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Autore: shana8998    17/02/2016    0 recensioni
E se un giorno qualsiasi di una vita qualsiasi, tutto cambiasse?
Se da un momento all'altro ,ogni sorta di regola , patto d'onore , sfumatura di dignità ,venisse infranta e ti ritrovassi nelle mani di un danno tanto grosso quanto stupendo?
Se quel danno così negativo potesse renderti tutta la felicità persa con il tempo?
Se quel danno fosse un uomo persino molto più grande di te?
Tu....Come reagiresti?
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi hanno sempre detto che non tutti i mali vengono per nuocere.
Che nessun evento è padrone di limitarci l'esistenza ma che ogni evento è in grado di condizionarcela.
Che le azioni hanno sempre una reazione. Una catena di conseguenze. 
Ma che nessuna di queste per quanto drastica sia , possa essere un problema irrisolvibile.
Mi hanno riempito la testa di regole , di insegnamenti , incoraggiamenti ad andare avanti...Ed io ci ero andata . Spedita come un treno avevo superato anche il più terribile degli episodi .


"Com'è vedere sparire in un battito di ciglia un'intera vita?"
A quella domanda postami dal mio psicologo , risposi con la frase più banale che mi potesse venire in mente : "E' un incubo dal quale ci si vorrebbe svegliare a tutti i costi.." e poi avevo aggiunto "Ma ci sono certi incubi da cui non ci si può svegliare"...
Effettivamente io la morte dei miei genitori e di mio fratello Joshua , l'avevo vista esattamente in quel modo.
E mi risultava terribilmente scomodo , cercare di scavare affondo nei miei problemi , specie , se di questi non ne avevo mai parlato io, ma altri per me.
Era stata, di fatti, proprio la zia Dana a raccontarmi dei miei genitori , di mio fratello , di come erano morti.
Mi aveva raccontato di quel 13 settembre di molti anni prima ,dell'incidente , delle ambulanze di me che non si sa per quale miracolo ero riuscita a salvarmi. Mi raccontò di quel giorno come se avesse lei stessa , perso la sua di famiglia.
E quando terminò il suo racconto un fiume di lacrime le avvolse il viso. Fu allora , che avevo capito di avere un problema. 
Io,non soffrivo per quel tragico incidente , mentre lei , nonostante fossero passati dieci anni , ancora se ne disperava.
Era stato poi , sempre il mio psicologo a dirmi che era normale; che non potevo starci male perchè ero troppo piccola al momento dell'accaduto e dello schianto non potevo averne ricordo poichè la mente cancella gli shock.
Era stata l'unica serie di parole uscite dalla sua bocca che mi aveva fatto veramente del bene.
Furono una boccata d'aria fresca per me che da tempo, mi martoriavo il cervello con quell'enorme senso di colpa per non provare nulla forche' il ricordo di un vuoto.
Loro, la mia famiglia, c'era stata per un brevissimo periodo della mia vita ma io ricordavo a mala pena i loro volti e quasi per niente le loro voci.
Mi ero sentita un mostro per così tanto tempo...

Ma poi , oltre a questo lato drammatico del mio passato , c'era stata anche la luce del mio presente e del mio percorso.
Io, ce l'avevo fatta.
Mi ero rimboccata le maniche. Avevo concentrato tutto sullo studio.
Mi ero persino inscritta ad un'università di prestigio entrandovi a pieni voti. 
Avevo ricevuto mille soddisfazioni personali ed avevo reso felici anche i miei due "finti" genitori che con grandi sacrifici avevano "portato su" una ragazza nel migliore dei modi.
Mia zia Dana appunto e mio zio Alfred. Un uomo ed una donna particolarmente importanti per me , ma che poi con il passare del tempo avevo incominciato a non tollerare più.

Ed è proprio questa la piccola parentesi della mia vita su cui mi vorrei soffermare.
L'esatto momento del mio vissuto che mi avrebbe portato poi , a cambiare tutto. 
A fuggire da una gabbia ormai troppo stretta per me, che da sempre ero stata uno spirito libero...
Lasciai casa dei miei un anno dopo l'ingresso alla facoltà di economia e commercio. 
Esattamente al secondo anno di università, quando stufa di essere trattata come una povera piccola stupida ,incominciai a ribellarmi a quel modo asfissiante e del tutto estenuante di tenermi lontana da ogni pericolo...Dalla vita.
Loro non l'avevano presa affatto bene.

Il giorno che decisi di andarmene e costruirmi una vita che fosse solo mia , mia zia Dana aveva strillato in lacrime per ore e mio zio Alfred aveva ruggito frasi intimidatorie per tutto il tempo , finchè con un sonoro "andatevene a farvi fottere" dopo l'ennesima litigata , avevo abbandonato la loro casa sbattendomi alle spalle non solo la porta ma tutti i tentativi che loro due avevano fatto per plasmarmi come meglio credevano.
E credetemi se avevo voltato la faccia a coloro che mi avevano cresciuta un motivo ben valido ci doveva essere!

Così mi ritrovai a cambiare città. A muovermi verso una nuova vita. 
Era un altro mio grande problema quello di dover spaziare. Essere legati a cose e persone non faceva per me.
Non ero quel genere di persona che è talmente insofferente da non provar sentimenti per nessuno , per carità ! Ma non mi legavo a doppio giro con nulla perchè ...Infondo cos'è per sempre?

Una mattina leggendo sul libretto annunci , trovai l'offerta di un appartamento a poco dal centro città , con un affitto notevolmente basso per essere una casa di 100 metri quadri.
La prima cosa che pensai fu l'andarla a vedere. Magari era una catapecchia , certo poi con quel prezzo, ma nessuno può trarre conclusioni affrettate se non ha nemmeno visto con i propri occhi di che si tratta no?
Così presi il primo bus e raggiunsi l'appartamento.
Un enorme palazzo di colore grigio con balconcini in ferro battuto nero, si erigeva di fronte a me , ma ancora non sapevo che quella sarebbe diventata la mia casa, che da quel momento tutto si sarebbe stravolto come in un sogno e che dell'innocente Anastasia la poco più che maggiorenne ragazza dai lunghi capelli castani e gli occhi color dell'ambra non ne sarebbe rimasto nulla ....



 
   
 
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