lo scemo della classe. Tutti presero a ridere
“No” disse la professoressa “Non ridete, ha ragione. L’impero galattico di Star Wars è una copia dell’Impero Romano, così come il Nazismo”
Annie, che sapeva benissimo che la prof aveva ragione si chiese: se il Nazismo aveva provocato la morte di così tante persone, cosa mai sarebbe successo se l’Impero Romano fosse rinato dalle sue stesse ceneri?
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
MI SCUSO SE IL CAPITOLO ERA TROPPO LUNGO E PRESSAPPOCO D’INTRODUZIONE AL PERSONAGGIO DI ANNIE E SENZA NIENTE SULLA SOCIETA’, LA STORIA E LA POLITICA MA MI SERVIVA COSI’ PER INIZIARE.
Beneeeee, ora torniamo a noi.
IRIAN IS HERE
Salveeeee. Allora, io mi meriterei qualsiasi cosa brutta perché ci sono Alpha e Omega, Jump into the fog e What is dead never dies da continuare e io ho scritto questo.
Ma era un’idea troppo bella e…aspettaaa. Ma questo non è il mio solito fandom eheheh, quindi posso fare finta di non avere problemi mentali!
Salve a tutti mi chiamo Irian e questa è la storia di come l’Impero Romano dopo secoli di silenzio tornò a far parlare di sé a livello mondiale…la protagonista frequenta il Liceo Classico 1) perché io vado al classico quindi originalità portami via 2) ho un pretesto per parlare di Romani e Greci a buffo e ho maggiori spunti per la storia.
Spero che la storia vi piaccia perché presto arriverà il sangue, la morte e tutte quelle cose che a voi piacciono tanto.
IRIAN LOVES YA
 

 
  
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