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Autore: hanaemi_    18/02/2016    1 recensioni
{ Missing moments - Tra la 1x08 e la 1x09 }
« [...] “M-Maman?” udì timidamente dire Henriette dietro le sue spalle. Subito la giovane si voltò: era appunto Marie-Louise, la quale, manine sulla porta e testolina per metà nella stanza, chiedeva alla madre il permesso di poter entrare. »
Genere: Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Henriette d'Inghilterra, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Like a porcelain doll.

 

{ Fandom: Versailles
Personaggi: Henriette, Marie-Louise d'Orléans
Pairing: //
Parole: 870 (grazie a: http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html}



Versailles, 1668.

Henriette era seduta dinanzi l’ampia finestra della sua camera, intenta ad osservare il paesaggio al di là del vetro. Era maggio, le giornate possedevano finalmente quell’intrinseco e piacevole tepore primaverile e i raggi del sole si erano decisi a tornare ad illuminare Versailles, dopo due lunghe settimane di pioggia ininterrotta.
La fanciulla però era persa nei suoi pensieri, e fissava più che altro un punto imprecisato all’esterno; gli ultimi due mesi erano stati complicati per lei, con la gravidanza prima e con l’aborto poi, e tuttora ella ripensava a quel bambino mai venuto al mondo ma che già aveva accettato nella sua vita, ferita ancora fresca e che non riusciva a rimarginare, troppo presto per sognare di farlo.
Sospirò, volgendo per un attimo gli occhi a guardare la colazione che, ancora intatta, le aveva portato una domestica circa un’ora prima, lasciandogliela su di un tavolino: dopo la perdita del feto ne erano succedute altre, di peso, di fame, di voglia di fare qualsivoglia attività che richiedesse l’uscire dalla sua camera, anche solo per prendere una boccata d’aria fresca.
Il re d’un lato aveva cercato di spronarla, di distrarla in qualche modo dal suo dolore, invitandola come sua ospite ai vari balli e simili che organizzava nella reggia; il marito invece, probabilmente più conscio di quello che stesse attraversando rispetto al re, aveva accettato di lasciarla in pace, decidendo solo di far rientrare la loro primogenita, Marie-Louise, affinché vegliasse sulla madre e l’aiutasse a riprendersi.

“M-Maman?” udì timidamente dire Henriette dietro le sue spalle. Subito la giovane si voltò: era appunto Marie-Louise, la quale, manine sulla porta e testolina per metà nella stanza, chiedeva alla madre il permesso di poter entrare.

“Vieni, chérie.” Prontamente la bambina si intrufolò dentro, richiudendosi la porta alle spalle, e corse tra le braccia della donna, donandole un caloroso abbraccio.

Ah, Marie-Louise. Henriette accennò un sorriso un po’ tirato, accarezzando i lunghi capelli scuri della piccola pettinati in due semplici trecce: quando, al momento della nascita, aveva saputo che era una bambina, la ragazza, probabilmente arrabbiata più con se stessa che realmente con la piccina, in un raptus di rabbia disse che avrebbe voluto gettarla nella Senna. In realtà se ne pentì subito dopo maldicendosi anche mentalmente dato che provocò, tra le altre cose, anche l’orrore da parte della suocera, la regina Anna.

La bambina alzò gli occhi a guardarla, osservando con aria curiosa il suo viso, per poi allungare una mano a carezzarle la guancia.

“Maman, papà dice che non devo venire troppo spesso a trovarti perché sei stanca e hai bisogno di riposare… ma allora perché mi ha fatto rientrare dal convento?”

La schiettezza della principessa d’Orléans sollevava Henriette, divertita dal fatto che, nonostante fosse figlia dell’alta nobiltà, la piccola andava dritta al punto, senza se e senza ma, e un po’ in questo suo modo di essere vi rivedeva il comportamento appassionato di Philippe e Louis, rispettivamente padre e zio della bambina. Strinse le piccole mani in una delle proprie, mentre con l’altra andava a lasciarle una carezza sul capo.

“Non ti piace stare con me?”
“Non, non, è bello stare con te, mamma, ma… non capisco. Prima papà mi dice ‘devi stare vicina alla mamma’, poi no… sono confusa, ecco.”
spiegò in un sussurro, chinando gli occhi a guardare il pavimento.

Piccola, ingenua bambina. Ad Henriette si spezzava il cuore vederla così, lasciata senza spiegazioni a dover badare alla madre ‘ma non troppo, per non affaticarla’, quindi provò a farsi venire un’idea per esplicarle per quale motivo si trovasse lì.

“Vuoi sapere perché sei rientrata?”

La bimba annuì con la testa e tese le orecchie, ora la massima attenzione era sulle parole che la madre avrebbe pronunciato.

“Vediamo…diciamo che la mamma ti dice che, quando sarà pronta, riceverai una bellissima bambola. Ci sei fin qui? Bene. Per alcuni imprevisti, però, questa bambola non la puoi più ricevere. Te la potranno fare simile, certo, ma non sarà mai come la bambola che avresti ricevuto, se fosse stato possibile. Come ti sentiresti?”

Marie-Louise si portò un ditino alle labbra e corrugò la fronte, assumendo un’espressione cogitabonda.

“Ma proprio mai più mai più potrò riceverla?”
“Mai più.”
“Neanche se domando al signore delle bambole di rifarla?”
“Verrebbe comunque diversa, quella bambola ormai è perduta.”
“Uhm.”


Rimase qualche minuto in silenzio, poi giunse le mani in grembo e sollevò il capo in direzione di Henriette.

“Non credo che sarei contenta.”
“Ebbene, alla mamma è successo questo. Doveva ricevere una bambola, una bambola meravigliosa, da anni non ne riceveva una, ma purtroppo, prima che venisse portata a termine, la bambola s’è rotta, causando un grande dolore.” 


Un groppo in gola, l’ennesimo, le si formò dopo quelle parole, portandola ad avere anche gli occhi lucidi. La bambina, a quella vista, subito si intristì e le salì sulle gambe, in modo da starle più vicino.

“Oh, maman…” disse solo, affrettandosi a rincuorarla con un abbraccio e posando il mento sulla sua spalla.
“Andrà tutto bene, dai, non disperare… ti regalerò io una bambola, la più bella di tutta la Francia!” le rivelò all’orecchio, prima di tornare con i piedini a terra e battere le mani tra loro.

“Sarà meravigliosa, vedrai… Avrà i tuoi stessi capelli, e poi, e poi… vado a cercare papà, oui!”

E senza neanche darle il tempo di dire qualcosa, subito Marie-Louise era sgattaiolata via, solo dei leggeri passi ancora udibili in lontananza.

 

   
 
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