Tezuka era sempre stato certo che dopo tutti quegli anni di conoscenza avesse sviluppato una qualche abilità misteriosa che gli permetteva di intendersi con Atobe anche con un solo semplice scambio di sguardi, o forse era l'altro a permettergli di leggergli dentro?
Che importanza aveva? Per il tennista proprio nessuna, perché qualsiasi cosa gli sarebbe stata bene, in fondo l'unica cosa che gli importava era decifrare i pensieri tramite quelle meravigliose e incantevoli iridi azzurre.